Incomprehensible [Italian Tra...

By simo0609

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"Perché sei così spaventata da me, Laura?" "Perché tu sei il male, Zayn. Hai ucciso delle persone e hai fatto... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17 (1 Pt. )
Capitolo 17 (2° Pt.)
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Trailer
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Q&A(Questions)
Q&A(Answers)
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32

Prologo

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By simo0609


*in-com-pren-si-bi-le

Aggettivo, m.s.

1. impossibile da capire o comprendere, poco intelligente

2. Arcaico: illimitato, senza limiti o capace di essere limitato.

"Non urlare, o ti ucciderò. Non ti muovere, o ti ucciderò. Non guardare verso l'uscita, o... beh, penso che tu abbia già capito cosa ti farò"  disse il ragazzo alto e misterioso alla donna terrorizzata che stava piangendo in un angolo della stanza.

Aveva appena visto uccidere la propria famiglia da quel ragazzo apparentemente normale che, improvvisamente, era entrato nella loro casa e li aveva prosciugati, succhiando tutto il loro sangue e lasciando solo dei pallidi cadaveri. Si sarebbe presto disfatto dei loro corpi, subito dopo essersi preso cura dell'ultima sopravvissuta rimasta. Lei.

La donna annuiva lentamente, mantenendo lo sguardo basso, fisso su una macchia di sangue sul tappeto di fronte a lei. Aveva pianto molto vedendo suo figlio di 4 anni e sua figlia più grande essere fatti a pezzi dalla creatura che ora aveva proprio di fronte e non osava guardare l'assassino, perché sapeva che, se l'avesse fatto, sarebbe caduta nella sua trappola. Bastava fissare i suoi occhi color ambra per renderla vulnerabile al suo fascino, come aveva visto fare a suo marito.

"Guardami!" Sibilò il giovane. La donna singhiozzava, ancora spaventata per quello a cui aveva assistito pochi istanti prima, ma alzò lentamente lo sguardo, focalizzandolo sul pavimento, su quella piccola goccia di liquido rosso che un tempo era appartenuta al corpo di sua figlia di sedici anni, che aveva invitato il mostro a casa, credendo che fosse un nuovo compagno di scuola, venuto lì per studiare. Aveva commesso un grande errore.

"Ho detto..." Iniziò il ragazzo, accovacciandosi accanto alla figura tremante della donna. La afferrò per un braccio e la obbligò ad alzarsi, facendole sbattere la schiena contro il muro in modo che trasalisse di fronte alla forza bruta che aveva usato sul suo corpo minuto. Molte lacrime scesero dai suoi occhi, voleva urlare, ma non ci riuscì, perché lui le coprì la bocca con la sua grande mano fredda. "Guardami!"

Lentamente, guardò sconfitta i suoi occhi animaleschi, incontrando, per la prima volta, lo sguardo dell'assassino della sua famiglia, che aveva ucciso vittime innocenti solo per la sua sete di sangue. Osservò il volto del ragazzo, iniziando dal ciuffo nero, con una singola striscia bionda di lato, passando poi al naso, agli zigomi definiti e alla barba sul mento. Era un ragazzo mozzafiato, nessuno poteva mentire a riguardo, neanche la vittima che stava per uccidere. Il luccichio nei suoi occhi color oro le fece tremare le ginocchia, sapendo che la sua famiglia aveva ammirato quegli stessi occhi mentre veniva uccisa. Erano l'ultima cosa che avevano visto...

La donna emise un sussulto, prima di trovare di nuovo la forza per lottare contro la presa salda del ragazzo sulle sue braccia.

"Arrenditi!" Urlò e le diede uno schiaffo, lasciandole un segno rosso sul viso. Era molto forte per la sua età e sembrava avere circa diciannove anni, ma, in realtà, ne aveva oltre duecento. " Non provare a scappare, altrimenti ti staccherò le braccia."

A quelle parole, lei si zittì. Sapeva che stava dicendo la verità, aveva visto con i propri occhi fare la stessa cosa alla sua famiglia, così si morse il labbro, cercando di trattenere i singhiozzi, ma non ci riuscì.

La sua famiglia se n'era andata. Uccisa. Assassinata da un adolescente con ardenti occhi color ambra e canini sporgenti, che metteva in mostra prima di uccidere. Era un demone. Un mostro. Ai suoi occhi, era il Diavolo, perché solo lui avrebbe potuto fare qualcosa di così malvagio senza sentire il peso delle loro vite sulle spalle.

"Ti stai mordendo le labbra."

Ridacchiò e prese i polsi della donna, inchiodandoli al muro ai lati della testa. Lei rabbrividì di nuovo, pensando che fosse troppo doloroso da sopportare. "Lo fai quando sei spaventata?"

"Uccidimi!" Sputò, ribollendo per la rabbia e il dolore. Non poteva più vivere dopo aver visto la sua famiglia essere uccisa e fatta a pezzi. Era troppo. Nessuno poteva sopportare una cosa simile.

Il ragazzo ridacchiò nuovamente e inclinò la testa di lato, guardandola negli occhi. Avrebbe potuto farle tutto quello che voleva, qualsiasi cosa gli fosse venuta in mente. Sorrise compiaciuto alla giovane donna, ma lei distolse lo sguardo, guardando di nuovo il pavimento, respirando lentamente e restando immobile e silenziosa.

"Brava ragazza, stai tranquilla e sarà tutto più veloce. Ti ucciderò, non preoccuparti. Lo farò e mi divertirò, perché stasera sei stata l'unica in questa casa che mi ha innervosito. Ti ucciderò lentamente, dolorosamente e nessuno riuscirà a sentire le tue urla." Sussurrò lentamente al suo orecchio e la donna rabbrividì, sentendo il respiro freddo di lui sul proprio collo. Era troppo vicino per i suoi gusti.

"Perché?"Sussurrò a bassa voce, ma il ragazzo capì lo stesso e sorrise compiaciuto di nuovo, mettendo in mostra i suoi denti bianchi e perfetti che, allungandosi, diventavano a punta, simili più alle zanne degli animali, che a dei normali canini umani.

Si avvicinò alla donna e inspirò il profumo del suo sangue, un odore inebriante capace di farlo impazzire. Lei allora smise di opporre resistenza, come se il mondo le stesse cadendo addosso.

Stava per morire.

"Perché..." Iniziò il ragazzo e il suo naso andava su e giù lungo il collo della donna, inebriandosi del suo profumo. La sua barba le stuzzicò la pelle, facendola rabbrividire "... è quello che sono. Così sono stato creato e così mi diverto a passare il tempo..."

Il ragazzo aumentò la presa sui polsi, facendola urlare per il dolore. Tremava e respirava profondamente, aspettando che la sua vita giungesse a termine, che venisse uccisa da quell'adolescente che non era altro che un assassino.

Lasciò una scia di baci sulla pelle della donna, che iniziò a tremare, preparandosi alla fine, infatti, poco dopo, sentì i suoi canini perforarle la pelle delicata, bucandola e lasciandole due piccole ferite su cui il ragazzo poggiò le labbra, iniziando a succhiare. La donna si contorse dal dolore, era una sensazione così strana per lei. Il dolore era insopportabile, il ragazzo succhiava molto velocemente il sangue dai buchi che aveva fatto e lei si sentì sprofondare. Lui aveva ragione, era stata una morte lenta e dolorosa e lei voleva solo la fine, proprio lì e in quel momento. Voleva essere in pace, insieme alla sua famiglia, che la stava senza dubbio aspettando.

Il ragazzo si spostò e guardò negli occhi della donna, prima che si chiudessero. Sorrise a se stesso e leccò ogni goccia di sangue rimasta sui canini. Posò il corpo della donna sul pavimento, affianco alla sua famiglia, il suo viso pallido finalmente felice. Quella volta, per liberarsene, li avrebbe lasciati lì, senza lasciare tracce.

Il ragazzo guardò le macchie di sangue sui muri, fiero del suo lavoro. Si congratulò con se stesso, soddisfatto di avere il potere di spaventare e uccidere chiunque, o qualsiasi cosa volesse.

Si sistemò il colletto della giacca di cuoio e risvoltò le maniche fino al gomito, dirigendosi verso la porta. Afferrò il pomello, ma un rumore lo fermò.

Thump-thump. Thump-thump. Thump-thump.

Era il rumore assordante di un cuore che batteva. Com'era possibile?

Si girò e i suoi occhi si ridussero a due fessure, quando vide quelli della donna aprirsi di nuovo, visibilmente spaventati. Lei gemette, mentre provava a guardare in alto, poiché la ferita sul collo le provocava molto dolore. Il ragazzo dalla carnagione olivastra fu subito davanti a lei e la fissò, ma la donna non disse, né fece nulla, guardandolo terrorizzata.

"C- cosa sei?" Sussurrò. Stava morendo, lentamente e dolorosamente, proprio come aveva detto lui. Il ragazzo sorrise a se stesso, perché sapeva quello che faceva e amava ogni momento passato a succhiare sangue, così si sporse in avanti, le prese le guance fra le mani e il suo tocco freddo le provocò di nuovo dei brividi lungo la spina dorsale.

"Io..." Disse, mostrandole i canini, prima di concludere la frase "... sono il tuo incubo peggiore." Finì e, con un movimento veloce, le spezzò il collo come se fosse un ramoscello. La donna non si mosse più, il suo cuore smise di battere e nella stanza calò il silenzio, interrotto dai respiri profondi di lui. Si alzò e si diresse verso la porta. L'aprì e fece un passo fuori, venendo colpito dalla gelida aria di ottobre, così si alzò il colletto della giacca, fece affondare le mani nelle tasche e a testa bassa percorse la strada deserta, come se nulla fosse successo.

Aveva disperatamente bisogno del sangue di quella donna e, per portare a termine il suo piano geniale, aveva finto di essere amico della figlia. Tutti erano convinti che fosse il compagno di scuola che viveva con i nonni e che voleva solo socializzare con i ragazzi della "sua" età. Era molto bravo a recitare, meglio di chiunque altro, anche se aveva solo intenzione di continuare a uccidere, uccidere e ancora uccidere, perché era quello che gli piaceva fare.

Per lui, non c'era un'altra scelta.

Era un vampiro di oltre duecento anni, senza famiglia o amici. Era un assassino e il suo nome era Zayn Malik.

Ehi, ciao a tutte! Parto col dire che questa storia non è mia, ma solo una traduzione che ho deciso di fare (ovviamente, con il permesso dell'autrice) per quelle persone che non sono in grado oppure che non se la sentono di intraprendere una lettura interamente in inglese. Spero vi piaccia, per il momento questo è solo il prologo. Ditemi se c'è qualcosa che non è chiaro, sono molto aperta a tutti i vostri pareri.

Ringrazio la mia amica Viviana per aver betato questo prologo :)

Baci, XSimo :)

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