"Ehi Alec."
Il ragazzo sentì una voce candida chiamarlo mentre si dirigeva all'uscita.
Voltandosi, trovò Sharon, le braccia dietro la schiena, che sorrideva come per farsi forza da sola dopo il pianto liberatorio davanti a sua madre morta.
Dalla maglia che indossava, leggermente scollata, si vedevano le rune tatuate sul corpo.
"Sharon." disse solo Alec, cercando di non dire o fare cavolate.
"Dove stai andando? - domandò ingenua la ragazza facendo un passo avanti - C'è un demone in giro, non vorrai suicidarti."
Anche Alec accennò un sorriso, non per la sua frase ma più per il fatto che Sharon si stesse sforzando di scherzare, cercando di lasciare da parte il lutto che ciononostante la tormentava.
"Volevo andare a mettere in guardia un amico. E comunque so proteggermi da solo." disse, rassicurandola.
Sharon abbassò lo sguardo, come se stesse per dire qualcosa ma non trovasse il coraggio di guardarlo negli occhi mentre parlava.
"Posso accompagnarti?"
"No, non se ne parla. Sei al sicuro qui. Anche se sei una Shadowhunter, adesso è un periodo difficile per te, non devi correre alcun rischio. Stai qui." ordinò Alec, cercando di non essere duro, ma allo stesso tempo cercando di farle capire quanto tenesse a lei, nonostante la conoscesse da così poco, e quanto volesse che si riprendesse per bene.
Sharon sbuffò.
"Se proprio insisti... a dopo." concluse; girò i tacchi e attraversò la sala principale per raggiungere le scale, quindi Alec la vide salire e scomparire.
Sospirò e aprì la porta, fece un cenno alle guardie e lasciò l'Istituto, camminando nella fredda New York invernale.
****
Sharon era sdraiata sul letto, annoiata, a fissare il suo stilo.
Sperava di riuscire ad uscire da quell'Istituto almeno per un attimo, per schiarirsi le idee, per abbandonare un attimo la vita da Shadowhunter e farsi un giro per New York.
Si sentiva in gabbia, impotente e terribilmente sola.
Come se fosse l'ultima persona rimasta sulla faccia della terra.
E quando aveva visto Alec avvicinarsi all'uscita, aveva pensato fosse la volta buona: Alec, diversamente da quanto descrivessero gli altri, con lei si era rivelato abbastanza gentile, e pensava di riuscire a persuaderlo a lasciarla uscire.
E invece no.
C'è un demone, qui sei al sicuro.
Sono una Shadowhunter, pensava tra sè e sè Sharon, non mi serve protezione da uno che nemmeno conosco.
Se l'era sempre cavata, e non avrebbe permesso ad un Lightwood di lasciarla dietro le quinte e farla finire in fondo alle schiere di Shadowhunters.
A Londra era una delle migliori.
E per fortuna, non sapevano tutto su di lei.
Si mise a pancia in giù, con la faccia ai piedi del letto, mentre giocherellava con lo stilo.
Aveva una camera molto più grande rispetto a quella di Londra, e voleva cercare un modo per renderla più accogliente e meno spoglia.
Proprio in quel momento, la porta della sua camera si spalancò, rivelando il viso di Isabelle.
Sharon la guardò stupita: non aveva nemmeno bussato.
"Hanno trovato qualcosa." disse solo, quindi sparì, lasciando la porta aperta, sapendo che Sharon sarebbe scesa.
E infatti, il tempo di alzarsi, non indossò nemmeno le scarpe, scese di corsa a piedi nudi.
Nella sala principale non c'era molta gente; non c'era nemmeno Maryse Lightwood. Probabilmente chi aveva agito lo aveva fatto alle spalle del capo dell'Istituto, ignorando le sue dritte.
Arrivò al tavolo, al quale c'erano già Jace, Alec e Izzy. Sharon si unì ai tre.
"Novità?"
"Aspettiamo Clary." disse Jace, che sorrise e fece un cenno dietro alle spalle di Sharon.
Voltandosi, la ragazza vide arrivare la figlia di Jocelyn accompagnata da Simon Lewis.
Sharon corrugò la fronte. Lo guardò, poi guardò fuori dalla finestra, poi guardò ancora lui.
"Ma... il sole..." mormorò perplessa.
"È un Diurno." spiegò Clary.
Sharon spalancò gli occhi.
"Ehi, ma è fantastico!" esclamò.
Simon si limitò a sorridere.
"Sì, già, peccato che l'intero mondo di vampiri voglia ammazzarmi perchè io posso stare alla luce e loro no." commentò.
"Al di là di questo, - esordì Alec - abbiamo nuovi indizi sul demone. È un Eidolon, un mutaforma. Quasi sicuramente un Du'sien."
I presenti spalancarono gli occhi, tutti tranne Simon ovviamente, lui non sapeva nemmeno perchè fosse lì.
"Un Eidolon?" ripeté Jace.
Alec annuì.
"Io pensavo fosse un Behemoth. Ne parlavano tanto a Londra di questi. - spiegò Sharon - Le ferite sul corpo di uno dei due mondani sembravano le zanne del Behemoth. Hanno due file di denti."
Isabelle scosse la testa.
"Io penso che, se fosse stato un Behemoth, avrebbe ingerito direttamente il corpo. Mangiano di tutto, quelli lì."
Clary si voltò verso Sharon, indagando e pensando.
"Scusa ma... quando ha attaccato tua madre, tu non eri in casa con lei? Non l'hai visto? Il demone, intendo."
Sharon inclinò il capo.
"Ha ammazzato mia madre e stava per far fuori anche me, poi si vede che si è accorto di essere già sazio e si è vaporizzato... io stavo solamente cercando di salvarmi la pelle brandendo la spada alla cieca e sperando di colpirlo. Non me ne importava un fico secco di quale fosse il demone."
Clary sospirò, probabilmente resasi conto di aver chiesto troppo.
Ovvio, era disperata e aveva paura con quel demone davanti, ma non voleva ammetterlo, nè a se stessa, nè ai ragazzi che aveva accanto in quel momento.
Era una Shadowhunter, non poteva avere paura.
"Quindi sappiamo di star cercando un Eidolon. - riassunse Jace - Ma non sappiamo dove esso sia, sotto che forma sia e se agisca sotto il controllo di qualcuno."
"Perfetto. Siamo al punto di partenza." commentò Simon.
"Non direi, c'è dell'altro. - rivelò Alec - Ho parlato con Magnus, e mi ha detto che può scoprire le dinamiche di quello che è successo a Sharon e sua madre la scorsa notte. Se lei accetta, è ovvio."
Sharon si voltò a guardarlo.
"Cosa dovrei fare? Cosa si riuscirebbe a scoprire?"
"Probabilmente si scoprirebbe il demone e, se ci va bene, chi o cosa lo comanda, se è comandato. Poi riusciremmo a capire il motivo per cui si è vaporizzato e la forma sotto la quale si è trasformato, se si è trasformato." spiegò Alec.
"Quanti se in una sola frase." borbottò contrariata Isabelle.
"No no, voglio farlo. - replicò Sharon voltandosi verso Isabelle - Se si può scoprire qualcosa e catturare quel demone bastardo che ha ammazzato mia madre, io voglio farlo."
"Se fosse pericoloso?" chiese Simon.
"Sono disposta a tutto." affermò Sharon incrociando le braccia al petto.
"Ehi Sharon, non dovresti fare così, tutto da sola, e magari rischiare la vita per un demone. Prendi la decisione con calma..." provò a farle cambiare idea Clary.
Jace scosse il capo.
"Clary, tu stai zitta, sei l'ultima che ha il diritto parlare perché per risvegliare tua madre hai fatto la stessa identica cosa." commentò sorridendo.
Clary fece un sorriso innocente, scrollando le spalle. Sharon sapeva che anche lei aveva fatto lo stesso per salvare sua madre.
Si voltò verso Alec, con l'impazienza che iniziava a crescere a dismisura.
"Embe', cosa stiamo aspettando? - domandò al ragazzo - Quando si parte?"
Alec sospirò rassegnato, quasi si fosse pentito di averle offerto quella possibilità immaginando la sua fretta, e la guardò negli occhi.
"Tra dieci minuti fatti trovare all'ingresso dell'Istituto." decise, quindi si avviò verso il corridoio.