XXIV.

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Sharon aveva appena confidato tutte le sue origini a Magnus. Si sentiva diversa e non al sicuro.

"Io... non so che dire, davvero. - commentò Magnus - Mi dispiace molto per quello che hai passato, ma puoi stare tranquillissima che non dirò una sola parola. Per qualsiasi cosa avessi bisogno, non esitate a chiedermi. E dimmi, ora vorresti che togliessi i ricordi su di te a Maryse Lightwood?"

"Sì. Sospetta qualcosa, non so perchè. Sto costruendo il puzzle del mio passato senza avere tutti i pezzi." mormorò Sharon.

"È una bella metafora. - si complimentò lo stregone - Mi hai colpita."

Lei gli rispose con un'occhiata, che Magnus interpretò come un insulto, perchè anche quando stavano parlando seriamente lui riusciva a tirare fuori qualche battuta divertente.

"Dai, Magnus." lo ammonì.

"Scusa. Comunque sì, va bene, però non posso entrare in Istituto, andare nel suo ufficio e dirle 'ciao, ora ti tolgo i ricordi' così, senza un valido motivo. Devo studiare un modo per farlo bene."

Sharon sospirò amareggiata.
"Puoi decidere tu quali toglierle? Intendo, non toglierle i ricordi di questi ultimi giorni. Togli degli eventuali ricordi precedenti, tutti quelli che ci sono su di me prima dell'altra notte, quando sono arrivata in Istituto. So che ci sono, precedenti a questi giorni, perchè ha detto che si ricordava vagamente di mia madre."

Magnus annuì.
"Va bene. Cercherò di escogitare qualcosa, non preoccuparti. Ora torniamo, così agisco subito."

Tracciò il portale, e entrambi vi entrarono.

****

Isabelle aveva appena fatto notare una cosa che sì, era abbastanza evidente se si ripercorreva la lista dei morti, ma che nessuno aveva ancora preso in considerazione.

Alec fissò la sorella.
"È... vero."

Maryse annuì.
"È un'ottima osservazione, Isabelle. - notò - Sembra che il Regno delle Fate possa avere qualcosa a che fare con questo demone."

"Dobbiamo andare nel Regno. - intervenne subito Jace - Non dobbiamo perdere tempo."

"Concordo." lo appoggiò subito Alec.

Maryse fece un lungo sospiro.
"Bene, credo che forse sia necessario. Allora, organizziamoci in questo modo. Quando torna Sharon facciamo una riunione con tutti, e dico tutti, coloro che stanno in questo Istituto.
Manderò qualcuno ad avvisare i diversi Nascosti di questa città: chi dagli stregoni, chi dai vampiri, chi dai lupi mannari. Se è vero che le fate sono coinvolte, sono un nemico comune, perché il demone uccide mondani, Shadowhunters e Nascosti.
Fornirò ulteriori dettagli sulle varie spedizioni durante la riunione. Intanto, voi avvertite i nostri Shadowhunters. Sharon non dovrà essere lontana: tra un'ora la riunione avrà inizio."

I ragazzi annuirono e fecero per uscire, ma Maryse parlò di nuovo.
"Informerò tempestivamente Idris, ma non farò venire qui delle pattuglie di Shadowhunters. Il nostro Istituto è in grado di cavarsela da solo." disse.

Alec annuì, trovandosi d'accordo con la madre.
"Concordo." ripetè, quindi uscì dall'ufficio insieme agli altri.

Alec stava riflettendo sulla missioni che avrebbero avuto inizio probabilmente il giorno successivo, quando vide un portale aprirsi davanti alla porta: Magnus e Sharon erano tornati.

Si precipitò da loro.
"Mia madre ha indotto una riunione tra un'ora"

Sharon spalancò gli occhi e li alzò al cielo, esasperata.
"Ancora? "

"Forse sappiamo come sconfiggere definitivamente il demone. Vado ad avvertirla che siete arrivati." propose, già recandosi verso l'ufficio.

"No. - si affrettò a dire la ragazza - Vado io. Già volevo parlarle di... mia madre. Ora è al cimitero, e volevo, insomma, ringraziarla per quel che ha fatto per me..."

Alec assottigliò lo sguardo in modo quasi impercettibile.
Gli sembrava persino che fosse una scusa. Magnus, dal canto suo, non aveva ancora fiatato, cosa altamente strana per uno come lui.

"Sì, e io devo parlare del demone. - parlò solo in quel momento lo stregone - Noi stregoni..."

"È una cosa che può approfondire nella riunione." obiettò Alec. Non capiva proprio il comportamento di quei due.

"Alexander. - disse l'altro, facendo un passo avanti per superarlo e andare verso l'ufficio - Ti dispiace?"

Alec sospirò.
"Andate. Forse la troverete a parlare con il Conclave, ha detto che li avrebbe informati." riferì loro, ma i due erano già davanti alla porta che stavano bussando.

Si ritrovò a sospettare su di loro.
Perchè avevano l'aria di essere colpevoli di qualcosa? Non riusciva a immaginarli nella sua mente senza sospettare di loro.

Andò nella sua stanza, con l'appunto mentale di parlare a Sharon prima della riunione.
Non voleva che si fraintendessero, così come non voleva che Magnus se ne andasse a zonzo per l'Istituto con l'aria di essere un criminale ricercato.

Si sdraiò sul letto, a fissare il soffitto. Non aveva nemmeno intenzione di cercare Clary, Izzy o Jace.
Gli andava bene aspettare di poter parlare con Sharon.

****

Quando entrò nell'ufficio del Capo dell'Istituto, Sharon trovò Maryse Lightwood intenta a leggere un messaggio di fuoco.

"Buongiorno. - disse a entrambi, stranamente poco autoritaria. Nella voce aveva un velo di allarme e rammarico, che Sharon non riuscì ad attribuire a nulla in particolare - Siete tornati. Tra un'ora faccio una riunione, abbiamo dettagli sbalorditivi."

"Alec ce ne ha accennato appena siamo usciti dal portale. - commentò Sharon con un sorriso - Io sono venuta qui per un motivo che non riguarda il demone e tutta la faccenda che ci sta occupando per gran parte del tempo. Sarò veloce, lo giuro."

Maryse sorrise e si sedette. Sembrava estremamente tranquilla.
Sharon cambiò radicalmente opinione sul suo conto.

"Non preoccupatevi. Gradite qualcosa?" domandò.

"No, grazie" rispose Sharon, mentre Magnus parlò e disse "Io gradirei solo usufruire del caldo di quel caminetto - indicò il grande camino acceso posto alla destra della scrivania, quasi in fondo alla stanza piuttosto piccola - le dispiace? La magia per tutti questi portali mi ha un po' sfiancato, e non riesco a scaldarmi con la magia."

"Prego, Magnus, non farti problemi! - esclamò Maryse in tono sincero, come se si fosse improvvisamente dimenticata del fatto che era un Nascosto e che era stato per pochi giorni con suo figlio. Lo stregone stava meditando se toglierle anche quel tipo di ricordo, ma ripensò che quella era una faccenda risolvibile e meno bisognosa di aiuto rispetto a quella di Sharon.

Sorrise riconoscente e si recò davanti al caminetto. Risultava essere poco dietro di lei, e riusciva a vedere perfettamente le espressioni facciali di Sharon, accomodatasi su una sedia di fronte a Maryse.

"Perfetto, di cosa mi volevi parlare, Sharon?"

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now