XXX.

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Ad Alec faceva male il cuore.
Sì, aveva confidato i suoi sentimenti a Sharon e no, non era pronto a ricevere una risposta.

Osservò quella ragazza che si trovava davanti, una divina creatura degli angeli, dei quali non aveva solo il sangue ma pure le fattezze.
L'innocenza, la purezza, il sorriso e la candida pelle di un angelo, chissà per quale motivo finito in un'arena di dannati quale il mondo, in cui lei stonava terribilmente ma al tempo stesso donava piacere agli occhi e al cuore.

Sharon allungò una mano verso di lui e gli toccò la guancia, e il contatto fu come una scossa di corrente viva, che gli provocò scintille nelle vene.

La ragazza lo guardò negli occhi, e Alec sentì i brividi per tutta la schiena e le fiamme ardere nel petto. Per l'Angelo, cos'erano tutte quelle sensazioni se non amore?

La osservò come ipnotizzato mentre lei schiuse le labbra, facendogli aumentare la voglia innata e logorante di baciarla, non per piacere ma quasi come se fosse necessario, come se da un bacio dipendesse la sua stessa vita.

Alec riuscì con tremendo autocontrollo a rimanere impassibile ai di lei occhi mentre Sharon spostò la mano dalla sua guancia per posarle entrambe sul petto di lui.

E, fissandolo intensamente, gli sussurrò:
"Baciami. Ti prego."

Lo Shadowhunter non aveva mai desiderato nient'altro così ardentemente: non se lo fece ripetere una seconda volta, e senza interrompere il contatto tra i loro occhi posò le labbra sulle sue, che socchiuse le accolsero e ricambiarono quel bacio di feroce passione.

Le labbra di Sharon erano morbide come sembravano, e come la prima volta Alec si sentì in paradiso, assieme agli angeli, assieme ai simili della ragazza.

Le sue mani corsero sui fianchi di lei, e la prese in braccio mentre lei incrociò le gambe attorno al suo busto, spostando le mani dietro il collo del ragazzo.

Tutto quel che successe nei minuti successivi fu dettato dall'istinto. Entrambi avevano faticato a capire ciò che provavano realmente l'uno per l'altra, e ora non intendevano fare nulla per fermarsi e riflettere: volevano solo saziarsi l'uno dell'altra, e tanto bastava.

Alec posò la ragazza sul mobiletto di fronte all'armadio, buttando da parte la sveglia, una lampada e qualche cornice di fotografie.

Sharon si avvinghiò a lui mentre lui le tolse la maglia e le contemplò la pelle bianca come il latte e morbidissima, zeppa di rune da Shadowhunter.

"Per l'Angelo, - mormorò fissandola - Mi stai dando alla testa."

Lei sorrise, ma non di malizia.
Il suo era un sorriso quasi timido, genuino e angelico, che diede ad Alec un'ulteriore conferma del suo legame con gli angeli.
Ma gli angeli... no, loro non facevano ciò che stavano facendo loro in quel momento... vero?

Lei non rispose ma riprese il bacio, desiderosa di nient'altro se non del ragazzo a cui era disperatamente aggrappata.
Sfilò la maglia ad Alec, e osservò la sua pelle piena di rune e gli addominali scolpiti.

Fu lei ad interrompere il bacio e appoggiò la testa sul petto di lui, chiudendo gli occhi e riprendendo fiato.

Dal canto suo, Alec non aveva mai immaginato di trovarsi in una simile situazione con la ragazza più bella che avesse mai visto.
Eppure, non avrebbe cambiato una virgola di quel che stava accadendo, perchè era ciò che aveva sempre sognato dal primo momento in cui l'aveva vista: prenderla tra le braccia, baciarla, inspirare il suo profumo.

Alec restò a guardare il capo di Sharon chino sul suo petto nudo, il respiro di lei che gli solletica la pelle.
Solo allora si decise a riprenderla di nuovo in braccio, facendo scorrere le mani dai fianchi della ragazza alle sue cosce, e si sedette sul letto con lei sulle proprie gambe.

Solo allora la giovane alzò di nuovo la testa, gli occhi marroni pieni di un intenso miscuglio di emozioni che Alec non seppe identificare.

Sharon spostò lo sguardo su di sè, sul petto di Alec, e quindi sulle due maglie abbandonate ai piedi del letto.

Cosa sto facendo?, domandò tra sè, È davvero questo che voglio?

"Siamo ancora in tempo a fermarci, Sharon." sussurrò Alec guardandola negli occhi con quel paio di lapislazzuli incastonati nel volto.

Lei scosse il capo flebilmente.
"L'Inquisitore sarà qui tra poche ore, e da allora io sarò in pericolo come tutti coloro che mi stanno vicino. Perciò no, non voglio fermarmi. Questo è l'unica cosa che voglio ora."

Lui annuì lievemente, e un attimo dopo sentì ancora le labbra della ragazza sulle proprie.

Nel giro di poco tempo anche i pantaloni della tenuta da Shadowhunter si unirono alle maglie già a terra nella stanza, mentre i due giacevano insieme sul letto, Alec sopra Sharon, pelle contro pelle e i sospiri mescolati.

Le mani di uno correvano sulla pelle dell'altra, esplorando quel corpo che probabilmente non avrebbero più potuto rivedere, Sharon ne era certa.
Dopo la missione nel Regno delle Fate, avrebbe dovuto togliere di mezzo l'Inquisitore, oppure si sarebbe dovuta togliere di mezzo lei.

"Alec, - disse interrompendo il bacio - io... ti prego, sappi che ti amo."

Esterrefatto, il ragazzo la fissò negli occhi a pochi centimentri dal suo volto.
"D-davvero?" balbettò, puntellandosi sui gomiti per non scaricare tutto il suo peso sul corpo di lei, sotto il suo.

Lei annuì impercettibilmente.
"Vorrei che tu non fossi in pericolo per causa mia." mormorò percorrendo gli addominali del ragazzo con il proprio indice.

Il ragazzo sorrise dolcemente, e si spostò di lato, togliendosi dal corpo della ragazza.
Si sdraiò sul fianco accanto a lei, sostenendosi la testa con il braccio piegato sotto la nuca.

"Tu non mi metti in pericolo. - sussurrò - Tu sei l'unica che mi salva."

Allungò il collo e le lasciò un bacio sulle labbra.
Anche Sharon sorrise, mentre si rannicchiò contro il petto di Alec.

"Non sto scherzando, Alec. Dubito che potremo essere chi siamo e ciò che siamo." replicò.

Alec mosse una mano e le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Perchè, cosa siamo?" domandò.

Sharon alzò lo sguardo per incontrare gli occhi azzurri di lui.
"Due innamorati. E questo è letale già di per sé."

Il giovane Lightwood fece spallucce.
"Non sempre due innamorati creano guai o finiscono male."

Sharon sorrise mesta.
"Ti sei mai chiesto perchè Romeo e Giulietta o Titanic hanno fatto più successo di una qualsiasi altra storia d'amore?"

"Non ho idea di cosa tu stia dicendo." obiettò Alec.

"Perchè sono tragedie. Non hanno un lieto fine. E nella vita non c'è mai un lieto fine."

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Ce l'abbiamo fatta, si sono dichiarati!
*scroscio di applausi*
Vi annuncio che siamo quasi alla fine di questa storia, e già dal prossimo capitolo la verità verrà a galla.
Alla settimana prossima! 💗

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now