𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞...

By _girlofasgard

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▪︎Primo volume della serie "Origins". ▪︎Post "Città di Vetro". ▪︎COMPLETA! All'Istituto di Shadowhunters di N... More

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0.2
I.
II.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.
XII.
XIII.
XIV.
XV.
XVI.
XVII.
XIX.
XX.
XXI.
XXII.
XXIII.
XXIV.
XXV.
XXVI.
XXVII.
XXVIII.
XXIX.
XXX.
XXXI.
XXXII.
XXXIII.
XXXIV.
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III.

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By _girlofasgard

"Quindi qui di notte non si dorme?" domandò Sharon ad Alec.

Stavano scendendo le scale ma Sharon aveva già visto quanta gente ci fosse a girare per l'Istituto, come se fosse pieno giorno e non notte fonda.

"No, di solito dormiamo, ma ieri durante la ricognizione sono stati trovati due cadaveri e stiamo ancora lavorando per portarli all'Istituto e verificare di che demone si tratta.
E stanotte... be', stanotte c'è stata la tua, di vicenda, quindi siamo a tre."

Sharon cercò di non pensarci.

"E sono solo le due di notte. Ho paura che, se il demone sia scappato e sia a piede libero per New York, prima che arrivi mattina ci saranno almeno altri due morti." mormorò Alec.

Sharon sospirò.
"È colpa mia. Ce l'avevo in pugno, potevo ucciderlo. Ma ero troppo scossa per..."

Alec le posò una mano sulla spalla. Poi, resosi conto di quel che aveva fatto, la ritirò in fretta.
Sharon lo conosceva da circa un quarto d'ora, eppure quel ragazzo le sembrava così strano.

"Non darti colpe che non hai." disse solo.

Erano arrivati in una stanza, la stanza dell'addestramento, capì Sharon, vedendo spade, pugnali e altre armi popolare la sala.

Mentre lei si era fermata per contemplare ogni particolare della grande stanza, notò che Alec si era avvicinato a due ragazze, che stavano combattendo tra loro.

Poi si voltò e le fece cenno di avvicinarsi.

"Izzy, Clary, abbiamo ospiti." annunciò.

Le due ragazze si voltarono e videro Sharon. La ragazza notò, oltre loro due, un altro ragazzo seduto a terra che parlottava con Jace, anch'egli seduto a terra.

Accorgendosi di Alec e della nuova arrivata, entrambi si alzarono e si avvicinarono.

"Finalmente, una nuova ragazza Shadowhunter! - esclamò felice una delle due ragazze, quella coi capelli neri. Era molto bella, pensò Iris, di sicuro una di quelle che fa stragi di ragazzi - Io sono Isabelle Lightwood."

Ecco spiegato il colore uguale dei capelli. Lei era la sorella di Alec.

"Io sono Sharon Diana Lee." disse sorridendo Sharon.

"È di Londra. - iniziò a spiegare Alec - Prima che la guerra contro Valentine iniziasse a farsi sentire anche lì, lei e sua madre sono scappate e sono venute a New York."

Jace avanzò e si mise accanto al suo fratello adottivo barra parabatai.

"Hanno vissuto come mondane per venti giorni, fino ad oggi, quando un demone ha attaccato casa sua e ucciso sua madre. Ora lei è una di noi, lo è dalla nascita, è una Shadowhunter addestrata con i rigidi criteri di Londra quindi è una buona Cacciatrice. - poi, accorgendosi dello sguardo eloquente che gli stava lanciando la ragazza dai capelli rossi, riprese a parlare - Lo so perché ero io di ricognizione prima, quando è successo, e l'ho portata qui io."

Sharon ipotizzò che la ragazza rossa fosse la fidanzata di Jace.
Quando ella si voltò e le porse la mano per presentarsi, collegò il tutto.

"Io sono Clary Fairchild."

Morgenstern, disse una voce nella testa di Sharon, ma non lo disse ad alta voce.
Ma sapeva che quella era la figlia di Valentine.

"Piacere." afferrò la mano e ricambiò il sorriso.

A quel punto si avvicinò anche l'altro ragazzo, molto pallido e con i capelli castano scuro.

"Simon Lewis." disse porgendole la mano.

Quando Sharon la afferrò, la sentì fredda. Vampiro... Lui è un Nascosto.

"Tu... sei un vampiro."

Il ragazzo annuì. Non sembrò particolarmente felice che lei lo avesse detto.

"Scusami. - disse, vedendo l'espressione del ragazzo - È che.. non sono abituata a vedere Nascosti dentro le mura dell'Istituto. A Londra non li facevano mai entrare."

Jace fece spallucce e alzò le mani, come per dire 'dovrebbe essere così anche qui'.

"Qui entra ed esce chi gli pare, ormai." commentò.

"Sharon. - La ragazza si sentì interpellata quando Alec parlò. Si voltò per guardarlo in faccia - Credo che Jocelyn ti stia cercando. Sai, per i vestiti."

"Certo, hai ragione. Ora vado." sorrise un'ultima volta e voltò le spalle ai ragazzi, quindi si recò verso l'ingresso e poi prese le scale per salire nella sua stanza.

Cercò di ricordare quale fosse la porta della sua camera senza fare figuracce e aprire porte di altre stanze, ma proprio allora vide Jocelyn uscire da una stanza, la sua stanza.

"Jocelyn! - la richiamò. La donna alzò lo sguardo e, vedendola avvicinarsi, le sorrise - Mi hai portato i vestiti?"

"Ehi Sharon. - la salutò - Sì, avevo appena finito di metterteli nell'armadio..."

"Scusami. - la interruppe Sharon portandosi una mano sulla fronte - È che... ho parlato un po' con Alec, ho conosciuto gli altri ragazzi e... sai, tua figlia Clary ti assomiglia tanto."

Jocelyn sorrise.
"Grazie, me lo dicono quasi tutti. Ma, aspetta, hai detto di aver parlato con Alec? Non sembra essere il soggetto che si mette a socializzare. Anzi, non lo è per niente." commentò.

"Oh, be', infatti non abbiamo socializzato." precisò Sharon.

"Ascolta, che ne dici di vedere se ti piacciono i vestiti che ti ho procurato? Ti ho portato anche una camicia da notte, hai bisogno di riposo. Domani penseremo a tutto, anche a tua madre. Prometti che andrai a letto."

Sharon sbuffò sorridendo. Le ricordò tanto sua madre. Dopotutto, erano tutte così. Quanto avrebbe pagato per riaverla indietro.

"Lo prometto."

Jocelyn le sorrise.
"Buonanotte cara."

E detto questo, le voltò le spalle e se ne andò.
Sharon entrò nella sua stanza e aprì il grande armadio.
Guardò i vestiti appesi: erano davvero molto belli, della sua taglia e del suo stile, e si domandò dove fosse andata Jocelyn a prendere così tanti abiti.

Tolse la cintura dalla tenuta con tutte le armi e la mise ai piedi del letto, quindi ripose lo stilo sul comodino.

Accese la lampada mentre si spogliò e si mise la camicia da notte, sorridendo notando allo specchio di non avere più nè dolore nè il segno della ferita sulla spalla, dove Alec le aveva gentilmente fatto l'iratze.

Si coricò e pensò ai ragazzi appena conosciuti.
Jace era uno Shadowhunter proveniente da una delle famiglie più famose del Mondo Invisibile, gli Herondale.

Anche le origini di Alec e Isabelle erano quelle di una stirpe conosciuta e una delle più autoritarie, i Lightwood.

Clary era figlia di Valentine, quindi era conosciutissima.
E poi vabbè, poi c'era il vampiro.

Ma a parte lui, erano tutti figli di persone o famiglie conosciute in tutto il Mondo Invisibile.

E lei invece... be', non poteva dirlo.
Non poteva rivelare a tutti tutto di lei.
Era anche per quello, se non soprattutto, che non poteva avere un parabatai.

Ne aveva sempre desiderato uno, un parabatai che lle guardasse le spalle, che la facesse sentire parte di quel mondo, che desse un senso alla sua esistenza, una persona che tenesse veramente a lei, che la avesse dato un motivo per non scappare da Londra come una codarda quando ce n'era bisogno.

Avere un legame come quello di Jace e Alec era uno dei suoi grandi sogni.
E invece non poteva.

Ci era andata piuttosto vicino.
Aveva quasi spifferato tutto il suo segreto, e nemmeno a qualcuno che conosceva, no, ad Alec Lightwood, ad un ragazzo che aveva piena voce in capitolo nel Conclave, un ragazzo che conosceva da sì e no un'ora.

Non poteva permettersi di rivelare tutto. Di rovinare tutto.
Se qualcuno avesse saputo di lei... non avrebbe avuto più posto nemmeno a New York.
E dove sarebbe finita?
In mezzo ad una strada?

Sospirò e si girò nel letto.
Cercò di non pensare alle cose orribili che le sarebbero capitate se non avesse tenuto la bocca chiusa e in poco tempo si addormentò, sognando un paio di occhi azzurri, che non sapeva dire se fossero di sua madre o del ragazzo Lightwood.

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