𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞...

By _girlofasgard

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▪︎Primo volume della serie "Origins". ▪︎Post "Città di Vetro". ▪︎COMPLETA! All'Istituto di Shadowhunters di N... More

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II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.
XII.
XIII.
XIV.
XV.
XVI.
XVII.
XIX.
XX.
XXI.
XXII.
XXIII.
XXIV.
XXV.
XXVI.
XXVII.
XXVIII.
XXIX.
XXX.
XXXI.
XXXII.
XXXIII.
XXXIV.
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I.

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By _girlofasgard

Durante il tragitto verso l'Istituto di New York, il ragazzo Shadowhunter tranquillizzò Sharon, informandola di avere perfettamente sotto controllo la situazione della madre della ragazza, e le disse che, se avesse voluto celebrare un funerale Shadowhunter, non ci sarebbero stati problemi.

Sharon non capiva, aveva visto le forze dell'ordine davanti casa sua, si domandava come facesse il ragazzo a dire ho in pugno la situazione.

Ma decise di fidarsi. Dopotutto, era uno Shadowhunter anche lui.

"Come ti chiami?" domandò il ragazzo.

"Sharon Diana... - esitò - Lee..."

Il ragazzo sembrò perplesso.
"Non sapevo ci fossero dei Lee Shadowhunters a New York." osservò.

"Oh, no, non sono americana. Io sono nata a Londra." spiegò.

Senza un vero motivo, iniziò a raccontare al giovane Cacciatore di sè: nata a Londra, era stata cresciuta fin da piccola con gli ideali Shadowhunters.

Sua madre l'aveva cresciuta da sola perché suo padre era morto poco prima della sua nascita, prima ancora che lei lo conoscesse.

Aveva tanto desiderato un fratellino, che però a causa di questa morte prematura paterna non aveva potuto avere.

Aveva frequentato l'Istituto di Londra, diretto da Evelyn Highsmith, ma era stata obbligata a mollare e scappare con sua madre circa venti giorni prima, a causa della guerra di Valentine, che aveva coinvolto non solo il Mondo Invisibile di New York, ma anche quello di Londra e di altre città.

"E ormai mi credevo al sicuro qui, invece qualcuno mi ha trovata e mi ha mandato quel demone..." fece la ragazza preoccupata, non sapendo nemmeno lei cosa stesse per succedere.

"Noi siamo appena usciti da una guerra, abbiamo perso tante persone care. - la informò il ragazzo - Ora stiamo bene; sì, intendo, siamo pronti ad ospitarti senza che tu corra rischi."

Sharon sorrise.
"Grazie... tu sei?"

"Jace Herondale."

Sharon sorrise, stupita.
"Oh, il presunto figlio di Valentine. Giusto. Il ragazzo dai mille cognomi. Sì, la voce è giunta fino a noi.
Devi essere parecchio confuso con tutti quel 'lui è figlio di Valentine', 'no, è figlio di Wayland', 'ma che dite, lui è un Lightwood'."

Il ragazzo fece spallucce.
"Ad essere sincero, sarei un Herondale, ma mi considero un Lightwood. Loro mi hanno cresciuto, insomma... mi hanno fatto diventare ciò che sono e devo loro tanto.
Ovviamente non posso dimenticare gli anni passati con Valentine sotto le vesti di Michael Wayland." disse.

"La guerra che stavate combattendo... era contro Valentine, giusto?" domandò la ragazza.

Jace annuì.
Sharon non ebbe il tempo di fare altre domande perchè erano arrivati davanti alla porta dell'Istituto.

Jace pronunciò delle parole per poter entrare, e le porte si aprirono.
Parecchio stupita, Sharon notò con i suoi stessi occhi che in quell'Istituto non erano ospitati solo Shadowhunters: riconobbe un paio di lupi mannari, un vampiro, persino uno del Regno Fatato.

A quanto pare l'Istituto di New York non era rigido come quello di Londra per quanto riguardava i Nascosti.

Mentre lei formulava quei pensieri, non si era accorta che Jace stava parlando.

"... ma poi si rivelò fedele al Circolo, perciò venne esiliato da qui. - stava dicendo - Da allora il posto di direttore dell'istituto è occupato dalla famiglia Lightwood, soprattutto da Maryse. Attualmente, il marito è a Idris."

A Sharon importava ben poco della storia dell'Istituto, ma cercò di dimostrare un minimo di interesse.
Erano all'ingresso, fermi, mentre lui parlava e lei fingeva di ascoltare.

Il tutto finché non vide una donna robusta e con aria autoritaria venire verso di loro.

Ella guardò Jace, che le fece un sorriso.

"E lei chi è, Jace?" domandò.

"Oh, io sono Sharon Diana Lee. Da Londra." si presentò.

Brevemente, Jace raccontò alla donna quello che la ragazza le aveva appena detto di sè, poi aggiunse la storia del demone.

La donna ascoltò senza parlare, e alla fine del racconto si voltò verso Sharon.

"Sono addolorata per te, Sharon. So cosa si prova a perdere qualcuno della famiglia. - disse, ma poi cambiò radicalmente espressione, e le rivolse un sorriso tirato - Maryse Lightwood, direttrice dell'Istituto."

Le diede un'occhiata da capo a piedi.
"Che ne dici di fare un iratze? Nel frattempo ti procuro una nuova tenuta e nuovi vestiti."

"La ringrazio, signora Lightwood." rispose egregiamente Sharon, sorridendo riconoscente.

Maryse si rivolse di nuovo al ragazzo.
"Jace, tu tieni sotto controllo la casa invasa dal demone, stai in zona per riuscire a portare il corpo della donna. Dobbiamo capire che demone è. Ci sono stati altri due morti ieri notte. Un mondano e uno Shadowhunter in ricognizione. Voglio sapere se sono collegati e se dobbiamo dare la caccia allo stesso demone."

"Certo, Maryse. - rispose - Clary?"

"È un po' scossa, ma per il resto sta bene."

Sharon guardò Jace uscire di nuovo dalla porta dell'Istituto, quindi tornò a guardare Maryse.

"Vieni." la esortò.

Sharon si apprestò a seguire la donna e arrivò nel grande atrio, dove stavano alcuni Shadowhunters incollati a molti schermi; probabilmente erano addetti a monitorare quelle zone.

Con sua sorpresa, Sharon vide anche uno stregone parlare con un paio di Shadowhunters.
Accortosi di essere fissato, lo stregone si voltò e le rivolse un sorriso.

Sharon sbatté le palpebre. Era sicura di averlo già visto.

"Oh, Jocelyn, cercavo proprio te." sentì dire Maryse.

Sharon si voltò e vide una donna dai capelli rossi che stava sorridendo alla direttrice.
Jocelyn.
Quella era la moglie di Valentine.

Nonostante tutto, a Sharon la donna non sembrò in lutto per la morte del marito.
Non che dovesse esserlo, pensò, in fondo era solo uno spietato assassino.

A Londra si conosceva la storia di Valentine, dello scambio dei bambini e della vita del povero Jace.
Era impossibile non averne mai sentito parlare.

Ed era per quello che, senza sapere il cognome, Sharon aveva identificato la moglie di Valentine.

"Davvero? Cosa posso fare per te, Maryse?"

"Dovresti mostrare una camera libera a questa nuova Shadowhunter. - spiegò Maryse posando una mano sulla spalla di Sharon - D'ora in poi sarà nostra ospite. Viene da Londra, ma ha appena avuto un brutto incontro con un demone, sua madre è rimasta uccisa."

"Oh, santo Raziel, mi dispiace. - esclamò la donna posando una mano sul cuore - Io sono Jocelyn Fairc-..."

"So bene chi sei. - la interruppe la ragazza, cercando di non mettere troppo veleno nella voce. Non voleva che la donna fraintendesse, non voleva farsi dei nemici all'Istituto ancora prima di entrarci - Le voci corrono a Londra. Io sono Sharon Diana Lee."

Jocelyn sorrise.

"Hai davvero un bel nome. Seguimi, ti mostro la tua camera."

"Ha bisogno anche di nuovi vestiti e di un iratze. Vedi se incontri uno dei miei figli." le disse Maryse, mentre già si stava allontanando.

Jocelyn salì le scale e prese il corridoio, nel quale c'erano un sacco di porte, quindi parecchie stanze.

Circa dieci metri davanti a loro, una si aprì e ne uscì un ragazzo con lo stilo in mano.

Aveva una tenuta da Shadowhunter indosso e sulla pelle chiara erano tatuate un sacco di rune.

Jocelyn si fermò in mezzo al corridoio e gli sorrise.
Il ragazzo la guardò e fece un sorriso imbarazzato passandosi una mano tra i capelli corvini scompigliati, poi spostò lo sguardo su Sharon e la studiò, con un paio di occhi azzurri che le ricordavano tanto quelli famigliari di sua madre.

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Primo vero capitolo di questa storia.
Spero vi piaccia 💗

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