The Gift

由 cami_silverlane

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È strano come appoggiare la mano su un fornello acceso senza farsi un graffio possa cambiare tutto il tuo mon... 更多

Prologo
1. Idranti esplodono e fornelli fantasma
2. Scopro l'utilità dei terremoti a comando
3. Prima battaglia non troppo divertente
4. Ci danno quelle che dovrebbero essere spiegazioni
5. Mando in fumo le speranze di un'oca
6. La mia vita si sta complicando enormemente
7. D'ora in poi non mi serviranno più i gavettoni
8. Mai dire che tutto va bene
9. Poteva andare meglio... O peggio
10. Questa comunicazione mentale sta diventando molesta
11. La festa peggiore della mia vita
13. Jake - Boom
14. Non la migliore delle mie giornate
15. Faccio qualcosa di terribilmente stupido
16. Pollo e waffle prima dei casini... Una garanzia
17. Matthew - Chiamateli problemi familiari
18. Alla fine non è stata così stupida come idea
19. Il ballo dei sogni
20. Gita fuori porta
21. Imparo un nuovo trucchetto
22. Serata di gala con sorpresa
23. Succedono strane cose mentre Matthew si fa un pisolino
24. Santa Monica
25. Lacrime dal cielo
26. Veronica - Schegge
27. Supernova
Epilogo
Extra: Characters&Songs
Sequel

12. Cattedre volano

95 12 46
由 cami_silverlane

(ragazzi, non avete idea di quanto ho faticato a trovare dei capelli che rendessero l'idea di quelli di Peter, fortunatamente in questo mondo esiste Timothée Chalamet, ringraziamolo tutti)

Mi alzo con i muscoli ancora indolenziti per la staticità durata troppo.

Trascinando i piedi arrivo fino in cucina, dove mia madre mi stringe in un grande abbraccio.

"Tesoro se non te la senti di andare a scuola lo capisco, davvero..."

Le prendo la mano. "Sto bene mamma, davvero"

Almeno se non ci fosse l'eventualità che Kayla abbia cercato di rapirci e che io non sia quasi morta. Anche se la madre ha spergiurato con la polizia di non aver messo nulla nel cocktail, sono comunque sotto indagine.

Volendo non andrei a scuola, ma dopo che ieri sera l'effetto paralizzante si è esaurito in ospedale e il padre di Peter gli ha categoricamente proibito di saltare scuola, sono obbligata. Così come Jake e Matthew.

"Va bene, va a vestirti intanto che preparo la colazione" dice guardandomi apprensiva.

Scendo poco dopo, con gli abiti più comodi che ho trovato, un paio di leggings e una gigantesca felpa di Harvard.

Dopo colazione trovo puntualmente Jake e sua madre sulla mia porta d'ingresso, mentre mia madre esce per lavorare.

Noto che anche sulla faccia del mio migliore amico sono dipinte le stesse occhiaie che mi ritrovo anche io, segno delle ore passate in ospedale, sdraiati su una brandina ad aspettare di potersi muovere di nuovo, e con il terrore di vedere qualche Rivoluzionario entrare dalla porta.

Arrivati nel piazzale sto per andare in direzione di Matthew quando Jake mi ferma.

"Io, ehm, posso andare da Ashley?" mi chiede quasi imbarazzato.

"Stai scherzando? E me lo devi pure chiedere? Vai idiota" replico sorridendo.

"Grazie per ieri, sai com'è non potevo ringraziarti per le corde vocali paralizzate, e poi avevo altri pensieri per la testa" dice.

"E di che? Comunque sto ancora aspettando un bel ragazzo" faccio una linguaccia.

Risponde storcendo la bocca in una smorfia prima di allontanarsi.

"Ciao" mi saluta Matthew quando mi avvicino.

"Buongiorno" esclamo "Guarda il mio braccio! Si muove!". Piego il gomito un paio di volte per evidenziare il concetto.

"Non è divertente" dice duro "È stato uno schifo, trascinarsi fuori perché stai male, e poi non potersi più muovere per avvisare gli altri, vederti annegare e non poter far nulla, questo fa davvero schifo"

"Ehi, stavo scherzando" mi siedo accanto a lui sul muretto.

"Tu mi hai salvato una volta e dovevo ricambiare il favore" continua amareggiato "Solo che mi sono lasciato trasportare e ho bevuto uno stupido cocktail"

"Tu credi sia stata Kayla?" chiedo per interrompere il vortice di autocommiserazione in cui si sta lanciando.

"Non saprei, c'erano troppo persone, potrebbe essere stato chiunque, se siamo fortunati lo scoprirà la polizia" risponde alzando le spalle.

"Perché se è lei sono contenta di bruciargli le dita"

"Le dita... smaltate" fa lui in riposta.

Cerco di trattenermi ma mi viene spontanea una risatina, che contagia anche lui.

"Perlomeno speriamo di non rischiare la morte anche oggi" concludo io.

************************************

Non l'avessi mai detto.

Ragazzi vi giuro, l'aria sta vibrando, non è la mia immaginazione dico esasperata, mentalmente.

È da tutta la lezione che l'atmosfera è attraversata da questo fastidioso ronzio, ma nessuno sembra accorgersene; questo misto alla fastidiosa voce del professor Bates mi sta davvero facendo uscire di testa.

Va bene Ally ti credo, ma io non sento nulla risponde Jake.

Sto impazzendo, per tutte le Grandi Bestie, sto impazzendo. Ed è vero, quando tiro fuori fandom vecchi di anni vuol dire che qualcosa non va.

Sento che Jake sta per dire qualcos'altro ma l'aumentare della vibrazione mi fa perdere il contatto. Mi tappo le orecchie con le mani, mente mi sento scuotere fino al midollo, forse per il mio collegamento con l'aria.

Finalmente sembra accorgersene anche il resto della classe, che alza la testa come se sentisse qualcosa.

Mi stringo i lati del torace perché mi sento scomporre, non fa male, ma è una sensazione irreale, ti sembra di stare andando in pezzi, tanti minuscoli pezzi, come granelli di sabbia.

La forza della vibrazione si alza sempre di più finché guardando fuori dalla finestra - o più precisamente la finestra in sé - capisco. Il vetro sta vibrando a sua volta.

Non è possibile...

Non faccio nemmeno ad urlare che su questo si spandono tante minuscole crepe, che lo fanno sgretolare in tante schegge, che toccano appena gli studenti più vicini.

Scoppia il finimondo, tutti urlano, Bates spalanca la porta ordinando di uscire, e non deve ripeterlo. Gli alunni si gettano tutti fuori, intasando presto l'uscita.

Cerco frenetica tra la folla, individuando prima Jake e poi Matthew, che, noto sconcertata, si tiene una mano sulla spalla, un rigagnolo rosso che sfugge dalle sue dita.

Mi ricordo all'improvviso di Peter e lo ritrovo alla fine dell'ingorgo per uscire, che si sta lentamente sbloccando, si volta improvvisamente guardandomi e fa cenno di andarmene.

Vedo che Jake ha già fatto sparire un paio di sedie. L'unica cosa che mi viene in mente di fare è contattare Veronica.

Ver! Qui a scuola probabilmente siamo sotto attacco, nel senso che è scoppiata la finestra e... Mi fermo notando un guizzo all'esterno, appena un ombra, ma sufficiente. Si siamo decisamente sotto attacco

La risposta non tarda ad arrivare.

Resistete, chiamo Andy e partiamo

Qualcuno nel corridoio deve aver premuto il pulsante anti-incendio perché il fastidioso allarme si mette a suonare. Perfetto ora i corridoi saranno ancora più pieni.

"Sanders! McLandon! Ferne! Fuori, ora!" strepita Bates, indicando la porta.

Mi muovo tra i banchi verso l'uscita, voltandomi a controllare i ragazzi. Sobbalzo di paura quando vedo un ombra, una persona, avvicinarsi correndo alla finestra, spiccando un balzo proprio alle spalle di Jake.

Dietro di te!

Jake si gira con la mano protesa in avanti, e la figura incappucciata viene sbalzata indietro da un'onda di energia brillante.

Il nostro professore non sembra essersi accorto di nulla, troppo impegnato ad urlare ordini agli studenti in corridoio.

Raggiungiamo in fretta la porta, e Bates la chiude dietro di noi appena usciti. Giusto in tempo perchè io veda almeno due persone in nero entrare dalla finestra rotta.

Subito Bates viene inghiottito dalla calca, che sta ormai scemando verso l'uscita di sicurezza, lasciando il resto del corridoio deserto.

Ne approfitto per avvicinarmi fulmineamente alla maniglia, appoggiandoci sopra una mano ed evocando il fuoco. In poco mi ritrovo le dita strette sopra una massa sciolta, che sussulta appena, segno che stanno provando ad aprirla.

"Non reggerà per molto, leviamoci da qui" dico agli altri indietreggiando dal lato opposto della folla.

Ci allontaniamo verso l'intersezione dei due bracci principali della scuola, svolto l'angolo e mi arresto. "Che si fa?"

"Non possiamo uscire da dove stanno andando tutti gli altri, perché ci rallenterebe e basta" risponde pragmatico Matthew "Potremmo uscire dalle finestre di ogni aula, ma la biblioteca da sulla strada secondaria, subito dopo il breve tratto di giardino, scavalcare non dovrebbe essere difficile" continua, facendo una smorfia di dolore.

"La spalla? Ti sei ferito?" chiede Jake.

"Nulla di grave davvero, una scheggia" dice lui "Non ti preoccupare"

"Ragazzi? Si è ferito? Dovremmo dirlo agli insegnanti e uscire di qui"

Peter compare dall'altro corridoio, guardandoci preoccupato, ma anche incuriosito.

"Peter!" urlo "Si può sapere che ci fai qui?!"

"Vi ho seguiti! Sarò anche nuovo, ma so de che parte è l'uscita di emergenza, tra parentesi il sistema di evacuazione di questa scuola fa davvero schifo, e so anche che voi non stavate uscendo" esclama lui.

"Sai stavamo cercando di uscire, abbiamo una maggiore urgenza" replica Matthew acido "E così non hai fatto altro che attirarci addosso attenzioni, grazie". Detto ciò il Veggente si avvicina ad una scopa, lasciata lì da un bidello, e stacca il manico dal resto, spezzandolo a metà a sua volta, ricavandone due pezzi di legno lunghi quanto la sua spada corta. Intelligente.

"L'attenzione di chi?" dice Peter perplesso.

Non faccio in tempo a rispondergli che dal corridoio da dove è arrivato sbucano due uomini incappucciati. Non non due uomini, uno è talmente basso e mingherlino che è impossibile non capire che si tratta di un ragazzo.

Si calano i cappucci, rivelando la loro impressionante somiglianza. Padre e figlio, penso sconcertata. Entrambi hanno capelli nero pece e lineamenti affilati, gli occhi di un glaciale grigio scuro, il ragazzo avrà sui dodici anni. L'età di Margaret.

Mi sposto davanti a Peter, che è il più vicino ai due, capendo l'inevitabilità di ciò che sta per vedere.

Allungo una mano verso i bagni che si trovano al mio fianco, sentendo i lavandini esplodere, direziono il getto d'acqua verso i due Rivoluzionari, colpendo però solo l'adulto, che rotola per diversi metri, fradicio, il ragazzo ne è stato misteriosamente attraversato.

Posso quasi vedere l'espressione sconvolta di Peter alle mie spalle.

Sento la vibrazione dell'aria arrivare, ma troppo tardi, la sento avvicinarsi ma prima che mi colpisca viene cacciato indietro dall'energia brillante scaturita dalla mano di Jake, che si gira subito dopo, lo sento chiedere a Peter se ha qualcosa che non gli serve di elettronico.

Quel ragazzino non ha nemmeno mosso le mani. Il padre si è rialzato e si avvicina a passo veloce, Matthew mi supera e scaglia come un giavellotto uno dei monconi della scopa nella sua direzione. L'altro però, molto tranquillamente alza una mano, sogghignando, e il pezzo di legno si immobilizza a mezz'aria. Così come noi.

Non riesco a muovere un muscolo.

"Non di nuovo" urla frustrato Jake, che viene sovrastato da Peter.

"Che diamine sta succedendo?!"

In risposta riceve la risata dell'uomo.

"Succede che ora ci portiamo via Matthew Ferne e la ragazza Elementale, che per ora risponde solo al nominativo di Allison" dice duro, in contrasto con l'atteggiamento di un attimo prima.

"E io cosa sono?" chiede Jake frustrato, venendo, ovviamente, ignorato.

"Cosa? No no no" esclama Peter, nel panico più totale.

"E invece si" replica il ragazzino, con una vocetta irritante.

Suo padre mi si avvicina, riuscendo misteriosamente a spostarmi le braccia, unendo i polsi.

Estrae da una tasca del giubbotto nero le manette-disattiva-poteri. Mi viene quasi da ridere, quelle non attaccano con me.

Prima che riesca a mettermele però l'urlo di Peter squarcia l'aria.

"No!"

Una cattedra addossata al muro si solleva, volando verso l'uomo e suo figlio, investendoli entrambi e lasciandoli tramortiti al suolo.

Ci sblocchiamo immediatamente e Matthew rischia di cadere in avanti.

Mi volto verso Peter, che esterrefatto osserva la cattedra, poi il muro e infine porta lo sguardo su di noi, indicando se stesso con il dito, ponendo una domanda silenziosa.

Annusico.

"Non ti spaventare va bene? Ti spiegheremo tutto" dico, cercando di essere il più rassicurante possibile.

Mi rivolgo poi agli altri due.

"Qui ci serve un cambio di piano, idee?"

"Si, dobbiamo dividerci" risponde Matthew "Tu lo porti al sicuro, noi restiamo a distrarre gli altri, perché non credo che questi due siano gli unici che hanno mandato"

"Io ci sto, probabilmente hanno circondato la scuola o una cosa così, ci inventiamo qualcosa e vi raggiungiamo" Jake ha un lampo sicuro negli occhi.

"Va bene" mormoro, guardando il mio amico negli occhi.

Non sono mai stata così consapevole della nostra amicizia. Non siamo quel genere di migliori amici che si conoscono dalla nascita, non siamo Clary e Simon, o Katniss e Gale, ma da quando è venuto a bussare alla porta di una casa ancora piena di pacchi, con dei muffin di benvenuto un anno fa - e io l'ho ringraziato con un accento strano - è nata una delle amicizie più forti della mia vita. Forse il fatto che fosse la mia guida nella nuova scuola ha contribuito, o forse il fatto che dall'estate dopo il primo anno di liceo mi abbia confessato di essere bisessuale, ancora prima di dirlo ai suoi genitori, ci ha legati ancora di più. Non so dirlo con esattezza, ma so che quando sono con lui sono tranquilla ad essere me stessa.

Mi slancio in avanti e lo abbraccio.

"Non morire" gli sussurro nell'orecchio, un po' scherzando, un po' no.

"Ricevuto" dice lui a sua volta.

Mi stacco e rivolgo un frettoloso cenno di saluto a Jake e Matthew, prima di afferrare il polso di Peter.

"Ti fidi?"

Annuisce debolmente.

"Ora corri" gli dico, iniziando a correre verso la biblioteca.

************************************

Riusciamo ad uscire senza intoppi, ritrivandoci sulla strada secondaria.

"Siamo fuori, bene" dico col fiatone.

"Quando mi spiegherete davvero qualcosa?" chiede lui.

"Presto, quando saremo al sicuro" gli rispondo.

"Il problema sarà arrivarci Allison"

Quella voce fintamente zuccherata mi fa sussultare. Mi giro, la spalla che ha un fremito involontario.

Lo dovevo sapere che non sarebbe andato tutto liscio.

Morgan ci osserva con un ghigno dipinto in volto.

Cerco di non far prendere il sopravvento alla paura, concentrandomi.

Alza la mano e una miriade di piccole schegge di ferro si catapulta verso di noi, faccio eruttare l'asfalto, creando un muro di terra per proteggerci, gesto che mi costa non poca energia, un paio di schegge però riescono a passare da destra, ferendomi lo zigomo.

Do un pugno all'aria davanti a me e il muro di terra si sposta velocemente verso Morgan, facendola cadere. Velocemente faccio in modo che la terra si trasformi in una sottospecie di coperta molto pesante per tenerla ferma.

Mi volto verso Peter e lo afferro - di nuovo - per il polso.

E partiamo di nuovo di corsa, stavolta è lui che trascina me, stanca come sono per tutta l'energia che ho consumato.

Ci fermiamo solo quando abbiamo messo abbastanza distanza tra noi e la scuola.

Mi accorgo che nella corsa le nostre mani sono finite una nell'altra e scosto la mia, imbarazzata. Lui mi guarda per poi abbassare lo sguardo.

"Allora" dico "Al Quartiere non si può andare - non fare domande sto ragionando tra me e me - perché è vuoto, ed è eccessivamente lontano, Morgan potrebbe avvertire qualcuno che ci segua in macchina, quindi ci serve un posto vicino" rimugino.

"Ce l'ho! Andia-" vengo interrotta da un senso di vertigine familiare e Peter e obbligato ad afferrarmi per un braccio per evitare che cada.

"Stai bene?" chiede preoccupato.

"Sono solo stanca" replico rimettendomi in piedi quando recupero l'equilibrio "Forza"

Così ci incamminiamo verso casa mia, più lentamente. È l'unico posto abbastanza vicino e sicuro che mi sia venuto in mente, però aspetto a comunicarlo a Jake e Matthew, per paura che senta anche Peter e si scandalizzi ancora di più di come non è già.

Ha un taglietto sul collo, all'altezza del mento, dove una scheggia è passata all'esterno. Non si vede molto per via dei capelli.

Fermo Peter davanti a casa mia, estraendo le chiavi dal mio zaino.

"Avanti" dico spalancando la porta.

Gli faccio strada sul corridoio che separa cucina da soggiorno e sala da pranzo arrivando alle scale. Una volta arrivati in camera mia mi rendo conto di quanto sia palese ed imbarazzante la mia ossessione per il verde.

"Mi piace il verde già" dico, correndo ai ripari.

Il verde è il mio colore preferito sin da piccola, le sfumature che preferisco sono quelle più fredde come il verde menta o foresta, ma nessuno degli altri mi dispiace.

Le pareti della mia stanza sono, appunto, verde menta, con il parquet chiaro, anche se coperto nella maggior parte da un grande tappeto verde, morbido; il mio letto è in fondo, sotto la finestra, in orizzontale contro il muro. Immancabile è la libreria di lato alla scrivania col computer. L'armadio e la cassettiera sono dall'altro lato della stanza, lo stesso legno chiaro del pavimento. Le pareti sono tapezzate di poster, e la mia collezione di Funko Pop fa bella mostra sul un ripiano della libreria.

"È carina" commenta semplicemente lui.

"Quindi" continua, facendo ciondolare le braccia "Vuoi spiegarmi qualcosa?"

"Certo" rispondo facendo un piccolo sorriso.

Mi siedo a gambe incrociate sul letto, dalla parte del cuscino e invito lui a fare lo stesso.

Quando ha preso posto davanti a me lo guardo nei suoi profondi occhi nocciola ed inizio la mia spiegazione.

Lui mi ascolta in silenzio, mentre ripeto le parole che ho sentito da Andy, sulla storia del conflitto tra Rivoluzionari e Alleanza. Cerco anche di spiegargli brevemente cos'è in sé il Dono, per poi passare alla parte più dura da assorbire: la profezia dell'affresco.

Mi rimane un'ultima cosa da mostrargli.

"È infine, c'è un'altra cosa speciale che ti attende"

"Cosa? Non mi stupisco più di nulla ormai" chiede lui sospirando.

Sto per dargli la risposta con la mente quando vengo interrotta da un'altra voce.

"Allison?" mio padre si staglia sulla porta "Che ci fai a casa così presto?"

"Papà!" scatto in piedi "È successa una cosa a scuola, siamo dovuti tornare a casa e..."

"Lo so" dice con espressione cupa, lasciandomi incredula.

"Ally, qualsiasi cosa, sappi che mi dispiace" continua. Un senso di allerta si fa strada pian piano dentro di me.

"Papà?" mormoro inquieta.

Lui congiunge le mani a palmi aperti davanti al viso, come stesse pregando, io mi avvicino spaventata.

"Papà?" domando si nuovo.

Scioglie le mani e mi fissa, gli occhi tristi.

"Devo andare ora" fa per voltarsi ma io mi lancio verso di lui, con l'intenzione di bloccarlo, ma sbatto contro una specie di muro invisibile, appena fuori dalla mia porta, finendo a terra.

"Papà!" mi rialzo e picchio una mano sulla barriera trasparente, continuo a chiamarlo finché non lo vedo scendere le scale, rivolgendomi un ultimo sguardo grave. 

Tradita.

SPAZIO AUTRICE

Ec eccoci con un nuovo capitolo!
Nessuno lascia mai in pace i nostri eroi (sono malvagia la so 😈✌️)

Preparatevi perché il prossimo capitolo sarà un capitolo speciale 😏😉 ma niente ansia eh

Domandina:
Se poteste comunicare mentalmente come loro, per cosa sfruttereste questa capacità?

Alla prossima! 😘

Cami 🌱

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