Holmes Chapel

By Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
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Capitolo 23
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Capitolo 28
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Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
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Capitolo 36
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Capitolo 40
Capitolo 41
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Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
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Capitolo 55
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Capitolo 57
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Capitolo 64
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Capitolo 71
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Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 67

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By Chia_Ct

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Mi chiamo Holmes Chapel__Wattpad.
In questa pagina vi aggiornerò su tutto🦋


HARRY'S POV
"Credo di aver sentito qualcosa" disse Niall per la sedicesima volta nell'arco di venti minuti.
"Niall devi capire che siamo in un bosco, noi stiamo camminando, di conseguenza, calpestando il terreno, è inevitabile che si creino dei rumori." Rispose infastidito Zayn, saltando su un piccolo pezzo di legno "come questo!" Sorrise inquietantemente, mentre continuava a saltare, per poi fermarsi e sospirare.

"Non la troveremo mai." Esclamò Louis.
"Forse se chiudete quella cazzo di bocca." Dissi a denti stretti, facendoli zittire immediatamente.

"Claire!" Urlò Niall, facendo spaventare qualche volatile, me compreso...non che fossi un volatile, ecco.
"Porca troia se ti uccido." Gli dissi, vedendolo serrare la bocca preoccupato.

"Ragazzi?" La voce di Claire, leggermente roca, rimbombò tra gli alberi facendomi alzare la testa di scatto.
"Siete voi?" Continuò un po' più preoccupata.

"Cosa vedi intorno a te?" Domandò Liam aspettando una sua risposta.
"Una grossa roccia!" Vidi Zayn avanzare velocemente e decidemmo così di seguirlo.

Andammo avanti per qualche secondo per poi svoltare a sinistra.

Il corpo di Claire era rannicchiato sotto un albero.
Il vestito era stropicciato e i capelli arruffati la rendevano ancora più piccola di quello che sembrava...solo all'apparenza.

Si alzò, con l'aiuto del moro, guardandomi con i suoi occhi grandi e stanchi.
"Siete venuti a cercarmi?" Chiese come se fosse sorpresa.
"Ovviamente." Accennai avvicinandomi a lei e allungando le braccia.

"Le ragazze?" Continuò con le domande, venendo sempre più vicina a me.
"Stanno tutte bene, Sissie è solo un po' stordita." Le rispose il biondo, facendole un piccolo sorriso di rassicurazione.

La ragazza mi abbracciò definitivamente, appoggiando la testa sul mio petto.
Le lasciai un dolce bacio sulla testa, incitandola a seguirmi per tornare dagli altri, ma non a staccarsi da me.

"Tutto ok?" Le domandai, scuotendole leggermente la spalla per farle alzare gli occhi verso di me.
"Sì, sto bene." Sussurrò.

Improvvisamente mi fermai, vedendola subito confusa al mio movimento.
Guardai i ragazzi andare via e, dopodiché, presi il suo viso tra le mie mani in disperato bisogno di un suo bacio. Mi avvicinai alle sue labbra, sfiorandole e sentendo mille brividi percorrermi il corpo.
Senza più riuscire a controllarmi, mi scaraventai sulle sue labbra, facendo cingere anche i nostri corpi.

Mi staccai per qualche secondo, con il respiro affannato proprio come il suo, scanzandole delle ciocche di capelli dagli occhi per poi incominciare di nuovo quello che non avevamo ancora finito.

Presi il suo labbro inferiore tra i denti vedendola sorridere appena a ciò che avevo appena fatto.
"Io non vorrei interrompere,ma...dobbiamo andare." La voce di Jisel mi fece sospirare frustrato, vedendola leggermente in imbarazzo, dato che era ancora rimasta con l'indice alzato.

Sbuffai una risata, vedendo che anche Claire aveva accennato un sorriso.
"Andiamo." Affermò, avanzando anche senza di me.
La seguii, unendoci definitivamente agli altri.

Per qualche minuto ero riuscito a non pensare a niente. Alla villa ormai distrutta, al fatto che ormai non avessimo più una casa o armi e a tutti i miei averi che ormai appartenevano alle fiamme.

"Bene, adesso dobbiamo riprenderci!" Alzò la voce mio padre, cercando di farsi sentire da tutti i presenti.
"Ci divideremo, non possiamo rimanere tutti insieme. Gli over cinquanta rimarranno qui a Liverpool, la fascia che va dai venticinque ai 50 sono pregati di seguirmi. Mentre voi..." indicò me, riferendosi, ovviamente, a tutto il gruppo.

"Seguite Ryan e Sissie, loro sanno cosa fare e vi spiegheranno tutto." Sbattè le mani tra di loro, dandoci le spalle.

"Dovremmo fare un bel pezzo a piedi, poi prenderemo delle auto. Quando saremo abbastanza lontani da Liverpool ci fermiamo in un hotel per aspettare il nostro aereo. Tutto chiaro?" Spiegò Ryan, vedendo tutti i miei compagni annuire. Io alzai gli occhi al cielo, seguendo la mandria davanti a me.

Mi fermai, però, non appena una mano mi toccò la spalla facendomi voltare di scatto.

Clayton mi stava guardando dritto negli occhi "tu sarai il capo, sii uomo." affermò.
Lo guardai per qualche secondo, per poi annuire appena.
"Fate attenzione!" Esclamò alle mie spalle, sospirai, chiudendo leggermente gli occhi per poi riaprirli.

Claire era a pochi centimetri da me, ferma ad aspettarmi con un piccolo accenno di sorriso sul viso.

Mi avvicinai a lei, accelerando il passo per raggiungere il resto dei ragazzi.

"Devo chiamarti boss adesso?" Domandò ironica, non distogliendo lo sguardo dal pavimento.
"No, preferisco papino." Le risposi ironicamente. Subito vidi la sua testa scattare in alto con gli occhi spalancati e, come mi aspettavo, un semplice colpetto al braccio.

"Dovete velocizzare il passo!" Rispose a tono il fratello della rossa.
Non riuscii neanche a prendere parola, pronto a rispondergli a tono, che la mano di Claire si posò sul mio braccio.
"Non rispondere, andiamo." Disse, sorpassandomi. 

CLAIRE'S POV
"Quanto dobbiamo camminare ancora?" Chiese Rylee fermandosi in contemporanea con me, appoggiandosi alla mia spalla.

"Siamo arrivati." Rispose finalmente Ryan, inoltrandosi in un posto sperduto.
"Dove cazzo siamo?" Parlò Zayn, seguendo comunque i passi del moro.

"Ecco le nostre macchine!" Esclamò Sissie, voltandosi verso di noi a braccia aperte.
"Facciamo veloce, non c'è tempo da perdere." Disse seriamente il fratello, continuando a fissarmi in modo strano.
"Che palloso che sei." Sbuffò la rossa, andando incontro ad un'auto altrettanto rossa.

"Vieni con me." Annuii alle parole del riccio, avvicinandoci ad una bellissima auto sportiva nera.
Accarezzai la nuovissima macchina, studiandola nei minimi dettagli.
"Che auto è?" Domandai curiosa.
"Una Ferrari F430. Una delle mie preferite."

"Nera." Dissi guardandolo.
"Quello sempre." Ammiccò, facendosi tirare le chiavi dell'auto da Ryan, per poi aprirla.
"Seguitemi." Mi lanciò un ultimo sguardo, per poi salire da solo in auto.

Entrai anche io in auto, seguita da Harry.
"Cos'era quello?" Accese il motore, facendo retromarcia per uscire da quel posto buio.
"Quello?" Chiesi confusa, in attesa di una sua spiegazione.
"Lo sgaurdo che ti ha lanciato quel figlio di-" non lo feci finire di parlare che subito lo interruppi "non lo so è non mi interessa...e neanche a te."

"Con Nicole è più un fatto personale, vero?" Sospirai pesantemente, mordicchiandomi nervosamente l'unghia e guardando fuori dal finestrino.
Non risposi, il solo rumore del motore accompagnava quel tratto di strada.
"Lo sai che il non rispondermi è già una risposta?" Mi lanciò qualche sguardo, rimanendo comunque concentrato sulla strada.

"Allora non chiedermelo più." Alzai la tensione solo perché odiavo parlare di lei. Odiavo solo pensarci o sentire pronunciare quel nome.

"Non credevo ti desse così fastidio parlare di lei." Continuò.
"Mi infastidisce molto, come molte altre cose infastidiscono te." Continuai a rispondere a tono.
"Tipo?" Alzò il tono, sentendosi, probabilmente, colpito pienamente nell'orgoglio più profondo.
"Tipo tutto?"

"Adesso l'unica cosa che mi sta facendo girare i coglioni sei tu!" Strinse sempre di più il volante, accelerando a vista d'occhio.
"Fattene una ragione, perché non ti immagini neanche quante volte li hai fatti girare a me!"

"La prossima volta col cazzo che ti vengo a cercare." Affermò in preda dall'ira.
"Vaffanculo." Mormorai.
"Cos'hai detto?" Quasi gridò, cercando di farmi paura.
"Vaffanculo!" Gridai con tutte le forze che avevo in corpo, scontrandosi con la cintura troppo aderente al mio corpo.

Rimanendo in silenzio, nuovamente, si potevano sentire i nostri respiri accelerati.
"Claire-"
"No, ora no." Mi allontanai un po' di più da lui. Appoggiando il gomito vicino al finestrino e la testa sulla mano, continuai a guardare le strade buie per molto tempo...forse troppo.

~~~

"Claire siamo arrivati." La mano e la voce di Harry mi svegliarono in manire non del tutto gentile, seguito dal rumore della portiera chiudersi.
Mi ricordai del litigio avuto forse qualche ora fa, scesi subito dalla macchina incamminandomi verso il gruppo di amici che stava aspettando solo me.

"Siamo a Brighton, ovvero a quattro ore di distanza da Liverpool." Spalancai gli occhi, completamente presa di sorpresa da ciò che aveva detto. Quanto cavolo avevo dormito?

"Alloggeremo nell'hotel di un amico del capo, difronte al mare, laggiù staremo al sicuro."
Speriamo pensai.
"Dista cinque minuti a piedi, ma facciamo comunque alla svelta."

Dopo pochi minuti, proprio come aveva detto Ryan, ci ritrovammo davanti ad un enorme ed elegantissimo Hotel, come sempre.
Entrammo ed un uomo di mezza età, con gli occhi chiari, annuì al moro.

"Ognuno prenda la stanza che desidera. È tutto per noi." Guardò in alto sorridendo evidentemente felice. Non appena abbassò la testa mi regalò un nuovo sguardo, ammiccando verso di me. Sissie lo riprese dandogli un pugno sulla spalla che lo fece lamentare e, nel mentre la figura di Harry scomparve di conseguenza,  uscendo dalla porta principale insieme alle sue sigarette e al rumore della macchina.

Si voltarono tutti verso di me, ricevendo come risposta solo "buonanotte." e il rumore dei miei passi che si allontanavano per andare alla reception e prendere una qualsiasi chiavi di una stanza qualsiasi.

HARRY'S POV
Non mi interessava se in questo momento stesse pensando a me come un ragazzo immaturo, che non sapeva controllare le proprie emozioni o le proprie parole.

Non sarei riuscito a resistere un secondo di più lì dentro senza rompere la faccia a quel coglione che ci provava spudoratamente con la mia ragazza davanti ai miei occhi.
Lo aveva fatto di proposito, ne ero consapevole, ma non sarei riuscito a fermarmi...e così ho preferito andare via.

I pensieri mi stavano divorando la mente talmente tanto da riuscire a farmi pure venire il mal di testa.

"Cazzo!" Gridai, scagliando un pugno sul clacson, facendolo suonare.
Mi fermai di scatto prendendo dei grossi respiri e strusciandomi le mani sul viso stanco.
"Cosa cazzo mi sta succedendo." Sussurrai a me stesso, in preda dalle emozioni.

Non avevo mai provato niente del genere, non riuscivo neanche a capire cosa fossero.
Sapevo solo una cosa. Dovevo tornare da lei...e così feci.

Tornai indietro il più velocemente possibile, parcheggiando con altrettanta velocità ed entrando di fretta.
"La stanza di Claire." Mi catapultai alla reception, facendo spaventare il ragazzo dietro il banco.
"La ragazza carina con i capelli castani?" Serrai la mascella, annuendo.
"Sì, la mia ragazza." Lo fulminai con lo sguardo vedendolo deglutire spaventato...classico.

"Stanza 506, quinto piano." Sbattei la mano sul bancone prendendo poi, impazientemente, l'ascensore.
Aperte le porte mi catapultai davanti alla sua stanza, bussando prepotentemente.

Nessuna risposta.

Presi nuovamente un grosso respiro, sistemandomi nervosamente l'ammasso di riccioli che avevo in testa.
"Problemi?" La voce di Ryan mi fece chiudere gli occhi, per poi contare almeno fino a dieci e voltarmi verso di lui.

"No." Risposi solamente, per poi aggiungere "ma mi sembra proprio che tu li stia cercando." Dissi più seriamente, non spostandomi di un millimetro ad ogni passo che faceva verso me.
"Mi piace stuzzicare la gente come te, mi da soddisfazione." Rise, facendomi ribollire il sangue dalla voglia di volergli fare male...molto male.

"Non ti conviene stuzzicarmi, ora basta." Mi avvicinai di conseguenza, tenendo il suo sguardo ben saldo con il mio.
"Perché non hai idea di quanta voglia io abbia di vedere questa tua faccia di merda riempita di sangue." Feci scontrare il mio indice con la sua fronte. La sua testa andò leggermente all'indietro a causa della mia spinta.

La sua mano schiaffeggiò via la mia, facendomi sorridere.
"Non toccarmi." Disse a denti stretti.
"Allora lascia Claire in pace, ti ho avvertito. La seconda volta sai come andrà a finire, ovunque tu sia." Sputai acidamente.
"Credi che io abbia paura di te?" Rise "Ho ucciso uomini più grossi di te."

"Tu invece potresti diventare la mia prima vittima." Continuai a guardarlo negli occhi "c'è sempre una prima volta, no?" Sorrisi inquietantemente, non riuscendo a controllare più le parole che facevo uscire dalla bocca.

"Tu sei fuori di testa." Indietreggiò.
"Esatto, quindi è meglio se mi lasci stare." Annuii, guardando i suoi piedi allontanarsi sempre di più.

"Che sta succedendo?" La voce di Claire attirò l'attenzione di tutti e due, ma l'unico che attirò la sua fui io.

Lentamente allungai la mano verso di lei. I suoi occhi guardarono la mia mano e poi i miei occhi, dopo qualche altro secondo appoggiò la sua mano sulla mia guardandomi ancora negli occhi.

Si posizionò davanti a me, per aprire la porta e, prima di entrare definitivamente, guardai la figura di Ryan andare via a testa bassa.

Una volta entrati mi chiusi la porta alle spalle vedendo il suo corpo sedersi sul materasso del letto.

"Sei un deficiente." Esclamò non appena mi sedetti accanto a lei.
"Ma ho comunque bisogno di te." Presi la sua mano tra la mia e la baciai, fissando i suoi grandi occhi.

"Verrò comunque a cercarti, sempre e ovunque." La rassicurai, accarezzandole la guancia morbida.

Senza neanche accorgermene le nostre labbra erano già un tutt' uno, i vestiti sparsi per la stanza, i nostri corpi ancora più uniti e la sua voce nella stanza.
La sua voce riusciva a farmi provare qualsiasi cosa mentre mi muovevo sopra di lei.

E i nostri occhi si scontrarono nuovamente.

Lei non sapeva neanche quanto riuscisse a farmi stare bene ed allo stesso tempo quanto riuscisse a distruggermi con un solo respiro.

Le nostre bocche si sfioravano e la luna era l'unica fonte di luce nella stanza che riusciva a farmi vedere il suo volto, le labbra socchiuse, gli occhi leggermente aperti e i capelli disordinati che le toccavano il viso.

Lei era fatale.

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