Holmes Chapel

Oleh Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... Lebih Banyak

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
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Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 63
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Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
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Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 62

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Oleh Chia_Ct

CLAIRE'S POV
"Questa macchina è fighissima!" Gridò Rylee come una bambina, accarezzando gli interni dell'auto.
"È mia." Rispose ovvia la rossa non staccando mai gli occhi dalla strada, ma comunque accennando un'alzata di sopracciglio e una piccolissima mossa di testa per concludere.

"Devi girare adesso." Indicò Alex, dato che ricordava perfettamente la strada a differenza nostra.

Le strade, oltre che ad essere buie, erano completamente vuote e silenziose. L'unico rumore udibile era lo spostamento delle foglie causato dal leggero venticello.

Arrivate nuovamente davanti alla grandissima struttura, scendemmo dall'auto. Presi un grande respiro e mi incamminai seguita dalle ragazze.
"È normale che abbia ancora più ansia di prima?" Domandò Rylee guardandosi attorno un po' frastornata.

"Siamo in due." Sussurrai, salendo le scale per tornare da quell'uomo inquietante.

Ma non appena vidi la porta, dove eravamo entrate circa un'ora fa, leggermente aperta i miei passi si fermarono..seguita a ruota dalle mie amiche.

Ci scambiammo qualche sguardo, impugnando le nostre armi senza nessuna esitazione.
Successivamente ci posizionammo ai lati della porta, mentre Sissie, con la mano, cercava di aprirla con molta cautela ed attenzione.

Non appena spalancato, ci fiondammo davanti ad essa puntando le pistole difronte a noi.

Il caos più totale regnava nella stanza.
Uomini senza vita e ricoperti di sangue giacevano per terra.

"Blake." Pronunciai, serrando la mascella di conseguenza.
"Credi sia stata opera sua?" Domandò curiosa Sissie mentre perlustrava la zona.

"E di chi altro." Affermai sicura, scavalcando la valanga di corpi presenti nella stanza.

Non appena i miei occhi incrociarono quelli di Alex, una grande mano strinse la mia caviglia facendomi quasi balzare in aria.

"Giù." Balbettò debole prima di lasciarmi la parte ormai piena di sangue e abbandonare il mondo terreno.

"Andiamo al piano di sotto." Esclamai, sempre mantenendo un tono pacato, scendendo le scale con altrettanta cautela prudenza.

Nessun tipo di rumore era presente nella stanza. Solamente il battito accelerato del mio cuore rimbombava nelle mie orecchie.

Terminate le scale, altri uomini privi di vita e ovviamente ricoperti di sangue ci diedero il benvenuto.

"È morto." Affermò Alex, guardando con attenzione il corpo di Soul... seduto su una sedia e senza la sua maschera per respirare, motivo per cui adesso adesso giaceva privo di vita su quella sedia.

"Come diavolo faceva a sapere Blake che ci avrebbero aiutato?" Chiese Rylee evidentemente confusa, scavalcando alcuni corpi.

"Non ne ho idea." Sussurrai.
"E adesso che si fa?" Guardai la rossa dopo le sue parole, scuotendo la testa in segno di negazione non avendo una risposta alla sua domanda.

Il fischio, proveniente dalle casse esposte in alto, oltre che a farci spaventare, ci fece coprire di conseguenza le orecchie.

"Buonasera bambole." La voce roca e rovinata dal fumo di Blake rimbombò per tutta la stanza.
"È da un po' che non giochiamo insieme. E io mi annoio." L'ultima frase fu detta lentamente e sempre più profondamente mentre le luci si affievolivano fino a diventare completamente buio.

Il mio respiro incominciò a farsi più pesante, proprio come il mio battito cardiaco.
"Ragazze!" Urlò una delle mie amiche, ma non riuscivo a distinguere chi fosse.

"Di cosa avete paura?" Il suo respiro si scontrò con il microfono prima di ripartire a parlare "io lo so di cosa avete paura." Rise.

Delle braccia possenti mi intrappolarono, trasportandomi via da quella stanza.
Gridai come mai avevo fatto, scalciando ed agitandomi come mai.

"Che il gioco abbia inizio." Fu l'ultima cosa che riuscii a captare.

SISSIE'S POV
"Che hai fatto?" Gridai sentendo il cuore battermi talmente forte da quasi uscirmi dalla cassa toracica, in conseguenza alle loro urla.

"Ho trovato il tuo punto debole, Sissie Davis Harris."

"Non chiamarmi in quel modo!" Sbracciai, chiudendo gli occhi e stringendoli, quasi a farmi male.
"È brutto rimanere soli vero?" Mi stuzzicò. Unii le labbra tra di loro, stringendo le mani in due pugni.
"Quante volte sei rimasta da sola? In una stanza buia a piangere, Davis."

"Smettila!"

"Quante volte tuo padre ha preferito tuo fratello a te. Perché secondo te?" La sua voce sembrava sempre più forte. Riusciva a perforarmi dentro come mai nessuno era riuscito a fare.
"E quante volte sei stata tradita? Bradley era un colpo basso lo devo ammettere. "

"Dove le hai portate?"

"Adesso facciamo un gioco. Trova l'uscita o muori." Spalancai gli occhi, cercando di farli abituare al buio in modo da essere pronta a qualsiasi cosa.

"Appena senti il rumore di una campanella...preparati a morire." Frettolosamente corsi verso l'unica porta aperta che ancora aveva le luci accese. Ma man mano che mi allontanavo dalla stanza, il buio sembrava perseguitarmi, fino a quando delle braccia possenti mi presero di forza e mi scaraventarono dentro una stanza.

Il respiro irregolare non mi permise neanche di gridare dalla paura.
Dunque, pronta ad attaccare, fui fermata dalla stessa persona che mi aveva afferrata...rivelandosi essere Harry.

"Oh mio Dio." Esclamai, poggiando il corpo al muro e cadendo sul pavimento sfinita e terrorizzata.

"Stai bene?" Chiese, inginocchiandosi davanti a me.
"Perché sei qui? Come fa-" mi interruppe "non fare domande e seguimi." Disse solamente, aprendo di nuovo la porta incitandomi ad uscire...cosa che feci non appena lo vidi uscire definitivamente.

CLAIRE'S POV
Il mio corpo debole fu trasportato per ben cinque minuti, per poi essere gettato come spazzatura in una stanza, fortunatamente illuminata, ma estremamente vuota e bianca.

Con l'aiuto delle mani mi alzai dal pavimento freddo, girovagando per la stanza senza un obbiettivo preciso.

Cercai qualsiasi cosa che potesse essere collegato ad una via di uscita,ma niente sembrava aiutarmi...assolutamente niente.

"Quale sarà mai il tuo punto debole..." La voce di Blake rimbombò in tutta la stanza, grazie ai citofoni appesi agli angoli della stanza.
"Sei troppo intelligente per avere un punto debole...o forse no."

"Perché non vieni a dirmelo in faccia?" Domandai, guardando i citofoni come se fossero delle telecamere.

"Aspetta che arrivi il bello mia cara." Chiuse lì il discorso, lasciandomi di nuovo sola nella stanza.
Uno scatto improvviso fece in modo che la mia testa si riabbassasse, vedendo poi le pareti avvicinarsi a me.

"No!" Gridai in preda dal panico. Ruotai su me stessa, cercando e sperando in una via di uscita...mentre nel frattempo le pareti si facevano sempre più strette, proprio come il mio respiro.

RYLEE'S POV
Erano ormai passati venti minuti da quando i miei occhi vennero coperti da una bandana nera e le mani legate da una corda.

"Dove sono?" Strillai, agitandomi per paura che qualcuno mi potesse attaccare alle spalle.
"Rispondetemi!"

"Rylee Kavanaut. Tu sei la mia nuova cavia...benvenuta all'inferno." Rispose non appena mi venne tolta la specie di bandana dagli occhi.
Un uomo alto e muscoloso mi si presentò davanti agli occhi. Il suo volto era ben definito ed al naso aveva un piercing con una campanellina oro. Dal collo e dalle braccia, scoperte dalla maglia blu a maniche corte, intravidi numerosi tatuaggi privi di colore.

I suoi occhi, a differenza del suo corpo, erano più chiari all'apparenza, ma sicuramente cupi all'interno.


"Non osare toccarmi." Ringhiai già pronta ad attaccare.
Il suo corpo si fece sempre più vicino al mio e il suo sguardo sempre più intenso.

"Non fare un altro passo." Di risposta tirò fuori la pistola dalla tasca posteriore dei jeans per poi puntarla ad una delle telecamere, premendo il grilletto e facendo la medesima cosa con le altre tre.

Perplessa sul da farsi mi accorsi di essere rimasta a bocca aperta, riuscendo a ricompormi prima che riposasse lo sguardo su di me.
"Sono Stephen, il cugino di Harry." Si presentò, mentre mi slegava dalla sedia. La sua voce era molto profonda, tanto quanto i suoi occhi quando incontrarono i miei, non appena fui libera da quella maledetta sedia.

"Dovrei fidarmi di te?" Chiesi massggiandomi i polsi rossi ed indolensiti.
"Dovresti dato che ti ho appena salvato il culo." Rispose acidamente.
"Sei proprio il cugino di Harry." Confermai, annuendo a me stessa.

Il suo sguardo si voltò nuovamente verso di me un po' confuso dalla mia affermazione precedente, limitandomi a rispondere con un semplice "niente".

"Cerchiamo un'usci-" non feci neanche in tempo a terminare la frase che con un semplice calcio la porta si spalancò.
"Andiamo." Esclamò.

Unii le labbra in una linea sottile, alzando le sopracciglia. Presi un grande respiro e seguii la sagoma di quel ragazzo ancora sconosciuto.
"Quanti anni hai?" Domandai curiosa, camminando dietro di lui.
"Venticinque, adesso però fa silenzio." Mi riproverò, porgendomi una pistola e proseguendo per il lungo e buio corridoio.

"Le mie amiche sono da qualche parte, non posso lasciarle qui." Sussurrai il più piano possibile.
"Le troveremo, ma devi stare zitta." Presi, nuovamente, un grande respiro per cercare di non farmi sopraffare da l'ansia...un po' perché non avevo idea di cosa stessimo facendo ed un po' perché stavo seguendo una persona che avevo conosciuto, se così si può dire, cinque minuti fa.

Un forte grido ci fece voltare nella direzione opposta.
"È Claire." Affermai, spalancando gli occhi e rivolgendoli verso Stephen che non sembrava essere minimamente preoccupato.

Un secondo grido rimbombò nella mia testa facendomi, di conseguenza, correre verso di esso...sperando di riuscire a trovarla in tempo.
"Dove cazzo vai." Il moro mi prese di forza da un braccio, sgridandomi a denti stretti.

"Non devi toccarmi." Tolsi bruscamente il braccio dalla sua presa, correndo verso l'unica stanza presente alle fine del corridoio.

"Non ti salverò di nuovo il culo!" Esclamò con voce più alta, rimanendo fermò dietro di me.

Decisi di non rispondere, ma di raccogliere tutte le mie forze per cercare di salvare una mia amica, che continuava a gridare fino a perdere la voce.

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