TMNT | You saved me

By adoharry

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Era già notte fonda, la piccola Kira stava saltando da un tetto all'altro, come era suo solito fare, quando v... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17

Capitolo 10

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By adoharry

Shredder era proprio lí di fronte a noi, dentro quell'armatura piú dura dell'acciaio e l'elmo, il kuro kabuto, a nascondergli il volto sfregiato non solo dalle fiamme ma anche da chi pensava fosse suo amico, suo fratello.

«Bene, bene. Finalmente ho l'onore di conoscere la famosa ragazzina dalle straordinarie capacità mentali. Ho sentito molto parlare di te, sai?», disse in modo sarcastico, la sua voce era tutto fuorché rassicurante.

Cominciò a girarci intorno, scrutando bene con lo sguardo ogni nostro piú piccolo movimento. Raph si posizionò subito davanti a me come per proteggermi.
Ero rimasta completamente paralizzata dalla presenza dell'uomo che ci stava guardando come se fossimo dei bocconcini e questa cosa mi fece rabbrividire, stavo sudando freddo.

«Ti avviso Shredder, se provi solo a sfiorarla io...», non finí di dire la frase che venne interrotto da una sonora risata.

«Tu cosa? Non sei degno di sfidarmi, le tue capacità non sono neanche lontanamente paragonabili alle mie. Sarei capace di schiacciarti come un insetto con un solo dito, quindi adesso spostati e lasciami parlare con la ragazzina», cominciò ad avanzare mettendo in mostra la sua figura possente, facendomi sentire piccola.

Raph rimase fermo, non ci pensò neanche un secondo a togliersi di mezzo.

«Forse non hai capito, tu non la tocchi», gli rispose a muso duro con voce bassa, sfoggiando i suoi sai.

«Benissimo allora, fammi vedere cosa ti ha insegnato il tuo caro maestro Yoshi», disse sfidandolo e dall'armatura che ricopriva interamente le sue braccia e le sue mani uscirono delle lame affilatissime.

Partí all'attacco cercando di ferire Raffaello ma quest'ultimo schivò tutti i suoi colpi provando a contrattaccare, con tutta la forza che aveva in corpo.

Provai a raggiungerlo per aiutarlo ma delle braccia mi bloccarono, facendomi poi sbattere contro la parete fredda e lamentare per il dolore.
Aprii di scatto gli occhi e mi ritrovai davanti l'enorme felino che mi guardava con un ghigno.

«Dove credi di andare?», tentò di riprendermi ma riuscii a sfuggire dalle sue grinfie, mettendomi davanti lui. Allungai il collo per vedere se Raph stesse bene ma era sparito e con lui Shredder.

«Oh no...», mormorai iniziando ad andare nel panico. Dove diavolo erano andati?

Coprii il mio volto con le mani che ormai erano diventate di ghiaccio. Avevo cominciato anche a respirare affannosamente; l'ansia e la preoccupazione stavano avendo il sopravvento ma non potevo permetterlo. Dovevo riprendere controllo di me stessa, dovevo farlo per Raffaello.

«Oh si! - esclamò il felino - Probabilmente il tuo fidanzatino starà passando un bel quarto d'ora con il maestro Shredder e adesso manchi solo tu», disse cercando di riacciuffarmi ma, stanca e arrabbiata allo stesso tempo, feci in tempo ad afferrare il suo braccio destro e glielo girai, facendolo urlare a squarciagola: gliel'avevo rotto.

Non avevo mai provato tanta rabbia in vita mia.

Tiger Claw si allontanò di qualche metro e potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata, era confuso e forse intimorito.

Sentivo una nuova energia nascere dentro di me, non mi ero mai sentità cosí potente in vita mia. Era una sensazione meravigliosa. Sentivo di poter distruggere il mondo intero.

Il mio corpo cominciò a sprigionare una luce accecante ed a vibrare nell'aria. I pugni chiusi per racchiudere tutta la potenza che probabilmente per anni era stata imprigionata e della quale non ero a conoscenza.
Anche i miei capelli rossi ondeggiavano liberi.

Il felino mi guardava immobile, con la mano sinistra che teneva il braccio destro e con gli occhi sgranati.

«Ma che cosa...?», cominciò ad indietreggiare non sapendo cosa fare. Per la prima volta potevo sentire la sua paura.

Tutta quell'energia racchiusa nelle mie mani la indirizzai verso Tiger Claw che non fece in tempo a schivare il mio colpo. Finí contro il muro, riducendo quest'ultimo in mille pezzi, rivelando un'altra stanza. Cominciò a strisciare dentro di essa, cercando un riparo ma non avevo intenzione di lasciarlo andare.

****

Intanto nel rifugio...

«Si può sapere dove sono finiti quei due?», Leonardo non faceva altro che camminare avanti e indietro di fronte al televisore, impedendo cosí a Michelangelo, seduto beatamente sul divano con una fetta di pizza in mano, di vedere il suo programma preferito.

«Fratello, ascolta, saranno in giro a divertirsi e magari Raffaello si starà mettendo in mostra come suo solito...», Mikey provò a calmare il fratello ma riuscì solo a farlo innervosire di piú.
«Che cosa?! Ma certo, voleva vendicarsi di quando Kira ed io ci siamo allenati da soli e quindi adesso starà facendo lo spaccone, facendole vedere i muscoli, cosa che le piace tanto perché una volta me l'ha confessato...», disse velocemente Leonardo, senza riprendere fiato, gesticolando e senza smettere di camminare.

«Amico, aspetta, un passo alla volta! Quando tu e Kira vi siete allenati da soli e da quando ti interessa quello che fanno quei due?», domandò Michelangelo non capendo e mettendo in pausa il programma.

«É successo una volta sola e non mi interessa quello che fanno quei due», rispose Leo infastidito.

«E allora perché continui a fare domande?», chiese di nuovo spazientito Mikey. Voleva continuare a vedere "Eroi Spaziali" ma suo fratello glielo impediva continuando ad andare da una parte all'altra e inoltre non capiva nemmeno perché Leonardo fosse cosí preoccupato, Kira e Raph erano in gamba, non c'era nessun pericolo.

«Non sono affari tuoi!», rispose Leo alzando il tono della voce, guardando in direzione di Michelangelo.

«Sei mio fratello, sono affari miei eccome!», si alzò Mikey dal divano rispondendo a tono.

«La volete smettere di urlare? Non mi concentro con questo baccano», Donnie sbucò dalla porta del suo laboratorio con uno strano oggetto metallico tra le mani, coperte rigorosamente da dei guanti protettivi.

«Scusa, Donnie. Ma qui qualcuno é nervoso», si scusò Michelangelo guardando in direzione di Leonardo con sguardo accusatorio.

«Ora qual é il problema?», chiese lo scienziato del gruppo.

«Te lo dico io! É da piú di mezz'ora che non fa altro che lamentarsi del fatto che Kira e Raph non siano ancora tornati e non mi fa vedere "Eroi Spaziali", sono due settimane che aspetto di vedere quest'episodio e adesso ci si mette lui con le sue paranoie. Non lo sopporto piú!», spiegò Miley allargando le braccia.

«Non gliel'hai ancora detto, vero?», chiese Donnie a Leo.

«Detto cosa?», s'intromise il piú piccolo non capendo.

«Che Leo...», iniziò Donne, finendo con l'essere interrotto dal diretto interessato. «Non farlo...», lo intimò il piú grande ma Donatello continuò imperterrito, «...si é innamorato di Kira», concluse la frase.

Michelangelo guardò con gli occhi spalancati prima uno poi l'altro. Non credeva alle sue orecchie.

«Questo non é assolutamente vero!», si difese il leader cercando di togliere quell'idea dalla testa del fratello.

«Fratello, potrai darla a bere a Miley o a Raph ma non a me. Ho visto come la guardi e cerchi le sue attenzioni, quindi smettila di mentire a noi ma soprattutto a te stesso!», Donatello poggiò le mani sulle spalle di Leonardo.

Leo a questo punto, non potendo piú dire niente per nascondere quello che per molto tempo ha cercato di negare, abbassò lo sguardo, rassegnato.

«Sentite, non so nemmeno io quello che provo per lei. So solo che quando sono con Kira mi sento diverso, piú forte, mi sento migliore...», cominciò a parlare.

«É innamorato perso», dissero in coro Donnie e Mikey guardandosi, scambiandosi occhiate di intesa.

«Va bene, si, sono innamorato! Siete contenti adesso?», urlò Leo allargando le braccia e guardando i due ridere per la faccia rossa del fratello.

«Non credevo che il grande Leonardo potesse arrossire», rivelò Mikey prendendo una fetta di pizza e mettendosi di nuovo comodo sul divano pronto a continuare a vedere l'episodio che poco prima aveva interrotto.

«Ora che la questione é risolta, ritorno a lavorare. Ci vediamo», si dileguò Donatello, sempre con il suo aggeggio tra le mani, dirigendosi verso il suo laboratorio.

Leonardo sgranò gli occhi.
«Ma come? Avete fatto tutte queste scene per sapere la verità e adesso che ho confessato, ve ne andate? Che razza di fratelli siete?», disse incredulo guardando prima andare via Donnie per poi rivolgere l'attenzione al piú piccolo che aveva la bocca piena di pizza.
Non ricevette risposta, ma non ne rimase sorpreso.

Non potendo stare con le mani in mano, decise di agire da solo. Era preoccupato e l'unico modo per tranquillizzarsi era controllare di persona che fosse tutto a posto. Cosí, dopo aver preso tutto il necessario, andò alla ricerca di Raffaello e Kira.

Dopo essere uscito dal rifugio, andó nel luogo in cui aveva visto per l'ultima volta Kira e Raph. Avrebbe cominciato da lí le sue ricerche.

Il cielo era contornato da stelle e la luna aveva fatto il suo ingresso. Le persone si affrettavano a raggiungere le loro abitazioni e magari consumare un pasto caldo con le rispettive famiglie.

Leonardo si trovava sul tetto dal quale aveva una perfetta visuale della saracinesca, stranamente lasciata aperta, in cui era entrato uno del clan dei Dragoni Purpurei.

Prima di fare le cose affrettate peró, provó a chiamare per la millionesima volta Raffaello e Kira, come si aspettava nessuno dei due rispose.

«Accidenti...», mormoró prima di saltare e, in silenzio, avvicinarsi a quello che sembrava il magazzino di un meccanico. Si guardó intorno prima di entrare in totale modalitá ninja.

Il silenzio che riempiva la stanza non faceva altro che mettere ancora piú ansia a Leonardo. Dopo aver percorso con passo felpato qualche metro lungo la parete spoglia, fatta ad eccezione di qualche mobile con sopra attrezzi vari, si accorse di quella botola sul pavimento. Cosí, con la katana stretta nelle sue mani, cominció a scendere lungo la rampa di scale. L'unico rumore che si sentiva era lo scricchiolio degli scalini ogni volta che Leo compiva un passo.
Non l'avrebbe mai confessato ma aveva paura.

Arrivato alla fine vide il lungo corridoio pieno di porte. Inizió ad avanzare finché non notó il grande buco nella parete a qualche metro di distanza.

«É tutto qui quello che sai fare?», sentí urlare all'improvviso. Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille.

****
PERDONATEMI!
Lo so non ho scusanti per questa mia lunga assenza. La mia ultima pubblicazione risale a quasi 1 anno fa, da lì sono successe molte cose che mi hanno fatto andare via la voglia di scrivere ma ora sono tornata, non vi prometto però che sarò costante con gli aggiornamenti. Questo non è nemmeno uno dei capitolo migliori che abbia mai scritto, lo possiamo definire un capitolo di passaggio. Non posso fare altro che chiedervi umilmente scusa e sperare che non abbiate abbandonato la mia storia. Un abbraccio forte a quelli che sono rimasti!❤

Un bacio.
-V.

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