In Another Life

By Kim_Holly_

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"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. M... More

Prologo.
1. Parker
2. Parker
3. Parker
4. Johnson
5. Parker
6. Parker
7. Parker
8. Parker
9. Johnson
10. Parker
11. Parker
12. Johnson
13. Parker
14. Parker
15. Johnson
16. Parker
17. Parker
18.Parker
19. Johnson
20. Parker
21. Parker
22. Johnson
23. Parker
24. Parker
25. Johnson
26. Parker
27. Parker
28. Parker
29.Johnson
30. Parker
31. Johnson
32. Parker
33. Johnson
34. Parker
35.Parker
36. Parker
37. Johnson
38. Parker
39. Parker
40. Johnson
41. Parker
42. Johnson
43. Parker
44. Parker
45. Parker
46. Parker
47. Parker
48. Johnson
49. Parker
50. Parker
51. Parker
52. Parker
53. Parker
54. Parker
55. Johnson
56. Parker
57. Parker
58. Johnson
59. Johnson
60. Parker
61. Johnson
62. Parker
63. Johnson
64. Parker
66. Parker
67. Parker
Epilogo
Sequel.
In This Life
Nuovo Libro ‼️

65. Parker

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By Kim_Holly_

"Così hai accettato" il suo tono di voce era così sorpreso
"Ho detto di avere una condizione" esclamai ricordandomi la conversazione avuta poco fa con mio padre nel suo studio
"E quale sarebbe?" domandò
"Se le cose dovessero mettersi male, male a tal punto che non ci sia più nulla da fare, dovranno dirmelo e interromperemo ogni cosa. Non voglio passare i miei ultimi giorni chiusa in un ospedale" spiegai sperando che possa capirmi, almeno lui
"Credo che tu abbia fatto veramente bene" sussurrò sorridendo debolmente "Come l'hai presa la storia di Clarke? Non avevi una promessa con lui?" domandò poi
"Clarke era convinto che non c'è l'avrebbe fatta a sopravvivere, la sua terapia di chemio era ben diversa dalla mia. Io ho un cancro, lui aveva un problema al cuore quindi erano diagnosi diverse. Eppure io sono qui mentre lui non c'è più, così come io gli avevo promesso che sarebbe andato tutto bene la mia famiglia lo sta promettendo a me, è come un dejavù" mormorai portando la gambe sotto il sedere sulla sedia così da stare più comoda
"Sei davvero convinta che abbiate in serbo lo stesso destino a quanto pare" osservò

"Come sta Lucas?" cambiai argomento
"Molto meglio, era abbastanza scosso ieri tornati dal tribunale ma ora sembra essere tornato il Lucas solare di una volta" sorrise
"Quel ragazzo è pura vita" sussurrai con un sorriso dolce e sincero
"Concordo, nessuno è come lui" affermò alzandosi "Ma tornando al vero motivo della tua visita Hol, eri venuta per dirmi che hai finalmente accettato?" Chiese
"Sono venuta per dirti questo e anche perchè in questo periodo odio davvero tanto starmene a casa" ammisi stiracchiandomi
"Non puoi evitarla per sempre" sorrise comprensivo
"Ma posso rimandare" scrollai le spalle
"Come va a casa?"
"Mia madre sembra un fascio di nervi, io e Jamiee non ci parliamo ma sto evitando di attaccarla per ogni minima cosa. Mio padre invece sembra un falco, lo prenderei volentieri a schiaffi o peggio potrei davvero ammazzarlo. L'unico normale è Jay che però non smette di assillarmi con la questione di mandare via di casa il fratello di Madison" sbuffai "Perché è tutto così tragicamente uno schifo?" domandai poi
"Bella domanda" mi indicò
"Sai Michael come psicologo non sei poi tanto bravo come dicono" lo presi in giro
In realtà Michael mi aveva aiutato in un modo incredibile.
"E tu come paziente non sei il massimo" rise reggendomi il gioco

Parlammo ancora un po', fin quando non tornai a casa per ora di cena, vi trovai tutti, compreso Jim che passava la notte da noi. Papà mi aveva detto che avremmo cenato tutti insieme così da poter comunicare loro la notizia dell'inizio della mia chemio. A quanto pare mio padre aspettava solo la mia firma per avviare la cura, da domani sarò seduta su quella cazzo di sedia con un ago nel mio braccio e del liquido a scorrermi nelle vene.
"Eccoti" sorrise mamma abbracciandomi facendomi ridere
"Hey Hol" alzò il bicchiere Marcus che stava scendendo le scale

Salutai e sfilai la felpa che lasciai sul divano, era già tutto pronto a tavola e a quanto pare aspettavano solo me. Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
"Ho una notizia da dare, tra un mese inizio il dottorato ufficiale, così tra qualche anno potrò affiancare il dottor Parker con una divisa diversa da quella di un semplice infermiere" spiegò Marcus felice e tutti noi ne restammo altrettanto contenti
"Che bello, sono così felice" sorrise mia madre incredula e mio padre mi fece segno di dare anche la mia di buona notizia
"In realtà anche io ho una notizia" si alzò Jamiee
"Dicci tesoro" la incitò a parlare mio padre che era confuso e curioso
"Mi sono licenziata" alzò le spalle nervosa da una oro reazione folle

C-cosa??
"Come scusa?" sbottò mia madre incredula
"È uno scherzo spero" esclamai guardandola
"No." sorrise amaramente "Il mio capo voleva mandarmi a Miami per uno stage di 4 anni e ho rifiutato, così mi sono licenziata" spiegò
"Ma tesoro, lavorare nell'ambito della moda è sempre stato il tuo sogno" gli ricordò la mamma ancora incredula
"Credo che Jamiee abbia avuto le sue ragioni Hannah, e poi non è l'unico lavoro che possa fare, ci sono molte aziende di moda che cercano nuovi talenti, e mia figlia ne ha davvero tanto di talento" affermò mio padre facendo sorridere mia sorella
"Non siete felici scusa? Sarebbe dovuta retare via per 4 anni" sussurrò Jay
"Felici? No per niente. Era il suo sogno partecipare ad uno stage di moda da quando aveva 5 anni e non capisco perchè abbia rifiutato" sussurrai incredula
"Troverò un altro lavoro, e anche se non dovesse piacermi come quello di prima non è la fine del mondo" scrollò le spalle calma
"Ma ti senti? Tu ami la moda ed è sempre stato il tuo sogno lavorare per quella agenzia e avere uno stage in un'altra città, lo ripetevi di continuo. Come hai potuto rifiutare? Saresti altrettanto felice se trovassi lavoro in un agenzia che non ti piace?" cercai di farla ragionare
"Come potrei esserlo" gridò fuori di se
Tutti restarono in silenzio, io per prima che non osai più dire una parola
"Il tuo cancro è venuto sempre prima della mia felicità Olivia. La mia carriera mi rendeva felice, ma ho dovuto rinunciare quando ho dovuto rifiutare la borsa di studio alla Pratt Institute of Design a Brooklyn per stare qui e prendermi cura di te" mi indicò con nostalgia

Quelle parole furono un colpo al cuore.
Avevo sempre vissuto con il terrore di essere un poso con questo cancro per la mia famiglia, avevo sempre fatto il possibile per farlo pesare il meno possibile, eppure mia sorella stava soffrendo a causa mia e io non ne sapevo nulla, come non sapevo nulla della sua università.
"Jam" sussurrò Marcus circondandole la vita con un braccio come per farla calmare
"C-cosa" sussurrai talmente piano che credevo l'avessi detto solo nella mia testa
Mia madre abbassò lo sguardo con fare triste e mio padre socchiuse gli occhi per poi prendere un bel respiro.
"Io non ne sapevo nulla" bisbigliai incredula
"Certo che non lo sapevi" sussurrò Jamiee esausta "Perchè tutto ciò che noi proviamo a fare è rendere bella la tua vita, ma la verità è che non ne siamo in grado." esclamò "ad esempio Jason" lo indicò e Jay-Jay fece 'no'con la testa velocemente come per dirle di fare silenzio "Si tiene sempre tutto dentro per non esplodere ma lui ci sta di merda quando mamma e papà si perdono tutte le sue partite per stare con te in ospedale, quando papà si congratula con te perchè hai fatto canestro mentre lui che ha una camera piena di trofei di lacrosse non riceve neanche uno sguardo."
"Jamiee, cazzo, sta zitta" sbottò Jason irritato per poi guardare me "Non ascoltarla Hol" mi sorrise come per non farmi sentire sbagliata
"Ha perso l'ultima partita del campionato per correre in ospedale da te ed è stato squalificato, ma questo ovviamente non lo sai" continuò Jamiee
"Io non vi ho mai chiesto di lasciare le vostre vite per me" puntualizzai, ma la verità era che mi sentivo uno schifo, il senso di colpa mi stava divorando
"Vogliamo parlare di mamma che piange ogni notte o di papà che è cambiato radicalmente? La paura di perdere sua figlia sembra averlo destabilizzato. Ha mollato il basket per te e si è rifatto una vita in ospedale mentre tu che sei così egoista non vuoi neanche fare quella maledetta chemio" gridò incazzata mentre le lacrime le rigavano il viso

Sarei tanto voluta scappare, andare via lasciandoli lì, ma scappare non sarebbe servito, e io ero stanca di farlo. Sentire quelle parole era un vero e proprio colpo, mi avevano fatta sentire sbagliata e in colpa e in effetti sapevo che era la verità. Jason, Jamiee, i miei genitori... avevo rovinato la vita a tutti loro, io e il mio stupido cancro.
"Jamiee stai sbagliando" intervenne mio padre "Il motivo di questa cena era che Hol questo pomeriggio è passata nel mio studio per comunicarmi che avrebbe iniziato la chemio, e sappiamo che ha accettato di farlo solo per non causarci altri problemi dato che la sua opinione era ben diversa" sussurrò papà
"Mi dispiace Jason, io non ne sapevo nulla della tua squalifica." bisbigliò la mamma dispiaciuta e Jason sorrise per poi andare ad abbracciarla
Mi alzai da tavola per poi guardare mio padre

"Mi dispiace" esclamai fermandomi sui miei passi prima che potessi tornare in camera mia "Mi dispiace avervi reso la vita un inferno con la mia malattia, ma la verità è che non l'ho scelto io di essere malata. Domani andrò dai miei amici e dirò loro la verità, hanno il diritto di sapere e voi i diritto di starvene un po' tranquilli, quindi quando domani sarò su quella sedia per il trattamento, voi non preoccupatevi per me e pensate alla vostra vita" esclamai

Guardai Jason che stava piangendo in modo silenzioso, anche se era un ragazzo grande ormai e si mostrava forte il più dele volte, lui aveva solo 15 anni, era ancora docile e indifeso e tutto questo gli faceva male. Sorrisi e andai ad abbracciarlo davanti agli occhi di tutti. Gli sussurrai delle semplici parole che lo fecero scoppiare a piangere come un bambino
"Ti voglio bene" sorrisi mentre lui mi strinse di più a se
"Guardati, sembri una ragazza" lo prese in giro amichevolmente Jim
"Sta zitto" rise Jason dandogli una spallata leggera
La verità era che entrambi stavano iniziando ad andare d'accordo, ma erano maschi, non lo avrebbero mai ammesso.
"Scusa mamma, ma mi è passata la fame" scrollai le spalle per poi salire in camera mia

Mi chiusi dentro chiudendo la porta a chiave, sfilai le scarpe e mi lasciai cadere sul letto, presi un bel respiro e iniziai a fissare il soffitto bianco. Domani avrei iniziato la chemio, domani sarebbe iniziato l'inferno.

*****

"Hol, è successo qualcosa?" Madison mi fissava attraverso lo schermo del computer con fare divertito
"Cazzo Boss, la tua vita è un vero e proprio vulcano in eruzione, ne succede una diversa ogni volta" commentò Eric occupato a mangiare dei biscotti
"Domani dirò la verità agli altri" esclamai ed entrambi mi guardarono sconvolti, Eric rischiava di strozzarsi con quel biscotto
"Come mai questa decisione improvvisa?" domandò la ragazza alzando un sopracciglio
"Ho parlato con i miei, domani inizio la chemio e verrò ricoverata in mattinata, perciò prima di andare in ospedale ci incontreremo tutti da Coco's e dirò loro tutta la verità"
"Hol, senza offesa ma non credo sia una buona idea" mi bloccò Eric lasciandomi senza parole, avevano insistito tanto e ora dicevano di restare zitta?
"Concordo con lui" annuì la ragazza
"Perchè?" domandai confusa
"Hol, è successo di tutto negli ultimi giorni, partendo dal viaggio ad Ibiza, alla scoperta di Dylan, al fatto che non frequenti più la scuola, il tribunale, Brad, la festa a casa di Cody e ciò che ha fatto Dylan. Domani inizi la chemio e io non credo tu sia pronta a dire a tutti la verità, ti stresseresti solo ulteriormente" spiegò il ragazzo e Mad approvò le parole dette da quest'ultimo
"Quello che vogliamo dire è che ora tu devi stare tranquilla per un po'. Inizia la terapia e aspetta qualche altro giorno. La chemio si divide in più tappe, avrai una pausa di qualche giorno tra una seduta e l'altra. Prenditi ancora del tempo per pensarci" mi consigliò Madison in modo calmo
"Già, anche perchè dopo quello che è successo oggi da Coco's..." borbottò Eric per poi pentirsi delle parole appena dette
"Cazzo, Eric avevo detto di non dire nulla" lo rimproverò Madison
"Cosa? Cos'è successo da Coco's?" domandai curiosa
"Scusa Maddy" si morse la lingua Eric
"Nulla Hol, soliti litigi" scrollò le spalle
"Brad e Dylan?" domandai
"Cody e Dylan" mi corresse
"Aspetta cosa? Cos'è successo?" domandai confusa sistemandomi meglio sul letto
"Hol, Dylan ha detto di non dirti nulla" canzonò Madison indecisa se dirlo o meno
"Cosa? No, ora parlate" li obbligai
"Ok, tanto prima o poi lo saresti venuta a sapere." esclamò Eric "Madison mi aveva invitato da Coco's per un caffè e arrivati lì abbiamo trovato Lucas e Cody seduti ad un tavolo che parlavano in modo quasi segreto e Madison, da brava ficcanaso che è, si è seduta accanto a loro chiedendogli di cosa stessero parlando. È saltato fuori che l'argomento eri tu e di ciò che aveva fatto Dylan, stavamo parlando in modo privato fin quando non è arrivato Johnson con Lincoln ed Andrew e hanno sentito qualcosa. Dylan è esploso accusando Cody di avergli nascosto la tua malattia dopo la loro lunga amicizia e bla bla bla. Dylan ha iniziato con un pugno e una cosa tira l'altra. Ora hanno entrambi la faccia piena di lividi. Ti sei persa una bella rissa" 
"O mio dio" riuscii solo a dire

Avevano litigato a causa mia? Cazzo, cazzo, cazzo.

"Non fartene una colpa Hol, non serve a nulla. Solo...ora Andrew e Lincoln lo sanno e hanno detto che non diranno nulla, ma lascia passare del tempo per dirlo alle ragazze." propose Madison

Annuii non del tutto sicura e continuai a parlare per una buona mezz'ora con loro fin quando non staccai per andare a fare un bagno caldo. Ci passai più di mezz'ora in quella vasca, Madison mi aveva detto di non pensarci eppure non potevo farne a meno.
Cody e Dylan non potevano non parlarsi più per questo, non era giusto. Quando mi asciugai indossai un paio di jeans e una felpa a caso per poi infilare le scarpe e legare i capelli in una coda. Corsi giù dalle scale velocemente e trovai Marcus e mio padre occupati a parlare sul divano del suo dottorato mentre mamma e Jamiee erano in cucina.
"Dove vai a quest'ora?" domandò papà venendomi incontro
"Dai Johnson, devo parlare con Dylan" esclamai prendendo le chiavi di casa
"Ti accompagno, tanto tra un po' sarei andato via comunque" affermò Marcus andando a salutare Jamiee
Accettai il passaggio di Marcus che mi lasciò fuori casa dei Johnson per poi parcheggiare

"Tu vai, io poi mi faccio dare un passaggio" mentii per poi salutarlo e ringraziarlo
"Ok, ma se ti serve qualcosa chiama e io corro" affermò sorridente per poi farmi l'occhiolino
Annuii per poi uscire dall'auto e andare verso la villa. Bussai il campanello esitando per qualche attimo. Ad aprirmi fu Michael che sembrava al quanto sorpreso di vedermi
"Ti mancavo davvero così tanto?" scherzò facendosi da parte per farmi entrare
"Mi dispiace irrompere così di punto in bianco e senza preavviso" mi giustificai mortificata "Ma dovrei davvero parlare con Dylan"
"Olivia" mi abbracciò calorosamente Chloe sorridendo
"Scusate il disturbo" sorrisi sincera
"Cosa? Non dirlo neanche per scherzo cara, sei sempre la benvenuta. Hai cenato? Vuoi qualcosa da mangiare oppure una bella tazza di tè?" propose pimpante
"Beh ecco io in realtà..." mi grattai la nuca nervosa e a disagio
"Tesoro, Olivia è qui per Dylan non per il tuo tè, lasciamola andare tranquilla" rise Michael facendo annuire la moglie con fare malizioso
"Grazie" sorrisi per poi salire le scale

Sorpassai le prime due camere fino a ritrovarmi davanti a quella di Dylan che era socchiusa. Senza pensarci troppo per paura di cambiare idea, aprii la porta ritrovandomi una stanza vuota. Dylan non c'era. La luce era spenta e ad illuminare il tutto era la luce della luna e dei lampioni che entrava dalla finestra chiusa ma con le tende scostate. C'era un buon profumo e la camera era in perfetto ordine, l'ambiente era caldo ma fresco allo stesso momento e si sentiva tanto il profumo di Dylan, quello che sentivo ogni volta che ero tra le sue braccia o anche solo standogli vicino.
La porta del bagno della camera si aprì e ad uscire fu un Dylan a petto nudo con solo i pantaloni della tuta e un asciugamano arrotolato sulle spalle con la quale si stava asciugando il volto con un lato.

Credo che fosse appena uscito dalla doccia dato che i capelli erano bagnati e il petto umido. Non potetti non guardare il suo volto, aveva un lieve livido sullo zigomo sinistro e il labbro spaccato lateralmente, non era messo tanto male ma credo che Cody fosse messo molto peggio.
"Scusa avrei dovuto bussare" distolsi lo sguardo imbarazzata
"Che ci fai qui?" domandò accigliandosi
"Se ti metti una maglietta ne possiamo parlare" borbottai e come d'istinto mi morsi il labbro per poi maledirmi dato che lui mi stava guardando
"Perché, non ti piace quello che vedi?" domandò con fare malizioso

Lo guardai davvero male e lui rise lievemente per poi andare a prendere una maglia dall'armadio e indossarla. Ora potevo concentrarmi sul vero motivo della mia visita. Mi chiusi la porta alle spalle e lo osservai sedersi sul letto mentre io preferii mantenere le distanze e starmene all'impiedi con la schiena appoggiata alla porta.
"Perchè hai picchiato Cody?" domandai spiazzandolo, meglio evitare i giri di parole, prima vado via da questa casa meglio è
"Le voci girano in fretta" sussurrò alzando le sopracciglia e lo guardai come per dire di rispondere alla mia domanda "Lui lo sapeva, sapeva che eri malata e non me l'ha detto nonostante fossimo migliori amici" allargò le braccai con fare nervoso
"Lui non ti ha mentito di proposito Dylan, gli ho chiesto io di non dire nulla perchè appunto, ci sono cose che dobbiamo rispettare, come le scelte degli altri, e dire o meno alle persone della mia malattia, è appunto una mia scelta" ribadii 
"Non cambiare argomento" sbuffò "So che sei arrabbiata Hol, ma ti prego smettila di avercela con me. È vero non dovevo cazzo , ma io lo rifarei altre mille volte se solo questo servisse, ma non è cambiato nulla perchè tanto tu vuoi lasciarti morire" esclamò rabbioso e malinconico
"Non sono venuta qui per parlare di questo. Volevo solo dirti che non devi prendertela con Cody per aver mantenuto il segreto, l'ho costretto io, se proprio vuoi prenditela con me" affermai
"È solo che fa davvero male sapere che lo sapevano tutti tranne che me. Lucas, Madison, Cody, Eric" sbuffò "Ci manca solo che lo sapesse anche quell'idiota di Brad e avevamo completato" esclamò ironico e mi gelai sul posto attirando la sua attenzione "Hol, ti prego dimmi che lui non lo sa" sussurrò esterrefatto
"Dylan non sono venuta qui per parlare di Brad" deviai ma lui si alzò avanzando pericolosamente verso di me
"Cazzo, cazzo, cazzo no." alzò la voce per poi afferrarmi per il polso e sbattermi con la schiena contro la parete "Perchè lo sa? Glielo hai detto tu?" domandò incazzato nero
"Si" balbettai e lui chiuse gli occhi respirando pesantemente "Non puoi farmene una colpa Dylan, io non sapevo neanche che rapporto avevate" mi giustificai

In realtà non so perchè io mi stia giustificando, dovrei odiarlo dopo il modo in cui mi aveva raggirata ma la verità era che io non potrei mai odiare Dylan, non potrei neanche volendo.
"Perchè l'altro giorno sei andato con lui? Non hai idea di quanto tu mi abbia fatto incazzare" esclamò
"Anche tu hai fatto arrabbiare me ti ricordo" sussurrai deviando lo sguardo dal suo
"È diverso Hol, io non volevo ferirti, volevo solo aiutarti perché, te lo ripeto piccola, sei troppo importante per me, non posso perderti, io non voglio perderti" sussurrò avvicinando il volto al mio collo facendomi sentire piccoli brividi
"Dylan, fermati ci sono i tuoi di sotto" gli ricordai
"Non stiamo facendo nulla" sorrise per poi iniziare a baciare il mio collo fino a salire sempre di più
"D-Dylan" ingoiai pesantemente
"Lasciati andare" esclamò guardandomi negli occhi per poi avvicinare il suo viso sempre di più al mio
"Non possiamo" trovai il coraggio di dire
"E per quale motivo?" domandò annullando sempre di più le distanze tra noi
"Perchè è sbagliato" esclamai sicura
"Sarà sempre sbagliato tra di noi Hol, ma se non ci provi non diventerà mai perfetto" mostrò il suo solito ghigno e a quel punto non ci vidi più

Con suo grande stupore fui io ad annullare le distanze tra di noi, feci scontrare le nostre labbra e poggiai una mano sulla sua spalla mentre l'altra tra i suoi capelli che intrecciai tra le dita. Dylan accettò subito il bacio e aprì la bocca leggermente per lasciarmi infilare la lingua, e così iniziò il gioco.
Il bacio era voglioso ma era anche dolce e pieno di desiderio, eravamo stati troppo tempo separati a causa delle nostre incomprensioni, ora era arrivato il momento tutto nostro che entrambi aspettavamo da tempo.

"Cazzo Hol, non sai quanta voglia ho di farti mia" sussurrò sulle mie labbra mentre mi lasciai sfuggire un mugolio di piacere
"Allora fallo" annuii 
Attaccò nuovamente le sue labbra sulle mie e mi afferrò per i fianchi per poi farmi saltare in braccio a lui legando le gambe attorno al suo bacino. Mi portò sul letto dove mi lasciai cadere mentre lui restò sopra di me
"Dillo Hol, dillo chiaramente" sussurrò con fare sensuale per poi sfilarsi la maglietta e lasciare così libera vista ai suoi pettorali scolpiti
"Fammi tua Dylan Johnson" riuscii ad esclamare e lui non se lo fece ripetere due volte

Tornò sulla mai bocca per poi farmi sedere e sfilarmi la maglietta. Ci stendemmo nuovamente e questa volta lui sopra di me. Iniziò a baciare il mio collo per poi scendere fino al petto e farmi inarcare la schiena così da poter sbottonare il reggiseno e gettarlo sul pavimento dove c'erano già le nostre magliette. Continuò a scendere fino all'ombelico; raggiunta la vita sbottonò i jeans per poi afferrarli dalle cosce e tirarli giù velocemente. Mi misi a sedere facendo scontrare di nuovo le nostre bocche come se mi servisse nuovamente ossigeno che trovavo solo nei suoi baci. Le nostre lingue si cercavano disperatamente, si scontrarono tra loro fin quando lui non mi morse il labbro facendomi sussultare e sorridere allo stesso tempo. Dylan sorrise visibilmente e io non persi tempo per poggiare le mani sull'elastico dei pantaloni della tuta e tirarli via

"Impaziente a quanto vedo" mi prese in giro tra un bacio e l'altro poggiando le mani sulle mie guance con delicatezza
"Sta zitto" risi
Con un movimento veloce e deciso tirò giù anche le mie mutandine lasciandomi completamente nuda davanti al suo sguardo che mostrava voglia e desiderio. Non nego che mi sentivo in imbarazzo nonostante questa non fosse la prima volta che ci osserviamo privi di indumenti.
"Non essere in imbarazzo piccola, sono io, puoi stare tranquilla con me" sussurrò al mio orecchio
Si mise a sedere nuovamente sfilandosi poi i boxer e riprendere con il bacio. Senza dire nulla mi entrò dentro con decisione facendomi sfuggire un gemito che soffocò con un bacio
"Non vorrai che i miei ti sentano" sorrise mentre lentamente iniziava a muoversi dentro di me
Aumentò il ritmo delle spinte sempre di più e io mi sentivo così dannatamente bene in quel momento. Avrei voluto tanto che quell'attimo non terminasse mai, che durasse per sempre, io, lui, e i nostri corpi uniti, che insieme, formavano un incastro perfetto.

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