The interview||L.H.||

Oleh danjr_3

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A soli 24 anni, Evelyn ha tutto ciò che ha sempre desiderato: il lavoro dei suoi sogni, un padre amorevole e... Lebih Banyak

Prologo
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Dieci
Capitolo Undici
Capitolo Dodici
Capitolo Tredici
Capitolo Quattordici
Capitolo Quindici
Capitolo Sedici
Capitolo Diciassette
Capitolo Diciotto
Capitolo Diciannove
Capitolo Venti
Capitolo Ventuno {Lewis}
Capitolo Ventidue {Evelyn}
Capitolo Ventitré
Capitolo Venticinque {Lewis}
Capitolo Ventisei
Capitolo Ventisette {Evelyn}
Capitolo Ventotto
Capitolo Ventinove
Capitolo Trenta
Capitolo Trentuno
Capitolo Trentadue {Lewis}
Capitolo Trentatré
Capitolo Trentaquattro {Evelyn}
Capitolo Trentacinque
Capitolo Trentasei {Lewis}
Capitolo Trentasette {Evelyn}
Capitolo Trentotto
Capitolo Trentanove
Capitolo Quaranta {Evelyn}
Capitolo Quarantuno
Capitolo Quarantadue
Capitolo Quarantatré

Capitolo Ventiquattro {Evelyn}

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Oleh danjr_3

Domenica, 6 agosto 2017

📍LA, 🇺🇸

Avere 25 anni era esattamente come averne 24.

Non mi sembrava essere passato così in fretta il tempo, da quando mi ero laureata.

Fuori era una bella giornata, c'era il sole ma non faceva troppo caldo. Mi vestii senza far caso a ciò che pescavo dall'armadio.

Il tavolo della cucina era interamente occupato dalla colazione che mio padre aveva preparato. C'era di tutto: uova, bacon, pancake, caffè, succo d'arancia e i miei preferiti, i muffin al cioccolato. Me li preparava sempre da piccola, soprattutto quando ero di malumore.

"Tanti auguri piccola mia!" Sentii la voce di mio padre dietro di me e mi voltai, vedendolo in piedi con le braccia aperte.

Non ci pensai due volte e mi avvicinai a lui. Mi strinse forte e cercai in ogni modo possibile di imprimere nella mia mente quel momento.

Mi sentivo davvero fortunata ad avere un padre come lui.

"Ti voglio bene, papà." Mi posò un bacio sulla fronte e poi, nascosta dietro lo stipite della porta della cucina, vidi Kate, che ci guardava e sorrideva. Le feci segno di avvicinarsi a noi due.

"Buon compleanno Eve." Mi abbracciò e mi sentii ancora più fortunata perché nella mia vita c'era anche lei.

"Beh, cosa stiamo aspettando, che i muffin si raffreddino?"

...

"Io e Kate dobbiamo darti una cosa." Mio padre si passò un tovagliolo sulla bocca, lanciando un'occhiata veloce alla moglie, e poi bevve un sorso di caffè. Si alzò piano dalla sedia e uscì dalla cucina ritornando con un pacco regalo tra le mani.

"Papà..." "Eve- mi interruppe,- so cosa stavi per dire e non è nulla di costoso o qualcosa del genere. Sappiamo che ti piacciono le cose semplici ma fatte col cuore, quindi dovrebbe piacerti. Dai su, aprilo." Sembrava emozionato e a dire il vero anche io.

Sciolsi il fiocco e scartai la carta color lilla. All'inizio pensai fosse un libro, anche se sulla copertina non c'era nulla, ma ben presto capii che era un album fotografico.

Lo aprii e vidi la prima foto.

C'era mio padre che mi teneva in braccio, entrambi sorridenti e felici, tutto accompagnato dal Santa Monica Pier alle nostre spalle.

Sotto c'era un'altra foto, una che non avevo mai visto. Ero appoggiata al vecchio tavolo di legno che avevamo in cucina, seduta con le ginocchia su una sedia e intenta a preparare dei biscotti al cioccolato, mentre mio padre era seduto accanto a me. Nella pagina affianco c'erano altre foto, in molte c'eravamo io e mio padre e in tante altre c'era anche Kate.

Non riuscii a trattenere le lacrime e mi lasciai andare in un pianto liberatorio, grata delle persone che avevo nella mia vita. "Grazie, è il regalo di compleanno più bello che abbia mai ricevuto, dico davvero." Tirai su col naso e sorrisi a Kate quando mi passò un fazzoletto.

"È stato bellissimo scartare tutte le vecchie foto, ce ne saranno ancora un centinaio in quella scatola." Kate indicò una scatola rossa appoggiata sull'isola della cucina.

"Cavolo—mio padre guardò l'orologio che aveva al polso sinistro e prese un ultimo sorso di caffè dalla sua tazza bianca con la Torre Eiffel in rilievo che gli avevo regalato anni prima—devo scappare, altrimenti faccio tardi."

"Ma come, lavori anche oggi?" Chiesi.
Speravo che almeno oggi non dovesse lavorare.

"Solo stamattina, stasera sarò tutto tuo, te lo prometto." Mi diede un bacio sulla fronte, come quando ero piccola, e poi baciò Kate.

...

Il mio cellulare squillò per la ventesima volta.

Sullo schermo apparvero una dozzina di messaggi di auguri per il mio compleanno e risposi a tutti con un 'grazie' e qualche emoticon carina.

Rose invece mi chiamò e fui felice di sentire la sua voce. "Allora, cosa fai stasera? Serata in discoteca?"

"Sì, certo.— sbuffai ridendo, —Sarà una serata tranquilla, con una cena in famiglia e un'enorme torta al cioccolato con le candeline."

"Sembra divertente." Mi prese in giro, ridendo.

"Se ci fossi tu qui sarebbe anche meglio."

"Lo so, lo so, ma questa volta dovrai stare senza di me." Lo schermo del cellulare si illuminò, segno che c'era un'altra chiamata in entrata.

"Aspetta un attimo, c'è qualcun altro che mi sta chiamando." Allontanai il telefono dall'orecchio per vedere chi mi stesse chiamando. Lewis.

"Uhm, devo andare Rose, scusa, ma ti chiamo più tardi, okay?"

"É lui?" Restai in silenzio per qualche millesimo di secondo e poi dissi "Sì".

"Allora ti lascio, salutalo da parte mia, mi raccomando." Scoppiai a ridere e terminai la chiamata, accettando quella in entrata.

"Buon compleanno piccola." Il mio cuore accelerò al nomignolo.

"Grazie." Sorrisi.

Dopo qualche secondo di silenzio aggiunsi, "Comunque per stasera volevo organizzare una cena in famiglia, sai una cosa tranquilla. Hai qualche impegno o-" "Una cena in famiglia? Con tuo padre e sua moglie?" Mi interruppe.

"Sì?" Suonò come una domanda ma poi mi resi conto che in effetti invitarlo ad una cena di famiglia avrebbe significato presentarlo a mio padre e a Kate. Ufficialmente.

Forse stavo correndo un po' troppo.

"No sai che c'è, non ti preoccupare, facciamo un'altra volta." Mi affrettai a dire, prima che si facesse strane idee in testa.

"No aspetta, per me va bene, dico davvero. Insomma è il tuo compleanno e voglio stare con te quindi mi farebbe piacere venire." Fui abbastanza sorpresa della sua risposta ma allo stesso tempo felice. Volevo passare il mio compleanno con le persone più importanti e lui era una di quelle.

"Ti voglio qui con me stasera, alle 8."

Anche quella domenica il tempo passò in fretta, tra messaggi di auguri e qualche telefonata.

Mio padre tornò da lavoro alle 6 e un po' mi dispiaceva per lui perché avrebbe dovuto cucinare anche quella sera, anche se non si sarebbe lamentato di certo.

Ovviamente entrò in casa con una decina di buste della spesa, tutte piene.

"Hai svaligiato il supermercato o cosa?" Scherzai e mi affrettai ad appoggiare le buste sul tavolo in cucina. Iniziai a tirarne fuori di tutto: pasta, verdure, carne.

Non sapevo cosa avesse in mente di cucinare, ma non mi preoccupai più di tanto.
Qualunque cosa avesse cucinato, sarebbe stata perfetta.

Si scorciò le maniche della camicia e si lavò le mani. "Inizia a tagliare i pomodorini." Alzai gli occhi al cielo: avrebbe cucinato lui, quindi io dovevo farmi da parte e limitarmi a fare cose tipo tagliare i pomodorini o mettere l'acqua per la pasta nella pentola. Era sempre così quando c'era lui ai fornelli.

Guardai mio padre prendere una padella e metterla sul piano cottura; aspettò che si scaldasse l'olio all'interno per poi aggiungerci i pomodorini che avevo già tagliato.

Non seppi bene il motivo per cui mi sembrò quello il momento giusto per dirgli che ci sarebbe stato anche Lewis quella sera, ma lo feci e basta. "Ci sarà qualcun altro con noi, stasera." Tagliai l'ultimo pomodorino e lasciai il coltello sul tagliere per andarmi a sciacquare velocemente le mani. "Pensavo che Rose fosse impegnata col suo lavoro, questa settimana e che non potesse essere qui per il tuo compleanno." Disse mio padre senza nemmeno spostare lo sguardo dalla padella.

"Infatti non è di lei che sto parlando."
"È Jeremy?" Chiese, ancora.

"Uhm no..." Mio padre e Kate si scambiarono un'occhiata, accompagnata da un sorrisetto strano.

"Cosa?" Chiesi, curiosa di sapere a cosa stessero pensando quei due.

"È il ragazzo dell'altra sera? Quello che hai incontrato al ristorante?"

"Lewis, giusto?" Aggiunse mio padre.

Il mio sguardo si posò su entrambi, che mi guardavano in attesa di un segno di vita da parte mia.

Poi sentimmo il campanello.

******************************************
N/A

CE L'HO FATTA!
Questo capitolo è stato quasi un parto...l'ho iniziato tipo la settimana scorsa e solo ora l'ho completato.
Il prossimo sarà dal punto di vista di Lewis, e credo proprio che inizierò a scriverlo subito...tipo ora.

Prima che mi dimentichi, nelle bozze ho una nuova storia, diversa da questa e stile 'Instagram'. Mi diverto un sacco a leggere storie di questo genere, quindi ho pensato 'perché no?'. Ho già delle idee molto carine, ma ovviamente vorrei sapere se vi piacerebbe leggere qualcosa di diverso🌼

Riguardo la gara di domenica...beh che dire...SPETTACOLARE.
È stata fantastica, nonostante l'incidente che ha coinvolto praticamente mezza griglia di partenza😂, ma sono davvero sollevata nel sapere che Nando e Charles stanno bene. Per un attimo mi è sembrato di tornare nel 2012(anche se avevo tipo 11 anni😱)...strano ma vero, Romain questa volta non c'entra niente.

Probabilmente non arriverete a leggere fin qui, ma nel caso in cui doveste farlo, già che ci siete, stellinate e commentate facendomi sapere cosa ne pensate del capitolo, della gara, di tutto.

Alla prossima😇

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