Holmes Chapel

By Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 26

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By Chia_Ct

"Esci!" Era la terza volta che mi ripeteva di uscire ed era anche la terza volta che gli dicevo che dovevo finire di prepararmi.
Ero ancora sotto la doccia mentre cercavo di togliere il sapone in eccesso dai capelli.

Sbuffai sonoramente dal continuo bussare alla porta e, infastidita da questo suo atteggiamento, usciì avvolgendomi nel largo accappatoio, per poi aprire sgarbatamente la porta di legno.

"Finalmente!" Esclamò quest'ultimo, sorpassandomi mentre si teneva le parti intime, per poi entrare di corsa e chiudersi la porta dietro.
Risi avvicinandomi alla mia valigia per incominciare a vestirmi, approfittando del fatto che fosse in bagno.

Feci in tempo a mettermi solo l'intimo che il rumore dello scarico mi fece agitare, mettendomi parecchio in difficoltà nell'infilarmi la maglietta.

Appena ebbe finito di lavarsi le mani uscì, trovandomi con la maglietta incastrata nella testa e un braccio infilato, mentre l'altro era rimasto ancora fuori, alla ricerca della manica.

Quando abbassai lo sguardo per poter intravedere le sue scarpe, balzai all'indietro ricordandomi di star indossando solo mutande e reggiseno.

"Harry!" Gridai generando una risata da parte sua. E mentre lui se la rideva indossai velocemente la maglietta coprendomi, il sotto del mio corpo, con un cuscino.

"Smettila di ridere." Lo rimproverai, sentendo le mie guance accaldarsi.
Si schiarì la voce lasciando sempre quello stupido sorriso sul viso.

"E comunque." Mi disse mentre cercavo di prendere i jeans che avevo appoggiato sul letto, cercando di spostarmi il meno possibile.
"Ti vedo dal riflesso." Indicò la vetrata dietro di me, facendomi sbarrare gli occhi e sedere pesantemente sul letto, tenendo sempre ben stretto il cuscino.

La sua risata aumentò, vedendolo ogni tanto piegarsi, agguantandosi la pancia e facendo sbattere ripetutamente la sua mano sulla gamba.
Notai particolarmente piacevole il suo modo di ridere. Come chiudeva gli occhi per poi stringerli, mentre la sua bocca era quasi completamente aperta facendo fuoriuscire la sua bellissima risata.

Afferrai i pantaloni rimanendo seduta, per poi alzarmi e sistemarmeli e, in tutto questo, ero rimasta in silenzio con le sopracciglia un po' aggrottate.

Vidi i suoi occhi alzarsi al cielo, mentre si appoggiava alla parete e guardarmi mentre mi allacciavo le scarpe.
C'era un grosso motivo per cui non mi ero messa a ridere con lui e potrebbe anche sembrare esagerato coprirsi con un cuscino, ma per me non lo era affatto.

"Sei pronta?" Mi domandò. Risposi con un semplice "si" per poi uscire e raggiungere i ragazzi nella sala per la colazione.
"Buongiorno." Sorrisi a tutti che stavano parlando e mangiando.

Guardai il buffet, notando la numerosa quantità di dolci. Come sempre mi guardai anche un po' attorno, notando la presenza di non molte persone.

Harry si era già fatto il suo piatto e si era seduto ad un tavolo vicino a quello dei suoi amici.
Dopo aver preso il piatto, ispezionai il tavolo davanti a me.

Una torta di mele ricoperta con il cioccolato stava chiamando il mio nome, ma appena abbassai lo sguardo per guardare le mie orribili gambe, indietreggiai prendendo solo una misera banana.

Quando mi sedetti difronte ad Harry, il suo sguardo si posò sulla banana che avevo davanti per poi posarsi sul mio viso.
"Che c'è?" Chiesi un po' infastidita provando ad aprire quella specie di pistola gialla.
Alzò le spalle continuando a guardarmi mentre imprecavo contro la povera banana. Con uno scatto la lanciai di nuovo sul mio piatto ed i ragazzi si voltarono istintivamente verso di me.

Sbuffai, tirando poi su con il naso, per poi ricompormi. Avevo una tremenda sensazione addosso che non riuscivo a mandare via, infatti me la stavo prendendo con una banana solo perché ero troppo stupida per riuscire ad aprirla.

"Claire." Mi richiamò uno dei ragazzi facendomi alzare la testa. "È tutto ok." Ripresi in mano la mia colazione, riuscendo finalmente ad aprirla con calma per poi morderla ed assaporarne il dolce sapore.

"Noi pensavamo che magari-" si interruppe Niall grattandosi il retro del collo. "Sarebbe meglio se ci andassimo solo noi ragazzi." Lo guardai torva, non capendo il senso di quella frase.
"Dagli Edwards." Risi leggermente finendo la banana e appoggiando la buccia sul piattino.

Assottigliai gli occhi guardando ognuno di loro prima di incominciare a parlare."Due uomini alti due metri e novanta mi hanno sorpresa dal nulla e mi hanno dato un fottuto pugno senza una ragione" Indicai il punto che ormai stava guarendo. "Ho atterrato due armadi con un Taser ed uno spray al peperoncino e sono scappata da un altro uomo che stava cercando di rapirmi per portarmi non so dove e non potrei sostenere una famiglia di ricconi del cazzo? Non credo proprio." Finiì il mio elenco sentendo solo il rumore dei loro respiri.
"Credevamo che forse ti saresti potuta riposare un po'." Disse gentilmente Liam, appoggiando una mano sulla mia spalla.

"Forse non avete capito che questa è una cosa che riguarda soprattutto me." Mi indicai "E IO vi ho coinvolto in tutto questo." Mi alzai di scatto, tenendo le mie mani strette in due pugni.

"Hai ragione." Annuì Niall provando a tranquillizzarmi. Ma ero molto arrabbiata per questo loro continuo bisogno di proteggermi. Sapevo che mi volessero bene e che stessero facendo tutto questo solo per me, ma non mi andava a genio che mi trattassero come una bambina incapace e debole.

"Vado in camera." Mi sforzai di sorridere, prendendo la chiave che era appoggiata sul tavolo, per poi dirigermi verso la mia stanza.

Appena arrivata tirai le chiavi in un punto indefinito della camera per poi prendere la mia valigia e sbatterla sul letto.
Claire calmati. Mi ricordò la coscienza, iniziando a fare tanti sospiri profondi.

Non avrei dovuto trattare in quel modo i ragazzi, con tutto quello che stavano facendo per me il minimo che potessi fare era ringraziarli e non sgridarli per qualcosa che stavano facendo senza un filo di cattiveria.

Ma io ero così. Quando toccavi il mio orgoglio, incominciavo a parlare senza controllarmi per poi pentirmene appena riprendevo i sensi. Dopo essermi schiaffeggiata mentalmente il bussare alla porta attirò la mia attenzione, per poi aprire a chiunque si trovasse aldilà.

I suoi occhi verdi stavano scrutando ogni mio movimento, li sentivo bruciare su tutto il mio corpo, ma provai a non dimostrargli l'effetto che avevano su di me.

Il silenzio ci accompagnò fino a quando scendemmo per fare il check out e rientrammo in auto per fare altri venti minuti di viaggio.

"Claire." Il mio nome fu sussurrato dal ragazzo biondo che avevo fatto sedere al posto davanti, dato che questa strada sarebbe dovuta essere tranquilla e priva di curve.
"Mi dispiace." Sussurrai guardando i suoi occhi azzurri come il cielo. "Io non volevo, sono solo ansiosa e me la sono rifatta con voi." Iniziai a muovere freneticamente le mani, vedendo poi la sua mano avvicinarsi alla mia per abbassarla.

"Va tutto bene." I suoi occhi erano leggermente lucidi, proprio come i miei. Ridussi le mie labbra in una sottile fessura per poi annuire, ricambiata dal suo dolce sorriso.

"Prima dovremmo passare dell'albergo." Ci informò Niall e, sia io che Harry, annuimmo come risposta, continuando il viaggio in completa tranquillità.

Arrivati a destinazione, entrammo nell'hotel facendoci accogliere dalla troppa aria condizionata, che mi fece rabbrividire. Insomma, non faceva poi così tanto caldo e non vedevo il motivo di mettere così alto il condizionatore.

Le due ragazze che si trovavano alla reception fecero un piccolo balzo, per poi sussurrare qualcosa l'una all'orecchio dell'altra.
Faccio finta di non aver visto niente. Mi dissi, respirando profondamente per poi avanzare insieme agli altri.

"Abbiamo delle prenotazioni a nome Malik." Zayn si toccò leggermente la barba, facendo quasi svenire la ragazza dai capelli corvini. "Abbiamo una tripla, una doppia ed una singola." Continuò a parlare notando la lentezza di quest'ultime, troppo impegnate a mostrarsi e a sistemarsi per poter fare il loro lavoro.

Una di loro mi guardò di sottecchi con un'espressione di disgusto sul viso.
Non ci diedi molto peso, continuai a torturarmi la povera pellicina dell'indice mentre attendevo.

Dopo averci informato delle varie tariffe e orari, anche se con un po' di difficoltà, ci allontanammo da quel bancone facendomi finalmente sospirare di gioia.

Fortunatamente sarei potuta rimanere da sola in camera per i prossimi tre giorni, dato che le serate con Harry non si erano rivelate poi così positive per me.

La stanza era molto spaziosa e nel complesso pulita. Il piccolo balcone dava la vista alla grande piscina dell' albergo e molte persone erano già in acqua o sedute sulle varie sdraio.

Il tempo cambiava radicalmente in questo periodo. Le giornate andavano da caldo afoso a vento che ti metteva i brividi, e oggi il vento caratterizzava la nostra giornata, quindi trovavo un po' azzardato fare il bagno.

Scrollai le spalle trovando estremamente inutile farmi monologhi interni su altre persone che neanche conoscevo, decidendo di scendere e cercare di non far aspettare gli altri.

Quando arrivai nella hall notai solo la testa di Louis, china sul cellulare.
"Bu!" Mi catapultai accanto a lui scuotendogli le spalle.
"Ma sei scema?" Quasi gridò mettendosi una mano sul cuore e respirando affannosamente.

Risi di gusto notando la sua faccia spaventata guardarmi anche con un po' di rimprovero.
"Si prega di non fare troppo rumore." Disse una delle due ragazze indicando il cartello dove c'era chiaramente scritto "vietato fumare", guardandomi con un falso sorriso mentre assottigliava gli occhi.

Appena mi rigirai verso Louis cercai di trattenere le risate, notando che anche lui stava facendo la mia stessa cosa, mordendosi un dita per non cercare di prenderla in giro.

Il rumore dell'ascensore ci fece alzare per poi andare incontro ai ragazzi e, successivamente, tutti posarono le loro chiavi sul bancone.

"Come sono le camere?" Incominciò a parlare la ragazza dai capelli neri che si morse il labbro inferiore guardando Harry.
"Belle?" Si chiese Liam, non riuscendo probabilmente a trovare un'altra risposta da dare a quella ragazza, disperata aggiungerei.

"Se avete bisogno di qualcosa, non esitate a chiamare." L'attenzione di tutti si focalizzò verso il suo seno, estremamente prosperoso, dato che si sporse in avanti proprio per catturare la loro attenzione, soprattutto quella del riccio, che le sorrise per poi voltarsi ed uscire.

A che cosa avevo appena assistito?

Un po' infastidita da quello che avevo appena visto, sbatteì forse con troppa forza la portiera della macchina. "Non farlo mai più." Mi sussurrò a denti stretti il ragazzo, facendomi annuire con un'espressione di scuse sul viso.

L'ansia mi stava completamente divorando. E se Perrie non ci avesse aiutato? E se avessimo sbagliato persona? E se non conludessimo niente dopo questo viaggio?

Sbuffai appoggiando la mia fronte sulla mano, ed incominciai ad accarezzare le mie tempie.
Stavo cercando di pensare al meglio...di essere ottimista. Ma quella sensazione non si decideva ad andare via e, di conseguenza, mi stava completamente risucchiando in quell'abisso buio e profondo che da anni stavo cercando di richiudere, ma che ogni volta provava a sotterrarmi e ero sicura che uno di questi giorni, non sarei più riuscita ad uscirne vincente.

"Claire siamo arrivati." La faccia corrugata di Harry mi risvegliò, fortunatamente, da quei brutti pensieri.
Annuiì forse più a me stessa che a lui, ispirando profondamente l'aria di Liverpool.

Giovani ragazzi stavano correndo verso la propria scuola con uno zaino sulle spalle. Ragazzi che scherzavano ed altri che comportavano per evitare qualche compito.

"Andiamo." La mano di Harry si posò sulla parte bassa della mia schiena per guidarmi verso quella maledettissima casa.
Percepiì anche l'ansia di Zayn che si stava torturando la povera barbetta, mi allontanai dal riccio per avvicinarmi a quest'ultimo che mi sorrise debolmente.

"Andrà tutto bene." Posai una mano sulla sua spalla, a quel tocco si fermò, guardandomi negli occhi per cercare un po' di forza, per poi stringermi in un abbraccio di conforto.

Dopo qualche minuto di incoraggiamento tra ragazzi iniziammo a camminare dietro al moro, che aveva messo la posizione sul suo cellulare della nostra destinazione.

Appena arrivati davanti al grande cancello oro, il mio cuore iniziò a battere con troppa velocità e, per cercare di calmarmi, studiai l'ambiente attorno a me.
Accanto al cancello il muro che lo teneva era di un color rosso scuro, tendente al marrone.

Quando mi affacciai dal cancello intravidi i prati ben tagliati, come gli alberi curati con altrettanta delicatezza.
La casa era dir poco enorme, sempre color rosso scuro con qualche sfumatura di oro.

"Suono?" Chiesi ai ragazzi per trovare un po' di coraggio nei loro occhi. Ma prima di premere il campanello guardai gli unici occhi che sapevano trasmettemi la sicurezza di cui avevo veramente bisogno.

Con le sopracciglia sempre corrugate annuì, incitandomi a pigiare quel dannato campanello e, appena lo feci, indietreggiai appena, avvicinandomi al gruppo di ragazzi.

Il cancellò si aprì e mi sembrò fin troppo strano e semplice. Avanzammo con lentezza guardandoci attorno con sguardo sospettoso.

"Malik." Una voce profonda attirò la nostra attenzione. Un uomo molto alto e muscoloso, dai capelli biondi e con le braccia spalancate, si presentò alla porta della sua presunta casa, guardandoci come se sapesse che saremmo arrivati qui.

"Edwards." Forse fu più una domanda, dato che la faccia interrogativa di Zayn era proprio come quella di tutti noi. Come faceva a saperlo?

"Vi stavo aspettando." Abbassò le braccia incominciando a fissarmi con uno sguardo a dir poco inquietante. Vidi la figura del riccio avvicinarsi di più a me, mentre avanzavamo con molta lentezza.
"Agent." Si inchinò ironicamente guardandomi, facendo rimanere sempre quel sorriso inutile sul suo viso, che non caratterizzava per niente l'atmosfera che si era appena creata.

"Adrian smettila." Una voce femminile mi fece corrugare la fronte, rivelandosi poi agli occhi di tutti noi.
La donna dai capelli castano chiaro avanzò accanto all'uomo, che scopriì chiamarsi Adrian, entrando con le braccia incrociate sotto al seno.
Si poteva notare subito la sua figura snella e i suoi occhi chiari come il ghiaccio, il suo aspetto ben curato e i suoi capelli raccolti in una crocchia perfetta.

"Come sapevate del nostro arrivo?" La voce profonda di Harry rimbombò nelle mie orecchie, facendomi meravigliare del suo spontaneo intervento.

"Colpa mia." La ragazza dell'altra sera, che mi si presentò con il nome di Alex, entrò in scena con una mano alzata e con un'espressione colpevole sul volto.
"Tu?" La faccia sorpresa di Harry era a dir poco esilarante in quel momento, come la situazione in generale.

Ci fu un altro bellissimo colpo di scena in tutto questo, come se non bastasse.
Una folta chioma bionda si fece spazio tra i due adulti. I suoi capelli platino erano raccolti in un'alta coda, il piercing al naso era sempre presente, proprio come ricordavo dal disegno che aveva fatto Zayn.

Il suo viso non era cambiato molto, era solo meno paffutello e più definito. Vidi gli occhi di Zayn sbattere ripetutamente, mentre le sue mani erano serrate in due pugni.

"So perché siete qui." Annuì la bellissima ragazza, che fece dei passi in avanti per poi scendere gli scalini e avanzare verso di noi.
"E vi aiuterò." Il suo sguardo si posò su di me sorridendomi appena, come se provasse pena nei miei confronti.

"Però entrare, non mordiamo." E con un'ultima occhiata, ritornò dentro casa mentre suo padre ci lasciò la porta aperta.
"Perché sei qui?" Harry e Alex erano rimasti dietro di noi e anche se stavano provando a sussurrare le parole, si poteva benissimo sentire la loro conversazione, dato che la voce di Harry era inevitabilmente roca e profonda.

"Voglio aiutare." Sussurrò anche lei "E vendicarmi."
Non notai però che Liam, che stava camminando davanti a me, si era improvvisamente fermato facendomi sbattere contro la sua schiena, dato che ero troppo impegnata ad origliare la conversazione dei due ragazzi dietro di me.

"Scusa." Mi spostai accanto a lui, il quale sguardo si abbassò leggermente sussurrandomi di non preoccuparmi.

"Volete qualcosa da bere." Nel frattempo Perrie si avvicinò al grandissimo ripiano della cucina, guardando di sottecchi il suo ex ragazzo. "Vogliamo solo parlare." Intervenni, sorpassando i ragazzi per poterla vedere meglio.

"Si, lo so." Sospirò incitandoci a sederci al grandissimo tavolo al centro della cucina.

"Io e Blake ci siamo messi insieme due anni fa." Si schiariì la voce, per poi continuare. "Dopo un anno però ho scoperto il suo vero lato, ha incominciato a picchiarmi per qualsiasi cosa. Ogni scusa era buona per tirarmi un pugno." Vidi i suoi occhi diventare subito lucidi, mentre la mascella di Zayn era sempre più serrata. "L'ho lasciato e sono scappata qui dai miei genitori, ogni giorno mi arriva una sua chiamata o una sua minaccia, ma non è mai venuto realmente a cercarmi."

Annuiì alle sue parole, mentre gli altri erano tutti impegnati a rielaborare le sue parole.
"Ma voi perché siete venuti da me?" Quasi rise asciugandosi le lacrime che erano segretamente scese, dato che non le avevo neanche notate.

"Perché volevamo sapere se avesse un punto debole." Mi alzai vincente, dato che finalmente la fortuna era dalla nostra parte.
"E lo abbiamo trovato." Alzò un sopracciglio sorridendomi per poi muovere la testa in segno di assenso.

"Non so se vi può interessare." Si strinse la coda guardandomi ognuno di noi.
"Stasera il mio ragazzo festeggia il suo compleanno." Saettai subito lo sguardo verso di Zayn, che però stava continuando a guardare il nulla. "Ci sarà anche Clayton, e Alex mi ha già spiegato tutto."

"Non verremo." Harry si alzò subito, lasciandoci con un rumore stridulo, a causa dello strisciare della sedia.
"Ci penseremo." Le sorrisi seguendo le azioni del riccio che, a differenza mia, era uscito con ben poca eleganza.

"Smettila di seguirmi." Non ascoltando le sue parole, continuai a seguire i suoi movimenti, cercando di stare ai suoi stessi passi.
"Ho detto smettila!" Gridò voltandosi verso di me. Spaventata indietreggiai, rischiando quasi di cadere.

I miei occhi erano leggermente strabuzzati, come i suoi.
"Devi lasciarmi in pace." Agitò la sua mano in aria, per poi toccarsi nervosamente i capelli.
"Certo, ti lascio in pace." Feci dei passi indietro, per poi sparire definitivamente dalla sua visuale.

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