Holmes Chapel

Autorstwa Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... Więcej

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 25

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Autorstwa Chia_Ct

Eravamo in viaggio da una mezz'oretta ormai e già la mia vescica stava chiedendo pietà.
Harry era già diverse volte che mi rivolgeva lo sguardo, dato che non smettevo di muovere le gambe per cercare di non farla sul sedile.
"La vuoi smettere?"

"Mi scappa." Lo pregai, cercando di fargli almeno un po' pena e di convincerlo a fermarsi.
"Scappa anche a me." Si affacciò Niall, ritornando velocemente indietro quando la cintura di sicurezza fece un forte scatto.

"Avvisate Zayn." Sbuffò rumorosamente.
Presi il nuovo cellulare per scrivere un messaggio a Liam, dato che Zayn stava guidando, avvisandolo con un "emergenza bagno."

Notai le due lancette diventare blu, segno che aveva appena visualizzato il messaggio.

"Ha visualizzato." Spensi il cellulare per rimetterlo nella tasca dei jeans.
Guardai il finestrino, il verde passava velocemente proprio come le macchine nella corsia accanto alla nostra.

Dopo una decina di minuti arrivammo ad un autogrill.
Scendemmo tutti e tre seguiti dai ragazzi nell'auto di Zayn.
"Aria che non sia quella della Holmes Chapel." Disse Louis, alzando le braccia al cielo ed ispirando l'aria.

Zayn gli diede una pacca sul petto, che aveva precedentemente gonfiato, facendogli ritirare la pancia.
"Ma perché dovete sempre picchiarmi." Si lamentò, facendo ridere i ragazzi che poi lo accompagnarono dentro l'autogrill.

"Tu non vieni?" Mi girai verso il riccio che stava fumando tranquillamente appoggiato al cofano della sua macchina.
"No" rispose solamente facendomi avanzare da sola.

Molti ragazzi erano fuori a fumare e a scambiare due chiacchiere.

Finito di fare i miei bisogni mi avvicinai al banco dove erano esposte tutte le delizie di questo mondo.

Fortunatamente avevo portato con me anche il mio portafoglio.
Presi due cornetti al cioccolato e due caffè lunghi, presi le bustine di zucchero e dopo aver pagato, mi avviai al parcheggio dove tutti i ragazzi, escluso Niall, stavano fumando e parlando.

"Eccomi." Alzai le buste ed i caffè che avevo in mano, facendogli capire che potevamo ripartire.
Entrati in macchina feci molta attenzione a non sporcare tutto ciò che riguardasse la sua auto.
"Sicuro di non voler venire davanti?" Avevo spiegato a Niall del mio problema con le curve e quindi mi aveva fatto gentilmente sedere sul posto accanto al guidatore.
"Tranquilla." Mi disse allacciandosi la cintura di sicurezza.

"Avevi fame." Commentò Harry guardando ciò che avevo in mano.
"In realtà ho preso qualcosa anche per te." Gli avvicinai la busta ed il caffè, spiegandogli cosa avevo, appunto, preso.

"Lo zucchero non lo voglio." Lo allontanò, porgendomelo nuovamente.

"Me ne dai un morso?" Chiese Niall guardando l'amico che con il capo fece un segno di negazione, facendo imbronciare il biondo.
"Tieni." Lo avvicinai alla sua faccia e dopo averci dato un piccolo morso ricominciai a gustarmi il dolce cornetto.

Durante il viaggio ci fu completo silenzio, a parte il piccolo russare di Niall.
"Quanto manca?" Sbadigliai sentendo il sonno prendere il sopravvento.
"Venti minuti." Si stava già facendo tardi e dovevamo ancora cenare.
Non eravamo partiti molto presto. Avevamo avuto dei problemi con l'auto di Zayn ed eravamo rimasti per ore a cercare di farla partire.

Notammo un continuo bagliore di luce provenire da dietro di noi. Capimmo subito che Zayn stava sfanalando, infatti Harry si accostò di lato per poi scendere dopo un "aspetta qui."

Mi girai lasciando uno sguardo a Niall che era ancora nel mondo dei sogni, per poi seguire con lo sguardo i due amici che stavano tornando nelle proprie automobili.
"Che succede?" Si sedette sospirando, appoggiando il cellulare sul cruscotto e appoggiando la testa sul sedile.

"La strada è chiusa." Si strusciò le mani sul viso visibilmente stanco.
"Non ce ne va bene una." Mise in moto, facendo segno a Zayn di andare avanti.

"E adesso?" Avevo già detto a Louis che avevo un brutto presentimento, ma questa sensazione continuava a persistere anche dopo questa notizia.

"Ci fermiamo in un hotel qui vicino." Presi il mio portafoglio per poter controllare quanto avessi potuto spendere, ma notai che ormai i soldi erano scarsi e non sarei riuscita neanche a pagare per una notte.

"I-io non ho abbastanza soldi." Dissi sempre guardando in basso e riportando il portafoglio al suo posto.
Svoltò verso destra rivelando la scritta hotel in bianco.
"Harry..." sussurrai sempre guardando la lunga struttura.
"Non importa." Si tolse la cintura ed uscì con un "sveglialo".

Lo guardai entrare insieme ai ragazzi mentre provai a svegliare Niall nel modo più delicato possibile.
"Niall svegliati." Scossi la sua spalla e smisi appena sentiì un mormorio incomprensibile.

Mi guardai un po' attorno guardando quanto fosse tutto estremamente buio e silenzioso.
Non molto lontano vidi una strana figura guardarmi, aggrottai le sopracciglia e assottigliai gli occhi per identificare meglio la sagoma.

"Niall." Non seppi bene cosa stessi toccando, probabilmente i suoi occhiali. Ma non volevo distogliere lo sguardo da quella persona.
"Niall c'è qualcuno svegliati!" Dissi più prepotentemente vedendolo subito alzarsi e raggiungermi accanto.

"Dove." Si tolse gli occhiali stropicciandosi gli occhi per svegliarsi.
Appena fece in modo di guardarlo lo vedemmo correre dal lato opposto, scomparendo nel nulla.

"Entra!" Mi scosse la spalla. "Veloce!" Mi indicò l'entrata facendomi correre verso di essa.

Appena entrai, in maniera non del tutto delicata, i ragazzi si voltarono verso di me, compreso il giovane ragazzo dietro il banco.

"Che succede?" Chiese Louis con in mano la sua carta di identità.
"Non siamo soli." Dissi con voce rotta, guardando ognuno di loro.

Il giovane receptionist mi stava guardando come se fossi una pazza, ma non mi importava più di ciò che pensavano gli altri, quindi non ci diedi molto peso.

"Scusaci, ma è un po'..." fece segno sulla testa fischiettando mentre faceva ruotare il dito vicino alla sua tempia, in poche parole mi stava dicendo che non ero molto normale.

Liam e Zayn gli sorrisero mentre Niall entrò tanto velocemnte quanto me due minuti fa.
"Era solo un pipistrello." Sorrise a tutti spostandosi il ciuffo.
"Carta di identità?" Chiese spingendomi in avanti e tirando fuori il suo documento.

"Si, carta di identità." Il ragazzo incominciò a digitare qualcosa al computer, per poi prendere la carta di identità di tutti quanti.
"Era solo un barbone." Tirò le chiavi dell'auto ad Harry che le prese al volo, mentre mi sussurrò all'orecchio.

"Non abbiamo stanze singole a disposizione." Figuriamoci, pensai.
"Ho tre camere doppie, una con letto matrimoniale che costa meno delle altre." Ispirai buttando fuori l'aria altrettanto silenziosamente.

"Puoi dirci i prezzi?" Chiese Zayn picchiettando il cellulare sul bancone.
"Letti singoli settanta sterline a persona e matrimoniale cinquanta." Sarei svenuta da un momento all'altro.

Harry mi guardò per poi prendere parola.
"Io e Claire prendiamo la matrimoniale." I ragazzi si voltarono annuendo, notando la mia espressione dispiaciuta.

Pagammo subito e ci dirigemmo verso l'ascensore, dandoci appuntamento nella hall.

"Mi dispiace." Dissi a tutti fermandomi.
"Io ho solo i soldi necessari per rimanere tre giorni, non ne ho altri. Non volevo farvi spendere così tanto."

"Claire non ti preoccupare. È l'ultimo dei nostri problemi." Provò a tranquillizzarmi Louis, indicando tutti noi.

I ragazzi decisero di andare a piedi in camera, mentre io ed Harry prendemmo l'ascensore.
"Grazie, ti ridarò i soldi." Il suo sguardo era rivolto verso la porta e poi lo abbassò verso di me.

"Come vuoi." Sembrava più serio del solito, non aveva ancora fatto nessuna battutina o sorrisetto malizioso. Era impassibile a qualsiasi cosa dicessi o facessi.

"Devo spiegarti prima una cosa però." Si fermò di scatto facendomi quasi cadere, dato che inciampai sulla sua valigia.
"Cosa?" Mi ricomposi, togliendo il mio piedi da sotto la sua valigia.

"Non prenderci troppo l'abitudine." Corrugai la fronte, non capendo a cosa si stesse riferendo.
"A baciarmi." Tirai indietro il collo, presa alla sprovvista.
"E cosa c'entra adesso?" Dissi quasi ridendo, non trovando un senso logico a questa sua frase.

"Non voglio che succedano altre cose di quel tipo" E dopo ciò si incamminò verso la camera 204 facendomi sbattere ripetutamente gli occhi, per poi arrendermi al suo comportamento, che credo mai capirò.

La stanza era molto spaziosa e pulita, di solito controllo prima il bagno per evitare qualsiasi cosa disgustosa, ma niente di ciò apparve ai miei occhi.

"Tra dieci minuti dobbiamo scendere." Mi informò dopo che chiusi la porta del bagno.

Il mio stomaco brontolò, facendomi ricordare il motivo per cui ci saremmo dovuti trovare tutti nella hall.

"Mi preparo, se vuoi scendere vai." Gridai per far in modo che mi sentisse, posando la valigetta sul ripiano del lavandino.

Appoggiai le mani su di esso, controllando il mio viso, e, presa la piccola pomata, iniziai a spalmarla per poi sentire un forte sospiro susseguito dallo sbattere della porta, che fece tremare anche quella del bagno e mi fece chiudere gli occhi di scatto.

Li riapriì sospirando per poi scegliere qualcosa di carino da indossare. Avevo portato alcune cose che avevo comprato insieme a Matt, e ne fui veramente grata.

Il tutto era accompagnato anche da degli occhiali da sole, che ovviamente non indossai essendo quasi le otto.

Dopo aver preso la chiave, che era appoggiata sul tavolo accanto alla tv, corsi di sotto, non volendo farli aspettare.

"Abbiamo trovato una pizzeria." Mi sedetti sul bordo della poltrona, dove era seduto il moro.
"In modo da non spendere troppo." Alzò lo sguardo verso di me sorridendomi.

"Era da tanto che non mangiavamo pizza." Scherzai facendo ridere tutti, escluso Harry ovviamente.
Alzai gli occhi al cielo alla sua freddezza, decidendo poi di avviarsi.

Rientrai in auto con Harry, anche se con mala voglia, un po' sollevata, però, al pensiero che ci fosse anche Niall.

Iniziai a tossire, sentendo un fastidioso prurito alla gola. Non avevo bevuto per tutto il viaggio e ne sentivo il bisogno.

"Tutto ok?" Sentiì la voce di Niall, feci con il dito segno che fosse tutto ok, incominciando però a massaggiarmi la gola.

Appena arrivati Harry si accese una sigaretta, facendoci capire che ci avrebbe raggiunto appena avesse finito.

Per fortuna avevamo prenotato in tempo. Il locale era completamente pieno, con la maggioranza di ragazzi della nostra età. Gruppi di amici o di coppiette invadevano il locale con il loro chiacchiericcio e le loro risate.

Il nostro tavolo era rotondo e molto largo, di un legno scuro luccicante.
"Mi piace qui." Avvicinai la sedia al tavolo per poi guardare il locale.

Il colore predominante era sicuramente il rosso. Le pareti, il pavimento e le maglie dei camerieri erano di un rosso accesso. A conformare il tutto c'era il marrone dei tavoli e delle sedie e il bianco spiccava in alcune parti del muro.

"Quel ragazzo ti sta fissando da quando siamo entrati." Picchiettò sulla mia spalla Liam, indicandomi con gli occhi difronte a se, dove la sedia era vuota, dato che ci si sarebbe dovuto sedere Harry. E adesso mi stava dando la completa visione alla tavolata di ragazzi.

Il ragazzo era biondo e sussultò appena quando vide che anche il mio sguardo era rivolto verso di lui, segno che l'avevo beccato a fissarmi.
Mi sorrise agitando la mano a mo di saluto, ricambiai il sorriso prima che Harry si sedesse e mi tappasse la visuale.

"Siete pronti per ordinare?" La ragazza digitò qualcosa sul suo blocchetto digitale attirando poi l'attenzione di tutti i ragazzi.

I suoi capelli castani arrivavano fino alle spalle, i suoi occhi erano scuri e piccoli, ma evidenziati da non molta quantità di mascara, e il viso era dolce e delicato contornato da un po' di illuminante color oro che dava luce a al suo viso chiaro.

Il suo sorriso mostrò il piccolo piercing color argento, che mi sembrava si chiamasse smiley, ma non ne ero certa.

Ordinammo tutti la nostra pizza, io presi quella al salamino, avevo voglia di piccante e avevo già lacquolina in bocca al pensiero di una bella pizza filante.

"Hai intenzione di parlare con quel ragazzo?" Liam stava insinsendo sulla questione ragazzi, anche se mi aveva rivolto solo uno sguardo innocente.
"E tu con quella ragazza?" Risi indicando la cameriera di poco fa, dato che gli occhi di tutti stavano ancora seguendo il suo sedere.

"È più stile Zayn." Risero insieme dandosi un piccolo pugno e facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Parlando di cose più importanti." La voce di Harry arrivò alle orecchie di tutti, facendoci attendere qualche secondo prima che continuasse a parlare.

"Che cosa avete intenzione di fare con i genitori di Perrie. Non mi sembra una genialata andare a casa loro senza un motivo credibile." E non aveva tutti i torti, a volte le cose più banali erano quelle più complicate da gestire.

"Perché non andiamo prima da Perrie?" Guardai tutti per cercare approvazione da qualcuno. "Ne parliamo prima con lei e poi-"

"Abita con i genitori." Non mi fece neanche finire di parlare che, come sempre, doveva avere l'ultima parola. Guardai Harry in malo modo, ma come sempre se ne fregò, prendendo un sorso di birra non staccando mai lo sguardo da me.

"Perché non gli diciamo subito la verità allora." Affermai stanca di inventare sempre scuse. "Diciamo la verità e basta." Sbatteì le mani sul tavolo, facendo rimbalzare tutto.

"Certo." Rise il ragazzo difronte a me, facendomi già salire la rabbia.
"Hai un'idea migliore nella tua testa ricoperta di riccioli?" Alzò un sopracciglio facendo uscire un piccolo sorriso.
"No, ma qualsiasi idea sarebbe migliore della tua." Scosse la testa appoggiandosi completamente alla sedia, guardandomi con un'espressione di sfida.

"Non mi guardare con quella faccia." Lo indicai prendendo anche io un sorso dalla mia coca, che magari non faceva effetto come il suo bicchiere pieno di birra.

"Così come?" Non gli avrei dato spago...o almeno...non più.
"Voi cosa ne pensate?" Notai come i ragazzi si fossero distaccati dalla conversazione in generale, ma mi ricomposi subito schiarendomi la voce.
"Credo sia l'idea migliore tra tutte quelle che mi sono venute in mente." Scrollò le spalle Zayn, seguito dai vari segni di affermazione degli altri ragazzi.

Guardai vincente il ragazzo che poco prima stava sorridendo. Adesso aveva un'espressione seria e corrugata, come sempre d'altronde.

Harry si alzò di scatto entrando velocemente in cucina. Sbarrai gli occhi alzandomi di conseguenza, anche gli altri seguirono la mia stessa azione, sbalorditi dal suo comportamento.

Lo vedemmo uscire assieme alla ragazza di poco fa, ci fulminò con lo sguardo uscendo fuori dal locale, dopo che Zayn lo fermò col braccio.

"Che diavolo stai facendo?" Sussurrò a denti stretti per non dare troppo nell'occhio.
Lui non gli rispose, si portò fuori la ragazza e ci lasciò lì con mille domande in testa.

"Sediamoci, non dobbiamo farci notare troppo."
Anche se sarei voluta uscire per ascoltare la loro conversazione, feci come mi avevano detto ed aspettai il suo rientro.

Le pizze erano già arrivate da un po' e ormai avevamo incominciato a mangiare anche senza la presenza di Harry.

Appena pensai al suo nome lo vidi entrare mentre si scuoteva l'ammasso di capelli che aveva in testa.

"Lei può aiutarci." Disse solo iniziando poi a mangiare la sua pizza in completa tranquillità.
"Vuoi dirci solo questo? Dopo una sceneggiata davanti a tutti?" Posai le posate sul piatto che causò un fastidioso rumore.

"Poi vi dirò tutto, ma quando ci sarà anche lei." La sua voce era tranquilla a differenza della sua faccia contratta.

Lasciammo perdere, volendo evitare eventuali litigate. Cenammo un po' in silenzio, tranne il leggere chiacchierare di Niall e Louis.

Appena il conto fu pagato uscimmo fuori, aspettammo che la ragazza arrivasse.
"Possiamo andare." Rivolse sempre lo sguardo verso il basso, seguendo Harry dopo che cercò di non farsi notare troppo da noi. Forse molto in imbarazzo dopo la cosa avvenuta prima.

La feci sedere sul sedile anteriore, aspettando con ansia che incominciassero a parlare...o almeno accennassero qualcosa.

"Ti ho chiamato un sacco di volte." Sussurrò debolmente, continuando a guardare attraverso il lucido finestrino.

Le strade erano erano ancora piene di gente e le luci illuminavano la città, anche se debolmente.

"Non dovevi chiamarmi." Sterzò. Le sue mani erano ben serrate al volante, generando il solito color giallo sulle nocche, che ormai conoscevo bene, soprattutto quando cercava di mantenere la calma.

"Volevo solo dirti che-" la interruppe come faceva con tutti. "So che è vivo."

In tutto questo io e Niall ci stavamo scambiando degli sguardi strani e di completa incomprensione.

Appena fummo nella Hall Harry ordinò a tutti di andare in camera nostra.

Cinque minuti dopo eravamo riuniti nella medesima stanza. Io mi ero seduta sul comodo letto dove accanto a me c'era la ragazza sconosciuta.

"Comunque io mi chiamo Alex." Avvicinò la sua mano alla mia "Claire."

"Da quanto conosci Harry?" Giocai con un piccolo filo uscito dalla cucitura delle lenzuola.
"Più o meno tre mesi." Pensai a quanto tempo fosse trascorso da quando Blake ci aveva minacciato, o forse dovevo dire Clayton.

"Puoi iniziare a parlare." Entrò in scena Harry con i capelli completamente bagnati e vestito con dei pantaloncini e una canottiera bianca.

"Ovviamente vi starete chiedendo come faccia a conoscere Harry." Rise guardandolo "Non sono quel tipo di ragazza. Lo conosco perché lavoravamo entrambi per Blake." Sospirò notando gli occhi di tutti su di lei.

"Lui ha lasciato prima di me. E io non capivo il perché l'avessero lasciato andare prima di me. Entrai nell'ufficio di Blake senza il suo permesso, vi risparmio i dettagli di cosa è successo appena l'ha scoperto." Si torturò le mani in preda dall'accumulo dei ricordi, riconoscevo quello sguardo. "Ho sbirciato in vari fogli. E ho visto che Blake aveva alcuni debiti con Clayton per conto della droga." Prese un grande respiro per poi rincominciare a parlare. "In poche parole ho scoperto che c'è sempre stato un conflitto tra di loro. Non sono alleati, loro sono nemici. Si odiano a vicenda da anni ormai e non finirà." Scosse la testa imperterrita.

"Almeno che non interveniate voi."

"Clayton non è il nemico Harry, lui vuole riallacciare i rapporti con te e proteggerti da Blake." Vidi Harry alzarsi, visto che precedentemente era appoggiato al mobiletto. "Perché proprio adesso?" Era evidentemente nervoso dato che non smetteva di toccarsi i capelli.

"Per lei." Mi indicò facendomi alzare entrambe le sopracciglia.
"Onestamente." Disse Zayn toccandosi le tempie "Non ci capisco un emerito cazzo."

"Clayton può aiutarvi da Blake."

"Se mai ci dovesse aiutare." Mi stoppai cercando il suo sguardo, che arrivò se pur molto lentamente e insicuro.
"Non sarà un incontro di sole parole vero?"
Scosse la testa in segno di negazione, serrando le labbra in una linea sottile.

"Ma potreste salvarvi." Sussurrò guardando tutti quanti.
"Adesso basta. Andiamo a letto." Si massaggiò le tempie il riccio, sedendosi sul letto e chiudendo gli occhi.

"Hai bisogno di un passaggio?" Chiese gentilmente Zayn alla ragazza, che annuì debolmente per poi salutarmi con un leggero cenno della mano. Uscirono tutti dopo averci dato la buonanotte.

Domani sarebbe dovuta essere una lunga e difficile giornata, quindi sarebbe stato meglio dormire.

Appena mi sdraiai affianco a lui, si alzò di scatto prendendo il pacchetto di sigarette ed uscendo nel terrazzino.

Lo seguiì, volendo prendere una boccata d'aria.

"Non ho voglia di parlare, quindi puoi anche rientrare." Indicò la porta, dopo aver aspirato e aver buttato fuori una fitta quantità di fumo.

"Non rompere." Alzai gli occhi al cielo appoggiandomi al balcone, sentiì una leggera risatina, ma non distolsi lo sguardo dal cielo stellato.

"Stai bene?" Magari mi avrebbe riso in faccia o avrebbe evitato di rispondere continuando a fumare, ma speravo che si aprisse con me.
"Alla grande." Le mie piccole speranze svanirono non appena la sua risposta uscì da quella bocca, tanto bella quanto tagliente.

"Non ti apri mai con nessuno tu?" Dissi spontaneamente, aggiustandomi i vari ciuffi che svolazzavano a causa della leggere brezza primaverile.

Mi guardò stranito, come se avessi detto qualcosa in arabo.
"No?" Ripetei alzando un sopracciglio, staccandomi dal freddo balcone.

"Ti ho detto che sto bene." Alzò le braccia assieme alla sigaretta che stava quasi per terminare.
"Se, certo." Annuiì alzando gli occhi al cielo, pronta per rientrare nella camera.

"Se ti dicessi che non sto bene cambierebbe qualcosa?" Mi fermai tra l'esterno e l'interno, quasi schiacciata dalla porta finestra.

Usciì nuovamente chiudendo velocemnte la porta e voltandomi verso di lui.
"Di solito fa bene sfogarsi un po'." Sbatteì i due pugni tra di loro alzando di poco le spalle, unendo poi le mie mani ormai gelide.

"A me non fa niente." Gettò la sigaretta nel nulla, dopo un ultimo e inutile tiro. Si sedette su una delle due sedie che erano qui fuori appoggiando i piedi sul piccolo tavolino traballante.

"A te non fa mai effetto niente, Harry." Dissi esasperata in cerca di una sua risposta o di una semplice reazione.
"Solo perché è da un po' che ci parliamo, non significa che tu mi conosca." Era sempre bravo a mettere quella maschera da duro senza cuore, ma io sapevo che quello era solo una piccola parte di Harry Styles, probabilmente doveva scoprire anche lui stesso chi fosse in realtà.

"Non ho detto questo." Mi sedetti anche io, cercando un modo di farlo sfogare con me. Volevo che si fidasse e che capisse che sarei stata disposta ad aiutarlo in qualsiasi modo, pur di vederlo veramente felice.

"Non puoi aiutarmi Claire." Sussurrò avvicinandosi al mio viso, anche se il tavolo ci dava quella giusta distanza di sicurezza.
"O forse sei tu che non vuoi essere aiutato." La mia voce era sempre più flebile, per paura che potesse ferirlo in qualche modo, ma mi dimenticavo che quasi niente e nessuno feriva l'invincibile Harry.

"È meglio dormire." Serrò la mascella, strisciando la sedia in dietro ed entrando sgarbatamente nella stanza.

Mi morsi il labbro inferiore, appoggiando la testa sulla sedia ghiaccia quanto le mie mani.

La luce della camera si spense, facendomi capire che non era sua intenzione riuscire ad instaurare una semplice conversazione tra adulti.
Sapevo che nella sua testa era un completo di domande senza risposte, vedevo anche della paura nei suoi occhi, ma non so se fosse veramente quella la sensazione che stava provando ultimamente.

Sospirai decidendo di entrare dato che la giornata di domani sarebbe dovuta essere molto lunga e dura.

Dopo essermi lavata i denti entrai nel letto, coprendomi solo con il leggero lenzuolo bianco.
Pensai un po' prima di addormentarmi definitivamente. Sentivo il suo continuo girarsi e rigirarsi, che aumentavano la mia difficoltà nel prendere sonno.

***
"Harry..." sussurrai debolmente accendendo la luce della bajour che, inizialmente, mi sembrò quella di un faro.
"Dormi." La sua voce roca arrivò alle mie orecchie, facendomi intendere che si fosse svegliato da poco anche lui.

"Che succede?" Mi alzai col busto, restando però seduta sul letto e coperta dal lenzuolo.
"Non riesco a dormire." Rispose ovvio, dandomi sempre le spalle.

Smisi di fargli domande, avrei aspettato quando fosse stata pronto, se mai avesse voluto sfogarsi con me.
Non volevo insistere, anche perché era la prima a cui davano noia le persone troppo insistenti e ripetitive.

Mi sdraiai nuovamente voltandomi dalla parte opposta alla sua, dandogli le spalle.
"Tu hai intenzione di tornare da tuo padre?" Lo sentiì sospirai, voltandomi per guardare la sua schiena contrarsi ad ogni suo respiro.
"Non ci capisco più un cazzo." Il letto tornò alla normalità non appena si alzò per incominciare a fare su e giù per la stanza.

"Harry io so che è difficile." Mi alzai di nuovo appoggiando una mano sul cuore.
"E so che quello che ti sto per dire potrebbe anche non interessarti. Tu puoi allontanare me, la ragazza di prima, Sally...ma non farlo con i ragazzi." Mi fermai, notando la sua figura avvicinarsi con calma.

"Loro ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Anche se sei una delle persone più forti che io conosca, non dico che tu debba fidarti di me. Ma su loro non devi neanche dubitare un secondo." Indicai la porta, come se i ragazzi si trovassero fuori da essa.

"Sono fatto così." Il suo sguardo adesso era puntato verso di me, come se non riuscisse a guardare altro.
Annuiì per poi decidere di raccogliere i miei capelli in una treccia.

"L'altra sera." Feci segno di continuare con la voce, mentre stavo cercando di farmi una treccia decente.
"Mi hai baciato." Le mie braccia si fermarono in automatico, proprio come il mio battito cardiaco e tutto il resto del mio corpo.

"Già." Ormai avevo capito che non si fosse dimenticato di quell'episodio, già da quando mi aveva quasi fatta cadere nel bel mezzo del corridoio solo per accertarsi che non lo baciassi nuovamente.

"E non capiterà più tranquillo. Non volevo darti fastidio o roba del genere." Finiì di farmi la treccia. In realtà perché non volevo alzare lo sguardo, non avendo il coraggio di guardare i suoi magnifici occhi che avrebbero potuto scoprire anche le cose più nascoste e remote, che avevo e stavo cercando di far rimanere dentro di me.

"Guardami negli occhi." Titubante alzai leggermente lo sguardo, trovando già il suo diretto verso il mio.
Dopo essere salito nuovamente sul letto, si avvicinò a me rimanendo fermo a fissarmi mentre i nostri respiri si scontravano tra di loro.

"Che cosa provi Claire." Sussurrò, accarezzando delicatamente le mie labbra. Guardai i suoi gesti sicuri scontrarsi con i miei impacciati. Ero immobilizzata e ipnotizzata da lui.

E capiì subito quale fosse il suo scopo, e ci stava riuscendo in pieno.
Prima che potesse farmi fare cose di cui mi sarei pentita in futuro, corrugai la fronte allontanando la sua mano piena di anelli da me.

Mi sdraiai nuovamente cercando di spingerlo, il più lontano possibile da me, con i miei piedi.

"Mi fai male." Mi prese un piede, cercando di farlo stare fermo.
"Allora levati." Dissi a denti stretti, tirandomi via dalla sua presa.

Ispirò con il naso vedendo il suo petto gonfiarsi e, appena si sdraiò accanto a me rivolgendomi le spalle, spensi la luce. Facendoci cullare dal buio.

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