Holmes Chapel

By Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 21

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By Chia_Ct

Non mi ricordo come, quando o perchè. Ma ero sdraiata nel mio letto con ancora addosso il vestito della sera prima, non avendo voglia di pormi altre domande, un po' titubante sul da farsi, decisi di farmi una bella doccia e, dopodiché, mi diressi verso la cucina dove Niall e Louis mi stavano aspettando, ovviamente mi presentai con degli abiti da barbona e un con volto ben rilassato, ma che agli occhi degli altri sarebbe potuto sembrare pura stanchezza.

Non feci neanche in tempo a mettere piede in cucina che Louis mi venne subito incontro "Vatti a vestire signorina! Andiamo a fare colazione fuori tutti insieme da Tommy." Mi disse con molto entusiasmo, girandomi le spalle e accompagnandomi verso la mia camera.
Indossai dei jeans semplici, una maglia grigia leggera e delle scarpe sportive. In realtà ero molto contenta di andare fuori tutti insieme, solo che non volevo vedere di nuovo la faccia di Harry.

Appena fummo all'uscita del palazzo scrissi un messaggio a Matt, l'unico che mi avrebbe potuto salvare dal caratteraccio del riccio, dato che, il mio nuovo amico, mi aveva dimostrato un bell'atteggiamento. Dopo aver avvisato i ragazzi, mandai un messaggio a Matt che mi rispose immediatamente, volevo veramente conoscerlo meglio e presentarlo anche agli altri.

"Allora questo tuo amico è gay?" Chiese Niall mentre guidava verso il bar di Tommy.
"Esatto, ed è anche molto carino."annuiì a me stessa come una cretina. "E simpatico." Aggiunsi.
"Siamo arrivati!" Affermò Louis entusiasto, solo lui poteva avere tutta questa energia di mattina.
"Tommy!"esclamammo tutti insieme appena fummo dentro.

Il dolce Tommy ci raggiunse cingendoci in un caloroso e grosso abbraccio.
"Claire! Ma che hai fatto all'occhio." Esclamò preoccupato il vecchio, che si avvicinò a me studiando il mio povero occhio che non riusciva a guarire.
"Ma ti hanno portato al pronto soccorso?" Si riallontanò sempre con il suo sguardo puntato nei miei occhi.
"No..." sussurrai per paura di una sua reazione eccessiva, anche se non mi sembrava il tipo.

Lo vidi girarsi verso i due ragazzi, ma prima che potesse dire qualcosa lo interruppi, non volendo rovinare una bella mattinata in compagnia.
"Tommy poi ne riparliamo ok? Ma non oggi per favore." Mi spostai davanti a lui per attirare la sua attenzione, annuì debolmente tornando dietro il banco.

L'entrata di Matt fece ritornare il sole che era stato sostituito dalla piccola nuvoletta.
Ci sedemmo ad un grande tavolo e appena arrivarono tutti si presentò.
In realtà non eravamo tutti, Harry non era ancora arrivato e curiosa chiesi informazioni su di lui a Zayn, dato che era accanto a me.
"Aveva un incontro fuori città." Non mi guardò negli occhi e questa cosa mi fece dubitare, ma annuiì ugualmente e ordinammo per la nostra colazione.

Appena mi si presentarono davanti la mia brioches alla nutella e il cappuccino, mi fiondai nel paradiso del cibo.
Era da tanto che non facevo una colazione da campioni. E anche se mi sentivo un po' piena, ero soddisfatta della bella mattinata.

Matt fece amicizia con tutti, trovandosi subito molto bene con Louis. Avevano molte cose in comune come la musica, il tennis e le varie marche di scarpe.
Pronti per uscire la voce di Matt mi fece voltare.
"Ora tu verrai con me a fare shopping." Mi ordinò. Fortunatamente, sempre la stessa mattina, Tommy mi aveva dato i soldi e, dopo aver contribuito per le varie tasse della casa, volendo subito dare la mia parte a Niall per paura di dimenticarmene, mi erano rimasti alcuni soldi per svagarmi un po' e infatti entrai nella sua macchina diretti verso il centro.

Eravamo già entrati in cinque negozi e non eravamo mai usciti da essi senza una busta zeppa di roba in mano.
"Sono le cinque, mangiamo qualcosa?" Non avevamo pranzato, troppo immersi nello shopping, ma la mia pancia stava brontolando e l'odorino di crepês non aiutava affatto.
"Oh no non mangerò la crêpes." Si allontanò da me recitando una parte da finto ragazzo a dieta.
"Io ci vado, se mi vuoi seguire bene." Alzai le spalle dirigendomi verso la gelateria.

"Ti giuro che se poi non mi entrano più le cose che ho comprato ti vengo a cercare e ti riempio di botte." Alzai gli occhi al cielo e entrai nel mio paradiso, voltandomi verso di lui che era rimasto fuori che poco dopo mi raggiunse, non smettendo più di sospirare e sbuffare.

***
Matt mi aveva appena accompagnata, erano le sette, e non c'era ancora nessuno a casa.
Posai le mie borse sul letto e incominciai a sistemare il tutto, che dovevo ammettere era molto, dentro il piccolo armadio.

Immersa nei miei profondi e numerosi pensieri non mi accorsi neanche che il tempo stava incominciando a peggiorare, il grigiastro delle nuvole aveva coperto tutto il cielo e non c'era più traccia di nessuno.
Neanche dei pochi barboni o ubriachi che camminavano in queste strade.

Sospirai voltandomi per rincominciare la mia avventura con i vestiti, ma il bussare alla porta interruppe la guerra tra me e i pantaloni che non riuscivo a piegare.
Questa volta, però, domandai chi ci fosse, ma nessuno mi rispose.
Guardai dallo spioncino della porta, ma nessuno era aldilà.

Con il piede, che era solo coperto dal calzino, toccai qualcosa di liscio.
Appena abbassai lo sguardo, un foglietto era piegato accuratamente in modo da farlo passare da sotto la porta.
Lo presi velocemente, sedendomi su una sedia per poter leggere.

La scrittura era molto scorretta e poco capibile, ma non impossibile da leggere.
Presi i miei occhiali per poter decifrare al meglio ogni singola parola, ma quando lessi il contenuto del messaggio rimasi paralizzata, incominciando a disperarmi in un pianto di puro terrore.

HARRY'S POV
L'incontro era andato bene, avevo vinto e l'uomo di poco prima era ancora sdraiato sul ring privo di sensi. Risi guardandolo.
Durante l'incontro non faceva altro che vantarsi e sfidarmi solo con la sua voce del cazzo.
Mentre camminavo verso il mio, così detto, camerino, insulti e complimenti riempivano la stanza in un completo caos.

Uomini ubriachi o fatti, o semplicemente fuori di testa venivano sempre qui per raccogliere dei soldi. Altri invece venivano qui solo per picchiarsi con qualcuno o per assistere ad una rissa.

A me non fregava un cazzo di niente, io volevo solo i soldi per poter vivere e andare avanti con la mia vita di merda.
"Devi smetterla di atterrare così la gente." Derek era seduto sulla panchina dove avevo appoggiato il mio borsone.
"Non è colpa mia se gli avversari che scegli fanno sempre cagare al cazzo." Sputai, stufo di sentire sempre la stessa frase al termine di ogni fottuto incontro.

"Lì fuori la gente vuole vedere di più, non solo una testa di cazzo che stende il primo che passa." La sua voce si era alzata cercando di intimorirmi.
Serrai la mascella avvicinandomi a lui. "Credi davvero che me ne possa fottutamente fregare qualcosa degli altri? Io faccio il mio lavoro, ovvero vincere. Prendo i miei soldi e me ne ritorno a casa senza più vedere la tua faccia di merda per una settimana." Respirò profondamente prendendo i soldi e sbattendomeli sul petto sudato, per poi uscire e chiudere prepotentemente la porta.

Contai i soldi, non erano tanti, erano solo cinque mila sterline, ma qualcosa ci avrei fatto sicuramente.
Dopo una doccia tiepida, perché ovviamente in questo posto di merda l'acqua calda era un optional, indossai i vestiti puliti.
Prima di partire però mi fermai al bar a bere qualcosa, sentendo il puro bisogno di alcool.

"Complimenti per stasera." Il ragazzo del bar si complimentò inutilmente. Annuì chiedendogli un bicchiere di whisky.
Dopo aver bevuto con calma e essermi guardato un po' intorno, mi diressi verso la macchina.
Posai il grosso borsone nei posti anteriori dell'auto e poi mi sedetti, sospirando e appoggiando la testa beandomi del momentaneo silenzio che fu interrotto dal rumore della suoneria del mio cellulare.

"Cosa c'è" non guardai neanche il mittente, risposi a caso non volendo rotture di coglioni.
"Si tratta di Claire." Mi ricomposi subito avvicinandomi al volante interessandomi del tutto alla conversazione.
"Cos'è successo?" Niall era sempre in linea, ma sentivo solo il suo respiro affannato.
"Vieni a casa non posso parlarne al telefono." Da questa frase capiì già chi fosse il soggetto, o almeno, l'argomento.
"Non posso venire adesso." Mi morsi il labbro, serrando la mascella.
"Sei serio?" Si stava arrabbiando, ma avevo da fare una cosa importante e non potevo rimandarla.
"Ho una cosa importante da fare." Esclamai, non sorprendendomi affatto della sua reazione.
"Che cazzo credi? Che questa non sia una cosa importante?!" Stufo di sentirlo urlare terminai la chiamata e mi diressi verso casa di mia madre, che mi stava aspettando già da molto tempo ormai.

CLAIRE'S POV
I ragazzi stavano provando a farmi sentire meglio e un po' ci stavano riuscendo, ma non del tutto.

Niall era molto arrabbiato, si notava dalla sua faccia, il suo corpo troppo irrigidito e il continuo toccarsi i capelli. Precedentemente si era allontanato da noi per chiamare Harry, ma non sapevo come fosse andata la chiamata.

"Perché avrebbero dovuto prendere tua zia?" Mi chiese Liam.
"Perché vogliono impaurirmi." Mi stavo torturando le mani, tenendo lo sguardo sempre basso "E ci stanno riuscendo."

"Che pezzi di merda!" Zayn urlò dando un pugno al muro, facendomi un po' spaventare.
"Calma amico." Louis posò la sua mano sulla spalla del moro, che sospirò ed annuì scusandosi con me poco dopo.
"Non posso permettergli di ucciderla." Mi misi le mani nei capelli, stringendomeli in due pugni "È l'unica persona che mi è rimasta." Quando incompinciai a piangere le braccia di Liam mi strinsero attorno al suo corpo accarezzandomi la schiena.

"Farei prima ad uccidermi..." sussurrai, sperando che nessuno mi avesse sentito.
Ma quando tutti i ragazzi si posizionarono davanti a me, realizzai che avessi parlato a voce troppo alta.
"Non dire mai più una cosa del genere." La faccia di Niall era ancora arrabbiata, ma si addolcì leggermente quando mi parlò.
"E non lo devi neanche pensare." Anche Zayn prese parola. Mi asciugai le lacrime staccandomi da Liam, provando a convincermi con le loro dolci parole.

"Dov'è Harry?" I ragazzi si guardarono tra di loro, alzai il sopracciglio in attesa di una risposta.
"Non può venire." Non mostrai quanto fossi rimasta delusa da quella risposta, risposi con un "ok" che esteriormente sembrò che più niente mi potesse toccare.
Avevo bisogno di lui, anche se aveva quel carattere molto particolare. Volevo un suo abbraccio, la sua voce, i suoi occhi, volevo lui.
Ma lui non c'era e dovevo farmene una ragione, non poteva esserci sempre. Aveva una vita e io non potevo sempre essere presente, probabilmente aveva una cosa più importante da fare. Si, stavo provando ad autoconvicermi ed un po' ci riusciì.

"Hai fame? O vuoi dormire? Hai bisogno di riposare e poi organizzeremo qualcosa" Liam si alzò scuotendosi la maglietta piena di grinse.
"Non ho fame. Vado a letto ok?" Mi alzai e dopo un "qualsiasi cosa noi siamo qui" da parte di tutti i ragazzi mi catapultai sul letto cercando di dormire in pace.

***
Mi svegliai a causa della pipì che mi stava pregando di uscire, dato che era già da un po' che non andavo in bagno.
Un po' affamata mi diressi verso la cucina per mettere qualcosa sotto i denti, pur essendo mezzanotte e mezza.

Quando si aprì la porta non mi voltai neanche, non ancora pronta a guardarlo.
"Claire." Mi morsi il labbro inferiore e mi voltai al suo richiamo.
"Ciao." Provai ad essere la persona più dolce e comprensiva del mondo, sperando di riuscirci.
Entrambi non fiatammo, ci guardammo solo negli occhi e dopo solo un suo sguardo mi sentiì già meglio.

"Ho avuto da fare." Si giustificò.
"Capisco, non hai bisogno di giustificarti. Anche tu hai la tua vita e io non posso arrabbiarmi con te, ognuno ha i suoi problemi e le sue ragioni." Non stavo fingendo, io lo capivo e non volevo che si sentisse sempre in dovere di venire in mio soccorso.
"Meglio così." Annuì schiarendomi la voce ed incamminandomi verso camera con una crostata in mano.

"Hai voglia di parlarmi di cosa è successo?"
Era visibilmente stanco e non volevo dargli altri problemi.
"Vai a riposare ok? Poi ne riparleremo appena sarai meno stanco." Apriì la porta della camera dandogli la buonanotte.
"Rimani con me." Mi paralizzai, sorpresa da questa sua affermazione, voltandomi verso il ragazzo che riusciva a farmi rimanere senza parole con solo una frase.
"I-io..." non riuscivo a pensare o ragionare e neanche a formulare una semplice frase.
"Non fare caso a quello che ho detto." Sventolò la mano prendendo le chiavi della macchina.
"Fa come se non avessi detto niente." Ed uscì definitivamente da casa, lasciandomi lì ancora inconsapevole di ciò che era appena successo.

Ma quando realizzai il tutto, lo seguiì cercando di non uccidermi per le scale.
Uscendo vidi Harry entrare in auto.
"Harry!" La pioggia era fitta e pesante, ma non mi importava.
Fortunatamente non aveva ancora chiuso la portiera e appena sentì la mia voce uscì guardandomi con gli occhi socchiusi.
"Rientra." Con la testa indicò l'entrata, era serio, ma me ne fregai.
"No. Vengo con te." Mi avvicinai all'auto decisa di cosa volessi fare.

Entrò in auto e seguiì la sua azione, poco dopo aver constato di non essere nelle migliori condizioni.
"Sei in pigiama e scalza." Inserì la chiave guardandomi con la coda dell'occhio
"Non mi importa." E quando partì, ripensai a quello che stavo facendo e non mi pentiì di niente, anzi, per una volta, era finalmente contenta.

Fummo a casa sua poco dopo.
"Ho dimenticato la crostata in auto." Mi grattai il sopracciglio, sperando che non si arrabbiasse.
"Ce ne faremo una ragione." Sorrise, prendendo un sorso d'acqua posando il bicchiere sul tavolo.

"Perché sei venuta con me?" La sua voce era seria, ma non arrabbiata.
"Me l'hai chiesto." Alzai le spalle, ma non riuscendo a mantenere il suo sguardo presi il bicchiere che aveva usato prima e feci per metterlo nel lavandino. La sua mano,però, mi fermò avvicinandomi a se.

"Perché non mi guardi negli occhi?" Con un dito alzò il mio viso, adesso i nostri occhi erano incrociati l'un l'altro.
"Ti sto guardando negli occhi." Evitai la sua domanda, non volendo rispondere per paura di quello che sarebbe potuto succedere.
"Continui a girare intorno a l'argomento, ma non lo centri mai." Rise accarezzandomi l'occhio violaceo.

"Vado ad asciugarmi i capelli." Mi allontanai da lui, ma non perché volessi, ma per evitare di rimanerci nuovamente scottata.
Si incupì annuendo e sorpassandomi probabilmente per andare in camera.

Chiusi lentamente gli occhi sospirando silenziosamente.
In realtà non volevo asciugarmi i capelli, era solo una scusa per allontanarmi da lui e sicuramente lo aveva capito, data la sua reazione. Forse non era abituato ad essere rifiutato da una ragazza...

Non so che cosa mi stesse succedendo quella sera, ma entrai nella sua camera senza neanche bussare.
Era seduto sul letto e appena entrai si alzò guardandomi inconsapevole di ciò che stessi provando in quel momento.
Mi avvicinai velocemnte a lui abbracciandolo.
Lui ricambiò poco dopo, incastrando la sua testa tra i miei capelli. I suoi capelli riccioluti mi solleticavano il naso, ma non volevo interrompere quel momento.

E anche se continuavo ad evitare quella sensazione che si scatenava dentro di me ogni volta che mi toccava, mi sorrideva o semplicemente mi parlava, stavo capendo sempre di più cosa mi stesse succedendo.

Tutte quelle emozioni e il continuo bisogno di sentirlo vicino a me mi fece capire che ero follemente innamorata di Harry Styles... di tutti i suoi segreti e del suo futuro oscuro.

Lo so che non era un ragazzo che crede nell'amare o un ragazzo a cui piace avere una relazione o che, semplicemente, non ero il suo tipo, alla fine non ero mai stata il tipo di nessuno.
Ma il cuore vuole ciò che vuole e, infondo, mi andava bene così.

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