Holmes Chapel

By Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 19

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By Chia_Ct

"Non ho voglia." Zayn e Liam stavano battibeccando da ben venti minuti e io, mentre mangiavo i miei cereali, ero rimasta lì ad ascoltarli tutto il tempo.
"Dai amico, ho bisogno di supporto!" Liam cercò di convincere il moro che però negò nuovamente, sempre più convinto.
"Ma perché!" Gridò esasperato l'amico che continuava ad insistere senza mai arrendersi.
"Non ho voglia di andare in palestra e sudare, faticare e soprattutto di vedere persone." Disse tutto mentre continuava a scuotere il capo in segno di negazione, se avesse continuato cosi il collo si sarebbe staccato da posto.

"Ti prego." Il ragazzo si inginocchiò pregandolo proprio come si fa in chiesa. Decisi, dunque, di intervenire, stufa di sentirli parlare così tanto alle nove di mattina.
"Vi giuro che il prossimo che dice qualcosa farà un bel bagno di cereali e latte." Sembrava una minaccia veramente scadente, ma sapevo che entrambi tenevano molto ai loro capelli, infatti Liam si alzò immediatamente e Zayn si ricompose schiarendosi la voce.

"Grazie." Sorrisi, provando a mangiare in pace, ma appena avvicinai il cucchiaio alla bocca sentiì ancora la voce di Liam.
"Allora vieni?" Sussurrò come un idiota. Veramente pensava che non l'avessi sentito?
"Ma sei scemo?" Chiese seriamente Zayn facendomi scoppiare in una fragorosa risata, seguita poi dai due amici di fronte a me.

"Menomale ci siete voi." Affermai sempre sorridente, questa volta riuscendo a mangiare la mia colazione.
Il cellulare di Zayn iniziò a squillare, tentai di sbirciare chi fosse la persona che lo stava chiamando, inutilmente, dato che rispose immediatamente.
"Katherine?" Quasi mi strozzai a sentir nominare quel nome, tossiì talmente tante volte che venne Liam in mio soccorso picchiettando, in maniera non troppo forte, la mia schiena.
"Harry non è qui." La sua espressione era corrucciata, probabilmente nemmeno lui si aspettava una sua chiamata.
"Se dovesse arrivare di avviserò." E dopo questa frase terminò lì la conversazione, appoggiando il cellulare sul tavolo per poi guardarmi.

"Che c'è?" Chiesi con finta ingenuità.
"No, niente" rise sotto i baffi, facendomi alzare un sopracciglio. Ma comunque poco mi importava, quanto era difficile fare colazione insieme a loro?

"Ragazzi io devo andare." Liam ci salutò velocemente, prese le chiavi della macchina e scappò via come una saetta dopo aver guardato malissimo Zayn e avergli fatto il tipico segno "Ti tengo d'occhio."
"Era un avvertimento o una minaccia?" Mi chiese il moro divertito. Di risposta alzai le spalle, dato che la mia bocca era piena di cereali.

"Ma quei cereali sono infiniti?" Guardò la mia tazzina perplesso.
"Forse ne ho messi troppi." Biascicai, sempre però con la mano alla bocca, facendogli scappare una piccola risatina.
"Io vado a farmi una doccia, se c'è bisogno di qualcosa urla o sfonda la porta." Mi fece l'occhiolino, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Appena scomparve dalla mia visuale riformulai la chiamata di poco prima.
Ieri sera lo avevo sentito parlare con lei, per andare a casa sua e fare ciò che solo una tipa del genere poteva fare con un ragazzo del genere. Ma allora perché aveva chiamato? Non era rimasto tutta la notte con lei? Oppure aveva dimenticato le mutande sul letto?
Feci un verso di disgusto decidendo di pensare ad altro.

Non riusciì a finire i cereali che, con dispiacere, dovetti buttare. A nessuno piacevano e il giorno dopo avrebbero fatto troppo schifo.
Dato che per la giornata non avevo in programma niente, mi misi a guardare un po' di tv.

***

HARRY'S POV
Mi sentivo di merda, veramente. Ero a casa di Tommy e non mi ricordo neanche come cazzo avessi fatto ad arrivare qui.
"Buongiorno ragazzo." Tommy entrò con un bicchiere d'acqua ed un'aspirina.
"Come cazzo sono finito qui?" Mi massaggiai le tempie doloranti, tirandomi su a mezzo busto.
"Credo che la parte dove tu sei ubriaco sia abbastanza scontata..." rise passandomi il bicchiere e l'aspirina.

"Ho fatto qualche cazzata?" Non mi sarei meravigliato se mi avesse detto sì, d'altronde non sapevo fare altro.
"Sicuro di volerlo sapere?" All'inizio pensavo stesse scherzando, ma la sua espressione era seria e giuro di non averlo mai visto così.
"Si, lo voglio sapere." Dissi sicuro, ascoltando ogni sua singola parola.

CLAIRE'S POV
"Sicura di non voler venire con me?" Mi chiese Zayn mentre si stava infilando il giacchetto, aveva deciso di andare ad una festa di paese molto rara, vista la situazione della città.
"Starò bene qui." Dissi alzando il pacchetto di patatine che avevo deciso di mangiare, adoravo le patatine e qualsiasi altra cosa che facesse ingrassare.
Lui mi sorrise ed usciì, sbattendo un po' troppo forte la porta.

In realtà non avevo voglia di restare in casa, ma il solo pensiero di alzarmi, vestirmi ed uscire a camminare non mi entusiasmava molto, anzi, per niente.
Il suono del campanello però fu l'unica cosa che mi fece alzare dal divano, anche se con mala voglia.

Stupidamente apriì subito la porta, senza chiedere chi ci fosse aldilà.
"Ma guarda guarda." Rimasi paralizzata appena la vidi. Katherine era davanti a me sempre con quell'espressione di sfida.
Non se lo fece ripetere due volte che entrò, anche senza il mio permesso.
"Cosa vuoi?" Chiusi la porta mettendomi di fronte a lei per evitare che vagasse per casa.

"Voglio Harry" incrociò le braccia al petto.
"Tutti vogliamo qualcosa, ma non possiamo sempre avere tutto." La presi un po' in giro imitando la sua mossa precedente.
"Credi di potermi prendere in giro?" Si avvicinò con i suoi bruttissimi tacchi.
"Credi davvero di farmi paura?" Mi avvicinai anche io. Non avevo paura di Harry, figuriamoci di una ragazza con la vagina sfondata.

"Dovresti averne." Stavo per riderle in faccia, ma mi trattenni.
"Oh si certo. Adesso puoi anche andare via." Appena apriì la porta, la sua mano la richiuse fortemente.
"Dov'è Harry!" Gridò.
"Ma che cazzo ne so dov'è Harry!" Gridai anche io stanca di sentire la sua voce da gallina.

Lei rise indietreggiando, quando fu abbastanza lontana incominciò a parlare.
"Sai ieri sera Harry è venuto da me." Lo so pensai.
"È venuto in tutti i sensi" rise, ma prima di spaccarle quella faccia di merda respirai profondamente contando fino a dieci prima di agire.
"Ma era da me." Sottolineò l'ultima parola, come se fosse fondamentale.

"Sai cosa ti dico io invece?" Questa volta fui io ad avvicinarmi, la mia camminata era sicura, proprio come la mia espressione e la sua faccia mi fece capire che lo aveva capito.
"Che sia venuto da te solo per una notte, una scopata e via ed è proprio ciò che ti meriti per tutto quello che dici alle mie spalle!" Appena terminai la frase la sua mano fu pronta per schiaffeggiarmi. La mia testa ruotò verso destra e lo schiocco rieccheggiò per tutta la casa.

Calò il silenzio. Il livido che avevo all'occhio sarebbe sicuramente peggiorato, infatti il dolore era forte, ma mai quanto la rabbia che avevo dentro.
Gridai infuriata e mi catapultai su di lei. Fu una lotta senza senso a dir la verità.
Una lotta tra le sue unghie finte e i miei calci.
Non feci neanche caso che qualcuno ci allontanò l'una dall'altra. La sua faccia era rossa e aveva uno sgraffio alla guancia, non volevo vedere le mie condizioni.
Quando però tornai in me notai che la persona che la stava stringendo a se, per impedirle di muoversi, era Liam.

Guardai dietro di me. Niall mi stava tenendo ben stretta guardandomi sorpresa.
"Che cazzo ci fai qui." Harry era davanti alla porta, con accanto Louis e Zayn che ci guardavano meravigliati.
"Ti stavo cercando." Si staccò bruscamente da Liam che la guardò seria.
"Forse non volevo essere trovato." La vena sul collo era sempre più evidente "non da te."

"Perché?" I suoi occhi erano lucidi e da lì capiì tutto. Era innamorata, era fottutamente innamorata di Harry.
"Katherine." Sembrava quasi dispiaciuto, la vena era sparita e i suoi occhi erano tornati al suo colore naturale.
"Io ti amo cazzo! Ti amo!" Pianse cadendo per terra distrutta.
Harry rimase paralizzato, era la prima volta che lo vedevo così.
"Io ti ho sempre amato e tu non lo hai mai capito! Per me non era solo sesso, per me era fare l'amore." Si tappò la faccia con le mani, forse in imbarazzo.

Niall mi aveva già lasciato da un po' e piano piano mi avvicinai, sentendomi veramente una merda.
"Katherine." Sussurrai sedendomi accanto a lei.
Lei mi guardò. Vidi i suoi occhi distrutti e mi rividi in lei.

"Mi dispiace così tanto." Bisbigliò per paura che qualcuno la potesse sentire, si alzò immediatamente fermandosi di fronte ad Harry "Non hai da dirmi niente?" Non fiatò, la guardò e basta, lei annuiì sorridendo amaramente e, asciugandosi le lacrime, usciì di corsa, scontrandosi con il ragazzo che era ancora fermo a guardare il nulla.
"Harry." Louis gli scosse la spalla cercando di svegliarlo.
"Amico andiamo di là ok?" I ragazzi lo guidarono in camera. Non alzai neanche lo sguardo, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.

"Claire." Ero rimasta seduta pensando a quello che era appena successo. Zayn mi aiutò a tirarmi su, ma le mie gambe erano estremamente deboli.
Le lacrime erano troppe, proprio come i sensi di colpa.
Zayn prese la mia faccia cercando di attirare la mia attenzione.
"Claire, tranquilla." Le sue mani accarezzavano le mie guance, ma non era il tocco di quelle mani che volevo sentire su di me.

"Merda." Imprecò girandomi il volto per guardare meglio il mio livido.
"Hai bisogno di un po' di ghiaccio, stai sanguinando." Mi prese per mano accompagnandomi nel bagno di camera mia.
"Siediti qui arrivo subito." Con le mani fece segno di aspettarlo, tanto dove sarei dovuta andare?
"Claire devi rispondermi." Annuiì debolmente restando seduta sulla tavoletta.

Due minuti dopo tornò con del ghiaccio raccolto in un piccolo asciugamano e me lo appoggiò sul punto dolente.
"Hai voglia di dirmi cosa è successo?" Lasciò la presa sul ghiaccio, dato che lo stavo tenendo io e si inginocchiò appoggiando le mani sulle mie ginocchia.
"Le ho dato della poco di buono." Mi morsi il labbro inferiore e chiusi gli occhi per qualche secondo per poi riaprirli.
"Mi ha fatto innervosire e me la sono presa tutto qui." Non volevo raccontare per filo e per segno la vicenda, avrei dovuto aggiungere anche perché l'avessi fatto, ma non avevo voglia di parlare.

"Perché lo hai fatto?" Ecco la domanda che avrei voluto evitare, ma che ero sicura che sarebbe arrivata.
"Non pensare che l'abbia fatto perché sono gelosa." Sembravo sicura, esteriormente, e fortunatamente la trasmisi anche a lui o almeno,sembrava che l'avessi convinto.
"L'ho fatto perché sapevo che parlava di me e del mio passato alle spalle." Mi fermai per riprendere fiato "e poi ha incominciato lei, mi ha dato uno schiaffo, ma questo credo che tu l'abbia intuito." Scossi la testa verso sinistra, facendogli capire che stessi parlando del livido.

"Capito." Annuì con un piccolo sorriso, accarezzandomi le gambe, coperte dai pantaloni.
"Grazie per avermi fatto capire." Ricambiai un piccolo sorriso staccando momentaneamente il ghiaccio dalla ferita.
"Vuoi parlare con lui?" Lo guardai con gli occhi spalancati, rispondendo subito con un "no,grazie."

"Adesso ti riposi un po' e più tardi andiamo a cena fuori tutti insieme ok?" Mi salutò così, dandomi un piccolo bacio sulla fronte. Probabilmente avrebbe raggiunto i suoi amici.

***

Mi svegliai appena sentiì la materassa del letto abbassarsi. Alzai di poco la testa e, come al solito, vidi solo un ammasso di capelli.
"Come stai?" Mi chiese.
"Meglio." Mi alzai, sedendomi con i piedi fuori dal letto. Ancora non riuscivo a sostenere il suo sguardo che, infatti, era diretto verso le mie ciabatte.

"Il tuo livido è peggiorato." Non vidi cosa stesse facendo, ma intravidi il suo dito indicarmi come un bambino indica una giostra.
"Già." Appoggiai le mani sul letto, decisa a guardarlo negli occhi.
"Zayn mi ha raccontato tutto." Le sue labbra si chiusero in una linea sottile e i suoi occhi mi stavano scrutando con attenzione.
Rimasi ferma, aspettando che continuasse a parlare.
"Non credevo sapessi picchiare sai?" Stava scherzando? Apriì la bocca incredula di quello che aveva appena detto.

"Che cavolo vuol dire?" Lui se la rise mostrandomi le sue meravigliose fossette.
"Piccola ma forte, da ora in poi starò attento a quello che dico." Alzai gli occhi al cielo, rassegnata dal suo comportamento.
"Ne ho prese anche io." Sorrisi intrecciando le mani tra di loro.
"Ma ti sei rialzata." Gonfiò il petto come un idiota facendomi sorridere.

"Dopo questi momenti di divertimento c'è sempre qualcosa che rovina tutto." E come un veggente Niall entrò di corsa in camera, senza neanche bussare.
"È sveglia!" Disse tra un affanno e l'altro.
"Chi è sveglia?" Chiesi, scambiando alcuni sguardo tra me e il ragazzo che era ancora seduto sul mio letto.
"Jisel" spalancai gli occhi incredula "Jisel è sveglia."

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