In Another Life

By Kim_Holly_

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"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. M... More

Prologo.
1. Parker
2. Parker
3. Parker
4. Johnson
5. Parker
6. Parker
7. Parker
8. Parker
9. Johnson
10. Parker
11. Parker
12. Johnson
13. Parker
14. Parker
15. Johnson
16. Parker
17. Parker
18.Parker
19. Johnson
20. Parker
21. Parker
22. Johnson
23. Parker
24. Parker
25. Johnson
26. Parker
27. Parker
28. Parker
29.Johnson
30. Parker
31. Johnson
32. Parker
33. Johnson
34. Parker
35.Parker
36. Parker
38. Parker
39. Parker
40. Johnson
41. Parker
42. Johnson
43. Parker
44. Parker
45. Parker
46. Parker
47. Parker
48. Johnson
49. Parker
50. Parker
51. Parker
52. Parker
53. Parker
54. Parker
55. Johnson
56. Parker
57. Parker
58. Johnson
59. Johnson
60. Parker
61. Johnson
62. Parker
63. Johnson
64. Parker
65. Parker
66. Parker
67. Parker
Epilogo
Sequel.
In This Life
Nuovo Libro ‼️

37. Johnson

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By Kim_Holly_

"Tu" afferro Lucas dal colletto posteriore della maglia
"Ciao fratellone" sorride poco intimorito
"Dove si è cacciata quella peste?" lo guardo accigliandomi
"Ha detto che andava in bagno, ma sai com'è fatta, è peggio di me, odia le feste e non è più tornata" sorride per poi liberarsi della presa e correre via

"Fratello" mi salta addosso Lincoln scompigliandomi i capelli con una mano
"Sta fermo" mi lamento sorridendo
"Dai butta giù capitano" mi si affianca Cody passandomi una bottiglia di birra mezza piena
"Già, la prima partita l'abbiamo vinta e la seconda sarà a metà gennaio quindi uno strappo puoi farlo" annuisce Andrew
"Non ne ho voglia" scrollo le spalle lasciandogli il bicchiere
"Se la stai cercando è nella mia stanza" mi indica Lincoln con un sorriso complice
"Grazie" faccio un cenno col capo per poi superarli e andare al piano di sopra 

Entro nella camera di Lincoln e vedo le chiavi dietro nella toppa da dentro, così la chiudo per poi notare Hol distesa sul letto di Lincoln che fissa il soffitto pensierosa. Mi stendo al suo fianco sorreggendomi sui gomiti mentre porto un cuscino sotto il petto.
"A cosa pensi?"
"Odio le feste" 
"Vuoi andare via?"
"Odio ancora di più starmene a casa mia" continua annoiata
"E chi ha parlato di riportarti a casa" domando sorridente
"Dove vuoi andare?" mi guarda curiosa 
"C'è la Tower" affermo "si dice che c'è una vista mozzafiato da lì" aggiungo 
"Passo, sono sicura che prima o poi di sotto succederà qualcosa per cui vale la pena restare"
"Parli di litigi?" 
"Ad ogni festa succede sempre qualcosa" annuisce 
"Senza Bettany e Madison non credo ci sarà un dramma" l'avverto
"Conosci quella frase?" indica il soffitto cambiando discorso

Seguo il tratto che mi ha indicato e leggo la frase firmata J.P.
 Ricordo quel giorno, fù intervistato dopo una sua partita, quella frase aveva segnato la sua carriera e la sua immagine. 
'Il basket mi ha salvato la vita, mi ha dato tutto quello che nessuno poteva darmi'
"Ricordo quell'intervista" sussurro 
"Era proprio innamorato" sorride
"Sai, ci ho parlato oggi prima della partita" sussurro ripensando alle sue parole e al significato di esse 
"Che ti ha detto?" si incuriosisce e io la guardo negli occhi, rivedendo lo stesso colore di suo padre 

Flashback

"Allora, lo schema resta lo stesso, ricordate le postazioni e l'allenamento fatto" grida John entrando negli spogliatoi dove ci stiamo cambiando
"Si" ululiamo in coro 
Siamo pronti per vincere, siamo pronti per scendere in campo e far vedere a tutti chi siamo e quanto valiamo.

Tutti iniziano ad uscire pronti per la partita, ma io mi prendo ancora qualche minuti di calma e allaccio le scarpe più volte cercando di fare un laccio perfetto.
"Carico?" John si siede al mio fianco sistemandosi il cappello sul viso  
"Teso" lo correggo stringendo il nodo
"Anche io lo ero prima delle partite, è naturale" annuisce "Ma avete lavorato sodo e siete pronti" continua poggiandomi una mano sulla spalla
"Non voglio scendere in campo con te come allenatore, ci sono troppe aspettative e io non voglio deluderti" lo guardo con fare serio 
"Dylan Johnson, io non ho mai visto nessuno giocare con la passione che hai tu, questo è sufficiente affinché tu non possa mai deludermi" queste sue parole bastano per darmi la carica giusta per scendere in campo e vincere
"Sono cresciuto indossando la tua maglia, il tuo numero. I miei fratelli dormivano con la favola della buonanotte, io leggevo il tuo libro sulle tecniche perfette per il basket, venivo ad ogni tua partita e ti guardavo sempre in tv" sorrido ripensando al me bambino innamorato della persona che ora è davanti a me e che prova qualcosa per sua figlia "Tu vivevi per il basket, non è tardi per riprendere a giocare" cerco di convincerlo
"Quello era il me giovane, ora io vivo per la mia famiglia, per i miei figli" annuisce con sentimentalismo e io non lo concepisco
"Non devi scegliere tra loro e il basket, puoi averli entrambi" insisto "anche Hol lo vorrebbe. Coach, la prego ci pensi, lei è la storia del basket" mi alzo esaltato
"Michael Jordan è la storia del basket" mi corregge 
"Hai davvero mollato solo per l'asma di tua figlia? Io credo ci sia dell'altro sotto" ammetto accusatorio 
"Non è a me che devi fare questa domanda" mi corregge per poi uscire dagli spogliatoi per primo, lasciamomi lì da solo 

Fine flashback

 

"Non sono affari tuoi" le tiro appena i capelli facendola ridacchiare
"Cambiando discorso quand'è il tuo compleanno?" mi domanda all'improvviso spiazzandomi
"Faccio 19 anni il 30 dicembre" scrollo le spalle
"Giusto, Lucas mi ha detto che questo mese sarebbe arrivato il tuo compleanno" si lascia cadere nuovamente sul letto
"Credo che i ragazzi faranno la solita festa, ovviamente ci sarai anche tu" dico ovvio
"Non ho mai passato un capodanno a New York da quando sono nata e non ho intenzione di farlo adesso" scuote il capo amaramente
"Cosa?" Domando incredulo
"Parto tra qualche giorno, vado da mio nonno ogni anno, ha un'albergo in montagna e passo il capodanno lì" afferma alzandosi dal letto
"Allora bisogna festeggiare prima"  mi alzo afferrandola per il polso per farla voltare, sfioro il suo naso con il mio e la sento trattenere il sorriso mentre il suo corpo si immobilizza sotto il mio tocco, l'afferro per i fianchi e me al carico in spalla facendola subito ridere contrariata
"Hey mettimi giù" si dimena agitando le gambe, la sistemo meglio e le do una pacca sul sedere che la fa sussultare incredula
"Ti porto di sotto" annuncio 

Hol continua a darmi pugni sulla schiena per farsi mettere giù ma la ignoro trascinandola fino al soggiorno, dove c'erano un sacco di studenti che ballano e altri che giocano a stupidi giochi sul tavolo all'angolo con la birra. La metto giù e Cody appena la veda ulula avvicinandosi, in quel preciso istante la perdo di vista, basta un secondo. Per quanto provi ad avvicinarmi, lei continua a restare chiusa nel suo mondo, alzando la sua barriera senza dar modo a nessuno di poterla oltrepassare. Eppure io non riesco a starle lontano, neanche con i pensieri. Ho bisogno di vedere la sua faccia struccata la mattina, di sentire il suo profumo, di sentire la sua risata e di vederla sorridere solo come fa quando è con me. Hol è come il basket, ne ho bisogno per sentirmi vivo e per andare avanti.

Passa circa un'ora, io e i ragazzi facciamo una partita a beer pong per poi passare al biliardo dall'altro lato del soggiorno. Io ed Andrew stiamo vincendo nettamente contro Lin e Cody quando il biondo si distrae per primo
"Ma dove sono finite le ragazze?" si acciglia guardandosi intorno, e tra i vari studenti non vediamo alcun volto familiare 
"Sono all'ingresso" indica Lin raggiungendole confuso
"Che succede?" domando affiancando Daisy e Blaire che sono sotto l'artico della porta osservando il violetto, insieme ad altri studenti e a mio fratello che si mordicchia le unghie nervoso  
"Niente" quasi urla Blaire sbarrandoci la strada
"Non succede nulla, tornate a giocare" mi fa segno Daisy ma non me la bevo, così le scosto superandole 

Noto subito delle moto davanti il viale, ferme sul ciglio della trada con accanto una Hol che rideva alle parole di uno schifoso Brad. Odio vederla vicino a lui, non capisco perchè per lei è così difficile stargli lontano, è così testarda e odio quando non mi da retta. 
"Che cazzo ci fate qui" ringhio avvicinandomi furioso  
"Dylan, no" Hol mi blocca per le spalle guardandomi subito male 
"Non è possibile che ti presenti ad ogni nostra festa, non sei della scuola e non sei il benvenuto" affermo sarcastico 
Quanto vorrei riempirgli il viso di pugni, vedere il suo sangue sulle mie mani e sentire il suo respiro fermarsi. Provo così tanto odio verso di lui che scoppierei a ridere se lo vedessi morire davanti ai miei occhi.
"Sono venuto qui per parlare con Olivia, non con te" sbuffa appoggiandosi alla sua moto 
"Vattene, lei non vuole parlare con te, non dopo che l'hai lasciata andare da sola ad incontrare i tuoi spacciatori di merda" sputo acido
"Eh dimmi Dylan, questo lo pensa lei o tu?" mi stuzzica con un ghigno strafottente  
"Smettetela tutti e due" sospira Sam annoiato
"Tu sta zitto se non vuoi che ti cavi quell'altro occhio" minaccio indicandolo 
"Dylan" grida Hol "Va dentro e lascia che parli con loro solo per un momento" supplica con le mani contro il mio petto per impedirmi di ucciderlo con le mie mani 
"Brad e i suoi amici sono pericoloso, potresti farti male con loro" esclamo sperando con tutto me stesso che mi dia retta
"Come Areelay?" domanda Brad e al suono di quel nome mi ribolle il sangue nelle vene.

Lui non deve nominarla Areelay. 

"Sei stato tu ad ucciderla o sbaglio?" sbotto furioso senza pensarci, dimenticandomi per un secondo della presenza di Hol
"Ci sono problemi qui?" domanda Lincoln uscendo di casa seguito da Cody, Andrew e alcuni studenti della nostra scuola
"Nessuno" scuote il capo Peter e fa segno a Brad di andare via
"Hol, andiamo dentro" afferro il polso della ragazza e faccio per guidarla dentro, ma la voce di Brad ci blocca
"Lo ha fatto anche con te vedo" ridacchia "Prova a sedurti con quel sorriso che le ragazze amano, qualche frase sdolcinata, qualche bel gesto e si crea l'immagine del principe azzurro, ma si dimentica sempre di nominare la parte oscura di Dylan Johnson" sputa acido "dipingendo me come un mostro"  
"Stai zitto se non vuoi che ti massacri di nuovo" stringo i denti e Hol torna a bloccarmi
"Fallo pure Johnson, sai bene quanto me che prima o poi Olivia scoprirà tutto, e a quel punto non ti guarderà più come prima, anzi non vorrà più vederti" mi provoca e so che ha capito tutto, dopotutto era uno dei miei migliori amici, sa cosa provo per Parker 

Scatto in avanti e lo afferro per il colletto della giacca scaraventandolo con la schiena sull'asfalto. Subito gli colpisco il viso e sento le nocche spaccarsi ad ogni colpo sul suo viso, gli sferro un calcio nello stomaco che lo fa piegare in due e quando i suoi amici cercano di fermarmi, colpisco sia Peter che Sam togliendomeli di dosso, per poi tornare a quel viscido che non riesce ad alzarsi. Con una mano gli blocco il petto per impedire che si rialzi, e con l'altra colpisco il suo viso sporco di sangue. Sono così arrabbiato che speravo di sfogare e liberarmi colpendolo, invece la mia frustrazione aumenta pugno dopo pugno, colpo dopo colpo. 

Forse lui non ricorda, non ricorda quella notte, forse non ricorda neanche il suo volto, la sua voce, forse non ricorda neanche il suo nome per intero, ma io si, io la rivedo sempre, nei sogni, quando cammino, quando parlo, quando guido, e sempre con me, mi è impossibile dimenticarmi di Areelay. 
"Dylan basta" grida Hol e qualcuno, forse i miei amici, tentano di allontanarmi, ma neanche in tre ci riescono, sento di non essere più padrone del mio corpo e continuo a prendermela con Brad. Mi fermo solo quando colpisco qualcosa con il gomito, o meglio qualcuno, nel mentre colpivo il bruno.
"Olivia" sento la voce di Lucas e mi blocco voltandomi di colpo
Subito Cody, Lincoln e Andrew mi bloccano alzandomi di forza per separarmi da Brad che viene aiutato dai suoi amici a rialzarsi. 
Vedo la smorfia sul viso di Parker e il sangue sul suo viso. Mi si ferma il cuore, mi si ghiaccia il sangue nelle vene. Io l'ho colpita, ho colpito Hol in pieno viso e le ho fatto del male. 

Io,
ho
colpito
Hol.

"Portala dentro, c'è del ghiaccio in freezer" esclama Lincoln tumefatto mentre mi blocca per le spalle 

Cazzo, l'ho colpita. Sento la testa girare e il corpo farsi pesante, come se la gravità mi stesse schiacciando. Non volevo colpirla, ma cos'ho che non va?
"Piccola" sussurro e i ragazzi mi lasciano andare "Scusa non volevo. Io-io non volevo...davvero" mi esce un suono strozzato e lei non mi guarda neanche in viso, ha una mano premuta contro la guancia graffiata e con il sangue che le cola lento. 

Vedo Brad mettersi a sedere sulla sua moto con il volto insanguinato. Fa pressione con la maglietta che si alza lasciando il petto scoperto, respira a fatica ma la cosa non mi tocca per niente, ho paura solo per Hol.
"Stai bene?" domanda Molly correndo da lui 
"Si" annuisce lui "Hol, tu?" domanda verso la ragazza che annuisce appena, senza proferire parola
"Ora basta" sbotta Peter "Siamo venuti qui per scusarci con Hol per l'altra sera, ora andiamo via" afferma mettendo in moto 
"No" grida Lucas e subito si alza un lieve mormorio da parte degli studenti che fissavano la scena curiosi "Non resisto più" sussurra con le lacrime agli occhi.

Lucas no, ti prego.

"Non ne posso più di tutti questi segreti, siete consumati così tanto da quest'odio, ed è inutile perchè dovrei essere io quello ad odiare voi due, eppure non lo faccio perchè so che Areelay non lo vorrebbe, lei vorrebbe che fossimo tutti amici e so che questo è impossibile, ma sembra che io sia l'unico a provarci davvero" scoppia a piangere
"Lucas" Daisy lo affianca prendendogli dolcemente la mano

"Hol lo sa, Dylan" mi guarda e il mio cuore si riferma per un secondo "Lo sa che siete stati voi due ad ucciderla quella sera. Hol lo sa Dylan, quindi ora basta" 

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