Welcome to my life

By BigRomance2

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Spesso la vita ci pone davanti a dei cambiamenti così grandi e bruschi da renderci impossibile anche l'opport... More

Travel
Absolutely sexy
Carcinogenic
New Friends
Bear Boy
The eyes
A Joke
It's not true
Malik House
Magnetic power
It's not true
Nothing
Come with me
Rapunzel
Pride
We are friends?
Nick
Only you
Can you help me fix my house?
Fear
Would you accept?
Please
Passage
My train
Just tell me...
Storm
Miss you
H&L
Tell me why
You don't have to touch him
I think you are
Little Prince

Good luck

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By BigRomance2


"Secondo alcune statistiche, l'umore di una persona può dipendere dalle più svariate cose.

Può dipendere da una situazione familiare particolare, dal lavoro, dal numero di pulizie da fare in casa.

Alcuni cominciano a diventare emotivamente instabili anche per il solo fatto di non essere usciti di casa per un giorno. Di per se, molte di queste situazioni, possono sembrare assurde agli occhi di alcuni e concrete da parte di altri.

La cosa sicura, che tutti possono comprendere, è che niente può influire di più sull'umore delle interazioni con altre persone.

Un litigio con un'amica ti può rattristare o far incazzare da morire, una litigata con un genitore ti spingerà a voler desiderare di andare via di casa, una discussione o un fraintendimento con un professore ti istiga a sparare cattiverie sulla sua discussa professionalità.

Ogni relazione, ci spinge a modificare il nostro umore, è matematico quasi che quando c'è una discussione la nostra anima viene scossa da un istinto negativo (o positivo che sia).

Il problema serio, però, subentra quando tra noi e una persona non c'è una reale "discussione", ma l'esatto contrario.

Quell'iniziare ad ignorarsi un po', quel rispondere in modo freddo, quel percepire che qualcosa non va e alla domanda "qual è il problema" sentirsi rispondere "niente".

Decisamente è questa la situazione che maggiormente spinge ogni persona a modificare il proprio atteggiamento, a covare rabbia e rabbia, pronta ad esplodere ad un semplice "tu non capisci".

Perché per quanto le discussioni, i problemi quotidiani, ci possano far agitare, nulla manda in crisi più di un problema che ti fanno credere esista solo nella tua mente "

ZAYN

Una delle regole non scritte, che vigeva in quella base, era che ogni ufficio viveva, irrimediabilmente, collegato all'umore del proprio capo.

Se era felice, l'ufficio sembrava essere più produttivo, se il capo era agitato sembrava regnare il caos.

Il problema reale, sorgeva, in quelle giornate il cui il capo era nervoso, in quel caso a regnare sovrana era la paura di essere licenziati, che riusciva a zittire tutti i dipendenti.

La situazione, comunque, restava più o meno stabile ovunque, a meno che il capo in questione non fosse Louis.

Sin dal mattino, capire quale fosse il suo stato d'animo, non era stato difficile per nessuno dei suoi dipendenti.

Le leggere risate e chiacchiere della mattina, non appena il castano varcò la soglia, si trasformarono in silenzi e rumori di tastiere.

"Samantha, per l'ultima volta, dove sono i bilanci che ti avevo chiesto dieci minuti fa?"

"S-signor Tomlinson, sto preparando tutto, mi servono solo altri cinque minuti... sai il nostro piano annuale è vasto e..."

"Sai cosa ti servirà tra cinque minuti? Un nuovo lavoro! Sbrigati o sei fuori da questa base per sempre" la voce forte e autoritaria di Louis rimbombò tra le pareti in vetro di quell'ufficio.

Ogni dipendente percepiva la negatività proveniente da quegli occhi azzurri, perforargli il corpo, provocandogli dei brividi lungo la schiena.

"Zayn, voglio i bilanci dell'intero mese, nel mio ufficio, tra dieci minuti al massimo" la voce dura del castano fece voltare Zayn verso di lui, scrutandolo con la fronte corrucciata.

Era da quella mattina che il moro cercava di decifrare il suo comportamento smanioso, ma più lo osservava e più non riusciva a comprenderlo.

Inizialmente aveva pensato che fosse successo qualcosa tra Louis e i suoi genitori, era un opzione più che plausibile dato che agli inizi del lavoro succedeva un giorno si e l'altro pure.

Ma aveva capito ben presto che non era quello il motivo, perché di certo il suo controllare spasmodicamente il cellulare non era per controllare i messaggi del padre.

Avrebbe voluto alzarsi e andargli a parlare, ma come aveva imparato a capire, in quei momenti non erano solo i suoi dipendenti sgraditi a rischiare il lavoro, ma anche lui.

"Posso prepararti tutto in cinque minuti, ti aggiungo anche i bilanci della base a Bahrein?" disse fissando il suo amico dritto negli occhi.

"No, solo i nostri, devo confrontarli con i redditi di altri uffici. Quando arrivi portami i lavori di Samantha... o le sue dimissioni" asserì con voce glaciale, sbattendosi subito dopo la porta del suo ufficio alle spalle.

"Cos ha oggi che non va? Sembra un pazzo" mormorò una delle ragazza seduta vicino alla scrivania di Zayn, facendolo annuire leggermente.

"Non lo so, ma ci conviene filare finché non avrò capito qualcosa, se non licenzia qualcuno oggi siamo miracolati" rispose premendo invio alle ricerche sul suo computer.

Sentire l'intero ufficio in silenzio era una delle cose più fastidiose per Zayn.

Quel ticchettio assordante, l'assenza di suoni umani, gli faceva nascere un innato senso d'ansia, unito alla preoccupazione per quello che, nonostante tutto, era il suo migliore amico.

"Samantha a che stai?" domandò mantenendo un tono placato.

"Ho finito... mi dispiace Zy" mormorò con fare mortificato la ragazza, facendo sorridere lievemente il moro.

"Non devi dispiacerti di nulla, sei stata brava, Louis oggi è al primo giorno di ciclo, gli passerà" disse, facendo scappare qualche risata ad alcuni di loro, prima di prendere entrambi i lavori e dirigersi verso la tana del lupo.

Fece urtare lievemente le nocche sulla superficie della porta, sentendo i sospiri trattenuti di alcuni dipendenti.

"Entra" disse Louis con lo stesso identico tono di voce utilizzato poco prima, facendo preparare psicologicamente Zayn a quell'incontro.

Aprì la porta chiudendosela subito alla spalle, ritrovandosi i suoi occhi color ghiaccio puntati su di lui.

"Hai terrorizzato Samantha sai?" disse poggiando i fogli sul suo ufficio.

"Molti di loro sono costantemente adagiati su corone di alloro, gli ricordo che se voglio li faccio adagiare su corone di spine" rispose osservando i vari documenti con fare critico.

"Mi sembri più tu quello seduto sulle corone di spine oggi" disse scrutando il suo volto, vedendo gli occhi azzurri saettare subito su di lui.

"Solo una giornata no... capita no?" borbottò continuando a guardarlo.

"Capita si, ma c'è sempre qualcosa che ci spinge a dire che è una giornata no.. la tua motivazione qual è?" chiese mantenendo un tono pacato.

"Dovresti tornare a lavoro Zayn" rispose quasi brusco, incrociando le braccia sul tavolo.

"Andiamo Lou, sono il tuo migliore amico..."

"Oltre ad essere un mio dipendente che rischia il lavoro"

"Non fare lo stronzo con me, non sono Samantha... che continuo a pensare tu abbia trattato male senza motivo" borbottò alzando gli occhi al cielo.

"Senti Zayn, io lo apprezzo che tu ti stia interessando al mio stato d'animo, ma non ho nessun problema. Sono cose mie e credimi, è meglio che tu mi lasci stare ora, ho veramente molto lavoro da fare" rispose con voce quasi stanca, indicando con la mano la porta di vetro, invitando Zayn ad uscire.

Il moro lo fisso quasi titubante, dondolandosi appena sui talloni indeciso sul da farsi.

Continuava a non capire quale fosse il problema di Louis, e il fatto che il castano non volesse nemmeno accennargli nulla, lo preoccupava ancora di più

"Non voglio obbligarti a parlare con me, ma lo vedo che c'è qualcosa che ti preoccupa e sai che se vuoi parlare io ci sono"

"Andiamo Zy, non usare queste parole con me, sembra quasi che abbia avuto chi sa quale problema. Sto bene. È verso, sono un po' preoccupato ma non devi preoccuparti, voglio solo finire di lavorare e risolvere questa cosa, ok?" disse sfiatando leggermente, percependo, forse, lo sguardo preoccupato che il moro continuava a lanciargli.

"Ok, ok, giuro che non mi preoccuperò più per te, ma lasciati dire che sei uno stronzo scorbutico quando stai così" disse sorridendogli appena, vedendo Louis calare appena il viso con un sorriso accennato.

"Di a Samantha che per oggi non è licenziata, ok? Sono meno stronzo ora?" domandò ritornando a scrutare i vari documenti.

"No, sei sempre stronzo uguale. Se ti serve qualcosa chiamami, torno a fare il tuo schiavo di la, despota" disse non ricevendo nessuna risposta da parte del castano, nuovamente avvolto dal lavoro e quel suo stato d'animo cupo.

Zayn uscì lentamente da quell'ufficio, vedendo i volti dei vari dipendenti fissarlo quasi con ansia, e fregandosene di tutto si diresse alla sua scrivania per afferrare il cellulare.

A: Cucciolo <3

Louis oggi è più rompipalle del solito, dimmi che hai organizzato qualcosa per questa sera, ha bisogno di distrarsi.

p.s. ti amo e non mangiarti tutto il barattolo di Nutella che ho comprato, ho bisogno di dolcezza quando arrivo... a meno che non voglia essere tu la mia Nutella.

LOUIS

Una volta aver visto Zayn uscire dal suo ufficio, Louis, rimase per alcuni secondi a fissare la porta opaca, sentendo quel groviglio di sensazioni premergli maggiormente sulla bocca dello stomaco.

Avrebbe voluto parlare con Zayn, lasciare che lo avvolgesse con la sua mantra di consigli sconclusionati, ma non poteva.

Come poteva dire al suo migliore amico "Ehi, quello che penso possa diventare il mio futuro ragazzo, che è Harry. Ah si perché ho completamente perso la testa per Harry. Comunque non mi rispondeva alle chiamate e ai messaggi da ieri pomeriggio e proprio questa mattina mi ha scritto "non tartassarmi di messaggi e chiamate, non voglio parlare". Come se fosse normale comportarsi così quando siamo quasi finiti a letto insieme".

Non poteva, perché si sentiva uno stupido e non sapeva nemmeno lui cosa provare.

Non capiva se avesse sbagliato qualcosa, se tutto quello che aveva vissuto in quei giorni fosse stata tutta una finzione.

Non sapeva se semplicemente Harry avesse mal di testa e per questo non voleva parlare.

Non sapeva se si sarebbe dovuto preoccupare o meno, ma la sensazione negativa che tutta quella situazione gli aveva lasciato all'altezza del petto, non riusciva a controllarla.

Quel messaggio era stato freddo, glaciale quasi, e se pure Louis avesse interpretato la cosa in modo errato, c'era comunque qualcosa che non andava.

*flashback*

"Io aspetto te" rispose con una scrollata di spalle Harry, aprendo la porta di casa e uscendo oltre la soglia.

"Non te lo perdonerò tanto facilmente questo abbandono" rispose Louis, avvicinandosi all'uscio della porta.

"Troverò il modo per farmi perdonare allora" rispose, abbassando il tono di voce, avvicinandosi ancora una volta al volto di Louis, lasciandogli un bacio sulle labbra arrossate.

"Staremo a vedere allora" sussurrò su di esse il liscio, portando una mano sul collo di Harry.

Il riccio scosse leggermente la testa, baciando leggermente la punta del nasino di Louis, allontanandosi da quel corpo che gli sembrava gridargli "resta con me" da tutti i pori.

"Tu pensa a un qualcosa, magari potrei poter accontentare qualche tua richiesta" ridacchiò leggermente il riccio, passandosi una mano tra i capelli, prendendo ad indietreggiare nel corridoio sotto lo sguardo azzurro di Louis.

"Ci penserò, ci penserò" rispose in una mezza risata.

*fine flashback*

Louis si massaggiò lievemente il ponte del naso, chiudendo gli occhi, sentendo la sua mente implorargli pietà.

Era sicuro che il giorno prima non fosse successo nulla, se ne sarebbe accorto, avrebbe notato se le parole di Harry fossero state false.

Invece, quando era con lui, l'unica cosa che percepiva era un sentimento puro, incontrollato da parte di entrambi e mai, mai, freddezza come in quel messaggio.

Louis era sicuro che ci fosse qualcosa che non andava e aveva bisogno di parlare con Harry.

Louis era sicuro di dover parlare con Harry e leggere nei suoi occhi la verità.

Louis aveva semplicemente bisogno di vedere Harry per non impazzire, e no, questo a Zayn non lo poteva proprio dire.

LIAM

Da: Amore

Louis oggi è più rompipalle del solito, dimmi che hai organizzato qualcosa per questa sera, ha bisogno di distrarsi.

p.s. ti amo e non mangiarti tutto il barattolo di Nutella che ho comprato, ho bisogno di dolcezza quando arrivo... a meno che non voglia essere tu la mia Nutella

Liam lasciò fluttuare il cucchiaino di nutella a mezz'aria mentre apriva e leggeva quel messaggio di Zayn, sorridendo subito dopo come un dodicenne innamorato.

Guardò il cucchiaino tra le sue mani, scuotendo la testa nel notare il fatto che Zayn avesse capito, che durante la sua assenza, si sarebbe fiondato su quel barattolo illegale.

Lo esaltava, lo faceva esaltare davvero tanto notare che il suo ragazzo lo conoscesse alla perfezione e forse era per le sue parole, che nemmeno se la prese per l'ennesima richiesta fatta per i suoi amici.

Avrebbero dovuto imparare a far rientrare anche quello nel loro amore, cercando di farlo mettendo sempre al centro di tutto la loro storia, come avevano sempre fatto.

Si portò il cucchiaino alle labbra, digitando rapidamente una risposta al fidanzato.

A: Amore

Non stavo mangiando la nutella! Comunque accetto la tua opzione sul farti da dolce... sbrigati a finire questo lavoro. P.s. Vedo un po' i nostri locali che eventi offrono questa sera, non ho abbastanza tempo per organizzare una festa personalmente xx

Sapeva che non c'era bisogno di spiegare a Zayn cosa avrebbero fatto quella sera, gli andava bene sempre tutto quello che organizzava ma, si erano detti, di cominciare ad organizzare insieme, giusto per avere una scusa in più per parlarsi e confrontarsi.

Decisamente Liam si sentiva come un dodicenne alle prese con la sua prima storia d'amore, in quel nuovo inizio.

Lesse rapidamente la risposta di Zayn, sorridendo ancora di più, per poi afferrare tutto quello che aveva tirato fuori e metterlo a posto, pronto ad organizzare per quella sera.

Ci mise all'incirca venti minuti prima di trovare un locale che dava un evento carino, dopodiché inviò un messaggio identico a tutti gli amici di Louis e a Niall.

L'unico a cui non scrisse fu proprio Harry, sicuro al cento per cento che avrebbe rifiutato se informato tramite messaggio. Digitò rapidamente il suo numero, portandosi l'apparecchio all'orecchio, pronto a spronare con i suoi modi (non nettamente gentili) Harry a partecipare, nel caso in cui si fosse tirato indietro.

"Pronto?" la voce dubbiosa e un po' affannata di Harry rispose dopo alcuni secondi, facendo ridacchiare Liam.

"Eri in palestra o rispondere al telefono è diventato uno sforzo per te?"

"Molto divertente Lì... ero lontano dal cellulare tutto qua. Come va?" domandò schiarendosi la voce roca.

"Bene, solo a casa come sempre. Oggi Zayn finirà sicuramente tardi. Te come va?" domandò Liam, sentendo Harry tentennare per alcuni secondi dall'altro capo del telefono.

"Tra di voi è tutto ok?"

"Tra di noi è tutto ok" rispose con tono allegro, sprofondando contemporaneamente sul divano di pelle.

"Sono contento, eri insopportabile ultimamente, magari ora ti calmi" disse ridacchiando appena.

"Sei veramente un cattivo amico Harry Styles! Mi ricorderò di non venire più a lamentarmi con te"

"Dai, sai che scherzavo"

"Imperdonabile lo stesso Hazza" ridacchiò mordendosi appena un labbro nell'essersi fatto scappare di nuovo quel soprannome.

"Mi farò perdonare. Comunque dai dimmi, non penso tu mi abbia chiamato per vantarti del tuo ritorno di fiamma con Zayn o sbaglio?"

Liam alzò gli occhi al cielo nel sentire quella definizione di Zayn, e contò internamente fino a tre prima di comunicare della serata a Harry.

"Andiamo all'Imperial questa sera, sei dei nostri vero?"

"No Liam, non mi va sinceramente"

"Come fai a dire che non ti va, se non sai nemmeno cos'è l'Imperial?" domandò di scatto, aspettandosi quella risposta da parte di Harry.

"Certo che so cos'è!" borbottò con quella voce roca e bassa il riccio, facendo alzare gli occhi al cielo a Liam.

"Ah si? E cos'è?" chiese con tono saccente.

"Un... un bar o un locale, ora non ricordo perfettamente"

"Sbagliato. È una discoteca che organizza serate a tema, e quello di questa sera è black and white, è semplice anche prepararsi, o ti vesti nero o bianco"

"Beh, sai già come vestirti quindi buona serata" mormorò indispettito il riccio, facendo sbuffare Liam.

"Dai Harry, ti scongiuro, lo sai che non mi diverto senza te e Niall... siete i miei unici amici!"

"Scommetto la mia camicia con i fenicotteri che starai tutta la serata con il tuo fidanzato, non hai bisogno di me. E poi ti ho detto che non ho voglia di uscire, è una giornata no"

"Hai una camicia con i fenicotteri? Sul serio? E hai ancora dubbi sul fatto di essere gay o meno?" domandò con tono ironico, avvertendo una sorta i squittio infastidito dall'altro capo del telefono.

"I fenicotteri non sono per niente simbolo di femminilità! E comunque dopo questa scordatelo che io venga questa sera"

"Dai Harry, sarà divertente e io ho bisogno di te questa sera" mentì con tono pacato, cercando di capire se la cosa avesse funzionato o meno.

"Bisogno di me? Perché?" domandò Harry, facendo sorridere Liam come il peggiore dei criminali.

"La situazione con Zayn è buona ora ma... non mi sento ancora pronto a essere come prima con lui. E se ci sarai tu, magari Zayn penserà che è perché ci sei tu e... capito no?" mormorò inventando tutto di sana pianta, non sapendo nemmeno come concludere quel suo discorso.

"Oh... beh... se la situazione è proprio così allora ok... ma Liam sappi che la prossima volta non verrò, avvisato già da ora" sbuffò esasperato, mentre Liam alzava silenziosamente il pugno in aria in segno di vittoria.

"Grazie mille Hazza, conta molto per me. Passo a prenderti per le undici, Zayn e gli altri ci raggiungeranno lì poi"

"Ok, mi vesto tutto di nero allora"

"Tutto di nero, si. Ah e Harry, tutto ok vero?" domandò alzandosi dal divano, pronto ad andare a scrutare il suo guardaroba.

"Si, alla grande. Ora devo andare Liam, a sta sera" rispose con un tono di punto glaciale, non dando il tempo a Liam di replicare, attaccando rapidamente.

Il castano rimase interdetto per alcuni secondi, poi il messaggio di Zayn gli tornò alla mente come un lampo, "Louis oggi è più rompipalle del solito" e il tono di Harry, poi, non gli sembrò più tanto ingiustificato.

HARRY

Per qualsiasi ragazzo, probabilmente, ritrovarsi in una discoteca con musica altissima, gente sudata ad ogni angolo e luci accecanti, potrebbe sembrare una situazione allettante.

Di certo, Harry, non rientrava in quella categoria di ragazzi capaci di amare tutto quel caos.

Continuava a far saettare i suoi occhi verdi per l'intera superficie di quel locale, alternando il suo sguardo dal bancone bagnato da vari drink e la calca di gente sudata che pensava di essere attraente mentre muovevano i loro corpi come anguille pronte a morire.

Non si era mai mosso da vicino a Liam e ogni volta che lo vedeva spostarsi, lo arpionava con una mano, incatenandolo al suo fianco.

Vedeva Liam e Niall completamente a loro agio in quell'ambiente per lui estraneo, e storse leggermente il naso non appena vide Liam fargli segno di andare a sedersi sui divanetti prenotati per l'intero gruppo, (chi sa quanta gente ha scopato sopra quei cosi).

"Ho appena sentito Josh, lui e gli altri stanno entrando proprio ora" gridò Niall sovrastando la musica di quel locale per farsi sentire sia da Liam che da Harry.

"C'è anche Zayn?" domandò di rimando vedendo il biondo annuire.

"Gli vado incontro! Voi non vi muovete da qui." Gridò nuovamente, sollevandosi dal suo posto camminando quasi a ritmo con la musica.

Harry osservò il corpo del biondo allontanarsi tra la folla e la consapevolezza che a breve, in quello stesso punto, sarebbe comparso il corpo di Louis, prese a farlo agitare.

"Vuoi qualcosa da bere?" la voce di Liam gli gridò nell'orecchio, facendogli distogliere lo sguardo dal punto impreciso che aveva preso a fissare.

"Non ho voglia di bere in realtà" rispose guardando gli occhi castani illuminati dalle luci fluorescenti.

"Per un drink non ti verrà la pancia, tranquillo, vieni andiamo al bancone, tanto questi posti non li può prendere nessuno, sono prenotati a nome nostro per tutta la notte" rispose Liam, afferrandolo per il braccio e trainandosi il riccio senza lasciargli l'opportunità di divincolarsi.

"Salve! Due tris di vodka per piacere" disse con voce ferma Liam, fermandosi di fianco al bancone ricoperto da liquidi appiccicosi.

"Non penso di essere un vero e proprio amante di queste bevande sai?" domandò Harry, avvicinandosi all'orecchio del castano, facendolo voltare verso di lui con un sorriso.

"Tu non sei un amante di tante cose Haz, devi solo imparare a scoprirle" gli rispose con un sorriso quasi derisorio stampato sulle labbra carnose.

"Ho già superato l'età in cui si testa l'alcol e i locali per scovare la propria identità, sai?" rispose mantenendo il contatto con gli occhi castani.

"Ma infatti non devi farlo per scoprire la tua identità, ma per dimenticartela" disse con tono sicuro, afferrando subito dopo entrambi i bicchieri, porgendogliene uno con fare sicuro.

"Mi sembra tanto una riformulazione del –bevo per dimenticare-!" asserì scuotendo la testa con il solito cipiglio insicuro sul volto.

"Lo è in effetti, se hai dei problemi le serate così sono la soluzione giusta" rispose bevendo un sorso abbondante del suo drink.

"Cosa ti fa pensare che io abbia qualche problema da dover dimenticare?" chiese puntando i suoi occhi verdi seri in quelli scuri.

"Non sei tu quello che dobbiamo far distrarre questa sera. Il nostro obbiettivo è Louis" rispose Liam, scandendo in modo evidente il nome del castano, facendo sgranare leggermente gli occhi al riccio.

"L-Louis? Perché? Gli è successo qualcosa?" domandò, schiarendosi la voce, cercando in qualche modo di darsi un tono neutrale.

"Ah, io non lo so, speravo potessi dirmelo tu"

"Perché dovrei saperlo io scusa?" disse di getto, avvertendo lo stomaco contorcersi leggermente, spingendolo a bere un sorso di quella bevanda rossastra.

"Ultimamente quando Louis ha qualcosa che non va è sempre in qualche modo collegata a te ricciolino, non fingere di non esserne consapevole" ridacchiò il liscio agitando un po' la testa a ritmo con la musica leggermente più lenta.

Harry lo osservò non sapendo come rispondere, lasciando che quella musica latina cominciasse a mischiarsi con il suo senso di colpa.

La cosa che maggiormente lo logorava era proprio la sua consapevolezza della situazione. Sapeva benissimo che l'umore di Louis, quella volta, era collegato a lui.

E più ci pensava, più gli tornava alla mente il sorriso strafottente di Nick, il modo in cui era stato raggirato... il modo in cui ci era stato.

Era estremamente consapevole che non appena Louis sarebbe venuto a conoscenza di quella storia, ogni forma di relazione tra di loro, sarebbe cessata immediatamente.

E Harry aveva paura. Paura di perdere Louis, paura di non riuscire a rimediare, di ammettere i suoi errori e paura di rendere reali quei sentimenti che sentiva di provare nei confronti del castano.

Era per quel motivo che aveva deciso di non rispondere a nessun messaggio e nessuna chiamata da parte del castano. Non ci riusciva, non ci riusciva a mentirgli, a fingere che fosse tutto normale, non con lui.

Sapeva che Louis si sarebbe accorto subito che qualcosa non andava e il riccio non si sentiva pronto a perderlo.

"Andiamo Haz, rifletti dopo su questa mia frase, andiamo dagli altri, il mio ragazzo mi sta cominciando a chiamare" la voce di Liam lo fece quasi sobbalzare, facendo ripiombare su di lui tutto il caos di quella sera e la paura di quell'imminente incontro/scontro con Louis.

Seguì Liam in silenzio tombale, osservando il percorso fino ai divanetti un po' come in un film thriller, con quella orribile musica ad accompagnarlo passo dopo passo come una delle peggiori musiche di suspense.

Una volta giunto ai divanetti fu solo una questione di secondi prima che il verde si scontrasse con il ghiaccio totale.

LOUIS

L'ultima cosa che Louis avrebbe voluto fare quella sera, era partecipare ad una stupidissima festa a tema in un locale addito a ragazzini di undici anni.

Ma, non appena aveva visto Zayn entrare nel suo ufficio, carico della sua bontà e la sua dote di convincimento, aveva intuito in che modo si sarebbe conclusa la sua serata.

Sapeva, da anni ormai, che ogni volta Zayn lo beccava in uno stato d'animo del genere era pronto a scuotere i monti pur di portarlo fuori di casa e farlo distrarre.

Solitamente, infatti, Louis accettava ogni singolo invito del suo amico, perché distrarsi era l'opzione migliore nella maggior parte dei casi, ma non quella sera.

Quella sera Louis sarebbe stato pronto a scagliarsi contro chiunque, anche contro Zayn se solo lo avesse provocato, e aveva deciso di accettare quell'invito solo per una persona: Harry.

Le possibilità che Liam avesse costretto Harry a partecipare a quella festa erano talmente alte da spingere Louis ad accettare immediatamente.

Doveva vederlo. Doveva parlargli e capire cosa gli fosse successo, perché non poteva accettare che fosse solo un momento no, non quando il giorno prima erano in procinto di finire a letto insieme.

Entrò nel locale mantenendo la sua espressione rude e i suoi occhi glaciali, ricercando tra tutta quella folla solo una persona.

Gli bastarono giusto pochi minuti prima che i suoi occhi intercettassero quel corpo tra tutti, facendo sobbalzare il suo cuore e contorcere lo stomaco in una morsa dolorosa.

Osservò il corpo alto e fasciato in dei vestiti neri, i capelli buttati indietro da una leggera bandana bianca e infine quegli occhi verdi, colpi di preoccupazione e sensi di colpa che lo fecero scattare sul posto come una molla.

"Lou ci andiamo a prendere un drink?"

"Non ora Zayn, vacci con Ben" disse di getto, sorpassando il corpo dell'amico posto davanti al suo, dirigendosi a passo di marcia verso quella figura tremante.

"Ehi Louis! Tutto bene?" la voce allegra di Liam non lo sfiorò nemmeno per un secondo, l'unico suo obiettivo era trascinare Harry fuori da quella struttura e tirargli fuori – anche con la forza – una spiegazione per quel suo comportamento.

"Zayn ti sta aspettando ai divanetti" disse in modo glaciale, afferrando contemporaneamente il polso del riccio con presa ferrea "tu vieni con me" decretò, ignorando completamente Liam e il leggero mugolio sfuggito dalle labbra del riccio, prendendo a destreggiarsi tra tutta quella folla.

Avvertiva il corpo alle sue spalle lasciarsi trascinare senza il minimo segno di protesta, e la cosa non faceva altro che farlo agitare ancora di più.

L'aria fredda di quella sera lì colpì quasi come uno schiaffo, facendoli tremare per alcuni secondi, mentre si dirigevano sul retro di quella struttura evitando il contatto visivo con qualsiasi individuo.

"Louis, mi stai facendo male" il mormorio quasi tremante del riccio, dopo alcuni secondi, fece fermare il castano di botto, che non perse tempo a voltarsi verso di lui e inchiodarlo con il suo sguardo.

"Si può sapere quale diavolo è il tuo problema questa volta?" gli sbraitò contro Louis, sentendo tutta quella rabbia accumulata prendere a liberarsi solo nell'averlo vicino.

"Non c'è nessun problema, sei tu che mi hai trascinato fuori con una foga assurda" disse il riccio, facendo schiudere leggermente le labbra al liscio.

"Stai scherzando vero? Tu pensi che io sia stupido Harry?" domandò portandosi una mano sul petto non spostando i suoi occhi azzurri da quelli verdi.

"Non penso che tu sia stupido, ma non ho nessun problema di cui parlarti"

"Ah no? E dimmi allora, perché cazzo stai ignorando ogni io messaggio e ogni mia chiamata da ieri!"

La voce quasi esasperata di Louis sembrò espandersi per tutto il parcheggiò, rimbombando prepotente in quello spazio vuoto, facendo sobbalzare il riccio.

"Non avevo voglia di parlare. Non capisco queste tue paranoie per un giorno che non rispondo" disse in tono lieve, Harry, dopo alcuni secondi, facendo accigliare ancora di più quel volto liscio davanti al suo.

"La cosa mi pesa nel momento in cui ci eravamo lasciati in un modo e nel giro di un paio d'ore sei diventato un'altra persona. Non voglio sapere dei tuoi problemi, non pretendo che tu mi racconti di te, ma esigo che tu sia chiaro con me Harry, perché queste frasi a presa per il culo le potrai dire ai tuoi amichetti, di certo non a me" disse con voce bassa Louis, portandosi una mano tra i capelli lisci, sospirando profondamente per cercare in qualche modo di calmarsi.

Si sentiva un po' come agli inizi, quando stare con Harry gli provocava solo un carico di rabbia e di stress, con la differenza che ora era il suo cuore a subire quel peso ingombrante che erano le parole non dette dal riccio.

"Trovo ridicolo tutto questo per un giorno che non ti rispondo. Non ho niente! E sinceramente il tuo comportamento comincia ad innervosirmi" affermò con voce tremante, non convincendo nemmeno se stesso di quello che stava dicendo.

"Dio santo, Harry! Cosa ti ci vuole a dirmi qual è il problema! Si tratta di dirmi un semplice "ehi Louis, hai rotto il cazzo" e la cosa finirebbe lì. Ma parla cazzo!" alzò il tono di voce il liscio, sbattendo leggermente un piede per terra per scaricare quella rabbia che gli fremeva all'interno.

"E se non volessi parlare con te? Non stiamo insieme Louis, se ho un problema non devo venire da te, non devo dirti proprio un cazzo!" sbottò esasperato il riccio, facendo indietreggiare di alcuni passi il liscio, che continuava a fissarlo con un intensità insopportabile.

Entrambi rimasero in silenzio, lasciando i loro occhi concatenati.

Louis sentiva tutto il suo corpo fremere dall'interno, perché lo percepiva, dal modo in cui gli occhi di Harry cercavano di fuggire, che fosse successo qualcosa di grosso, qualcosa che gli avrebbe fatto male.

"Harry, che cosa è successo quando sei andato via da casa mia?" domandò con voce quasi ridotta ad un bisbiglio il liscio, sentendosi esposto, sentendosi stupido.

"Niente" rispose distogliendo gli occhi, calando il suo sguardo sull'asfalto ai suoi piedi.

"Ti sei pentito per quello che c'è stato tra di noi?" domandò con lo stesso identico tono, avvertendo i suoi occhi inumidirsi appena nel pronunciare quella domanda.

"Certo che no, Louis, non me ne pento nemmeno un po'" rispose rialzando, solo per un secondo, lo sguardo.

"Sei confuso su... la tua sessualità per caso?" provò, accompagnato dall'ennesima fitta allo stomaco.

"Assolutamente no Louis! Come ti vengono certe cose?" domandò passandosi una mano sul volto leggermente arrossato, portando Louis ad annuire lievemente.

"E allora cosa Harry? Ti scongiuro, dimmi cosa c'è che non va, perché questa situazione è ridicola per entrambi, lo capisci vero?" domandò, mantenendo un tono di voce basso, cercando in qualche modo di sbloccare quel silenzio straziante.

Harry tentennò, separò leggermente le labbra richiudendole nuovamente, facendo aumentare le palpitazioni di Louis in modo inspiegabile.

Lo osservò muoversi leggermente sul posto, puntare lo sguardo su di lui in modo insicuro, i suoi occhi verdi diventare quasi liquidi prima di sospirare profondamente e decidere, probabilmente, di spiegare cosa fosse successo.

"H-hai presente quando sei consapevole di sbagliare ma lo fai lo stesso?" domandò con tono lieve, scuotendo internamente il liscio che si limitò ad annuire "io ho sbagliato Louis, e penso che tu non voglia seriamente che io ti racconti di questa cosa. Vorrei solo poter zittire tutto e far finta di nulla"

"Su cosa hai sbagliato Harry, su di noi?" deglutì leggermente Louis, pronunciando quelle parole con un senso di paura inspiegabile.

Gli occhi verdi di Harry si puntarono quasi in modo prepotente in quelli azzurri, e quello che Louis ci lesse al suo interno lo portò ad indietreggiare ancora prima di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.

"Ho visto Nick ieri sera, per chiudere per sempre quello che c'era stato, ma le cose non sono andate come credevo" disse, caricando ogni parola di un senso di colpa così forte da far scurire gli occhi chiari di Louis.

"E come sono andate le cose?" domandò avvertendo già il suo cuore inclinarsi leggermente.

"Lui... ecco lui voleva una specie di rivincita, non ho capito cosa intendeva e quindi ho prima chiesto spiegazioni, poi mi sono lasciato convincere ed ho fatto una cavolata quindi..."

"Oh andiamo Harry, arriva al punto, cosa è successo tra te e Nick?" sbottò ritornando ad un tono glaciale.

"Ci siamo baciati. Lui mi ha baciato ed io l'ho lasciato fare... ma non l'ho fatto perché sono interessato a lui Louis, io pensavo di doverglielo ecco"

L'aria intorno a loro sembro come ghiacciarsi, le mani di Louis presero a tremare leggermente, mentre ogni sua certezza riposta in quella strana relazione crollava davanti ai suoi occhi.

"Tu pensavi di doverglielo? E cosa sei tu Harry, un cazzo di oggetto da restituire? Tu non gli dovevi proprio un cazzo! Ti rendi conto che poche ore prima eri nella mia dannatissima casa a baciare me?"

"Lo so di aver fatto una cazzata Louis! È per questo che ho preferito non parlarti, non riuscivo a convivere con i sensi di colpa e non volevo litigare con te"

"Oh, se non volevi litigare con me ci pensavi prima di lasciarti baciare da quella dannatissima faccia da cavallo!" gridò nuovamente, allontanandosi maggiormente dal corpo del riccio, avvertendo la rabbia e la delusione mischiarsi all'interno del suo stomaco.

"Ho sbagliato Louis! Mi sono sentito una merda non appena mi sono reso conto della cosa!"

"Ma non farmi ridere Harry, ora mi dirai anche "Pensavo a te mentre ero con lui", per chi mi hai preso? Per una dodicenne alla prima cotta?" gli sbraitò contro, fregandosene degli occhi del riccio che diventavano sempre più lucidi .

"Ti prego Louis era proprio questo che..."

"Smettila Harry. Credimi, fidarmi di te mi è risultato difficile come non mi è risultato quasi con nessuno, ma alla fine mi sono convinto che era solo il mio essere attratto da te a frenarmi. Ma ora, mi rendo conto che non avrei mai dovuto permetterti di entrare a far parte della mia vita. Non riesco nemmeno a guardarti in faccia, cazzo!" disse passandosi entrambe le mani sulla faccia, dando le spalle al riccio con la voglia di andare via.

"Louis, ti prego, lasciami spiegare" bisbigliò con voce roca, segno delle lacrime che cercava in tutti i modi di bloccare.

"No Harry... non devi spiegarmi proprio nulla" rispose scuotendo la testa, rimanendo di spalle a quel corpo marmoreo e tremante alle sue spalle.

"Lou..." provò a chiamarlo nuovamente.

"Goditi la tua nuova storia Harry, ma sta il più possibile lontano da me. Buona fortuna" disse quasi in un bisbiglio allontanandosi quasi di corsa da quel luogo, afferrando con mani tremanti le chiavi della sua macchina.

L'unico desiderio era solo andare via da quel posto, via da Harry Styles.

***

Lo so ragazze, sono assolutamente imperdonabile... seriamente non so come scusarmi con voi per l'immenso ritardo.

Voglio essere sincera con voi, mi sono un po' demoralizzata e non riuscivo più a scrivere nulla, perchè pensare che fino a pochi mesi fa questa storia era 20 in classifica e ora a solo 2k visualizzazioni (rispetto alle 40k) mi fa veramente male. 

Ma non importa, ho capito che non devo più guardare al passato e nonostante una parte di me è comunque rancorosa sulla vicenda, sono comunque felicissima e grata di tutto il sostegno che mi state dando. 

Sopratutto volevo dedicare l'intero capitolo a @itssilver che su instagram mi ha dato la forza per scrivere di nuovo. E, inoltre, volevo dire grazie a @sassyqueenLT per il meraviglioso messaggio in direct. 


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