Holmes Chapel

By Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 16

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By Chia_Ct

"Vuoi spiegarmi?" Harry era stato tutto il tempo a gironzolare in cucina.
"Ti vuoi fermare?" Appoggiai le braccia sul tavolo, che precedentemente reggevano la mia testa.
"No." Strinse la mascella non togliendomi mai gli occhi di dosso, sapevo lo stesse facendo apposta.

Finalmente il campanello suonò, Zayn entrò completamente bagnato e affaticato, come se avesse corso da casa fino a qui.
"Si, sono venuto a piedi." Posò la giacca salutando Harry.
"A piedi?" Mi alzai avvicinandomi ai ragazzi.
"Mi hanno distrutto la macchina." Sospirò tirandosi indietro il ciuffo bagnato.

"Vai a cambiarti, sai dove puoi trovare tutto." Indicò il piano superiore.
"Posso almeno sapere se hai un piano?" Si voltò verso di me il riccio, appena Zayn scomparve dalla mia vista.
"Non esattamente." Mi morsi il labbro inferiore.
Questo gesto attirò completamente la sua attenzione, facendomi arrossire.

"Ci sará mai una volta in cui non arrossirai?" Mi chiese Harry sorridendo.
"Cerca di non evidenziare questo particolare, grazie." Mi voltai poggiando le mie fredde mani sulle guance esageratamente calde.

"Eccomi." La voce di Zayn mi fece voltare e di conseguenza sospirare.
"Hai fatto presto." Dissi. Non ero ancora pronta per dirgli cosa avevo in mente.

"Sputa il rospo." Si sedette il moro, seguito da Harry.
"Ho visto una foto." Zayn alzò il sopracciglio e mi invitò a continuare "c'era l'uomo di poco fa-" cenno interrotta dal riccio "Si chiama Blake."
"C'era Blake e Perrie." Forse ero stata troppo diretta, non ricevendo nessuna risposta.

"P-perrie?" Si alzò respirando affannosamente.
"Zayn..." lui si voltò respirando prosofondamente e massaggiandosi le tempie.

"Lo sapevo cazzo!" Urlò colpendo la sedia, che cadde per terra causando un forte rumore.
"Cosa sapevi." Harry raccolse la sedia avvicinandosi all'amico.
"È stata costretta a sposarlo." Mi guardò "i suoi genitori volevano che fosse un uomo ricco. E l'hanno trovato.." sospirò prendendo il telefono dalla tasca.

"Cosa vuoi fare?" Mi avvicinai guardando il riccio che mi chiedeva, con lo sguardo, di calmare il moro.
"Voglio chiamarla." Digitò un numero, ma Harry fu più veloce e gli tolse il cellulare di mano prima che potesse chiamarla veramente.

"Sei fuori di testa?" Spense il cellulare e lo mise sul tavolo.
"Credi che la sua linea sia come le altre? È sicuramente controllata 24h su 24." Spiegò Harry a Zayn, per provare a farlo ragionare.
"Hai ragione." Guardò il riccio e lo abbracciò. Un abbraccio fraterno, che mi fece capire il forte legame tra i due.

"Adesso come facciamo?" Mi sedetti esausta.
"Abbiamo bisogno di lei. Se abbiamo lei abbiamo un punto in più." Mi appoggiai completamente sul tavolo provando a ragionare.
"Adesso siamo stanchi, non ce la faremo mai ad organizzare un piano." Si avvicinò Harry, togliendo i cartoni della pizza.

Zayn annuì per poi salutarci ed uscire dalla casa facendo cenno ad Harry ti controllare il cellulare.
"Perché non vai a farti una doccia?" Mi consigliò Harry.
"Non ho niente di cambio." In realtà sentivo proprio il bisogno di fare una doccia calda.
"Va a farti una doccia, ti presto qualcosa io." Salimmo le scale e Harry mi porse una maglia e dei pantaloncini.

"Harry." Lo chiamai. Facendolo fermare dal chiudere la porta.
"Sento dolore alla schiena, in fondo." Mi vergognavo a chiederlo, ma il dolore venne tutto d'un colpo e dovevo controllare. Lo specchio era troppo alto e piccolo, perciò non ce l'avrei fatta da sola.
"Vuoi che controlli?" Aprì la porta, aspettando la mia risposta che non tardò ad arrivare.

Lui si avvicinò alzandomi la maglietta e controllando la mia schiena.
"Hai un grosso livido." Alternò lo sguardo da me alla ferita.
E come ogni volta, quando guardavo i suoi occhi, il mondo si fermava. Le cose brutte sparivano e la mente era finalmente libera.
La pelle d'oca non tardò ad arrivare insieme all'arrosire delle guance.

La sua mano vagò per la mia schiena, accarezzandomela.
"Non andare mai più via in quel modo." Lo riproverai, anche se sussurrando.
"E tu non venirmi più a cercare." Accarezzai la sua guancia. "Non posso." Scansai un riccio dalla sua fronte, volendo sprofondare la mia mano nei suoi capelli.
"Non puoi?" La sua voce era sempre più roca e profonda.
"Non ce la faccio." Adesso la mia mano stava ricalcando i suoi zigomi pronunciati.

"Cosa mi stai facendo." Si avvicinò sempre di più a me, mentre la sua mano era finita poco sotto al mio seno.
"Dovrei chiederlo io a te." Sobbalzai quando la sua mano accarezzò il mio reggiseno, ma non la tolsi. Sentivo il bisogno del suo tocco, sentivo il bisogno di lui.
Non so cosa mi stesse succedendo, mi avvicinai ancora di più a lui e lo baciai, staccandomi poco dopo.

"Non avresti dovuto farlo." La sua espressione era seria, ma non mi intimoriva.
"Ma io volevo farlo." Questa volta la mia mano si poggiò sul suo petto, volendo scoprire ogni parte del suo corpo.
Lui prese la mia mano e la allontanò, quando di colpo prese i miei glutei e mi baciò come ogni donna desidererebbe.

Mi tirò su, e di conseguenza misi le mie gambe attorno alla sua vita.
Continuando a stringere i miei glutei mi poggiò sul ripiano del bagno, facendo cadere cose.
Incominciò a baciare il mio collo, facendomi gemere. Il collo è sempre stato il mio punto debole.

Il suono del campanello ci fece fermare. Ci guardammo, con il fiato corto.
Aggrottando le sopracciglia mi lasciò nel bagno con un "aspetta qui."

Cosa cavolo mi stava succedendo? Era impazzita per caso?
E se il non avessero suonato alla porta come sarebbe andata a finire?

Sospirai scendendo dal ripiano e chiudendo la porta a chiave, decidendo, finalmente, di fare una doccia rilassante.
Ma appena mi tolsi la maglietta mi fermai avvicinandomi cautamente alla porta per poter ascoltare meglio.

"Katherine ti ho detto di no." La voce di Harry era forte e chiara, sembrava anche annoiato
"Ma ho voglia!" Spalancai gli occhi allontanandomi dalla porta quasi cadendo, ma mi avvicinai poco dopo non volendo perdere nessun particolare.
"Smettila Katherine." Lo sentiì sospirare e successivamente dei passi.

"Sei così strano, prima scopavamo quasi tutti i giorni." La gola si secchò, il mio cuore incominciò a battere fortissimo e non so come ma mi controllai da strapparle tutti i capelli.
"E adesso invece la finiamo qui." Sospirai sedendomi, ma continuando ad ascoltare.

"È per quella ragazza vero?" Alzai di scatto la testa, appiccicandomi del tutto alla porta.
"Va via Katherine non sei la benvenuta." Probabilmente apriì la porta visto che il vento fece muovere anche quella del bagno.
"Lei è qui? Te la sei già scopata vero?" Non ci fu nessuna risposta, solo un grosso e profondo respiro.
"Mi sto incazzando." La sua voce si era alzata.

"Io vi farò vedere che lei non è come pensate, è solo una troia che finge di avere un brutto passato. Raccontando storielle sulla sua fami-" quelle parole mi colpirono bel profondo del cuore, facendo cadere le lacrime.
"Esci da questa casa!"sobbalzai.
"Non ti picchio solo perché non ti meriti veramente un cazzo. Quando imparerai a ragionare con il cervello e non con la figa sfondata potrai tornare da me." E la porta si chiuse in un tonfo.

Mi alzai asciugandomi le lacrime e aprendo l'acqua, aspettando che arrivasse la giusta temperatura.
Sentiì bussare alla porta "È tutto ok." Risposi e dopo poco il rumore dei suoi stivaletti scese al piano di sotto.

~~~
La sera precedente, dopo la doccia, mi catapultai nella camera degli ospiti non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi.

Erano le nove passate e, dopo essere stata un'ora a fissare il soffitto e a pensare a cosa avrei potuto dire al riccio, decisi di scendere a mangiare qualcosa.
Appena entrai in cucina trovai un Harry ancora in pigiama intento a preparare qualcosa.

Il mio naso sentiva odore di bacon, ciò significava solo una cosa. Tipica colazione americana/inglese.
Mi feci forza e mi avvicinai a lui per poter sbirciare. "Buongiorno." Lui si voltò verso di me sorridendo leggermente.

"Cosa prepari?" Mi allontanai un po', ricordandomi di non essermi lavata i denti...
"Bacon, uova e pankcakes." Disse ancora con il viso rivolto verso le varie pentole.
"Mentre prepari il tutto vado a prepararmi e poi apparecchio." Lo vidi annuire e andai in bagno a lavarmi e a vestirmi.
Ovviamente indossai i vestiti del giorno prima, non avendone altri e non potendo rimanere tutto il giorno con i vestiti della notte.

Iniziai ad apparecchiare, domandano ogni volta dove potessi trovare i vari oggetti necessari.
La colazione fu servita qualche minuto dopo e affamata incominciai immediatamente a mangiare.

Al primo morso di ogni cosa mi meravigliai di quanto fosse buono il piatto in generale.
"È tutto buonissimo." Il mio tono era quasi sorpreso, facendolo sorprendere.
"Credevi fosse tutto da buttare?" Disse guardando il piatto davanti a me.

"Aspetta di assaggiare i miei piatti." Marcai bene la parole possessiva, dando inizio ad una gara di cucina.
"Oh adesso L'Italianità che è in te si è offesa?" Posò le posate, prendendo un sorso dal bicchiere d'acqua.
"Già e anche molto." Continuai a mangiare terminando il nostro contatto visivo.

Non so come e perché ma la mia bocca non ce la fece a fermarsi e roviani il momento di pace che si era creato tra noi due.
"Perché continuiamo a baciarci." Posai la posata aspettando una risposta, che non arrivò.
"Non sarà il miglior momento per chiederlo lo so." Sospirai allontanandomi dal tavolo. "So anche che tu sei un fottuto lupo solitario, che non vuoi relazioni e bla bla bla" continuai a girovagare per la cucina in preda dalla parlantina. "Ma se non te lo chiedo tanto continueremo a baciarci e a fare finta di niente, quindi da ora in poi niente più baci!" L'avevo detto veramente?

"Niente più baci." Disse con quel sorrisino  da idiota, continuando a mangiare.
Io invece mi ri-sedetti e terminai di mangiare.
Mi alzai per mettere il piatto nel lavandino e per andare in camera, ma la sua voce mi fermò "domani sera c'è una festa." Mi fermai ascoltandolo "e ci sarà una persona che potrebbe aiutarci con tutto questo." Mi voltai non rispondendo "Vuole sempre qualcosa in cambio, ma niente che non si possa fare."

"Questo significa che-" mi interruppe, come sempre. "Che ci andrò io."
Incrociai le braccia sotto il seno alzando gli occhi al cielo "Smettila di fare il prezioso, verremo tutti o nessuno." Sbattei le mani contro le gambe "riguarda tutti, non puoi fare il supereroe adesso." E per la prima volta rimase in silenzio, annuendo rassegnato.

Mi sorpassò "vado a farmi una doccia." Si voltò, montando uno scalino "È una festa per uomini e donne di classe, vestiti elegante." E mi diede le spalle, lasciandomi sempre con la sua gentilezza.

Spazio Autrice
Ciao amici! Scusate l'assenza, ma ho avuto un po' di problemi. Grazie alle 800 personcine che hanno o stanno leggendo questa storia, spero che possa crescere e piacere sempre di più perché ci metto veramente tutta me stessa. Un bacio enorme a tutti

Chia.

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