Holmes Chapel

By Chia_Ct

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Una storia complicata, come quella di tutti e sei i ragazzi. Le loro vite verranno messe a rischio da una cos... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
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Capitolo 69
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Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87

Capitolo 12

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By Chia_Ct

"Stai scherzando? Mi sono messa solo le scarpe e un po' di mascara!" Urlai in risposta alle continue lamentele del riccio su quanto fossi lenta, cosa assolutamente non vera.
"Il mascara? Cos'è? Una band musicale?" picchiettò sul manubrio a ritmo della musichetta che c'era di sottofondo.

"Si, mi sono messa una band musicale sulle ciglia" alzai gli occhi al cielo
"Non si chiama Rimmel?" Lo guardai, distrutta dalle due continue ed inutili correzioni.

"È la stessa cosa" dissi esasperata.
"Non fare la make-up artist con me. Ho visto più trucchi di te in tutta la tua vita." aggrottai le sopracciglia sorpresa e confusa da questa sua affermazione.

"Ho visto molte ragazze truccarsi qu-" lo interuppi immediatamente.
"Non-finire-la-frase" scandiì bene queste parole per fargli capire che non avevo intenzione di ascoltare altro.

"Pensi sempre che io parli di sesso." Finì la sua frase con una risatina.
"Quando si tratta di te è ovvio." Risposi sincera.

"Non sai neanche cosa significa scopare vero?" spalancai la bocca voltandomi verso di lui.
"E tu cosa ne sai?" Lo sfidai.
"Possiamo scoprirlo sei vuoi." Alzò ed abbassò le sopracciglia, avvicinandosi a me.

"SMETTILA" urlai colpendolo al braccio.
Lui rise guardandomi per un nano secondo, per poi ritornare, con lo sguardo, verso la strada.

"Posso sapere dove stiamo andando?" Dissi guardando quanto fossero deserte le strade.
"Andiamo da Tommy a bere qualcosa. Questa volta senza nessun intoppo..." Disse, ricordandomi di quella sera che quell'uomo, a me sconosciuto, continuava a chiamarmi "troietta".

"C'è anche quella ragazza?" Non mi ricordavo il suo nome, d'altronde ci avevo parlato solo per trenta secondi.
"Sally?" Mi chiese
"Oh si, lei...sembrava molto simpatica." Ripensai a quella sera e a quanto fosse bella.

Quando fummo arrivati al bar ci accomodammo assieme ai ragazzi, la tavola era rotonda e molto spaziosa. Inoltre c'era una ragazza in più che non avevo mai visto, quindi decisi di andarmi a presentare per fare nuove amicizie.

"Piacere, mi chiamo Claire" le porsi la mia mano gentilmente, lei di risposta mi squadrò da capo a piedi, guardò la mia mano e in fine scoppiò in una fragorosa risata.

"Perchè stai ridendo?" Dissi infastidita dal suo comportamento.
"Nemmeno mia nonna si presenta in questo modo." si ricompose assumendo una posizione di sfida.
"Cercavo solo di essere gentile, a differenza tua." La guardai per l'ultima volta e poi mi incamminai verso il mio posto non degnandola neanche di uno sguardo.

Alcune persone potevano essere veramente insopportabili e maleducate.
"Claire vero?" Sally si presentò davanti a me con un sorrisone sul viso.
"Si! È un piacere rivederti!" Ero veramente contenta...avevo bisogno di un'altra persona, specialmente femmina, con cui parlare. Non che con i ragazzi stessi male, ma parlare con una ragazza era del tutto diverso.

"Andiamo a prendere qualcosa da bere?" Posò il giacchetto sulla sedia aspettando una mia risposta.
"Andiamo noi, che volete?" Liam si mise davanti a noi salutandoci.
"Io una birra, sai già quale. Tu Claire?" Si voltò verso di me muovendo i suoi boccoli, avrebbe potuto incantare qualsiasi ragazzo solo con un movimento.
"Quello che prende Sally andrà bene" gli sorrisi, lui annuì e si incammino verso il bancone.

"Andiamo almeno a salutare Tommy." Posai il mio giacchetto e andai verso di lui con dietro Sally.
"Ciao Tommy! Tutto bene?" mi appoggiai al bancone salutandolo con la mano.
"Ragazze! È un piacere vedervi, tutto bene...solo un po' indaffarato." Indicò le bottiglie che aveva in mano.

Ancora mi chiedevo come riuscisse a fare tutto da solo, era anziano e si vedeva quanto fosse stanco e non solo per il lavoro.
Quello sguardo ricordava molto mia zia...

Lei non si faceva mai sentire, almeno che non fossi io a chiamarla. Va bene che c'era il lavoro e tutto il resto...ma c'era qualcosa di strano in lei e non era il lavoro.

"Claire? Ci sei?" Sally sventolò la sua mano davanti a me per riportarmi al mondo reale.
"Certo. Andiamo dai" le sorrisi per farle capire che era tutto ok, anche se in realtà non lo era affatto.

La serata passò, purtroppo, molto velocemente. Mi divertiì molto a parlare e a scherzare con i ragazzi.
Sally mi aveva lasciato il suo numero, così ci saremmo potute sentire anche senza i ragazzi.

A differenza di Sally, quella ragazza molto arrogante, è stata tutta la sera attaccata ad Harry e a guardarmi male, quelle poche volte che incontravo il suo sguardo.

Volevo dirle di smettere di atteggiarsi in quel modo, anche perché non c'era motivo di essere arroganti. Ma avevo già conosciuto persone come lei e non ne valeva la pena di sprecare fiato, tanto non sarebbe cambiato niente. E poi non ero costretta a dover starle simpatica, non possiamo mica piacere a tutti...no?

"Claire io sono molto stanco, andiamo?" Niall appoggiò la sua mano sulla mia spalla per chiamarmi.
"Andiamo." Affermai, dopodiche salutai tutti ed indossai la mia giacca incamminandomi verso l'uscita.
"Claire!" Sally mi richiamò alzandosi dalla sedia e venendomi incontro.

"Spero di rivederti presto. So che non ci conosciamo bene, ma potremmo conoscerci meglio io-" si fermò sospirando e guardandomi imbarazzata. "Non sono brava a parlare, l'unica cosa che volevo dirti è che ormai sei del gruppo e visto che con Katherine non andiamo d'accordo nessuna delle due-" rise leggermente guardando la mia faccia, avevo finalmente scoperto il nome di quella simpaticona. "Almeno potremmo provare ad andare d'accordo io e te." Finì il tutto con un grande sorriso e con un'alzata di spalle.

"Mi farebbe molto piacere." Annuiì sorridendo per cercare di rassicurarla.
"Claire? Andiamo?" Niall mi richiamò, evidentemente era molto stanco e forse...triste. Non avevo fatto caso al suo umore, però era anche vero che stasera non aveva parlato molto, cosa molto strana.

~~~
Mi svegliai per colpa di un rumore proveniente dalla cucina, molto probabilmente Louis era appena tornato e era anche ubriaco. Ma il rumore degli stivaletti che si avvicinavano verso la mia camera mi fece spalancare gli occhi.
Appena la porta si aprì ri-chiusi gli occhi, non avevo voglia di parlare con lui, specialmente alle quattro di notte.

"Lo so che non stai dormendo, il tuo respiro è troppo irregolare." Non ero dotata per recitare.
Mi alzai su con il busto guardandolo.
"Che vuoi? Sono le quattro." Mi sistemai i capelli da una parte scrocchiando poi le dita.

"Non lo so" biascicò, era evidentemente ubriaco.
"Hai bisogno di qualcosa?" Non era messo malissimo, ma neanche da dire che ragionava in maniera sensata, ecco.
"Voglio dormire." Si sedette ai piedi del letto, quando sentii il peso del suo corpo sul mio povero piede.

"Quello è il mio piede." Risi cercando di toglierlo da sotto il suo sedere.
"Non ho voglia di alzarmi di nuovo." Si voltò verso di me.
"Beh e io non ho voglia di stare tutta la sera a mezzo busto. Cosa hai intenzione di fare." Alzai gli occhi al cielo già stufa del suo comportamento.

"Voglio dormire" l'aveva già detto due volte, ma non era la risposta esatta alla mia domanda.
"Riformulo la domanda." Sospirai avvicinandomi a lui per farmi sentire meglio.
"Perchè sei in camera mia?" Appoggiai le mie mani sulle ginocchia, guardandolo in attesa di una sua risposta.

"I ragazzi dormono." Sbadigliò
"Anche io dormivo sai." Risposi ovvia, contagiata dal suo continuo sbadigliare.
"Fammi spazio." Rimasi immobile, non riuscendo a capire a pieno il senso delle sue parole.

"Cosa? C'è la stanza degli ospiti perché non puoi andare li?" Indicai la porta, come per invitarlo ad uscire.
"Non fare la suoretta e fammi spazio, non faccio niente di male." Scansò le lenzuola e si tolse le scarpe.

"Io non faccio la suoretta." Borbottai mentre lui era già sdraiato.
Mi sdraiai anche io, dandogli le spalle.

Perchè non lo stavo allontanando? Avrei dovuto buttarlo giù dal letto, ma non volevo farlo. Perchè?

"Non c'entro" disse dopo qualche minuto di silenzio.
"Che rompi palle." Sospirai allontanandomi da lui per fargli, appunto, un po' di spazio.

Dopo un'ora continuavo a stare fissa a guardare il soffitto, non riuscivo più a prendere sonno. Grazie Harry.

Decisi quindi di alzarmi, cautamente, e di andare in soggiorno a leggere qualcosa e a provare ad addormentarmi.
Ma appena provai a togliermi le lenzuola di dosso...
"Stai ferma" scandì bene quelle parole, facendomi capire che anche lui non aveva intenzione di dormire.
"Voglio alzarmi." affermai decisa.

"Poi sono io il rompi palle." Sospirò voltandosi verso di me.
"Sei ancora ubriaco?" Chiesi curiosa.
"Probabile." Sbadigliò quest'ultimo contagiando anche me.

"L'altra volta sei andata a casa di Zayn" disse. Non so perché, ma appena disse quelle parole mi sentiì qualcosa di strano dentro, non saprei proprio come spiegarlo.
"Già." risposi seccamente.
"Cosa avete fatto?" Ci eravamo invertiti i ruoli per caso?
"Non dovrebbe fregartene" aggrottai le sopracciglia.

"Ti ha baciata?" Si alzò scuotendosi i capelli con le mani.
"NO" esclamai forse a voce troppo alta.
"Non urlare." disse massaggiandosi le tempie.
"Perchè mi hai fatto questa domanda?" Ero sorpresa da tutto questo suo interesse, tanto che pensai fosse geloso.

"Curiosità. Sai a casa di un ragazzo si possono fare tante cose."

"Esci immediatamente." Indicai la porta cercando di non ucciderlo prima, per chi mi aveva preso. Per una poco di buono?

"Perchè dovrei? Perchè me lo dici tu?" Si fece scappare una risatina alla fine della frase.
Avvicinandosi di più a me con un atteggiamento di sfida.
"Te lo dico perché questa è casa mia." Serrai la mascella, fin troppo stanca del suo comportamento.

"Esco solo perché non ho più voglia di sentire le tue stronzate, non perché me l'hai detto tu." Sbadigliò, fregandosene altamente.
"Vaffanculo." Dissi appena chiuse la porta.

Perchè doveva essere così cattivo. Io non gli avevo fatto niente di male...

Non mi accorsi neanche che una lacrima rigò la mia guancia, l'asciugai subito con la manica del mio pigiama. Quelle parole, dette da lui, mi avevano ferita come non mai. Ma non dovevano, perché lui non si meritava neanche il mio più piccolo pensiero.

Quindi decisi di sciacquarmi un po' il viso e di tornare di nuovo a letto. Non volendo, la mattina dopo, tornare a lavoro in pessime condizioni.

~~~

Erano già le undici e stavo già morendo di fame, ero arrivata a lavoro verso le otto e non avevo fatto colazione.
Per tutta la mattina provai a non pensare alle parole di Harry nei miei confronti...

"Claire? Ti senti bene?" Tommy mi risvegliò dai miei pensieri.
"Certo" continuai a sistemare i bicchieri nelle rispettive credenze, guardando l'uomo con un finto sorriso rassicurante.

"Va bene ragazza, non voglio intromettermi." Dopodiché mi sorrise e andò a prendere l'ordinazione ad una coppia di ragazzi.

"Scusami?" Una voce maschile mi richiamò, facendomi voltare. Appoggiai momentaneamente i bicchieri sul ripiano ed andai dal ragazzo.

"Buongiorno, come posso aiutarti?" Gli chiesi.
"Oh, se tu mi dicessi il tuo nome sarebbe già un grosso aiuto" spalancai gli occhi non aspettandomi questa risposta.
"Mi chiamo Claire..."
"Bel nome, io sono Christian" mi porse la sua mano con un sorriso.

Dopo le varie presentazioni feci accomodare questo ragazzo, prendendo la sua ordinazione e tornando al banco.

"Fatto conquiste?" Disse Tommy ridendo.
"Come?" Chiesi fingendo di non aver capito, mentre preparavo ciò che il ragazzo aveva ordinato.
"Non importa" scosse la testa e se ne andò con un cappuccino in mano.

Andai al tavolo dove era seduto Christian e gli porsi il caffè e il donuts che mi aveva chiesto.

"Il tuo numero non me lo dai?" Mi fermò prendendomi per un braccio, stavo per perdere la pazienza, già ero incazzata di mio. Io ero qua a lavorare, non potevo perdere tempo con dei casca morti!

"Senti io sto lavorando. Sono qui per servire ciò che i clienti ordinano, no il mio numero di telefono. Quindi con permesso..." feci un finto sorriso incamminandomi verso il bancone, pronta per prendere un'altra ordinazione senza essere disturbata.

La mattina passò molto lentamente ed ero già stanca... una settimana a casa senza fare niente si stava facendo sentire.
Adesso, finalmente, era pausa pranzo... almeno per me. Tommy doveva rimanere al bar, d'altronde era il proprietario e non poteva lasciarlo incustodito.

Appena uscii mi ritrovai davanti un esemplare di stronzo: Harry.
"Non fare quella faccia" ebbe il coraggio di dirmi tirandosi su gli occhiali da sole.

Feci come se davanti a me non ci fosse mai stato nessuno, lo sorpassai lasciandolo alle mie spalle.

Quando sentii dei passi dietro di me mi voltai di scatto.
"Non seguirmi" assottigliai gli occhi per fargli capire che ero veramente incazzata.

"Io posso fare quello che cazzo mi pare. Se non ti va bene puoi anche fare finta di niente, angioletto." Lo ammazzo, pensai.

"Non hai proprio di meglio da fare? Tipo scusarti con me?" Mi indicai cercando di farlo ragionare.
"Non mi sono scusato per cose peggiori, figurati se mi scuso per una cosa così banale" si rimise gli occhiali sistemandosi meglio i capelli.

"La cosa è banale per te, mi hai offesa." Misi la mia borsa a tracolla, stanca che ogni volta mi scivolasse dalla spalla.
"Andiamo a mangiare" mi sorpassò fermandosi però poco dopo, visto che il semaforo era rosso.

"Sei incredibile sai?" Pensai a voce alta.
"In che senso?" Mi guardò dall'altro facendomi sentire ancora più bassa di quel che ero.
"Che ottieni sempre quello che vuoi." Misi le mani nelle tasche del giacchetto ormai congelate a causa del freddo.
Lui di risposta guardò davanti ed incominciò a camminare verso una meta a me sconosciuta.

"Dove si va?" Chiesi "Non rispondermi a mangiare" lo avvertii, conoscendo le sue risposte secche e non del tutto complete.

"Andiamo a nutrirci perché a qualcuno qui piace la pancia bella piena" mi disse imitando una mia sceneggiata di un po' di tempo fa', quando non avevo neanche un lavoro e lo conoscevo davvero da poco tempo.
Nel frattempo Harry era già entrato, come sempre atteggiandosi da galantuomo.

"Non potevi aspettarmi?" Dissi sedendomi difronte a lui e posando la giacca e la borsa.
"No, sennò non sarei entrato" mi rispose da dietro il menù, che copriva tutto il suo viso.

Sbuffai e presi anche io il menù leggendolo.
Ordinai una cotoletta con patatine, mentre Harry prese una bistecca con, anche lui, patatine di contorno.

"Posso sapere una cosa?" Appoggiai le braccia sul tavolo per avvicinarmi di più a lui.
Lo vidi alzare gli occhi appoggiando gli occhiali sul tavolo, di fianco al suo iPhone.
"Che lavoro fai? Se posso sapere." Alzai le mani per fargli capire che non era una domanda per incominciare, di nuovo, a battibeccare.
"Non puoi saperlo" disse serio sistemandosi uno dei suoi numerosi anelli.

"Hanno un significato?" Indicai il suo braccio.
"Cosa?" Chiese confuso, guardando la parte dove stavo indicando.
"Quei tatuaggi." Stavo facendo di tutto per instaurare una conversazione con lui, non volevo che si creasse un'atmosfera tipica da Harry Styles.

"Ovvio. Secondo te mi tatuo cose senza senso?" Mi ero dimenticata delle sue battutine simpatiche.
"Mamma mia come sei noioso." Mi appoggiai allo schienale della sedia, incrociando le braccia sotto il seno.

"Hai due belle tette." Commentò come se niente fosse, per lui era normale fare un commento del genere!?

Mi tirai su di colpo tappandomi il seno con le braccia, appoggiandomi al tavolo.
"Ti vengono naturali queste frasi?" Dissi, sentendo già le mie guance arrossire.
"Già" affermò ridendo contemporaneamente. Mantenendo sempre lo sguardo vero il basso, anche se le mie tette erano coperte dalle braccia.

"Smettila subito. Lo so che lo stai facendo per mettermi a disagio." Lo indicai mantenendo sempre la stessa posizione.
Lui si indicò assumendo una espressione da "Io non ho fatto niente,sono un angioletto" sul viso.

Dopo pochi minuti arrivarono i nostri piatti, mangiammo velocemente, anche perché sarei dovuta ritornare a lavoro.
Stranamente si offrì di accompaganrmi di nuovo al locale, salutandomi con un cenno del capo.

A volte mi chiedevo perché era sempre così freddo e stronzo. Mi sarebbe piaciuto scoprire un po' di più su di lui, ma era sempre così distaccato.

Si notava subito che era stato ferito.
Ferito nel profondo del cuore e solo una cosa può ferire così tanto. L'amore.

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