In Another Life

Par Kim_Holly_

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"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. M... Plus

Prologo.
1. Parker
2. Parker
3. Parker
4. Johnson
5. Parker
6. Parker
7. Parker
8. Parker
9. Johnson
11. Parker
12. Johnson
13. Parker
14. Parker
15. Johnson
16. Parker
17. Parker
18.Parker
19. Johnson
20. Parker
21. Parker
22. Johnson
23. Parker
24. Parker
25. Johnson
26. Parker
27. Parker
28. Parker
29.Johnson
30. Parker
31. Johnson
32. Parker
33. Johnson
34. Parker
35.Parker
36. Parker
37. Johnson
38. Parker
39. Parker
40. Johnson
41. Parker
42. Johnson
43. Parker
44. Parker
45. Parker
46. Parker
47. Parker
48. Johnson
49. Parker
50. Parker
51. Parker
52. Parker
53. Parker
54. Parker
55. Johnson
56. Parker
57. Parker
58. Johnson
59. Johnson
60. Parker
61. Johnson
62. Parker
63. Johnson
64. Parker
65. Parker
66. Parker
67. Parker
Epilogo
Sequel.
In This Life
Nuovo Libro ‼️

10. Parker

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Par Kim_Holly_

Varco la soglia d'ingresso  consapevole di ciò che sta per accadere in questa casa. Non ho neanche il tempo di sfilarmi la felpa che mia madre percorre le scale mentre si allacciava la vestaglia da notte, con un'espressione in volto che non diceva nulla di buono 

"Hai la minima idea della paura che ci hai fatto prendere? Sei sparita per tutto il giorno senza neanche mandare un messaggio" inizia a sbraitare
Mio fratello Jay mi affianca divertito dandomi una spallata, probabilmente mamma deve aver sclerato tutto il giorno.
"Ho mandato un messaggio a papà dicendo che sarei tornata tardi, ho 17 anni non muore nessuno se torno a quest'ora" sbuffo 
"Ma perchè non lo vuoi capire" sospira "Conta se torni tardi senza avvisare, tu non sei come le altre ragazze Olivia, devi stare attenta" mi indica alzando di poco la voce 
"Grazie mille per ricordamelo ogni santo momento della mia vita" sbuffo superandola per poi raggiungere le scale "Non ero da sola, e poi dovresti proprio smetterla con questa storia; io faccio quello che mi pare senza dover dar conto a te" ribadisco salendomene poi in camera mia  
"Scordati quella gita ragazzina, finchè non cambi atteggiamento sei in punizione" annuncia a gran voce 
"Mamma dai, sta calma" Jamiee l'affianca provando a farla ragionare 
"Sono in punizione da due anni mamma, non ti basta?" grido arrabbiata prima di chiudermi la porta della mia stanza alle spalle 

Odio essere malata, ma odio ancora di più come i trattano gli altri. Più volte Jamiee prova a farmi ragionare dicendo che loro sono solo preoccupati, che hanno paura di perdermi, ma non è un motivo per dover rinunciare alla mia vita. La leucemia mi ha portato via già troppe cose, i miei amici, il basket, il rapporto con la mia famiglia, la mia voglia di vivermi la vita. 
Mi lascio cadere sul letto e ripenso alla giornata di oggi. Ho legato fin troppo con Lucas per i miei gusti, e questa cosa di Dylan non avrà buon fine, quindi che senso aveva? 
Mi ritrovo a pensare ai suoi occhi del colore del prato bagnato, e a come mi aveva afferrato per i fianchi oggi, al suo corpo tutto bagnato e come i capelli gli ricadevano sul viso. 
"Maledizione" afferro il cuscino e me lo stampo sul viso leggermente rosso 

Mi alzo e mi getto sotto la doccia fredda, sperando che almeno mi schiarisca un po' i pensieri, o meglio li blocchi. Dopo aver preso le mie solite medicine prima di andare a dormire passo per la camera di Jay e lo trovo disteso sul suo letto che fissava il soffitto vuoto
"Una moneta per i tuoi pensieri" sussurro distendendomi al suo fianco
"E se domani perdiamo?" Sbuffa pensieroso
"E se vincete?" lo canzono e lui mi guarda con un lieve sorriso
"Verrai vero?" domanda e io annuisco con enfasi 
"Devo proprio rifarmi gli occhi con quei figoni dei tuoi compagni" esclamo ovvia 
"Sono troppo piccoli per te" fa una smorfia
Ridacchio per poi alzarmi e tornare in camera mia, avverto subito un gran giramento di testa e mi accascio al pavimento portandomi una mano sul cuore che inizia a battere all'impazzata. Avverto il pavimento freddo sotto la mia mano e le gambe incrociate tremare come foglie al freddo, prendo un respiro e tengo gli occhi chiusi per qualche secondo
"Oh cazzo. Hol" Jay si precipita verso di me con un'espressione terrorizzata
"Sto bene" mento scuotendo la testa
"Aspetta, chiamo Papà" prova ad alzarsi ma lo afferro per la felpa bloccandolo
"No per favore, davvero sto bene" lo rassicuro alzandomi lentamente con il suo aiuto, gli sorrido per poi tornare in camera mia.
Mi infilo a letto cercando di calmare il mio cuore e il tremore, avverto un senso di vomito e mi gira tremendamente la testa, ma non è di certo la prima volta, so che dopo poco passa.
Durante la notte mi sveglio in continuazione, la mancanza di sonno è ovvia, provo a prendere qualcosa per farmi passare il dolore e la nausea, ma nulla riesce a placare queste fitte che mi stanno tormentando.

Odio la mia malattia. Lo odio con tutta me stessa.
Il mio sangue è completamente infetto, spesso soffro per molti dolori al corpo dato che la circolazione sanguigna mi danneggia gran parte dei muscoli e degli organi facendomi vivere con continui dolori fisici. Cambiare aria mi avrebbe fatto bene, prima della gita ho una visita con mio padre, basta che salta quella e poi posso partire tranquillamente senza intoppi da parte della mia famiglia. 

*****

Il sabato mattina ho due grosse occhiaie a causa della nottata passata sveglia, ma stranamente non ho molto sonno, Jay è uscito presto per gli allenamenti prima della partita, mio padre è a lavoro mentre mia mamma non so perchè non è in casa. Scendo di sotto in cucina per fare colazione e trovo Jamiee ai fornelli 

"Esci?" Domanda e io annuisco  "Stanotte ti ho sentito fare avanti e indietro nella tua camera, ti sei sentita poco bene?" Domanda preoccupata  
"No, sono andata in bagno e poi sono venuta qui perchè avevo fame e ho fatto un spuntino notturno" mento scrollando le spalle rubandole un muffin 
"Ad ogni modo io non tornerò prima di stasera, Marcus ha detto che vuole farmi una sorpresa, avvisi tu la mamma che faccio tardi?" 
"In realtà non credo che tornerò per pranzo, dillo tu a mamma" affermo per poi salire in camera dopo aver preso la pasticca

Rovisto nel mio armadio in cerca di qualcosa da mettere, ma cosa si indossa a una partita di lacrosse? Infilo un paio di cargo neri e una t-shirt del medesimo colore, lascio i capelli mossi sciolti e afferro le scarpe bianche. Ovviamente sono in ritardo quindi mi precipito fuori casa, per fortuna Jamiee era appena uscita con Marcus, quindi riesco a rubargli un passaggio. 

Una volta arrivata al liceo Dubleey, attraverso il corridoio e raggiungo il campo della scuola, mi siedo su uno degli spalti, noto le cheerleader già in campo e sospiro di sollievo nel vedere che almeno non sono così tanto in ritardo.  
Quando uscirono i giocatori noto mio fratello cercarmi nella folla, alzo le braccia in aria euforica e quando mi sorride gli faccio l'occhiolino. Gli spalti erano pieni, questo sport doveva proprio essere famoso in questa scuola, un po' come a noi era il basket. 
Sinceramente non sono molto esperta di lacrosse, seguo i movimenti di mio fratello ma non riesco a capire quando è fallo o altro. Esulto con enfasi quando un ragazzo fa punto, ma subito tutti i genitori al mio fianco mi guardano male e vedo la platea difronte a noi esultare.
"Scusate, ho sbagliato fratello" mormoro tornando a sedermi, e nei punti successivi aspetto che gli altri accanto a me esultassero prima di proferire parola  

"E la partita si conclude con la vittoria dei liceo Dubleey grazie al punto finale di Jason Parker, capitano della squadra di quest'anno" annuncia un ragazzo agli altoparlanti, e quel nome mi basta per tornare ad esultare insieme a tutti gli altri
Quando finalmente la partita finisce aspetto Jay lungo il corridoio della sua scuola, osservando curiosa i vari trofei esposti nella grande vetrina. 
"Qui il basket nessuno se lo fila" mormoro incredula notando che fossero tutti trofei di lacrosse e pallavolo 
"Siamo più portati per altri sport" ridacchia mio fratello venendo verso di me con indosso una tuta nera e il borsone sulla spalla 
"Il mio marmocchio sta crescendo" piagnucolo abbracciandolo davanti i suoi compagni "Sapevo che avresti vinto" annuisco ovvia
"Così come sapevi che quello che hai esultato non ero io?" scoppia a ridere insieme agli altri 
"Non è colpa mia se siete tutti uguali sotto quel casco" sbuffo incrociando le braccia al petto
"Jay, noi andiamo, ci vediamo stasera" esclama un ragazzo rosso per poi farmi l'occhiolino malizioso "ciao Olivia, salutatemi vostro padre" esclama ridacchiando prima di andare via insieme agli altri 
"Loro sanno di papà?" mi acciglio verso mio fratello 
"Lo sa tutta la scuola" annuisce ovvio "Ti pare che mio padre è Jonathan Parker e lo tengo nascosto?" 
"Hai capito il fratellino" sorrido incredula prendendolo sottobraccio 

Ci incamminiamo verso Coco's per una ciambella al volo, nel tragitto Jay mi racconta della festa che hanno organizzato questa sera con tutta la scuola, di una certa Vanessa che gli piace da impazzire dal primo anno, e di come fa sempre a botte con Jim, un ragazzo della squadra avversaria.
"Se nostro padre scopre che fai a botte rischi di trovartelo fuori scuola che fa il tifo per te" ridacchio aprendo la porta del locale entrando per prima 
"Sarebbe imbarazzante" rabbrividisce nelle spalle 
"Sarebbe esilarante" lo canzono ridendo 
Il sorriso mi muore sulle labbra quando noto, seduti ad un tavolo accanto alla vetrina, Madison e il solito gruppo. Un delle gemelle si stava ritoccando il trucco mentre l'altra era con il suo fidanzato che se la ridevano, Andrew Cody e Dylan stavano parlando di qualcosa riguardante al basket credo mentre Madison era accanto a un ragazzo più piccolo, dell'età di Jay. 

Ci avviciniamo al bancone per ordinare e subito Jay fa scorta di ciambelle, dice di essere stanco e che gli servono zuccheri.
Ridacchio e sento improvvisamente una strana sensazione, come una scarica elettrica lungo la schiena, mi volto quel tanto che mi basta per incontrare gli occhi di Dylan che mi scrutavano senza dire nulla. 

"Vuoi altro" Jay mi richiama e lo guardo spaesata 
"No basta così" scuoto la testa senza neanche ricordare che ho ordinato effettivamente, voglio solo uscire da qui il prima possibile 
 Dopo aver pagato aspettiamo la nostra consegna e per mia grande sfortuna Madison mi nota in quell'istante. Alza gli occhi al cielo scocciata e poi mormora qualcosa al ragazzino biondo al suo fianco che si volta verso di noi. Ha un occhio leggermente viola e un livido allo zigomo destro
"Parker" ridacchia il biondo "Finito di piangere?" domanda ironico passandosi le mani sotto gli occhi come per asciugarsi le lacrime
"Tu devi essere Jim, il ragazzo che le ha prese da mio fratello" lo canzono
 "Aspetta, è lui il Parker che hai picchiato negli spogliatoi?" ridacchia Madison avvicinandosi 
 "Non è mio fratello ad avere dei lividi sul viso o solo Dio sa in che altri posti" lo indico facendo sorridere Jay vittorioso 
"Sempre a parlare troppo noto, mia cara Olivia" mormora Madison guardandomi male 
"Quindi voi due siete fratelli" li indico "Dimmi Jim: cosa si prova ad avere una sorella che fa la stronza con i più piccoli e zittisce appena un ragazzo le ficca la lingua in gola?" domando sarcastica 
B mi guarda scioccata con un sorriso mentre A per poco non si strozza con il caffè che stava bevendo. I ragazzi ridacchiano, tranne lui che ci guarda senza dir nulla.
Avrei voluto chiuderla lì e andare via, ma Madison sfodera un sorriso vittorioso e si avvicina di più a me indicandomi con un dito
"Sentite chi parla" mormora fingendosi sorpresa "Ti ci è voluto un solo giorno per cedere come una piccola puttanella mi è stato riferito" mi canzona e io mi acciglio appena  
"Cosa vorresti dire"
"Oh scusa" fa una faccia dispiaciuta per poi ridere "Cosa c'è credevi di essere speciale? Cosa si prova mia cara e dolce Olivia ad aver aperto le gambe al ragazzo che è stato nel mio letto proprio questa mattina?" sputa acida e con un sorriso falso 
Guardo Dylan aggrottando le sopracciglia, e lui continua a guardarmi con quegli occhi verdi che mi fanno uscire di testa. Lui se ne sta semplicemente lì senza dire nulla, mi guarda impassibile e io non riesco a decifrare quello sguardo 
"Come scusa?" mormoro verso Madison senza guardarla
"La squadra di basket aveva scommesso che avresti aperto le gambe a Dylan entro una settimana, ma a quanto pare ti è bastato un solo giorno. Ora dimmi: chi sarebbe la puttanella tra le due?" mormora leccandosi il labbro

Non ci posso credere, Dylan ha raccontato a tutti che io e lui abbiamo fatto sesso. Alla faccia del 'è un bravo ragazzo' Lucas. Una scommessa, cosa siamo in un film romance del 2000? 
Lo scopo di Madison è quello di ferirmi, di umiliarmi davanti i suoi amici, peccato che a me non frega, la mia unica preoccupazione è che Lucas non scopri mai che razza di ragazzo ha per fratello. Lui che è così dolce, e continua a difendere Dylan nonostante il loro ignorarsi a scuola. 

"Sai Madison" sorrido lievemente e mi avvicino al suo orecchio in modo che solo ed unicamente lei possa sentirmi "Almeno sono stata capace di fargli capire cosa sia un vero orgasmo a differenza di qualcuno che non ci è riuscita" sussurro e la vedo boccheggiare senza una risposta.
Noto che Jay ha preso il nostro ordine, così gli faccio cenno di andare via senza guardare gli altri che se la ridevano a quel tavolo. 

A volte è più facile fare finta che non mi interessa. Io ci provo a dare fiducia alle persone, ma loro continuano ad illudermi, e in questo caso, a deludermi. Non ho ne la voglia ne la forza per lottare questa battaglia, loro sono ragazzi al di fuori del mio mondo, non avrebbero mai potuto capire nulla di me, e io di sicuro non li avrei più lasciati avvicinare alla mia vita.

"Hol" mi chiama mio fratello prima di entrare in casa, lo guardo tranquilla e lui mi scruta curiosa
"Sei davvero stata a letto con uno di quelli?" domanda curioso 
"Certo che no, ancora devo perdere la lucidità caro fratellino" mormoro facendolo ridere mentre entravamo in casa 
Entriamo chiudendo la porta alle spalle e subito noto il salotto vuoto e sento la voce arrabbiata dei miei genitori al piano di sopra. 
"Litigano? Strano non li ho mai visti litigare" mormora Jay 
A dire il vero Jay non sa che loro litigano spesso, solo che davanti a noi non lo hanno mai fatto, e ci hanno sempre protetti da scenate isteriche del genere, probabilmente sono solo in casa e non ci hanno sentito rientrare. 

"Mi sono stancata dei tuoi modi di fare, non puoi prendere una tale decisione da solo" la voce di nostra madre risuona in tutta la casa e faccio segno a Jay di fare silenzio
"Hannah sei troppo apprensiva, so che ti preoccupi tesoro ma devi lasciarla respirare" risponde mio padre
"Lei è malata Jonathan, lo vuoi capire o no? Sembra che io sia l'unica a vederlo in questa casa" alza la voce e capisco che sta piangendo
"Sono il suo medico, è ovvio che lo vedo. sta facendo passi da gigante amore, sta bene per ora e comunque prenderemo tutte le precauzioni possibili per evitare un peggioramento" prova a calmarla lui con tono fermo
"Non voglio che viva una vita limitata per questo, ma io-" sento la mamma scoppiare a piangere e non riuscire più a parlare "la mia bambina, la mia dolce bambina" mormora singhiozzando e sento poi i sussurri di mio padre che sicuramente la sta stingendo a lui 

"Hol" sussurra lievemente Jason e già so a cosa sta pensando 
"Fatti un panino, riposa e poi fatti bello per stasera" gli ordino tranquilla
"Non credo sia il caso se qui-"
"Jason, no" gli punto un dito contro seria "Non devi permettere che tutto questo ricada su di te, devi andare a quella festa e goderti la vittoria" gli faccio l'occhiolino e lui forza un sorriso 

"Ragazzi" mio padre scende le scale sorpreso di vederci
"hey" sorrido  
"Com'è andata la partita figliolo?" guarda Jay che subito inizia a raccontargli ogni dettaglio euforico, omettendo ovviamente la parte di me e Madison da Coco's
Nostro padre esulta felice e subito lo tempesta di domande curioso, li lascio lì a parlare e torno in camera mia. Mi cambio prendendo poi le mie medicine, ma resto interdetta quando noto delle macchie rosse sulle clavicole e un po' sul collo, mi guardo la pancia e noto che sono anche lì. Sbuffo e faccio una doccia al volo per poi cambiarmi, era già successo quando ero sotto stress, un po' era la cattiva alimentazione collegata ai farmaci che prendo. Sciolgo i capelli così da non farle vedere e mando un messaggio a Lucas chiedendogli cosa stesse facendo, quando mi risponde che era in giro al parco vicino casa mia decido di fare un giro anch'io così da schiarirmi i pensieri. 
Infilo una felpa e alzo il cappuccio e le auricolari. La mamma dorme quindi le lascio un post-it sul tavolo avvisandola dato che era sola, papà e Jay sono andati a fare un giro prima della festa. 
Cammino senza una meta ben precisa, mi mi fermo al parco poco distante e percorro il sentiero accanto al lago circondato da fiori. Sta calando il buio e a breve chiuderà anche il parco, così torno indietro ma prima mi soffermo a guardare le centinaia di stelle che si vedono chiaramente senza un filo di nuvola. Noto che ormai si era svuotato il posto quindi torno a camminare, ma mi blocco sui miei passi quando sento un pianto debole, sopra la panchina sulla mia destra. Decido di farmi gli affarmi miei e continuare a camminare, quando quella stessa vocina mi chiama.
"Olivia Parker, che ci fai qui?"
Aspetta, io questa voce la conosco...

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