La stazione dei treni non era molto distante e per fortuna i controllori non entrarono nell'angusto abitacolo per ritirare i biglietti che non avevamo.
Dormisti tutto il tempo con la testa appoggiata sulla mia spalla, piagnucolando ogni volta che il tuo capo urtava con prepotenza contro il mio osso per via dei binari arruginiti e scostanti.
Io non potei far altro che accarezzare i tuoi capelli per farti rilassare, per far sì che il tuo viso tirato dal dolore ritornasse splendente. Volevo farti sapere che c'ero.
Ma la tua pelle pallidissima, il tuo respiro spezzato, i tuoi muscoli contratti non mi rassicuravano affatto.
Trattenevo a stento le lacrime.
Ricollegai poi le tue condizioni fisiche al semplice fatto che fossi stanco. Ma la verità è che non credetti neanche io a quella scusa... eri completamente privo di forze.