L'aveva fatto di nuovo. Si era fidata dell'uomo sbagliato. Si riteneva una persona intelligente, eppure aveva lasciato che i sentimenti per A.J. offuscassero il suo giudizio.
Rachel scosse la testa,«È venuto qui tutte le sere, a bere birra e a giocare a stupidi giochi di società. E noi ci siamo fatti ingannare come dei cretini.»
Leon le appoggiò una mano sulla spalla, «Devi parlare con lui. Faccia a faccia.»
«Cosa credi? Che, vedendomi, si sentirà in colpa e ammetterà tutto?» gli domandò lei, «Prima mi ha condotto su una falsa pista a Somerville, per riconquistare la mia fiducia, poi ha aggredito Ethan per farmi credere di essere in pericolo e riavvicinarsi a te, infine ha chiesto a Lenny di picchiarlo, in modo da essere al di sopra di ogni sospetto.»
Lenny non disse nulla, continuava a dondolarsi avanti e indietro.
Leon non sapeva cosa pensare, «Davvero sospetti del tuo ragazzo?»
«Non è il mio ragazzo.» replicò Rachel disgustata, ripensando alle mani si A.J. su di lei. Non poteva aver commesso lo stesso errore. Non di nuovo. O era davvero così stupida?
«Questo non spiega però il coinvolgimento di Taylor Kingston.» osservò il suo fratellastro, «È stato lui a rapire Yvonne e ad aggredire Abby.»
«Devono essere complici, per questo non l'hanno mai trovato. A.J. lo sta proteggendo.» ipotizzò, «Taylor Kingston è l'uomo con la felpa grigia, Lenny l'ha visto aggirarsi nei dintorni della casa di A.J., l'ha chiamato stupido ritardato perché non voleva che s'immischiasse e rovinasse i loro piani. Nel frattempo A.J. si è ingraziato Abby, le ha fatto ascoltare la voce di Taylor Kingston sapendo che l'avrebbe riconosciuto, sapendo che lui aveva portato Yvonne in montagna e che non l'avremmo mai preso. Per questo andava così piano in macchina. Voleva dargli il tempo di scappare.» Rachel scosse la testa, aveva la nausea.
Leon non riusciva a seguirla, «Ma perché farsi picchiare da Lenny?»
«Perché credeva che avrei pensato che il prossimo saresti stato tu e che io non ci avrei pensato due volte a rimandrti a Chicago, rimanendo da sola con lui.» ipotizzò Rachel, «Lui vuole me, ha sempre voluto me.» prese la giacca di pelle, «Resta qui con Lenny.»
«Dove vai?»
«A parlare con A.J.. » si infilò la giacca, «Lo farò confessare.»
«Vengo con te.»
«No. Lenny non è in grado di andare da nessuna parte in questo momento e non voglio perderlo di vista. Deve ripetere a Richard ciò che ha detto a noi. Se glielo dicessi io non ci crederebbe, mi darebbe della paranoica. Ma Lenny... non è in grado di mentire, Richard lo sa.»
«Phoebe.» Leon la prese per un braccio, «Non voglio che tu stia da sola con A.J.. E se ti facesse del male?»
Lei alzò le spalle, «Non me l'ha già fatto?»
Arrivò in ospedale senza accorgersene, come se non fosse stata lei a guidare fin lì, con la mente che vagava tra i ricordi di Oliver e quelli di A.J..
«Perché non sei con Lenny?» le chiese il detective quando entrò nella stanza.
«Dovevo vederti.»
A.J. sorrise, «Dammi subito un bacio.»
Lei obbedì, poco convinta. Poi si sedette sul bordo del letto.
«Non dovresti andare in giro da sola.»
«Sono al sicuro qui con te.» ricambiò il sorriso, «O forse no?»
«Certo che sì.»
«A meno che Taylor Kingston non arrivi all'improvviso con la sua mazza da baseball.»
«Noto del sarcasmo nella tua voce. Credi che sia stato divertente essere colpito con una mazza da baseball?»
Rachel lo squadrò, nonostante quel ridicolo camice, era impossibile non notare il suo fisico possente, «Sai, non ti ci vedo proprio. Aggredito da Taylor Kingston. Ethan era un bersaglio facile, ma tu... Sei alto almeno il doppio di lui.»
«Mi ha colto alla sprovvista.» spiegò il detective, «Non sono riuscito a difendermi.»
«Cos'hai fatto? Ti sei coperto il volto con le mani?»
«Certo, è... qualcosa di istintivo.»
«Però l'hai visto in faccia.» continuò Rachel, «Come fai a essere sicuro che fosse lui?»
«Mi... Mi stai interrogando? » sorrise, «Era lui. L'ho visto, per una frazione di secondo. Hai ragione, a prima vista può non sembrare così forte. È accaduto tutto in fretta. Era una furia. Non riuscivo a controbattere.»
Rachel decise di andare dritta al punto, «Lenny dice che è stato lui a colpirti.»
«Cosa? Non è vero.» fu la prevedibile risposta del detective, «Lenny non mi farebbe mai del male.»
«No.» concordò la ragazza, «A meno che... non sia stato tu a chiederglielo.»
«E perché avrei dovuto farlo?»
«Ci sono mille motivi.» ripassò mentalmente ciò che aveva supposto con Leon, ma non aveva nessuna intenzione di condividerlo con A.J..
«Credevo ti fidassi di me.» replicò lui, «Dopo quello che abbiamo passato.»
«Dopo quello che io ho passato.» lo corresse, «Tu eri solo uno spettatore.»
«Quello che dici non ha alcun senso. Te ne rendi conto?»
«Non lo dico io, ma Lenny, il tuo amico d'infanzia che non farebbe male a una mosca. Perché dovrebbe mentire?» domandò Rachel, «Lenny non ha nessuna ragione per farlo.»
«Portalo qui e parliamone tutti insieme.»
«Certo, come no. Così potrai circuirlo a tuo piacimento.» si alzò in piedi, «In questo momento Lenny è con Leon... e Richard. Si fida di Richard e gli dirà la verità, quello che gli hai fatto fare. Richard ti vuole bene, ma non è uno stupido. Troppe cose non tornano.»
«Rachel, tu non stai ragionando. Tutto quello che ho fatto... l'ho fatto per aiutarti.»
Lei scosse la testa, «Era ciò che volevi farmi credere. E io come una stupida mi sono fidata di te.»
«Rachel, per fortuna ti ho trovato.» Abby entrò nella stanza, aveva il fiatone.
«Che succede?»
«Richard ha appena portato qui tuo fratello.» rispose l'infermiera prendendo fiato, «È stato aggredito. Da Lenny.»
«Cosa?»
«È abbastanza grave. Lenny l'ha colpito alla testa.» riferì Abby, «Vieni, lo devono operare tra poco, ma, per il momento, è ancora cosciente.»
A.J. scattò in piedi, «Solo i parenti stretti.» gli disse Abby, «È già in sala preoperatoria. Mi dispiace, ma sono le regole.»
Rachel la seguì senza fiatare, ciò che temeva si era verificato.
Cosa poteva essere successo? Perché Lenny aveva attaccarlo suo fratello? A.J. le aveva detto la verità?
Quando lo vide, ricoperto di sangue, col volto tumefatto, quasi non lo riconobbe. «Leon.» mormorò mentre il volto le si rigava di lacrime, «Andrà tutto bene, vedrai.» promise.
Il ragazzo provò a parlare, ma ciò che usciva dalla sua bocca era incomprensibile.
Rachel sentì il suo cuore fermarsi, le girava la testa, aveva la nausea. Si girò verso Abby e le prese le mani nelle sue, «Dovete salvarlo. Abby, promettilo. Devi assicurarti che il dottor McNeal faccia di tutto per salvare mio fratello.»
«Mi dispiace.» rispose l'altra, «Non posso.»
«Ti prego.»
«È troppo tardi.» Abby fece un passo indietro.
Rachel sentì qualcuno afferrarla da dietro e premerle qualcosa sulla bocca, si dimenò, provò a lottare, ma era tutto inutile, le forze la stavano abbandonando.
Lanciò un'occhiata a Leon. Suo fratello provò ad alzarsi, ma non ci riuscì.
Poi tutto si fece buio.