Mio Fratello è un Bastardo

Od raincoatsam

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CARTACEO! Da quando i suoi genitori hanno divorziato, Harper Wyatt vuole avere tutto sotto controllo: odia e... Více

|| Prologo
1 || Ho un nuovo fratello
2 || Cheers
3 || Che cosa ho fatto!?
4 || I fratelli non si innamorano l'una dell'altro
5 || Febbre, Power Rangers e tonno
6 || Mi fido di te
7 || Il sapore dell'umiliazione
8 || Promposal
9 || Il Ballo D'Autunno
10 || La vendetta è un piatto che va servito. Punto e basta.
11 || Papà
12 || Il Match
13 || Confusione
14 || Primo appuntamento
15 || A Little Party Never Killed Nobody
16 || Ora Siamo Pari
17 || Camp Rockefeller - Part 1
18 || Camp Rockefeller - Part 2
19 || Dimenticarmi Di Lui
20 || Mi manchi
21 || Il Matrimonio
22 || Christmas
23 || Un nuovo anno
24 || Chiedile scusa
25 || Il Lago
26 || Crescere fa schifo
27 || Per sempre
28 || Ne vale la pena
29 || Da che parte stai?
30 || Castelli di sabbia
31 || Quanto può far male un cuore spezzato
32 || Come un leone inferocito
34 || Non è come sembra
35 || Deja-Vu
36 || Una su un milione
37 || Missione: Riconquista Harper Wyatt
38 || Puoi dirlo forte
39 || Una bomba di proporzioni cosmiche
40 || Il tuo guerriero
Epilogo
Ringraziamenti e NEWS!
Logan & Harper || I'll be your home
PREORDINE!
INFORMAZIONI CARTACEO!
GIVEAWAY!

33 || Un fulmine a ciel sereno

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Od raincoatsam




Harper


Stringo l'orlo della coperta nel pugno mentre la mia faccia affonda nel cuscino, le guance completamente fradice per colpa della crisi di pianto che non sembra voler finire da un momento all'altro.

Come ha potuto farmi questo?

Come ha anche solo potuto pensare di fidarsi del ragazzo che ha provato ad abusare di me e che mi ha umiliato pubblicamente chiamandomi con nomi irripetibili?

Valgo davvero così poco per Logan?

Questa sensazione è ancora peggiore di quella che mi ha accompagnato nelle ultime due settimane, perché non solo tra me e lui è finita definitivamente, ma mi sento anche tradita.

Non è il tradimento convenzionale, quello per cui la maggior parte delle coppie si separa. Logan non è andato a letto con nessun'altra ragazza né nulla di simile, eppure una parte di me preferirebbe di gran lunga che avesse fatto una cosa del genere piuttosto che questo.

Dopo tutto ciò che gli ho confessato sulla mia vita, dopo che mi sono aperta a lui e l'ho lasciato entrare nelle camere più oscure del mio cervello, lui ha comunque deciso di fidarsi del ragazzo che mi ha usata piuttosto che di me.

Non ha dubitato neanche per un secondo che Cody potesse avergli mentito, e non so chi gli abbia finalmente aperto gli occhi ma non mi interessa. E' troppo tardi ormai. Avrebbe dovuto pensarci prima.

Sento il rumore di un pugno che batte contro la porta, e sto per urlare a chiunque sia dall'altro lato di andarsene quando riconosco la voce di mio padre chiamare il mio nome. Avevo paura fosse Logan, dato che siamo tornati a casa a pochi minuti di distanza l'uno dall'altro, ma sono sollevata nel sapere che non mi sta con il fiato sul collo.

"Avanti"

La testa di mio padre sbuca dalla porta semiaperta, e gli faccio un breve segno con la testa per intimarlo ad entrare. Lui si avvicina lentamente al mio letto, esitando prima di accomodarsi sul materasso insieme a me e optando invece per la sedia davanti alla scrivania.

"Come stai?" La sua voce è ricca di preoccupazione mentre mi osserva con la paura negli occhi.

Sono tentata di mettermi a ridere per la domanda stupida, ma non è il caso. Mio padre non centra nulla con i problemi tra me e Logan, quindi mi passo la manica del maglione sugli occhi per asciugarmi le lacrime. Chissà in che condizioni pietose mi trovo.

Davanti al mio silenzio, mio padre prende un respiro profondo e piega leggermente la testa di lato, lanciandomi un sorriso abbozzato.

"Vuoi parlarne?"

"In realtà no" Abbasso lo sguardo sulle mie mani, intrecciate proprio sopra le ginocchia. Io e mio padre abbiamo un bel rapporto ma questo non significa che non mi senta in imbarazzo a raccontargli della mia relazione con Logan. O meglio, della mia ex relazione con Logan.

"D'accordo" Mio padre annuisce. "Forse non è il momento giusto, ma sono venuto per parlarti di Martin"

"Martin?"

"Oggi sarebbe stato il suo compleanno, ricordi?"

Le parole di mio padre mi fanno sprofondare il cuore nel petto. Come ho potuto dimenticarmi di una cosa del genere? Sono stata talmente impegnata a disperarmi per quell'idiota da scordarmi completamente del mio fratellino.

"Giusto" Tiro su col naso, le lacrime che minacciano ancora di uscire. "Devo andare a trovarlo"

"Vorrei venire con te, se non ti dispiace"

Alzo lo sguardo su mio padre, arricciando il naso. Sono passati più di sei anni dalla morte di Martin, ma mio padre non ha mai voluto andare al cimitero. Credo che l'ultima volta sia stata durante il suo funerale.

Non è un uomo cattivo. Ha amato tanto Martin e la sua morte lo ha ferito profondamente, facendolo cadere in depressione per parecchio tempo e arrivando a divorziare con mia madre. Credo che il suo rifiuto di portare un saluto alla tomba di suo figlio derivi dalla sofferenza che prova al solo pensiero di dover affrontare ogni anno l'idea che Martin non ci sia più.

"Certo che no" La voce mi si rompe in gola per la commozione. Sono sempre andata da sola a trovare mio fratello, e mi sento meglio a sapere che questa volta mio padre sarà al mio fianco e potremo farci forza a vicenda.

"Perfetto allora" Mio padre si alza dalla sedia con uno scatto, e noto che le mani gli tremano leggermente. Non sembra essere ancora pronto a ciò che lo aspetta. "Pensavo di uscire tra una ventina di minuti, che ne dici?"

"Va bene"

"Allora a dopo" Mio padre mi regala un sorriso timido prima di sparire dietro alla porta, e io prendo un respiro profondo per prepararmi all'incontro con il mio fratellino.

Il cimitero è quasi vuoto, le uniche figure a parte me e mio padre sono quelle di una donna anziana inginocchiata davanti a una lapide e il custode appoggiato contro il cancello d'ingresso.

Per quanto sia strano a dirsi, questo posto mi ha sempre infuso un grande senso di pace. Non è il tipico cimitero grigio e oscuro, anzi è pieno di alberi da frutta e fiori di colori sgargianti. Persino le lapidi non sono convenzionali: ognuna è scolpita in
modo diverso, molte sono talmente belle da sembrare quasi opere d'arte.

Conosco a memoria la strada che porta alla tomba di Martin, quindi guido mio padre lungo il prato finché non raggiungiamo la meta.

La sua lapide, a differenza delle altre, è molto semplice: un rettangolo scolpito a forma di quadro al cui centro campeggia la fotografia del mio fratellino, e la cornice è una schiera di fiori di marmo.

Mi inginocchio sul terreno, appoggiando davanti a me il mazzo di girasoli che io e mio padre abbiamo comprato dal fioraio a pochi metri dal cimitero. Quando alzo lo sguardo sulla lapide i miei occhi incontrano quelli azzurri di Martin, che sorride nella foto mentre i boccoli biondi gli ricadono sulla fronte.

"Ricordo il giorno in cui l'abbiamo scattata" La voce di mio padre è rotta, flebile. E' la prima volta che apre la bocca da quando siamo saliti in macchina per venire qui, e rimango in silenzio per lasciarlo parlare.

"E' stato un paio di settimane prima dell'incidente. Tua madre aveva trovato su internet un'offerta per un servizio fotografico in uno studio locale, e vi ha obbligato entrambi a partecipare" Noto un velo di tristezza riempire i suoi occhi mentre iniziano a luccicare. "Tu non eri particolarmente contenta, ma Martin era entusiasta. Non faceva altro che ridere"

Mi mordo il labbro per trattenere l'ondata di lacrime che minaccia di inondarmi il viso. Anch'io ricordo quel pomeriggio come se fosse ieri, e guardare la fotografia sulla lapide mi fa venire voglia di scavare per afferrare il corpicino di mio fratello e stringerlo a me.

Dopo solo quattordici giorni da quello scatto, Martin sarebbe morto per aver bevuto del detersivo. Nessuno di noi immaginava che una cosa del genere potesse travolgere le nostre vite come un tornado, e forse è questo il dolore più grande.

La sua morte è stata un fulmine a ciel sereno.

Da quel giorno in poi entrambi i miei genitori non hanno fatto altro che colpevolizzarsi a vicenda, urlandosi in faccia ogni volta che gli capitava di incrociarsi. Si sono entrambi buttati sul lavoro per cercare di dimenticare quello che era accaduto, ma certe cose sono impossibili da cancellare.

La realtà è che nessuno di noi ha colpe. Il detersivo era in uno scaffale alto, ma a quanto pare era scivolato per terra in qualche modo fino ad arrivare tra le mani di Martin. E' stato solo un terribile scherzo del destino. Sono bastati due minuti per distruggere le vite di quattro persone.

Mio padre si inginocchia accanto a me, passando una mano sulla lapide come a voler accarezzare il visetto divertito stampato sulla foto.

"Mi manchi tanto, figliolo"

Sento le lacrime iniziare a rigarmi le guance, ma non mi importa. Ho tutto il diritto di soffrire. Oggi mio fratello avrebbe compiuto sette anni, e lui non c'è.

Non potrò mai insegnarli a comportarsi bene con le ragazze. Non potrò mai sgridarlo quando prende un brutto voto a scuola, né litigare con lui ogni volta che mi fa arrabbiare. Non diventerà mai abbastanza grande per poter giocare a football né per innamorarsi, e non invecchierà insieme alla sua famiglia.

Martin è morto ancora prima di poter scoprire veramente cos'è la vita.

"Manca anche a me" Appoggio la testa sulla spalla di mio padre senza distogliere gli occhi dal sorriso sdentato di Martin, le sue iridi azzurre che mi fissano come se fosse veramente qui davanti a me. "Vorrei potesse essere qui"

"Già. Chissà come sarebbe diventato" Mio padre si lascia scappare una mezza risata, continuando ad accarezzare il marmo. "Aveva un bel caratterino già a nove mesi"

Questa volta anch'io non riesco a trattenermi, e un sorriso mi spunta in mezzo alle lacrime.

Mi sembra ieri che i miei genitori mi fecero sedere sul divano per annunciarmi che la mamma aspettava un bambino, e che presto sarei diventata una sorella maggiore. Ricordo ancora quanto ero felice e impaziente di stringere il mio fratellino tra le braccia.

Era un vero diavoletto, Martin. Non sapeva neanche camminare eppure afferrarlo dopo che aveva combinato qualche marachella era un'impresa per tutti. Ogni tanto, quando ero seduta al tavolo da pranzo a fare i compiti, gattonava verso di me e poi si sedeva per terra accanto alla sedia, guardandomi dall'alto in basso con la bocca spalancata in un sorriso. E allora era impossibile continuare a studiare, dovevo per forza prenderlo in braccio e andare a giocare con lui.

La nostra vita sarebbe sicuramente diversa se Martin fosse ancora qui, ma devo accettare il fatto che non c'è. E non tornerà mai più.

Apro la borsa accanto a me, tirandone fuori un piccolo camion di plastica rosso e nero e appoggiandolo delicatamente tra i fiori sulla tomba.

"Ti abbiamo portato un regalo" Abbozzo un sorriso rivolgendomi alla fotografia mentre con una mano mi asciugo la guancia umida. "Te lo ricordi? Era il tuo giocattolo preferito"

Non ho bisogno di ricevere nessuna risposta per sapere che Martin mi ha sentito, e da qualche parte, lassù, sta facendo i salti di gioia per aver riavuto il suo amato camioncino.

E sono anche sicura che in questo preciso istante stia sorridendo, perché per la prima volta il suo papà è andato a trovarlo. Quel papà che amava immensamente e che guardava come se fosse il suo supereroe personale ora è qui con lui.

Non ho il coraggio di alzare lo sguardo su mio padre, mi bastano i suoi singhiozzi sommessi per sapere che questa situazione è più difficile del previsto per lui. Deve affrontare tutta la sofferenza che ha nascosto negli ultimi sei anni e mezzo.

Mi limito ad appoggiare di nuovo la testa contro il suo braccio, chiudendo le palpebre mentre le lacrime continuano a scivolarmi sulla pelle come un fiume in piena, completamente immersa nel silenzio che ci circonda.

Passano almeno dieci minuti prima che io e mio padre decidiamo di alzarci, baciando un'ultima volta la lapide prima di avviarci verso la macchina. Ma quando giro la testa mi diventa impossibile muovere anche solo un passo, perché davanti a me c'è l'ultima persona che immaginavo di trovare qui.

Mia madre.

"Sandy?" Gli occhi di mio padre sono usciti dalle orbite mentre la osserva come fosse un miraggio. "Cosa ci fai qui?"

"Ciao, Harry" Mia madre si avvicina a noi, un mezzo sorriso sulle labbra carnose. Per un attimo mi sembra di rivedere la donna di tanti anni fa: non indossa neanche un filo di trucco, i capelli le cadono scompostamente sulle spalle e riesce ad essere meravigliosa anche con gli occhi gonfi e rossi di pianto. "Non credevo di trovarti qui"

"Potrei dire la stessa cosa" Stranamente, il tono di mio padre non è né tagliente né rabbioso. Le parla con una dolcezza che non sentivo da tanto tempo, una persona che si rivolge a qualcuno a cui ha voluto molto bene.

"Vengo sempre qui il giorno del suo compleanno"

"Non ti ho mai vista" Interrompo la conversazione, la mia voce sicuramente più cattiva rispetto a quella di mio padre, che mi posa una mano sulla schiena come a volermi tranquillizzare. "E' da quando è morto che vengo a trovarlo, ma non ti ho mai vista"

"Ma io vedevo te" Mia madre si avvicina di un passo a noi, e noto che stringe in una mano un orsacchiotto di peluche. "Ho sempre preferito aspettare che te ne andassi prima di raggiungere Martin. Non eravamo proprio in buoni rapporti, e non volevo che il piccolo assistesse a un litigio"

Potrebbe sembrare assurdo che mia madre parli di Martin come se fosse ancora tra noi, ma il suo uso delle parole mi provoca una scintilla di felicità nel petto. Per tutti questi anni non ho fatto che pensare che avesse deciso di abbandonarlo e dimenticarsi di lui, come se non fosse neanche mai esistito, ma evidentemente mi sbagliavo. L'ho giudicata troppo in fretta come un mostro quando era in realtà una madre che aveva perso il proprio bambino.

La mano che mio padre tiene posata sulla mia schiena trema leggermente, e non lo biasimo. E' la prima volta che vede mia madre dopo tutti questi anni e non deve essere certamente facile per lui. Io ero già pronta a questo incontro, dato che sono stata svezzata la mattina del matrimonio, ma mio padre ovviamente non c'era. Per lui è una situazione nuova.

"Credo che Martin vorrebbe vederci tutti insieme" Mio padre abbassa lo sguardo prima su di me per poi tornare a guardare la donna a pochi passi da lui. "Che ne pensi, Sandy?"

Le labbra di mia madre si spalancano in una piccola 'o' alla proposta del suo ex marito, evidentemente spiazzata. Dopo tutto ciò che abbiamo passato negli ultimi anni, i litigi, il divorzio e l'odio tra di noi, non credo si aspettasse di trovarsi davanti un uomo completamente diverso.

Dopo qualche istante di indecisione mia madre annuisce lentamente, facendo rimbalzare i capelli corti davanti alle guance. "Mi sembra un'ottima idea"

Tutti e tre ci riavviciniamo in silenzio alla lapide, e mia madre appoggia il peluche accanto al camioncino prima di baciarsi la mano e posarla sulla fotografia. E' così strano riaverla qui accanto a me, e ad essere sincera mai avrei creduto che questo giorno sarebbe arrivato.

Persino dopo il nostro confronto di un paio di mesi fa la mia convinzione che tra noi le cose non sarebbero potute mai tornare come prima era rimasta. A quanto pare, però, le cose cambiano molto più in fretta di quanto crediamo.

Stretta in mezzo ai corpi dei miei genitori alzo il mento verso l'altro, puntando gli occhi sul cielo limpido mentre le labbra mi si schiudono in un leggero sorriso.

"Grazie, fratellino"

***

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