You find someone like you [h...

By fenomeniall

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Quando due mondi completamente diversi collidono, che possibilità ci sono di continuare a vivere come se nien... More

He doesn't like to see blood
Why I need you?
He will return soon
You what?
Soul mates - parte prima
Soul mates - Seconda parte
The beginning of the end.
Paradise
New home
Powers.
Truth
Trasfiguration
He's voice
Silia
Dream
Last fight
Ringraziamenti e Avvisi ♥
A V V I S O.

You save me

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By fenomeniall

 "Era una notte buia e tempestosa nella valle.. no, come inizio di una storia che dovrebbe far successo, fa veramente pena".

Sospirando si alzò dalla sua scrivania e chiuse il notebook togliendo gli occhiali da riposo; era da ore che tentava di scrivere qualcosa di decente e tutto quello che faceva era buttare giù qualche frase e cancellarla subito dopo. Sospirò nuovamente e guardò fuori dalla finestra per un istante, prima di andare in cucina a prendere una bottiglietta d'acqua. Si appoggiò allo stipite della porta e rimase ad osservare il suo appartamento. Forse era un po' troppo grande per una persona sola, ma i suoi genitori non avevano badato a spese per trovare qualcosa di confortevole e nemmeno troppo lontano dal centro di Londra.

Era quasi ora di cena e da quello che aveva potuto constatare, non c'era assolutamente nulla che potesse mettere sotto i denti. Sbuffò leggermente, maledicendosi per non essere uscita a fare la spesa quel pomeriggio, nonostante se lo fosse ripetuta più e più volte. Afferrò il cappotto e la borsa decidendo di raggiungere il supermarket più vicino per fare in fretta.

Quella sera faceva particolarmente freddo. Con un gesto veloce, portò il bavero verso l'alto per coprirsi il viso e lasciare liberi solo gli occhi. Le temperature si erano abbassare relativamente troppo e non riusciva a concepire tutto quel freddo; non era proprio adatta a lei la stagione invernale. Quando entrò nel supermarket, si sfregò le mani soffiandovi dentro per riscaldarle. Erano troppo congelate per afferrare subito il cestino. Subito dopo cominciò a girovagare senza meta cercando spaesata la scaffalatura dei prodotti in scatola. Riavviò il ciuffo e alzò lo sguardo dalla scatoletta di tonno ed in quel momento lo vide.

Occhi color dell'oceano fissavano, scrutavano, ogni singola parte del suo corpo. Amelia non poté fare a meno di ricambiare lo sguardo. Si soffermò sui suoi lineamenti perfetti e la carnagione pallida. La bocca rossa come una rosa, calamita perfetta. Non riuscì più a reggere il suo sguardo e abbassò il viso, sorridendo leggermente per poi arrossire. Forse quel contatto visivo era durato fin troppo. Sbirciò comunque nella sua direzione ancora una volta, ma di lui non c'era più traccia. Delusa, tornò a guardare la scatoletta di tonno che dopo poco riposò sullo scaffale. Prendendo un respiro profondo, si voltò, andando a finire addosso a qualcuno.

Stava per chiedere scusa, quando alzò lo sguardo e si ritrovò negli occhi del ragazzo di pochi istanti prima. La bocca di lui s'incurvò verso l'alto in un fantastico sorriso che lei ricambiò imbarazzata. Torreggiava sulla sua figura; da quell'angolo poté constatare che arrivava a mala pena al suo collo. Alzò un braccio per afferrare qualcosa dietro di lei. Amelia abbassò lo sguardo – ancora più imbarazzata – e scivolò di lato per finire di fare la spesa e tornarsene a casa.

Il gioco di sguardi continuò finché non arrivò alla cassa. Pagò il tutto velocemente per non creare troppa fila ed uscì di malavoglia. Da una parte per via del freddo, dall'altra perché non avrebbe più rivisto quel ragazzo. Sbuffò leggermente e s'incamminò.

Il sole era appena tramontato su Londra e il freddo si faceva sentire ancora più tagliente. Mancavano davvero pochi passi e lei sarebbe arrivata a casa sua. Aveva già portato una mano dentro la borsa per afferrare le chiavi quando una figura scura si avvicinò a lei. Un oggetto scintillava tra le sue mani e non ci mise molto ad arrivare all'altezza del suo collo. Come d'istinto, lasciò cadere le buste della spesa a terra e afferrò il braccio dell'uomo per allontanarlo. Sentiva la lama congelata accarezzare leggera la sua pelle.

"Non ti hanno mai detto che non si gira da sole per strada di notte?". La voce dell'uomo entrò calda e tagliente nel suo orecchio. Si sentiva inerme. Se avesse urlato, sicuramente sarebbe morta. La trascinò in un vicoletto lì accanto. Rimase dietro di lei, mentre la teneva appoggiata con forza contro il muro freddo. Il contatto tra la guancia e la superficie congelata, le provocò un brivido lungo la schiena.

Ascoltava attentamente i suoni che la circondavano. La cintura che veniva slacciata, il tessuto dei pantaloni abbassato prima che cominciasse ad armeggiare anche con i suoi. Con il cuore in gola, si morse l'interno della lingua e cominciò a singhiozzare. Poi la vide; un'altra figura si avvicinò veloce – molto veloce – a loro e poi.. il buio.

***

Un timido raggio di sole fece aprire gli occhi alla ragazza. Tentò di coprirsi il volto per tornare a dormire tranquillamente, ma fu del tutto inutile. Si mise a sedere con la vista ancora offuscata dal sonno, guardandosi attorno. Corrugò le sopracciglia tentando di capire dove fosse finita. Portò una mano sulla fronte per poi massaggiare una tempia, cercando di combattere il mal di testa che la stava tartassando. Chiuse gli occhi e poi li riaprì. Questa non è la mia stanza.

Il tipico profumo maschile – che la maggior parte dei suoi compagni di università usava – le stava riempiendo i polmoni. La coperta le scivolò di dosso. Si accorse solo in quel momento di essere in intimo e d'istinto portò entrambe le braccia a coprirsi il petto. Fortuna che ho una canotta che fa da vestito. Si alzò piano dal letto e prese una delle felpe appoggiate alla sedia. La indossò e ritrovò lo stesso profumo, ancora più forte. Era molto larga per il suo corpo minuto e le arrivava fino a metà coscia.

Dischiuse leggermente la porta e sbirciò uscendo di poco con la testa. Il corridoio – per quello che aveva visto – era libero. Raggiunse in punta di piedi le scale che portavano al piano inferiore e scese. Si guardò attentamente intorno per controllare se ci fosse qualcuno. Sentì un buon profumo di colazione provenire da dietro l'unica porta bianca presente e l'aprì.

"Buongiorno" mormorò sorridendo imbarazzata. Un ragazzo moro dagli occhi color del fiume e la carnagione chiara stava armeggiando davanti ai fornelli, nell'intento di preparare qualcosa. "Io sono Louis e ti sto preparando la colazione" disse lui voltandosi quando bastava per vederlo in volto ancora una volta.

"Io sono Amelia" rispose lei stringendogli una mano, per poi lasciarlo tornare a cucinare. Non fece in tempo a sedersi che un altro ragazzo attraversò la porta della cucina. I capelli color del miele incorniciavano un volto sorridente, mentre i suoi occhi color nocciola la scrutavano.

"Ciao, sono Liam". Si presentò a sua volta e gli strinse la mano. Il ragazzo salutò anche Louis prima di uscire dalla cucina e andare in salotto a sedersi sul divano. Poco dopo davanti a lei c'era un piatto con uova e pancetta. Nessuno le preparava più la colazione da quando si era trasferita a Londra. Non riusciva a capire in che razza di situazione si fosse cacciata, ma sembravano tutti gentili ed innocui quindi cominciò a preoccuparsi di meno, mantenendo comunque una certa difesa.

"E' tutto buonissimo" ammise dopo aver assaggiato un paio di bocconi. Louis sorrise soddisfatto prima di uscire dalla cucina per raggiungere Liam. Amelia continuò a mangiare indisturbata fino all'arrivo di un altro ragazzo dal capelli corvini e gli occhi color del cioccolato. Dio mio, ma sono modelli? Sto sognando. Si diede un leggero pizzicotto sul braccio. Bene, è tutto vero.

"Ciao, io sono Zayn" disse sorridendole. Gli strinse la mano e sorrise imbarazzata. Per di più indossava solamente una felpa. Finì la sua colazione ed uscì dalla cucina raggiungendo i ragazzi, per poi chiedere loro dove fosse il bagno.

"Secondo piano, ultima porta a destra" risposero in coro per poi sorridersi a vicenda. Amelia ringraziò sorridendo leggermente e salì le scale tenendo due lembi di felpa con entrambe le mani, in modo che rimanessero giù per coprirla quanto bastava. Attraversò il corridoio ed entrò dalla porta socchiusa. Stava per lavarsi il viso quando sentì il getto della doccia aprirsi. Fermò la mano a mezz'aria e la ritirò piano, indietreggiò per poi uscire dal bagno e richiudere la porta. Lasciò la maniglia e si volto per tornare in camera, quando cadde in avanti, sopra qualcuno. La mia solita fortuna.

Le sue mani le cingevano la vita per attutire la caduta ed evitare che si facesse male. Aprì gli occhi, ritrovandosi rannicchiata tra le sue braccia. Alzò lo guardo e il cuore si fermò per un istante, prima di ripartire e battere ancora più forte di prima. Due occhi di un verde immenso e profondo la fissavano divertiti. Il viso contornato da dei perfetti ricci castani. Le labbra gli si incurvarono verso l'altro e delle fossette – molto sexy – si formarono sul suo volto.

"Sto sognando" mormorò lei come in trance, facendolo ridacchiare.

La sua risata cristallina riecheggiò per tutto il corridoio. "Stiamo facendo lo stesso sogno allora" sussurrò lui soffiando sul suo volto. Amelia si risvegliò da suo stato di coma profondo e svelta si alzò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Indietreggiò leggermente, andando a scontrare la schiena contro il muro

"Mi dispiace, non volevo--". Lui posò velocemente l'indice sulle sue labbra per farla zittire e sorrise.

"Tranquilla – sussurrò – io sono Harry".

Gli strinse la mano deglutendo. "A-Amelia" rispose mordendosi il labbro. Si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia, per poi sorridere leggermente. Sto per sciogliermi.

"Ora ci credi che non è un sogno?" domandò soffiando nel suo orecchio. Si scostò di poco, le fece l'occhiolino e scese veloce le scale, sorridendo leggermente. Amelia lasciò andare un respiro profondo e sbatté le palpebre un paio di volte.

Tornò nella stanza in cui si era svegliata, toccando di tanto in tanto il punto in cui le labbra di quel ragazzo si erano appoggiate. Si lasciò cadere su quel letto non suo e chiuse gli occhi, inspirando l'odore che aveva sentito appena sveglia e che aveva poi ritrovato sulla felpa. Oddio, avevo solo la felpa.

Sentì una leggera folata di vento che la fece rabbrividire e alzò la testa – rimanendo sdraiata – verso l'unica finestra presente nella stanza e la trovò chiusa. Si mise a sedere e guardò il biondino impegnato a leggere qualcosa a computer. Si schiarì la voce per attirare la sua attenzione e lui si voltò. E' lui!

"Bentornata tra noi, io sono Niall" disse sorridendole. Per un attimo Amelia pensò che si sarebbe sciolta da un momento all'altro ancora una volta. Riconobbe i lineamenti dell'ultima ombra che aveva visto la notte precedente, prima di svenire e – senza aspettare un secondo di più – si alzò per andare ad abbracciarlo.

"Tu mi hai salvata, grazie" mormorò tenendolo stretto tra le sue braccia. Gli scoccò un bacio sulla guancia e rabbrividì a quel contatto. Che freddo! Il ragazzo poggiò una mano sul punto in cui aveva appoggiato le sue labbra e sorrise leggermente. "Io sono Amelia – mormorò stringendogli la mano – dimmi Niall, lavorate tutti per Abercrombie?". Il biondo scoppiò a ridere e scosse la testa, dicendo che erano solamente cinque studenti che per risparmiare, avevano deciso di vivere tutti insieme. Magari sono tutti gay.

"E no, non siamo gay, se questa è la tua prossima domanda" disse lui sorridendo per poi mordersi il labbro. Amelia spalancò gli occhi dalla sorpresa e guardò fuori dalla finestra. Quella mattina il sole splendeva insolito sulla città di Londra.


NdA

Ciao bellissimi che avete letto e leggete tutt'ora questa storia. Sono così felice nel vedere quanto successo abbia avuto che quasi mi esplode il cuore. E' una storia a cui tengo particolarmente molto e per premiare me stessa e fare un regalo a voi, ho deciso di riscriverla. Spero che vi piaccia ancora di più e niente, un voto o un commento (o entrambi) sono sempre graditi.

Love ya so,

Marta ♥

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