Never Say Never

By vale18082015

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«Tutti...tutti mi abbandonano. Cole non mi parla da un po e mi sta spezzando il cuore. Pezzo per pezzo. Non h... More

Prologo
Chapter One
Chapter Two
Chapter Three
Chapter Four
Chapter Five
Chapter Six
Chapter Seven
Chapter Eight
Chapter Nine
Chapter Ten
Chapter Eleven
Chapter Twelve
Chapter Fourteen
Chapter Fifteen
Chapter Sixteen
Chapter Seventeen
Chapter Eighteen
Chapter Nineteen
Chapter Twenty
Chapter Twenty one
Chapter Twenty Two
Chapter Twenty Three
Chapter Twenty Four
Chapter Twenty Five
Chapter Twenty Six
Chapter Twenty Seven

Chapter Thirteen

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By vale18082015

Justin's POV

Brooke sarebbe arrivata a momenti e io dovevo ancora capire il motivo della sua visita o su come abbia fatto ad avere il mio numero.

Nessuno ce l'ha. Lei dove l'ha preso? Che sia una spia che sta cercando di proteggermi?

Ma che cazzo sto dicendo?! Mi sta esplodendo il cervello con tutte queste domande inutili. Ha il mio numero. E allora? Non é morto nessuno. Perciò mi devo calmare.

Guardai Astrid e lei andava in giro per casa giocando con i suoi pezzo di stoffa. Feci una risata che venne bloccata dal suono del campanello.

Andai ad aprire e una Brooke con il fiatone si presentò davanti alla porta.

Entrò in casa con in mano dei sacchetti di plastica con dentro credo dei vestiti dalla forma del contenuto.

Li lasciò a terra e cercò di prendere l'aria che aveva perso a fare tutte quelle scale. Ma cos...? C'era l'ascensore.

Come fa a non essere fradicia con questo tempo?! Brooke sta diventando sempre di più un mistero per me.

Astrid zampettò da lei scodinzolando e quando Brooke la vide iniziò a fare dei versi da femminuccia.

«Oh dio che tenerezza! Ma ciaoo» la prese in braccio facendole i grattini sulla pancia.

In quel momento mi sentivo così escluso. Ho voglia anche io di coccole. Okay, sono un maschio, ma allora? Ho bisogno anche io di quel tipo di compagnia.

«Ehehmm» tossì prendendo la sua attenzione. Lei mi guardò e sorrise, venne verso di me e mi baciò la guancia sorridendo.

Oh, wow.

«Ciao, come si chiama questo batuffolo?» domandò e io alzai gli occhi al cielo.

«Astrid» dissi e lei annui sorridendo. Le fece qualche altra carezza e poi la lasciò libera per la casa.

Non sembra per niente in dolore per i suoi lividi e graffi. Pensavo non avesse neanche le forze per muoversi da casa.

Iniziò a guardarla mettendosi accanto a me con le braccia incrociate.

«Che tenerezza» disse sorridendo
«Brooke? Cosa sono quei sacchetti?» lei mi guardò ed applaudì le mani come se si fosse scordata qualcosa.

«Già! Bravo. Me ne stavo dimenticando! Sono dei vestiti, per te!» dissi euforica mentre io la guardavo confusa. Si fece strada in salotto con i vestiti e io la seguì confuso.

Cosa sta fottutamente accadendo?!

«Perché? Cosa hanno i miei vestiti di così strano?» domandai e lei rise guardandomi
«Ti devi rinnovare. Basta occhiali e di ciao alle lenti a contatto» disse togliendomi gli occhiali e porgendomi delle lenti a contatto.

La mia vista si offuscò e in qualche modo riuscì ad arrivare in bagno per mettermi le lenti a contatto. Una volta messe mi guardai attorno e riuscivo a vedere decentemente.

É strano non avere più gli occhiali addosso.

«Perfetto! Hai visto! Sei bellissimo anche senza occhiali!» risi e lei pure. Mi prese la mano e mi trascinò verso il salotto mentre Astrid ci seguiva incuriosita dai nostri comportamenti.

Prese una giacca in jeans, una canotta grigia trasparente, dei pantaloni neri e delle mutande della Calvin Klein.

No, cosa?! Ora anche i miei normalissimi boxer non andavano bene?! Oh santo...perché mi sto facendo fare tutto questo?

«Dai, su, vai a metterli» me li lanciò e io sbuffai.

Brooke's POV

Mentre attendevo che Justin uscisse dal "camerino" (ovvero il bagno) guardavo qualche foto che c'erano appese ai muri.

Di sottofondo si sentiva Astrid grugnire contro il suo giocattolo, cosa che mi fece ridere.

Vidi una vecchia foto di Justin e quelle che devono essere sua mamma e sua sorella.

Noi a casa non abbiamo tante foto di famiglia. Forse solo due o tre. Ma neanche.

Alan non c'é mai, per non parlare dei miei genitori.

Mio padre e mia madre gestiscono varie aziende in giro per il mondo.
A volte non li vedo per settimane intere. O forse di più.

Di solito mi sento veramente sola e avrei bisogno anche io della compagnia di un animale. Okay, ci sono i domestici che girano per casa.
Ma al weekend non ci sono mai e diciamocelo: Rosalinda, la nostra domestica ultra sessantenne, che mi fa compagnia? Non ci parliamo quasi mai e io é già tanto se la vedo girare per casa. Sta sempre nel suo angolino a pulire in silenzio e a volte é così noiosa.

Emma e Faith...beh si loro vengono volentieri a casa mia, solo quando c'é Alan. Vogliono vedere il suo fisico da urlo e quando lui non c'é si inventano mille scuse. Le altre ragazze della squadra non le considero neanche. Tutte lecca culo pronte a rubarmi il ragazzo. Troie.

«Ho fatto» disse la voce do Justin riportandomi alla realtà. Misi apposto la foto e mi girai.

Oh santo...okay, Brooke. É bello. Calma. Non agitarti. Era una cosa incredibile. Stupendo più che altro.

«Wow» sorrisi e lui pure. Il mio battito cardiaco partì a mille e sentivo il mio viso andare più a fuoco del solito. Voglio dire, in questo periodo ho sempre del bruciore in viso. Ma dopo questa bellezza é raddoppiato.

Guardai i suoi capelli e sospirai: doveva togliersi quel gel. Era troppo.

«Vai a lavarti i capelli. Sono pieni di gel» dissi cercando di non saltargli addosso. Santo cielo, si é trasformato.

Non che non fosse bello prima, ma ora...é anche più sexy.

Sbuffò alzando gli occhi al cielo e ritornò in bagno. Aveva i pantaloni a vita bassa, perciò le mutande un po si vedevano...e che bel sedere devo dire.

No, cosa?! Basta, Brooke! Basta.

Guardai Astrid a la presi nuovamente braccio. Magari avessi un cucciolo come lei. Così calmo e tranquillo. Che si fa coccolare tutto il tempo. É di una tenerezza.

Dopo un po di minuti intenti a pensare alla mia vita con un cagnolino, Justin si presentò davanti a me con i capelli bagnati.

«Perfetto! Ora te li asciugo» lui mi guardò confuso e io lasciai che Astrid andasse dal suo padrone rimodellato.

«Io non capisco ancora del perché di tutto questo» affermò facendomi ridere
«Domani, a scuola, vedrai a cosa sarà servito tutto questo.» lui annui ridendo e prese un phon.

Si sedette su una sedia del tavolo e io attaccai la presa del phon.

Iniziai ad asciugargli i capelli facendogli la messa in piega. Anche se so che domani si rovinerà di sicuro.

Dopo qualche minuto finì e quando lui si alzò sentì nuovamente il cuore battermi. Era a dir poco bellissimo.

«Visto? Dovevamo solo accentuare di più la tua bellezza, Justin» dissi mentre lui si guardava allo specchio intento a sistemarsi i capelli.

«Io non-»
«Te l'ho detto, domani capirai.» lui annui e io sorrisi.

Eri e sei bellissimo. Non dovevi cambiare più di tanto per essere perfetto. Io l'ho fatto solo per vedere come stavi con vestiti diversi dal solito. Ma sei comunque perfetto.

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