Addicted to you [H.S.]

By clairemartin_books

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⚠️ STORIA DI MOLTI ANNI FA DA REVISIONARE E COMPLETARE ⚠️ La vita di Callie sarebbe dovuta essere semplicemen... More

Trama
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Avviso
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Nuovo aggiornamento
Capitolo 16
Capitolo 17
Italian FanFiction Awards
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Shadow Awards ITA
Capitolo 22

Capitolo 6

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By clairemartin_books

Dopo che Madison se n'era andata, decisi di uscire in cortile per prendere una boccata d'aria. Non credevo di certo che mi avrebbe perdonata facilmente, però speravo che almeno avrebbe fatto un piccolo passo nei miei confronti.

Invece così non era stato.

Magari dovevo lasciarle solo un po' di tempo per rifletterci su. Forse, quando si sarebbe calmata, avrebbe visto le cose sotto un'altra prospettiva e avrebbe deciso di seppellire l'ascia di guerra una volta per tutte. Se non fosse andata in questo modo, me ne sarei dovuta semplicemente fare una ragione.

Avevo bisogno di un po' di solitudine in quel momento, non me la sentivo di parlare con nessuno. Volevo prendermi del tempo per me stessa, così da riordinare al meglio le idee. E avevo trovato proprio il posto perfetto per farlo.

Avevo individuato un dondolo di legno, posizionato all'ombra dei due alberi più grandi del cortile. Non avevo esitato neanche un secondo a sedermici sopra, aggiustando i cuscini che lo ornavano per trovare una posizione più comoda. Quando ci fui riuscita, mi spinsi leggermente con le gambe, per far iniziare a muovere lentamente il dondolo avanti e indietro.

Cullata da quel movimento, dalla leggera brezza che attenuava il calore del sole e faceva frusciare le foglie degli alberi che mi circondavano, dal cinguettio degli uccelli che svolazzavano allegramente da un ramo all'altro e dal profumo dei fiori che permeava l'aria tutt'intorno, mi rilassai completamente e riuscii finalmente a svuotare la mente dai pensieri che la opprimevano.

Mi mancava soltanto un bel libro e poi quel momento sarebbe stato assolutamente perfetto.

Per un attimo, mi sentii enormemente fiera di me stessa: soltanto qualche giorno prima sarei sicuramente ricorsa all'alcol per stordirmi ed evitare di pensare, ma adesso stavo seriamente provando ad essere una persona migliore e questo significava anche che dovevo imparare ad affrontare i miei problemi.

Sì, avevo tremendamente bisogno di bere qualcosa, un vero bisogno fisico, doloroso quasi, però stavo resistendo, non stavo cedendo, e questo era quello che più importava.

L'angolo di paradiso in cui mi trovavo mi stava decisamente dando una grande mano e avevo già deciso che quello sarebbe stato senza dubbio il mio posto preferito di tutta la casa.

Era davvero indescrivibile e decisamente sensazionale, il luogo ideale per stare un po' in tranquillità all'aria aperta, oppure, più semplicemente, per godersi qualche attimo di pace e di solitudine, quando le quattro mura della casa iniziavano ad essere soffocanti. Esattamente come lo erano diventate prima. Mi si erano strette sempre di più intorno e avevo avuto la sensazione che di lì a poco mi avrebbero schiacciata. Per questo motivo avevo sentito l'impellente necessità di fuggire e respirare aria fresca e pulita.

La spensieratezza, purtroppo, era durata davvero molto poco e la mia mente aveva ricominciato a lavorare a più non posso.

La cosa che più mi preoccupava in quel momento era quello che gli altri stessero pensando di me. Mi consideravano una persona orribile? Mi disprezzavano? Durante il mio racconto avevo tenuto tutto il tempo gli occhi bassi per non incrociare lo sguardo di nessuno, poi, quando avevo terminato di parlare con Madison, me n'ero andata così in fretta che non ero riuscita a cogliere alcun segnale che mi potesse svelare come gli altri avessero reagito al mio discorso.

«Ehi.»

Bastò quel saluto pronunciato da una voce profonda e roca a mettermi un'enorme agitazione. A quanto pareva, di lì a breve, avrei risolto ogni mio dubbio.

«Ehi» sussurrai in risposta.

«Posso?» chiese Harry, indicando il posto vuoto vicino a me, sul dondolo che stavo continuando imperterrita a far muovere.

Annuii con un cenno del capo e mi strinsi il più possibile per fargli spazio. Nonostante ciò, eravamo comunque vicinissimi, al punto che le nostre braccia e le nostre gambe si sfioravano.

Il contatto tra i nostri corpi caldi mi provocò una strana sensazione, che non ero in grado di definire con precisione, ma che era sicuramente piacevole, il che mi fece agitare ancora di più.

Questo ragazzo, che ancora non conoscevo minimamente, era capace di mandarmi in confusione se mi fissava intensamente con quei suoi penetranti occhi verdi, di farmi rabbrividire con la sua profonda voce roca e di provocarmi la pelle d'oca semplicemente sfiorandomi.

Mi domandavo cosa sarebbe stato in grado di farmi provare, dopo che avessi imparato a conoscerlo meglio.

Ero terrorizzata da quello che stavo sentendo, ma, ancora di più, dalla curiosità che mi stava divorando. Volevo sapere tutto di quel ragazzo, il suo carattere, le cose che gli piacevano, quelle che odiava, le decisioni che aveva preso e che avevano cambiato la sua vita, soprattutto, tutte le scelte sbagliate che aveva fatto e che l'avevano condotto in quel posto, in quel momento.

Non avevo idea del perchè stessi pensando quelle cose, non mi era mai successo prima, specialmente nei confronti di un estraneo, e l'unica spiegazione logica che riuscivo a darmi era collegata al fascino che Harry sprigionava da tutti i pori. Era veramente magnetico ed io mi sentivo come una calamita, inevitabilmente attratta verso di lui.

Scossi la testa per scacciare gli strani pensieri che l'avevano invasa e mi concentrai, invece, sul silenzio che ci circondava.

Nessuno dei due, infatti, sembrava trovare il coraggio per iniziare a parlare, quindi rimanemmo, per non so quanto tempo, l'uno accanto all'altra senza dire una parola. Non era, però, uno di quei silenzi tremendamente imbarazzanti che si creano a volte e che sono accompagnati da un enorme disagio.

Quello che c'era tra di noi era, piuttosto, un silenzio rilassato, uno di quelli che si instaurano raramente e, soprattutto, tra persone che si conoscono da anni e non hanno bisogno necessariamente di parlare per capirsi o anche solo per colmare il vuoto.

Eppure io e Harry eravamo estranei e non avevamo mai avuto neanche una vera e propria conversazione, ad eccezione della breve presentazione del giorno precedente, quindi non mi riuscivo a spiegare quella familiarità che già sembrava essersi creata tra di noi.

L'unico suono a farci compagnia era quello provocato dal venticello che continuava a soffiare e che faceva svolazzare i miei capelli in tutte le direzioni. Non persi tempo a spostare dietro le orecchie le ciocche che mi erano cadute davanti agli occhi e, una volta che li ebbi liberati, notai immediatamente che anche i lunghi ricci di Harry stavano subendo gli effetti degli spostamenti d'aria, ma, a differenza mia, lui non stava facendo assolutamente nulla per tentare di domarli.

Inspiegabilmente, mi trovai persa a fissare quel ragazzo intrigante. Studiai ogni più piccolo dettaglio: le mani grandi, tatuate, ornate da alcuni anelli, due delle mani più sexy che avessi mai visto, le braccia muscolose, anch'esse ricoperte di inchiostro, il petto tonico e ben definito, le spalle larghe e possenti, il volto dai lineamenti marcati, il leggero accenno di barba, le labbra carnose e sicuramente morbidissime, che si piegarono in un sorriso divertito, quando Harry si accorse che era da un po' ormai che non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

Dio, che figuraccia che avevo fatto! Mi doveva certamente aver preso per una pazza maniaca.

Mi voltai il più velocemente possibile, ma sapevo che mi aveva già beccata a fissarlo.

Sentivo le guance in fiamme ed ero certa di essere arrossita come un pomodoro per l'imbarazzo. Cercai di nascondere il rossore, liberando alcune delle ciocche di capelli che avevo poco prima imprigionato dietro le orecchie e lasciandole ricadere davanti al viso per coprirlo un po'.

Il mio trucchetto sembrò funzionare, perchè Harry non mi fece notare niente. Oppure era semplicemente troppo educato per farlo. Anche questa era una possibilità, infondo non lo conoscevo e non avevo idea di come fosse il suo carattere, però, il semplice fatto che mi avesse seguita fuori, non sapevo se per consolarmi, per assicurarsi che stessi bene o solamente per farmi compagnia, mi faceva intuire che non dovesse essere poi così male.

«Allora, ne vuoi parlare?» domandò Harry improvvisamente, risvegliandomi dalle mie insolite supposizioni e spezzando il bel silenzio che ci aveva circondati fino a quel momento.

«Onestamente, non c'è molto da aggiungere a tutto quello che ho detto prima» replicai.

«D'accordo. Sono qui se cambi idea» ammiccò lui, per poi riprendere a contemplare la piccola porzione di natura che avevamo intorno.

Apprezzavo molto il fatto che stesse cercando di farmi sfogare, ma non avevo veramente altro da dire, avevo tirato fuori tutta la verità e, finalmente, dopo tanti anni, avevo avuto il coraggio di ammettere ciò che avevo fatto. C'era però una cosa che volevo sapere da lui.

«Pensi che io sia un brutta persona?» sussurrai, voltandomi ad incontrare il suo sguardo. Sapevo che dagli occhi avrei capito se mi stesse mentendo.

La mia domanda lo prese in contropiede, perchè aggrottò leggermente le sopracciglia ed esitò qualche secondo prima di rispondere.

«No Callie, non penso affatto che tu sia una brutta persona, perlomeno, non per quello che hai raccontato prima.»

Feci un sospiro di sollievo. Adesso ero certa che almeno una persona in quella casa non mi odiasse e non mi reputasse orribile.

«E gli altri? Hanno detto qualcosa quando sono venuta qui?» Tentai di approfondire un po' l'indagine.

Ai miei quesiti una lieve risata sfuggì involontariamente dalle labbra di Harry, facendomi temere di aver esagerato.

«Callie, non devi preoccuparti di questo» affermò, facendomi sollevare gli occhi al cielo. Era normale voler conoscere l'opinione delle persone con cui avrei dovuto convivere, no?

«No, ascoltami» richiamò la mia attenzione. «Quello che voglio dire è che non devi preoccuparti che qualcuno qui pensi male di te o, più semplicemente, ti giudichi per gli errori che hai commesso.

Fa parte del programma di recupero essere totalmente sinceri con gli altri, raccontare a tutti i momenti più brutti e bui della propria vita.

Fidati quando ti dico che tutti qui abbiamo preso delle decisioni terribili e fatto cose di cui non siamo assolutamente fieri, ma gli altri non servono per rimproverarci o biasimarci, servono per sostenerci.

Tutti ci capiamo, perchè tutti abbiamo sbagliato, chi più e chi meno. Ma alla fine non contano quali e quanti sbagli abbiamo commesso, conta che tutti vogliamo aiutarci a vicenda a non commetterne più.»

Le sue parole mi avevano profondamente colpita. Non credevo che quel bellissimo discorso valesse anche per Madison, perchè indubbiamente lei mi odiava, però anche io non avevo mai provato una grande stima nei suoi confronti.

Tuttavia, mi rincuorava molto sapere che, se quello che diceva Harry era vero, in quella casa avrei trovato sempre qualcuno pronto a coprirmi le spalle e a sostenermi nei momenti di difficoltà.

L'unica cosa che dovevo fare era imparare a fidarmi degli altri e questo sarebbe stato uno scoglio quasi insormontabile per me. Se solo ripensavo all'ultima volta che avevo deciso di fidarmi completamente di una persona, l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Ed infatti qualche lacrima prese a scorrere lungo le mie guance per via dei ricordi terribilmente dolorosi.

«Dio, che palle!» sbottai esasperata, mentre portavo una mano ad asciugare il mio viso bagnato. «Mi sembra di non aver fatto altro che piangere in questi due giorni» conclusi, cercando di mascherare le mie lacrime con un piccolo sorriso.

Evidentemente, dovevo recuperare quell'ultimo anno passato a non sentire niente, a non provare emozioni e ad offuscare quelle poche che ogni tanto parevano affiorare.

Non ricordavo affatto che fossero così intense ed ora mi travolgevano completamente. Però non ne ero così dispiaciuta, anzi, ne ero quasi felice, un po' scocciata, ma comunque felice. Finalmente, dopo un anno, avevo ripreso a sentirmi viva.

«Dai, vieni qui» disse Harry, sorridendomi in maniera dolce e confortante.

Inizialmente non capii a cosa si stesse riferendo e fissai un po' confusa il suo braccio sollevato e disteso verso di me e le sue dita che mi facevano cenno di avvicinarmi a lui.

Quando poi realizzai cosa volesse fare, divenni un po' esitante. Non sapevo se fosse una buona idea e, in più, ero anche leggermente in imbarazzo, però, visto che lui non sembrava voler demordere, mi convinsi che, infondo, non ci fosse niente di male e decisi di lasciarmi andare.

Mi spostai, quindi, sul dondolo e mi avvicinai sempre di più ad Harry, fino ad infilare lentamente la testa sotto al suo braccio, che non esitò ad avvolgersi intorno al mio corpo, stringendomi ancora di più al suo. Mentre la sua mano iniziava ad accarezzarmi delicatamente, la mia si fece cautamente strada sul suo torace tonico e definito per ricambiare l'abbraccio.

E lì, cullata dal dolce movimento che il suo petto faceva ad ogni respiro, unito al lieve ondeggiare del dondolo che continuava a spostarsi avanti e indietro, mi resi conto che, forse, imparare a fidarmi di lui non sarebbe poi così difficile.

Author's Note

Ciao a tutti! Questa volta vorrei iniziare scusandomi per averci messo così tanto ad aggiornare ma tra gli esami imminenti e le lezioni in più all'Università non ho avuto proprio tempo. Mi dispiace un sacco di avervi fatto aspettare così tanto ma spero di essermi fatta perdonare un po' con questo capitolo in cui sono presenti solo Harry e Callie che finalmente iniziano ad interagire.

Anche stavolta scegliere a chi dedicare il capitolo non è stato affatto facile ma alla fine la mia decisione è ricaduta su @ZOUISV  perchè è quasi sempre una delle prime a leggere e commentare i nuovi capitoli che pubblico e su instvlesheart perchè ho avuto modo di conoscerla meglio ed è davvero una bella persona. Spero che continuerete a rendermi la scelta sempre così difficile con i vostri magnifici commenti.

Poi vorrei ringraziare Ellenika per il banner che ha realizzato per questo capitolo che è davvero sensazionale, sono sempre belli ma con questo ti sei davvero superata, lo adoro.

Infine, ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto, votato e commentato i capitoli precedenti. Spero che anche questo vi possa piacere, fatemi sapere cosa ve ne pare.

Al prossimo capitolo!

-Claudia-

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