Prenditi Cura di Me #WATTYS20...

By _LisaDestiny

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Lei è Elena Desi, bella ed ingenua diciannovenne che sta per iniziare una nuova vita a New York. Arrivata in... More

Prologo
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
Per seguirmi:
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
CAPITOLO 29
Epilogo
Conclusioni e Ringraziamenti
Pubblicazione "Sei Parte di Me"
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CAPITOLO 1

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By _LisaDestiny

3 anni dopo ...

Afferro gli stivali dall'armadio e li infilo come meglio posso nella valigia già strapiena.

Mi siedo sul letto e metto una Converse.

Saltello e arranco verso la scrivania mentre cerco di infilare anche l'altra scarpa.

Maledizione! Sono in ritardo, un terribile ritardo! Devo sbrigarmi, l'aereo per New York parte fra meno di un'ora.

Salgo sulla valigia e cerco di schiacciarla con il peso del mio corpo per chiuderla e alla fine ci riesco.

Grazie al cielo!

<<Elena! Elena su scendi o farai tardi!>> grida dal piano inferiore della mia casa mia madre.

Oh Dio, un attimo.

Tiro con una grande fatica i bagagli giù dal letto e mi do una veloce occhiata allo specchio. Lego i lunghi capelli castani mossi in una coda e metto un po' di mascara per delineare gli occhi verdi.

Devo pur essere decente quando arriverò lì.

Prima di uscire dalla mia camera, guardo malinconica quello che è stato il mio rifugio per tanti anni.

Non rivedrò questo posto per molto, ma non m'importa!

Da oggi inizierò una nuova vita. Studierò in un prestigioso College di New York, conoscerò gente ed avrò nuovi amici.

<<Eccomi, sono pronta>> sorrido ai miei genitori e trascinando le valigie giù per le scale.

Quasi inciampo sui gradini <<Attenzione!>> urla mio padre <<Dalle a me, le sistemo in auto>>

Annuisco e gli passo i due grossi bagagli che stringo tra le mani.

Mia madre mi viene incontro e mi stringe una mano <<Sei pronta?>>

Le sorrido raggiante <<Prontissima>>

Quando termino di fare il check-in ed è finalmente ora di andare, mi volto a salutare i miei genitori che, come immaginavo, sono già in lacrime.

<<Mamma, papà>> dico abbracciandoli forte <<Se continuate a piangere mi renderete tutto più difficile>>

<<Va tutto bene>> mi rassicura mia madre singhiozzando <<Ci mancherai>>

<<Anche voi mi mancherete>> sospiro con tristezza.

Non voglio vederli così, mi si spezza il cuore. Per loro è stata una decisione dura quella di lasciarmi andare. Loro, che sono sempre stati super protettivi con me, con la loro unica e adorata bambina.

Ma non posso lasciare che lo sconfinato affetto che provo nei loro confronti mi impedisca di scegliere la mia strada.

Mia madre mi stritola nel suo abbraccio e singhiozza in modo convulso, mentre mio padre cerca a stento di trattenere le lacrime <<Ti vogliamo bene, tesoro>>

Okay, hanno avuto quello che volevano ed ormai sono anch'io in lacrime.

Mi scosto dall'abbraccio e rivolgo loro un tenero sorriso, prima di voltarmi ed avviarmi agli imbarchi.

Durante il volo non faccio altro che pensare a ciò che mi aspetta una volta che sarò lì.

Sono agitata, nervosa. Non sono mai stata lontana da casa per così tanto tempo.

Ma so che non devo preoccuparmi, perché non sarò sola lì.

Trascorrerò i prossimi tre anni di College con una delle persone più importanti della mia vita.

Quando dopo molte ore l'aereo diretto al JFK - l'aeroporto di New York - atterra, mi ritrovo ad emettere un lungo respiro per sciogliere la tensione.

Afferro le valigie e cammino in direzione degli arrivi.

Ci sono centinaia di persone che attendono i loro familiari, i loro amici. Mi guardo intorno per cercare di scorgere un viso familiare ... e finalmente lo vedo.

Marco, il mio migliore amico.

Ha un cartello tra le mani con il mio nome "Elena Desi".

Dio! È ancora più bello dell'ultima volta che l'ho visto.

Perfino il suo corpo è cambiato. Mi sembra di vedergli almeno il doppio dei muscoli.

Sarà il football?

Si, probabile.

E pensare che tre anni fa io e lui stavamo insieme. Anche se non ci siamo mai comportati come una vera e propria coppia. Non siamo mai stati insieme, in quel senso. Tra di noi non c'è mai stata né passione, né litigi. Il nostro rapporto non era cambiato, ci comportavamo sempre come due amici.

Marco non mi ha mai chiesto di più, non si è mai spinto oltre ad un bacio ed io so che se lo ha fatto, è perché riteneva che io non fossi pronta; non dopo quello che mi era successo in passato.

Dopo qualche mese dall'inizio della nostra "relazione" abbiamo deciso di lasciarci.

Marco voleva continuare gli studi in un liceo qui a New York, voleva fare le sue esperienze, vivere come un ragazzo della sua età.

Scuoto la testa a tutti i miei ricordi con lui.

Gli corro incontro e, quando sono ad un passo da lui mi fermo <<Ciao Marco>>

Quando incrocia il mio sguardo batte gli occhi ripetutamente e poi li sgrana <<Elena?>>

La sua espressione è esterrefatta: mi guarda come se non mi riconoscesse.

Si, okay, anche il mio corpo si è trasformato molto dall'ultima volta che ci siamo visti <<Si Marco, sono io>> ridacchio <<Ma non riconoscermi per una taglia in più di reggiseno mi sembra un tantino eccessivo, non credi?>>

<<Una taglia in più?>> mi chiede sarcastico. Mi prende per mano e mi fa fare un giro su me stessa <<Elena! Dannazione, sei uno schianto!>> esclama, insistendo con lo sguardo sul mio seno e sul mio fondoschiena.

Fingo un'aria offesa <<L'America ti ha fatto davvero male>> lo prendo in giro.

<<A te invece ti sta facendo benissimo>> Marco continua a fissarmi ammaliato, ma poi decide di abbracciarmi forte.

Mentre sono stretta tra le sue braccia ripenso all'ultima volta in cui mi ha abbracciata in questo modo. Eravamo all'aeroporto di Roma, due anni fa.

Quest'estate, mentre io ero in viaggio con una mia amica e la sua famiglia, Marco ha convinto i miei genitori a farmi venire qui in America.

Ed io non c'ho pensato due volte.

Marco mi voleva con lui, a New York.

Non ci potevo credere.

E poi qui in un nuovo paese, con nuove persone, sono sicura che riuscirò a dimenticare tutti gli orrendi ricordi che sono ancora nella mia mente.

<<Com'è andato il viaggio?>> mi chiede, facendomi rinvenire dai miei pensieri.

<<Turbolento>>

Sorride <<Turbolenta sarà la tua vita qui a New York. Vedrai ci divertiremo un mondo>>

Annuisco felice <<Si, sarà bello stare di nuovo insieme come un tempo>>

<<Dammi le valigie, ho l'auto parcheggiata qui fuori>> Marco afferra i miei bagagli ed io lo guardo camminare verso l'uscita.

Non mi sembra ancora vero. Sono di nuovo con lui! Lui che è così bello e dolce.

<<Cosa farei senza di te?! Sei il solito galantuomo>> scherzo.

Quando arriviamo al College resto senza fiato <<È questo il ...>>

<<Il nostro College>> mi precede.

Spalanco la bocca e sorrido eccitata all'idea di trascorrere in questo paradiso così tanto tempo.

Marco scende dall'auto e mi apre la portiera per aiutarmi a fare lo stesso <<Ti piace?>>

<<Mi piace? Mio Dio è meraviglioso! È talmente bello ... che sembra irreale>>

<<Sapevo che avresti fatto quella faccia>>

Marco mi aveva già riferito tramite cellulare della bellezza del posto. Ma questo è anche meglio di come lo immaginavo.

I grandi spazi verdi, illuminati dai raggi del sole che filtrano attraverso i numerosi alberi. Le enormi e le imponenti strutture, il meraviglioso suono che produce l'acqua che scorre dalle fontane, il campus, gli studenti che affollano gli ambienti.

Al diavolo tutte le mie paranoie! Quella di venire qui a New York è stata la decisione migliore che potessi prendere.

<<Ti sei proprio imbambolata eh?>> Marco agita una mano davanti ai miei occhi per risvegliarmi da questa scena.

Scuoto la testa e concentro la mia attenzione su di lui ... lui che devo dire è altrettanto un fantastico spettacolo <<Scommetto che tu sei l'idolo delle ragazze di questo College>>

Ride alla mia battuta <<No, ti sbagli. Questa volta non sono io il ragazzo più famoso della scuola. Si, sono popolare, ma non tanto quanto il mio ...>>

<<Marco!>> l'urlo di un ragazzo ci fa voltare entrambi. È un ragazzo carino, con occhi caramello e capelli castani. Ci viene incontro e dà a Marco una pacca sulla spalla <<Perché non sei venuto agli allenamenti?>> gli chiede.

<<Sono appena tornato dall'aeroporto>> si volta nella mia direzione <<Lei è Elena, la mia migliore amica. Vivrà anche lei nell'alloggio studentesco>> gli spiega.

Il ragazzo mi punta gli occhi addosso e mi rivolge un luminoso sorriso <<Io sono Daniel, piacere di conoscerti>>

<<Il piacere è tutto mio>>

<<Cosa ci facciamo ancora qui?>> chiede a Marco <<Su, facciamole vedere il College>>

Sorrido <<Non vedo l'ora>>

Afferrano i miei bagagli dall'auto e mi fanno strada attraverso gli splendidi ed ampi viali.

<<Questo è l'edificio principale, dove ci saranno la maggior parte dei corsi>> mi spiegano.

<<Siete bravi quasi quanto delle esperte guide turistiche>>

<<Abbiamo fatto molta pratica. Le ragazze che non conoscono ancora il College sono le nostre prede preferite, soprattutto le brunette>> scherza Daniel.

<<Adesso capisco perché in giro ci siano solo bionde>>

Sorride e fissa Marco divertito <<Mi piace la tua amica>>

<<Si,anche a me>> risponde lui <<Eccoci, siamo arrivati. Questo è l'alloggio studentesco>> mi informa.

Guardo in silenzio la struttura bianca a due piani, con delle grandi colonne sul portico e numerose finestre.

<<Al piano inferiore ci sono gli spazi in comune, mentre ai due piani superiori ci sono le stanze>> mi spiega.

Ma io non lo ascolto, sono troppo eccitata a guardare questa meraviglia.

Oh cielo è stupenda.

<<Vuoi restare qui fuori?>> mi incalza Marco.

<<Certo che no>> salgo i gradini e li raggiungo. Quando entriamo all'interno l'ambiente è confortante, familiare.

Ci sono alcuni ragazzi nel grande salone ed altri sulle scale che portano al piano di sopra.

Daniel agita una mano per richiamare la loro attenzione <<Gente abbiamo qui una nuova inquilina!>>

Quando sollevo una mano per salutarli, sento rimbombare nelle orecchie i loro fischi di acclamazione <<Che sventola!>> esclama uno di loro.

<<Nathan, lei è la mia migliore amica>> lo ammonisce Marco.

Fisso i ragazzi e cerco di rivolgere uno dei miei sorrisi più socievoli <<Ciao, io sono Elena>>

<<Ed anche la sua voce è sexy>> Nathan mi tende una mano e guarda Marco sdegnato <<Come può questa ragazza essere soltanto una tua amica?>>

Sorrido insieme a tutti gli altri, che poi si avvicinano per fare la mia conoscenza. Mi tendono mani, mi rivolgono sorrisi ed io mi sento già accettata da tutti.

<<Siamo davvero felici di averti con noi>>

<<Per me è lo stesso>>

<<D'accordo ora basta>> sbuffa una ragazza dai lunghi capelli rossi ed un mini top. Appoggia la testa sul braccio di Marco e gli sfiora il petto <<Ora che hai sistemato le tue faccende, perché non andiamo al bar insieme?>> gli chiede con una voce civettuola.

Mi verrebbe da gridarle: Perché non puoi andare da sola? E perché diavolo ti stai strusciando su Marco?

Ma non lo faccio. Sono appena arrivata, non posso mica farmi già delle nemiche?

<<Certo Amber, fra poco andiamo>> Marco le accarezza i capelli e le sorride. Un sorriso che ha rivolto anche a me tante volte, quando stavamo insieme.

Merda! Stanno insieme? Me lo avrebbe detto, no?

No, forse non stanno insieme, ma capisco al volo che tra loro deve esserci molta confidenza ... troppa.

Distolgo lo sguardo da quella visione e comincio a parlare con due ragazzi molto simpatici.

Una ragazza dai tratti asiatici mi rivolge un sorriso affettuoso <<Ciao Elena, io sono Kelly ed anch'io vivo qui. Ti accompagno in stanza e ti aiuto a sistemare le valigie, ti va?>>

<<Ti ringrazio>> accetto volentieri la sua offerta e prima di seguirla lungo le scale mi volto per guardare il mio migliore amico, che fissa con una faccia da idiota quella tizia <<Marco ci vediamo dopo?>>

Ovviamente non ricevo risposta.

<<Mi sa che ormai è troppo impegnato per ascoltarti>> mi dice Kelly.

Lo avevo notato.

Faccio spallucce e seguo Kelly lungo il corridoio che porta alla mia stanza <<È qui al primo piano?>> le chiedo.

<<Si, Marco ti ha procurato una delle poche stanze singole di questo alloggio>> mi fissa di sbieco <<Sei davvero soltanto una sua amica?>>

La sua domanda mi prende alla sprovvista <<Eh?>>

<<Prima sembrava ti dispiacesse vedere Marco con quella>> il modo in cui ha pronunciato "quella" mi fa capire che Amber non deve esserle molto simpatica <<Allora?>>

Decido di dirle la verità <<Io e Marco siamo stati insieme tre anni fa>>

<<Oh>> è tutto quello che riesce a dire <<Adesso capisco. Comunque tranquilla, è soltanto una delle ragazze che si porta a letto>>

E questa frase dovrebbe tranquillizzarmi?

<<E... le ragazze che si porta a letto sono tante?>>

Afferra la maniglia della mia stanza e prima di aprirla alza lo sguardo su di me <<Be' la stanza di Marco e del suo migliore amico è la più affollata di tutto il College>>

Okay, sapevo che Marco se la spassasse, ma avrei preferito non averne la conferma <<Bene>> sussurro.

Non mi va di sentire nient'altro sul suo conto <<Sono curiosa di vedere la mia stanza>> le dico, facendole segno di aprire la porta.

<<Ah si>> sobbalza. Gira la maniglia e spalanca la porta.

Entro all'interno e fisso la stanza. È accogliente, luminosa e con una grande finestra.

Appoggio i bagagli sul pavimento e mi siedo sul letto.

<<Ti piace?>>

<<Si, è bellissima>> sospiro con aria sognante.

<<La tua vita qui a New York sarà bellissima, vedrai. Anzi perché non vieni con me? Voglio farti visitare l'intero College>>

La sua proposta mi entusiasma subito <<Andiamo>>

Percorro i lunghi viali insieme a Kelly. Lei mi spiega i vari edifici, i vari alloggi studenteschi ed io guardo tutto ammaliata, rapita.

<<Ciao Kelly>> un gruppo di ragazzi con dei grossi scatoli tra le braccia le strizza l'occhio.

Kelly si liscia i capelli ed ammicca <<Ciao>>

Puntano lo sguardo su di me <<È una tua nuova amica?>>

<<Si, è appena arrivata dall'Italia>> guarda gli scatoli curiosa <<C'è dell'alcol lì dentro?>>

Uno dei ragazzi annuisce <<Molto alcol. Stasera daremo una festa nel nostro alloggio, verrai?>>

<<Si, ovvio>>

Mi indica con il mento <<Porta anche lei. Vogliamo tutte le ragazze più belle>>

<<Non mancheremo>> flirta Kelly spudoratamente. Li saluta con un gesto seducente della mano, mentre con l'altra mi trascina con sé verso i viali <<Ti piacciono le feste, Elena?>>

<<Be' ... mi divertivo quando ci andavo>> molti anni fa, dovrei aggiungere.

Dopo quello che mi è successo in passato, Marco non voleva che io partecipassi a delle feste. Non faceva che ripetermi che andare in luoghi dove i ragazzi erano ubriachi non era molto sicuro.

E a me non andava discutere ogni volta, così mi lasciavo convincere ad andare al cinema, a mangiare una pizza, oppure semplicemente restare a casa a guardare un film.

E non mi sono mai lamentata per questo, la compagnia di Marco mi bastava.

Kelly inarca un sopracciglio perplessa <<Cosa vuol dire quando ci andavi?>> indaga <<Quando sei stata ad una festa l'ultima volta?>>

Non mi va di fare la figura della sfigata, così cerco di sviare la domanda <<Ora basta parlare di me. Perché non mi parli un po' di queste feste?>>

Guardo nascerle sul viso un sorriso malizioso <<Devi assolutamente partecipare ad una. Ci sono ragazzi, alcol e ... sesso! Sono uno sballo>>

<<Magari stasera ci vengo davvero>>

<<Certo che vieni!>> grida euforica. Mi indica con la mano i gradini davanti a noi ed un imponente edificio <<Questa è la sede principale. Entriamo voglio fartelo vedere>>

La seguo e quando arrivo all'interno resto ferma nell'atrio a guardare i numerosi studenti che frequentano il College, senza far caso a questi posti che destano in me tanta curiosità e tanta meraviglia.

<<KELLYYY!>> una voce stridula quasi mi perfora un timpano. Mi volto di scatto per vedere giusto in tempo una chioma di capelli biondi e ricci travolgere la povera Kelly <<Ti stavo cercando. Sono appena stata invitata da alcuni fighi pazzeschi alla festa di questa sera. Sai vero che mi servi? Non posso occuparmi io di tutti quei tipi>> strilla euforica.

<<Non sono l'amica su cui puoi sempre contare?>> ridacchia.

<<Quando si tratta di ragazzi, si>> la prende in giro. La ragazza bionda si volta a guardarmi ed i suoi occhi blu mi fissano con curiosità <<Tu sei?>>

<<Elena>> le tendo una mano per presentarmi.

<<Elena lei è Michelle, una mia amica. È molto divertente ma ti avviso che non fa altro che parlare di ragazzi>> le fa una linguaccia.

Michelle sorride ed afferra la mia mano <<Mi fa piacere conoscerti. Quando sei arrivata?>>

<<Oggi. Da domani frequenterò il secondo anno di economia e ...>>

<<Fantastico! Questo vuol dire che avremo tantissimi corsi in comune>> saltella <<Comunque il tuo accento è carinissimo, di dove sei?>>

Kelly le da una gomitata e le lancia un'occhiata complice <<Perché invece non le domandi chi è il suo ragazzo?>>

<<Marco non è il mio ragazzo>> preciso immediatamente.

Michelle spalanca gli occhi allibita, come se avesse collegato il mio accento a quello del mio migliore amico <<Marco Milo?>> strilla <<Tu sei la sua ragazza? Aspetta! Marco ha una ragazza?>>

Le spiego tutto prima che possa equivocare <<Io e Marco siamo stati insieme, molto tempo fa. Ora è soltanto il mio migliore amico. Non c'è niente tra di noi>>

Kelly scuote la testa <<Io penso che invece la nostra nuova amica sarebbe felice di fare un altro giro su quella giostra>> scherza <<Avresti dovuto vederla quando Amber era incollata a Marco. Sarebbe stata in grado di incenerirla con gli occhi>>

Michelle butta fuori la lingua disgustata <<Amber? Marco si scopa ancora quel troione rifatto?>>

Non riesco a non ridere alla sua frase <<Sai Michelle, mi stai già simpatica>>

<<Ho solo detto la verità>> scrolla le spalle. Afferra il cellulare dalla tasca e guarda sul display l'orario <<Dannazione è tardissimo! Dobbiamo prepararci per la festa di questa sera>>

Do un'occhiata all'orologio <<Sono soltanto le sei>>

<<Si ed abbiamo bisogno di almeno tre ore per essere pronte>> acciuffa me e Kelly per le braccia e ci trascina all'esterno dell'edificio, giù per la lunga scalinata <<Dobbiamo farci la manicure, i capelli ed il trucco. Stasera ci sarà molta concorrenza e dobbiamo essere delle strafighe!>>

Kelly ride all'atteggiamento eccitato di Michelle <<Andiamo in camera mia>>

<<Certo che andiamo lì! Il vostro dormitorio è quello in cui ci sono i ragazzi più sexy>> sospira <<Oh! Riesco già a vederli>> sussurra, indicando alcuni dei ragazzi che ho già conosciuto prima <<Ciao>> li saluta, scoccando loro un'occhiata provocante.

<<Ciao ragazze>>

Entriamo all'interno e ci affrettiamo a salire su per le scale. L'eccitazione di partecipare a quella festa, la mia prima festa qui a New York, fa correre anche me come loro.

Svoltiamo l'angolo e quasi ci scontriamo con Marco che ci fissa perplesso <<Ehi>>

Michelle si volta a fissarmi, quasi del tutto rimbambita <<Mi ha già eccitata>>

Le do una gomitata amichevole <<Dove stai andando?>> gli chiedo.

<<Stavo facendo la stessa domanda a voi>>

<<Io, Kelly e Michelle stavamo andando in camera a prepararci per la festa di questa sera>>

<<Festa?>> la faccia di Marco è molto più che eloquente <<Tu andrai ad una festa?>>

<<Si, tu no?>>

Resta in silenzio, come a riflettere su qualcosa da dirmi pur di convincermi a non andarci ... ha sempre fatto così <<No, volevo che trascorressi con me la tua prima serata qui a New York. Da soli>>

Il suo tono dolce riuscirebbe ad incantare qualsiasi altra ragazza, ma non me. Lo conosco fin troppo bene per sapere quali sono le sue intenzioni: non vuole che io vada a quella festa.

Ma il problema è che, anche se ho una voglia pazzesca di andare a divertirmi con le mie nuove amiche, l'idea di trascorrere del tempo con Marco dopo tutto questo tempo non mi dispiace per niente <<D'accordo>> sbuffo, fingendomi esasperata <<Ragazze a voi non dispiace vero se ...>>

<<Dispiacere?>> mi sussurra Michelle maliziosa <<Diamine! Vorrei restare io in camera con lui>>

Scuoto la testa divertita e le saluto <<Divertitevi anche per me>>

<<Elena vieni>> Marco mi prende per mano e mi conduce lungo il corridoio <<Cosa vuoi fare? Vuoi guardare un film o andare a mangiare qualcosa?>>

<<Possiamo prima guardare qualcosa al Pc e poi andare fuori, che ne dici?>>

Marco sorride alla mia frase ed i suoi tratti si fanno ancora più belli <<Okay>> si ferma davanti ad una porta e la spalanca <<Questa è la mia camera. Entra>>

Oltrepasso la porta e guardo l'interno. Ci sono vestiti e mutande sul pavimento, buste di patatine sui letti e scarpe disseminate in giro.

Faccio una smorfia disgustata <<La tua stanza fa proprio schifo>>

<<Ehi! Non è colpa mia. Il mio compagno di stanza è un tipo ... be' un po' disordinato>>

<<Un po'?>> mi avvicino al comodino sulla destra e sollevo il pallone di football che vi è poggiato sopra <<Quindi questo è il tuo posto?>>

<<Oh no, no. Quella è la parte del mio compagno di stanza>>

<<Anche lui gioca a football?>>

Si stringe nelle spalle e arraffa il Mac sul letto del suo amico <<Si>>

<<Perché prendi il suo portatile?>>

Prende posto sul suo letto e mi invita a fare lo stesso <<Perché si da il caso che il mio l'abbia rotto una delle tante ragazze che il mio amico si porta a letto. Ci si è sdraiata sopra>>

Non riesco proprio ad immaginarmi la scena.

<<Che film vediamo?>> mi chiede.

Lo raggiungo e mi siedo accanto a lui <<Mmm ... romantico?>>

Mi passa il Mac e mi indica la lista dei film in streaming <<Scegli tu>>

Scorro alcune pagine, fino a quando non trovo "I ponti di Madison country" ci clicco su e lo faccio partire.

Marco mi passa un braccio intorno alle spalle ed io mi sistemo tra le sue braccia, proprio come ai vecchi tempi.

Durante il film sollevo la testa per fissare il suo profilo. Quel profilo che conosco a memoria.

Si volta a guardarmi e mi dà un bacio sulla fronte <<Mi sei mancata>>

La sua frase mi fa sorridere in un modo spontaneo <<Vedremo se dirai lo stesso fra un mese>>

<<Penso proprio di si>>

Ho sempre adorato la sua dolcezza, la sua compagnia. Questi anni in cui siamo stati lontani sono stati molto difficili. Marco è sempre stato il mio punto di riferimento, la persona su cui sapevo di poter contare. E il nostro rapporto è diventato ancora più grande quando ho condiviso con lui il mio dolore.

Mi sorride e mi fissa con quegli occhi intensi <<Sai una cosa>>

Riduco gli occhi a fessura <<Cosa?>>

<<Sei ancora più bella di come ti ricordavo>> mi sussurra in un orecchio.

Sorrido tra me e me alla sua confessione. Appoggio la testa sul suo braccio e respiro il suo odore.

L'odore di Marco, l'odore della mia adolescenza.

Restiamo così fino alla fine del film, poi Marco afferra le scarpe e se le infila <<Allora cosa vuoi mangiare ora? Pizza, hamburger?>>

<<Hamburgher. Però prima devo darmi una sistemata>> dico, puntando il dito ai miei capelli.

Annuisce e mi strizza l'occhio <<Va bene. Ti aspetto nel parcheggio>>

<<Farò presto>> grido, uscendo dalla sua stanza per raggiungere la mia.

Afferro una spazzola, pettino i capelli e mi guardo allo specchio.

Si, così può andare.

Quando sono pronta esco dalla mia stanza e corro giù per le scale. Afferro la maniglia della porta ma, prima che io possa aprirla, qualcuno dall'altra parte la spinge così forte che mi ribalta all'indietro <<Ahia!>> massaggio il mio povero fondoschiena dolorante che di sicuro domani sarà coperto da un livido enorme.

Ma chi diavolo è stato a spingere in questo modo? Lo prenderei a schiaffi!

<<Dannazione! Potresti anche fare attenzione ed assicurarti che non ci siano altre persone, prima di spingere la porta come una furia e ...>>

<<Ti sei fatta male?>> questa voce roca, profonda mi fa alzare la testa di scatto.

Oh. Mio. Dio.

La rabbia che ho in corpo mi passa all'istante quando incrocio due occhi azzurri che mi fissano, sorprendenti, penetranti, di un celeste da togliere il fiato.

Sulla porta dell'alloggio c'è un ragazzo che mi fa restare senza parole.

È alto, penso sul metro e ottantacinque, ben venti centimetri più dei miei.

Il suo corpo assomiglia a quello di un modello Abercrombie. I capelli biondi sono spettinati ed il suo sorriso splende.

Indossa una polo bianca che mette in risalto la sua pelle dorata e due imponenti spalle.

Dio, questo ragazzo è bellissimo! Ed io sto facendo la figura dell'idiota sdraiata qui a terra, a guardarlo come una rincoglionita.

Il ragazzo - che continua a fissarmi - si accuccia davanti a me all'altezza dei miei occhi.

Oddio, il mio cuore sta per esplodere. È a pochi centimetri da me ed io ho bisogno del mio spazio personale per riprendermi.

<<Va tutto bene?>> la sua voce è calda, profonda. Mi mozza il fiato.

Sento i battiti del cuore accelerare ad una velocità assurda e sento il respiro farsi subito irregolare.

Sono imbarazzata dai suoi occhi magnetici ma non riesco, non voglio distogliere lo sguardo. Sono ipnotizzata da lui.

Ma cosa mi prende? Non mi è mai successo prima di imbambolarmi in questo modo.

Questo tizio è così dannatamente, maledettamente, ingiustamente bello e ... sexy da morire.

Il ragazzo poggia una mano sul mio ginocchio e questo semplice tocco mi fa ribollire <<Ce la fai ad alzarti?>>

<<Eh?>> rispondo intontita <<Ah si, ehm ... si, grazie>> bofonchio, sentendo le mie guance avvampare.

Complimenti Elena! Stai davvero facendo una pessima figura con uno dei ragazzi più belli di questa Terra.

Le mie mani sono sudate, ma gelate allo stesso tempo ed ormai il rumore che produce il mio cuore è udibile anche a metri di distanza.

Mi sento travolta da un turbine di emozioni che non riesco a distinguere, forse quella che prevale è la forte attrazione.

Il ragazzo mi tende la mano e mi sorride <<Ti aiuto>>

Cerco di respirare normalmente e gli accenno un timido sorriso <<Grazie>>

Nel momento in cui poso la mia mano nella sua e lui me la stringe, sento una scossa in ogni centimetro del mio corpo.

Il ragazzo biondo riesce a rimettermi in piedi senza fatica. Certo, con quei muscoli che si ritrova mi pare ovvio. Mi tira a lui e questo gesto irruento mi fa scontrare contro il suo petto ... e che petto.

Ingoio a fatica e lo sento ridacchiare alla mia reazione.

<<Oh scusami. Non so che mi ... >> quando alzo lo sguardo nel suo non riesco più a continuare. I nostri corpi sono così stretti che le gambe mi cedono.

Adesso che gli sono così vicina, posso osservare con più precisione ogni tratto del viso di questo sconosciuto:

Il suo volto è liscio e luminoso, un naso perfetto, le labbra di un rosa chiaro e i denti dritti e bianchi.

Il rossore sulle mie guance non è ancora sparito, lo sento.

Ma come potrebbe, se continua a fissarmi in questo modo? Da quando è entrato dalla porta non ha distolto una sola volta lo sguardo da me. Non mi ha dato un attimo di pace.

Il cuore mi batte all'impazzata, sento le farfalle nello stomaco e le gambe mi tremano.

Abbasso la testa e mi scosto dalle sue braccia <<Ora devo andare>> riesco almeno a dire.

Lo supero ed apro la porta ma, prima di uscire, mi volto a guardarlo per l'ultima volta.

Mi sta fissando.

Calmati Elena, non agitarti.

I suoi occhi azzurri mi inchiodano. Abbasso lo sguardo, ma non prima di aver ricevuto un suo sorriso.

Costringo le mie gambe a muoversi e mi dirigo verso il parcheggio, da Marco ... ancora stordita da queste sensazioni che mai nessuno mi ha fatto provare.

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