Titanic

By Angie_2001

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Jack è un artista squattrinato, Rose una ragazza ricca ma infelice. Il loro amore nasce a bordo del transatl... More

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By Angie_2001

Jack
"La nave dei sogni" si stava pian piano trasformando in una trappola della morte: dovevamo uscirne o almeno provarci. 

Usciti dall'ufficio del commissario, percorremmo il lungo corridoio: c'erano scintille ovunque.
"Ho paura, Jack."- Rose si strinse a me.
"Ce la faremo, fidati. Andiamo!"-accellerai il passo.
Lei mi stringeva la mano con tutte le sue forze, quasi avesse paura di perdermi, io la strinsi ancora più forte e la rassicurai: "Tu sei forte, Rose. Ce la farai." Abbozzò un lieve sorriso tremando.

Più andavamo avanti, più l'acqua si faceva profonda.
"Dove stiamo andando, Jack?"-chiese Rose spaventata.
"Non lo so, non lo so. Fuori da qui."-risposi con un filo di voce.
"Oh no, merda!"-urlò all'improvviso. Era rimasta qualche metro indietro.
"Veloce, Rose!"-la richiamai.
"Non posso muovermi, il vestito! Si è incastrato!"
"Cazzo!"-la raggiunsi velocemente-"Non muoverti, d'accordo?"
"Va bene."-annuí lei.
Inspirai più aria che potevo ed andai sott'acqua: il buio era totale.
Andai alla cieca aiutandomi con le mani. Trovai l'intoppo: il lungo strascico era andato a finire sotto un tubo.
Con tutta la forza che avevo in corpo cercai di spostarlo, Rose si agitò all'improvviso e allora il vestito scivolò leggermente da sotto il tubo. Ne approfittai spostandolo ancora un po': finalmente Rose era libera.
Velocemente ritornai a galla e ripresi fiato, ero stremato, avevo passato circa un minuto in apnea.
Rose mi guardò preoccupata: "Tutto bene?"
"Sì, sì sto bene. Adesso muoviamoci!"

Finalmente trovammo delle scale, le salimmo in fretta. "Fantastico, un altro corridoio!"-disse ironica Rose. "Almeno siamo all'asciutto."-comnentai.

Continuammo a percorrere quel labirinto, quasi al buio. Eravamo nel corridoio di terza classe, le porte spalancate lasciavano vedere le camere completamente vuote: letti disfatti, vestiti a terra, mobili spezzati in due.
"Jack!"-strilló poi Rose stritolando la mia mano.
"Che c'è?"
"Guarda, una porta!"
Stavolta era tutt'altro che spalancata, era diversa da quelle delle camere.
Ci avvicinammo e sentimmo delle voci. Proprio in quel momento l'acqua aveva raggiunto anche quel corridoio.
"Andiamo!"-corsi verso la porta e afferrai la maniglia. Ma nulla, non voleva saperne di aprirsi.
"Merda!"- cercai di forzarla.
"Oh no!"- Rose vide l'acqua infiltrarsi dalle scale.
"Stai indietro."-allontanai Rose.
"No, non farlo. Ti farai male!"-protestò lei.
"Meglio farsi male che morire. Non abbiamo altra scelta."-indietreggiai e presi la rincorsa.
Corsi a tutta velocità verso la porta e la colpii lanciandomi verso di essa.

Finalmente si aprii: ovviamente ci ritrovammo in un altro corridoio. Uno steward alto quanto una banana e tre mele cominciò ad urlarmi contro: "Ehi! Ma che ti salta in mente? Dovrai pagare i danni, lo sai questo? Quella è proprietà della White Star!"
"Sta' zitto!"-urlammo in coro io e Rose andando via.
Lui ci fissò spaventato,quasi si fosse pisciato sotto.

La gente andava e veniva: la maggioranza indossava le giacche di salvataggio, c'era anche gente che aveva fatto i bagagli.
Percorremmo velocemente il corridoio, i cancelli che portavano in seconda classe erano stati sbarrati.
Circa dieci minuti dopo arrivammo ad un altro cancello, c'erano più di cinquanta persone che si affollavano sulle scale. Gli steward dall'altra parte lo tenevano chiuso.
Cercai di avvicinarmi, andando verso la folla. Rose stava tremando, era pallida. Io cercai di riscaldarla stringendola a me.
"Tieni questa, signorina."-una donna dai capelli biondi le porse una coperta.
"Grazie mille."-sorrise Rose avvolgendosela attorno alle spalle.
Il marito della donna ci offrii anche del brandy, almeno ci riscaldammo un po'.
"Jack!"-una voce urlò il mio nome alle mie spalle.
"Tommy!"-lo abbracciai-"Possiamo uscire?"-chiesi indicando i cancelli.
"Non c'è speranza da quella parte."-rispose sconfitto.
"Qualunque cosa facciamo dobbiamo farla alla svelta."- dissi io.
"Jack!"-qualcuno urlò ancora.
"Fabrizio!"-sorrisi abbracciandolo.
"Non ci sono più scialuppe."-mi disse.
"Si sta allagando tutto. Dobbiamo andarcene di qui."
"Non c'è niente da questa parte."-rispose lui.
"Va bene."-mi guardai attorno-"Andiamo da quest'altra, allora. Andiamo!"- corsi verso delle scale.

Ci ritrovammo davanti un altro cancello chiuso,con circa dieci persone lí davanti che tentavano disperatamente di convincere lo steward ad aprirlo.
Mi feci strada passando la folla:"Apri il cancello."
"Tornate alla scala principale"-mi rispose lo steward con la sua voce irritante.
"Apri subito questo cancello!"-gli puntai il dito contro. Mi stava dando seriamente sui nervi.
Quello continuava ad insistere: "Fate come vi ho detto, tornate alla scala principale."
"Cristo santo! Figlio di puttana!"-afferrai le sbarre del cancello e le sbattei con rabbia.
Mi voltai guardandomi attorno e vidi una panchina di legno, era inchiodata al pavimento.
La afferrai dalla spalliera e cominciai a tirare.
"Fabrizio, Tommy, datemi una mano!"-li richiamai, così riuscimmo a staccarla.
"Allontanatevi! Via!"-Rose fece scansare la folla.
Tommy e Fabrizio presero la panchina dai lati, io la tenevo dal centro.
"Uno!"-urlai.
Lo steward cercava di fermarci: "Mettetelo giù! Mettetelo giù!"
"Due!"-continuai-"Tre!!"-andammo a sbattere contro le sbarre. Dopo due o tre colpi il cancello si spezzò, lasciando un grande buco.
"Okay, forza! Andiamo, Rose."-la presi per mano e la aiutai a passare.
"Non potete andare lassù! Non potete farlo!"-continuava a strillare quel figlio di puttana. Fortunatamente Tommy lo zittí con un bel pugno in faccia.

Finalmente eravamo riusciti ad uscire dalla terza classe, continuavamo ad andare sempre più su percorrendo corridoi e rampe di scale.
Dopodiché ci ritrovammo sul ponte di prima classe, c'era gente ovunque, come una parata.
"Non ci sono più scialuppe!"-disse Rose sporgendosi verso il ponte delle imbarcazioni.
"Colonnello, ci sono scialuppe da quella parte?"- chiese ad un tizio in giacca e cravatta.
"No, signorina, ma c'e ancora qualche scialuppa più avanti, da quella parte. Faccia presto."-rispose lui.
Allora noi corremmo in fretta in mezzo alla folla. C'erano persino un quartetto d'archi che suonava Orfeo.
"Forse si annega meglio con la musica. Adesso so che sto in prima classe."-disse Tommy sarcastico.

Riuscimmo a trovare una scialuppa, era quasi piena e c'era una fila immensa davanti a noi.
"Solo donne e bambini!"-urlavano i marinai.
Non mi importava se ci avrei lasciato la pelle, ma Rose doveva riuscire a salvarsi in qualche modo.
"Tu controlla l'altro lato. Vai!"-dissi a Tommy, Fabrizio andò con lui.
Magari dall'altra parte lasciavano salire anche gli uomini.
Molte coppie in quel momento si stavano separando, le famiglie venivano smembrate.
Proprio accanto a noi, un uomo cercava di consolare una  delle sue bambine che erano appena salite sulla scialuppa: "Andrà tutto bene, tesoro, non ti preoccupare."
"Papà, sali sulla scialuppa."- pianse la bimba dai riccioli castani.
"Io resto qui, per adesso. Solo per un altro po'. Ci sarà un'altra scialuppa per i papà, questa qui è per le mamme e i bambini. Tu tieni stretta la mano di mammina e fa' la brava."- rispose il padre con un nodo alla gola.

Rose aveva assistito all'intera scena, si voltò verso di me:"Non andrò senza di te."
"No. Devi andare. Subito."-la fissai negli occhi.
"No, Jack."-insisté lei con gli occhi lucidi.
"Avanti, sali sulla scialuppa."-la incoraggiai stringendole le braccia.
"No, Jack."-una lacrima le rigò la guancia pallida.
"Sì. Sali sulla scialuppa."-insistei ancora.
"Sì, Rose, sali su quella scialuppa."-una voce fastidiosa si avvicinò, era quel bastardo di Cal-"Mio Dio. Ma guardati. Non ti riconosco più."-disse a Rose togliendole la coperta di dosso e buttandola verso di me-"Avanti. Metti... Mettiti questo."-le fece indossare il suo lungo cappotto nero.
"Ora va'. Prenderò la prossima."-mi avvicinai a lei.
"No, non mi muovo senza di te."
"Andrà tutto bene. Ascoltami, me la caverò. Sono uno che se la sa cavare, va bene? Non preoccuparti per me. Adesso va', sali."-continuai ancora cercando di convincerla.
Cal intervenne: "Ho fatto un accordo con un ufficiale dall'altra parte della nave. Jack e io riusciremo a metterci in salvo. Tutti e due."-disse guardando altrove. Sapevo che stava mentendo, quel verme avrebbe preferito andare all'inferno piuttosto che salvarmi la vita.
Ma era meglio stare al gioco. Rose doveva salvarsi.
"Visto? C'è una scialuppa che mi aspetta. Va'."-la rassicurai.
Lei mi fissò un momento, con gli occhi lucidi.
Mi venne un nodo alla gola, poi si voltò e i marinai la aiutarono a salire a bordo. Prima di sedersi, allungò la mano verso di me, io la afferrai stringendola ancora una volta. Dopodiché le nostre mani si staccarono, forse per sempre.

"Sei bravo a mentire."-mi disse poi Cal.
"Bravo quasi quanto te."-commentai, poi restai in silenzio pensando. Mi decisi a parlare: "Non c'è nessun accordo, vero?"
"Oh, sì che c'è. Ma tu non ne trarrai alcun beneficio. Vinco sempre io, Jack."-mi fissò con odio-"In un modo o nell'altro."
Le gru continuavano ad  abbassare la scialuppa che oscillava bruscamente. Rose era seduta lì, lontana da me. Continuava a fissarmi incessantemente, i suoi occhi pieni di lacrime fissavano i miei, come se quella fosse stata l'ultima volta.
Mi sentii il cuore a pezzi.

Angolo autrice:
Salve a tutti!
Vi giuro che rileggendo la bozza per controllare gli errori mi stavano venendo gli occhi lucidi, vabbe mi sa che nei prossimi capitoli forse allago tutto.
La scena subito dopo questa è una delle mie preferite :') cercherò di aggiornare al più presto possibile.
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, non dimenticate di lasciare un like e farmi sapere che ne pensate con un commento.
Baci a tutti
xoxo

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