Il giorno seguente iniziarono le lezioni. La sveglia suonò alle 7:30 e a quanto pare fui l'unico a sentirla.
"RAGAZZI SVEGLIA!" urlai con tutte le mie forze a quei due che sembravano orsi in letargo.
"Mamma, ancora cinque minuti!" disse Liam con tono insonnolito ancora con gli occhi chiusi.
"Fanculo." disse Zayn.
"Dai ragazzi non fate così, non voglio arrivare tardi al mio primo giorno di scuola."
"Tu comincia a prepararti, io ti raggiungo in mensa." mi disse Liam.
"Vabbè, a questo punto, vengo anche io. Tanto non ho nulla da perdermi. Odio la scuola." ci informò Zayn con un tono poco gradevole. Si stropicciò gli occhi e si alzò dal letto.
Mi diressi verso il bagno, mi feci una doccia veloce e cercai di sistemare i miei capelli in un modo abbastanza decente. Tornai in camera e decisi cosa mettermi: una maglia bianca a righe blu e dei pantaloni rossi con delle Vans blu scure ai piedi. Amavo quell'outfit.
Nel frattempo anche Liam e Zayn si erano preparati. Presi il mio zaino, ci ficcai dentro qualche libro a caso, tanto non ne avremmo usato neanche uno il primo giorno.
"Andiamo?" chiesi io.
"Andiamo." risposero i due.
Uscimmo dalla camera, la chiudemmo a chiave e io presi la custodia di quest'ultima.
Ci diressimo vero la mensa e facemmo una colazione molto veloce.
"Non so voi ragazzi, ma io ho paura. Sono molto agitato." dissi uscendo dalla mensa.
"Anche io. Non mi reggo in piedi per quanto mi tremano le gambe." mi rispose Liam.
"A me siceramente non frega un cazzo" ripeté Zayn per la milionesima volta. Troppo pessimista quel ragazzo.
"Sì Zayn, lo sappiamo." gli rispondemmo in coro.
"Allora, io devo andare nell'aula di Storia dell'Arte." dissi io.
"Io in quella di Inglese." mi informò Liam.
"Io ho...Matematica. Non. Ci. Posso. Credere." affermò in incredulo Zayn.
"Ci uniamo al tuo dolore, Zay." gli risposi io con una risatina finale.
"Allora buona fortuna!"
"Buona fortuna!"
"Anche a voi."
Ci salutammo e ognuno di noi prese il corridoio nel quale le nostre classi si trovavano.
Aula 56 - Storia dell'Arte
Entrai con le gambe che mi tremavano. Trovai un posticino in ultima fila, vicino ad un biondino che avrei giurato che fosse tinto.
"Piacere, Niall." mi disse sorridendo e avvicinando la sua mano a me.
"Louis, il piacere è mio." gli strinsi la mano e ricambiai il sorriso.
"Ti va di prendere un caffè dopo la lezione?" mi chiese lui.
"Ne sarei onorato." sorrisi.
Piano piano la classe cominciò a riempirsi e quando tutte le sedie erano piene, un uomo alto e magro con indosso una camicia con delle fantasie stravaganti, degli skinny jeans neri e degli stivaletti marroni, con gli occhi verdi come lo smeraldo, che i miei non poterono di certo non notare, i capelli bruni con dei boccoli alle punte che gli sfioravano le spalle, delle fossette che gli si erano formate mentre sorrideva, si mise sul ciglio della porta. Era bellissimo.
Appena mise piede nell'aula, tutti si alzarono in piedi. Quell'uomo era il mio professore di Storia dell'Arte.
Scrisse il suo nome alla lavagna.
Harry Styles
"Buongiorno ragazzi, io sono il vostro professore di Storia dell'Arte. Mi chiamo Harry Styles. Ora vorrei che vi presentaste." sorrise e sorrisi anche io. Non avevo visto uomo più bello di lui.
Iniziò a fare l'appello e quando disse "Louis Tomlinson." le mie gambe cominciarono a tremare, il mio cuore stava per esplodere e non riuscivo neanche a parlare.
"P-present-e." dissi balbettando e nel frattempo alzai la mano.
Il verde dei suoi occhi incontrarono per la prima volta il blu dei miei. Il blu nel verde. Il verde nel blu.
Ero consapevole al 100% di esser gay
Non ero mai stato innamorato di un uomo, solo qualche ragazzo della mia età o più piccolo, ma mai storie serie. Fino a quel momento. Ma non ero davvero innamorato, non lo conoscevo neanche, pensavo solo che Harry Styles, anzi, il mio prof di Storia dell'Arte, fosse la creatura più bella sulla faccia della terra.
La lezione, se così si può chiamare, dato che avevamo solo parlato di noi e del perché eravamo lì, non fu molto noiosa. Non avevo fatto altro che guardare e ascoltare il mio professore, incantato.
"Hey Louis sveglia! Andiamo o no?" mi chiese il biondo dandomi una pacca sulla spalla.
"Ehm sisi! Ci sono. Scusami, ero distratto." gli risposi mentre non smettevo di guardare Harr- cioé, il prof Styles.
"Louis? Louis! Perché continui a guardare constantemente il prof Styles da un'ora?"
"Boh" sospirai in uno stato alquanto confusionale mentre non smettevo di guardare il prof seduto alla cattedra che sistemava alcuni documenti.
"Boh?" Mi guardò stupito.
"Boh" sospirai di nuovo, incantato.
"Louis, tra un po' sbavi sul banco." disse serio. "Louis. LOUIS." E alla fine, spazientito, urlò il mio nome nel mio orecchio, e mi tornai nella realtà.
"Signorini, fate silenzio." ci rimproverò il prof. Era così bello anche quando ci ordinava di stare zitti.
"Louis, so che ci conosciamo da appena un'ora, ma mi dici cosa c'è?"
"È questo il punto, non lo so neanche io cosa c'è."
"Andiamoci a prendere questo caffè e mi spieghi." mi disse obbligandomi ad alzarmi.
"Altri cinque minuti." Non volevo andarmene, dovevo sapere cosa faceva il prof.
"LOUIS ALZATI DA QUELLA CAZZO DI SEDIA!" urlò di nuovo, facendosi sentire - di nuovo - dal prof.
"Allora signorini! Un po' di ordine per cortesia. Dato che la lezione è finita da una decina di minuti, siete pregati di uscire dall'aula." si alzò in piedi e ci rimproverò. Amavo il suo modo di parlare, così elegante e colto.
"Ci scusi, ora usciamo." rispose Niall afferrando un mio braccio e trascinandomi con sè fuori dall'aula.
"Aspetta! Fammi salutare il prof!" Volevo provare la sensazione di parlare con lui, e non c'era occasione migliore di quella.
"Ma che ti frega!" Non fece in tempo a finire la frase che io ero di nuovo nell'aula.
"Tomilson, giusto? Cosa c'è?" Sbagliò il mio cognome, ma non ci feci nemmeno caso.
"S-ì, cioè no, T-tomlinson, volevo sa-salutarla, ecco." balbettai. Che figura di merda.
"Oh beh, buongiorno Tomlinson." sorrise. Mi sorrise. Sorrise a me. Solo a me.
"Ci vediamo prof!" ricambiai il sorriso e tornai da Niall, che avevo abbandonato per il corridoio.
"Mi devi un favore." disse serio.
"E per cosa?"
"Per essere ancora qui."
"Hai ragione, scusami."
"Ma di che! Scherzavo! Quanto sei odioso Tomlinson!" Strofinò la sua mano suo miei capelli scompigliandoli e rise.
"Zitto Horan!" risi assieme a lui. Era davvero bello avere un amico. "Vuoi anche la brioche?"
"E me lo chiedi pure?" continuammo a ridere.
Ci diressimo in mensa e ordinammo due caffè e una brioche al bar.
Iniziammo a parlare di fatti seri, tipo la famiglia o la scuola. Poi mi chiese:
"Un giorno mi dirai perché hai fissato il pror Styles per tutta la lezione?"
Io, non sapendo cosa fare, glielo spiegai, così avrei avuto qualcuno che mi sostenesse.
"Sono gay." guardai in basso. Non lo avevo mai detto a nessuno al di fuori della mia famiglia e avevo paura della reazione della gente.
"E cosa c'è da preoccuparsi? È come se io ti dicessi che sono etero, è la stessa cosa."
"Cosa intendi?"
"Che per me una persona può amare chi vuole."
"Ah capisco."
"Sei stupido Tomlinson!" e scoppiò a ridere, con la sua risata che ti contagiava. "Quindi? Il prof Styles?"
"Credo che mi piaccia. Ma mi piace esteticamente, per ora, non lo conosco per niente, però è davvero un bell'uomo." affermai.
"Oh, capisco. Spero che tu possa conoscerlo meglio. E comunque già ti voglio bene Lou!" Mi abbracciò.
"Anche io ti voglio bene Niall." e ricambiai l'abbraccio.
***
Agosto 2015
Oops!
Come vi è sembrato il primo incontro tra Louis ed il suo prof Harry? Secondo voi Louis può fidarsi di Niall?
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