Gli dei in catene

By CactusdiFuoco

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Marlena sta per iniziare una nuova, fantastica avventura: quella di storyboard artist presso la Nickelodeon. ... More

Introduzione
Glossario
1. Benvenuta agli studios!
Intermezzo 1
3. Danny Phantom Afterdark
4. Il signor Jenkins non sembra innocente
Intermezzo 2
5. Il bene degli umani, il male degli umani
6. Vivisezione: parte 1

2. Scene pericolose

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By CactusdiFuoco

Promettendo di non farli vedere a nessun altro, Marlena ottenne il prestito dei DVD delle nuove stagioni di Danny Phantom. Ci mise solo tre giorni per finire di vederli tutti.

"Non avete idea di cosa è successo al lavoro" Scrisse sul suo blog di Tumblr "E non ve lo posso neanche dire, perché è un'informazione top-secret, però è una roba spaziale. Vi dico solo che ho pianto. Sì, per un Nicktoon. Da quant'è che a voi non capita? (E non citate Avatar, non vale)".

Aveva fatto vedere le nuove puntate anche a sua madre nonostante la promessa, ma era certa che non sarebbe finita nei guai per aver binge-watchato qualcosa con sua mamma, la quale non sapeva usare internet senza spaventarsi della pubblicità delle donne mature nella sua zona che volevano chattare, e non avrebbe di certo sparso la voce.

Era stata una vera faticaccia costringerla a vedere qualcosa che era stato scritto per dei bambini, visto che la signora Brook (aveva abbandonato ovviamente il cognome del marito quando avevano divorziato) riteneva che tutto l'intrattenimento per l'infanzia fosse di infima qualità, ma alla fine anche lei si appassionò e divenne per giunta ossessionata dal personaggio di Jack Fenton, il papà del protagonista.

«Ho comprato una tuta come quella di Jack» Annunciò un giorno la donna, entrando in stanza con indosso il più brutto tutone sformato arancione mai visto sulla faccia della terra. Marlena stava soffocando dal ridere, ma ebbe comunque abbastanza prontezza da fare una foto da mettere (con la faccia censurata) sul suo blog.

"Mia mamma oggi"

#DannyPhantom #Phandom #JackFenton #Phandomoms.

Il post ricevette duemila interazioni fra likes e reblog in una sola giornata.

La signora Sarah Brooks era però incostante e dimenticò la sua passione per Danny Phantom, e per Jack Fenton, in meno di una settimana. Almeno non c'era pericolo che raccontasse a qualcuno a voce delle nuove stagioni. E se lo avesse raccontato alle sua amiche, comunque, a chi di loro sarebbe importato?

Al lavoro, Marlena si stava divertendo. Aveva immaginato che lavorare per un grande studio sarebbe stato infinitamente più tedioso, invece le lasciavano fare cose assolutamente spericolate con le sue inquadrature: tagli ad angolo estremi, panoramiche su campi invasi di fantasmi, pose buffissime. Ovviamente quando i suoi colleghi più anziani la aiutavano, facendole notare magari che qualche inquadratura non era efficace come lei si era immaginata, lei li ascoltava e cercava di imparare da loro, ma anche quando si intestardiva a fare qualcosa di specifico nessuno le rompeva troppo le scatole o le imponeva di cambiare i disegni.

«Tanto» Diceva Neil, un giovanottone che indossava sempre magliette tye-dye «Se proprio non gli piace lo sapete che gli animatori cambiano tutto. Alla fine fanno tutte cose loro» e poi ripeteva, scuotendo la testa «Tutte cose loro».

Per Marlena, era l'ambiente di lavoro più sereno di sempre.

La sua nuova routine era semplice e stimolante al tempo stesso: si svegliava, faceva colazione mentre parlava con i suoi amici su Tumblr, salutava sua madre (che a quell'ora del mattino guardava sempre qualcosa in TV) e usciva. Agli studios, il ragazzo con il monopattino la salutava. Lei non aveva ancora capito chi fosse lui, perché fosse sempre lì, se avesse una cotta per lei o se fosse il figlio del boss in incognito, ma comunque le metteva allegria e lo salutava sempre indietro.

Dentro, dava il buongiorno quei pochi che erano arrivati prima di lei, poi si andava a sedere accanto a Caspian, dopo essere passata di fronte al pupazzone a forma di Plasmius, che qualcuno aveva spostato proprio di lato al loro tavolo.

In poco tempo, Marlena si affezionò così tanto a quel bambolottone verde col mantello che iniziò a salutare anche lui.

«Buongiorno Plazzy, bella giornata, eh?».

I colleghi non sembravano approvare molto che lei si avvicinasse alla costosa replica, ma lei era certa che non l'avrebbe danneggiata per sbaglio e, fidandosi di sé, continuò imperterrita a salutarlo. Non poteva mica romperlo solo parlandogli! Maledizione Macbethiana o meno, lei non lo chiamava neppure per nome: per lei quello era Plazzy.

Visto che Plazzy non era parte del suo lavoro di storyboarder, Marlena lo fotografò e lo postò sul suo blog.

"Mattinata con Plazzy. Siamo bloccati insieme qui dentro".

#DannyPhantom #Phandom #VladPlasmius #Nicklife #Plazzy

Ebbe un successo enorme (per un Tumblr blog, s'intende) e arrivarono decine di domande, a cui lei rispose come se quella fosse la sua missione religiosa.

"Di cosa è fatto Plazzy?"

- Ciao, anon! Plazzy è un modello molto costoso, perciò il mio capo mi uccide se lo tocco. Probabilmente ho bisogno di guanti speciali o qualcosa del genere. Alla vista sembra una statua di cera, come quelle di Madame Tussauds, mentre i vestiti sono di latex o di plastica. I denti brillano in modo diverso dalla faccia, perciò quasi certamente è resina.

"Come mai Plazzy è lì in studio con voi?"

- Ciao! Molto probabilmente Plazzy è una maquette (una prova, un modellino in questo caso in scala 1:1) per il costume/l'aspetto (forse persino per un vero animatrone!) che Vlad doveva avere nel film di Danny Phantom. Purtroppo, da quello che ne so, non c'è un film in live action in lavorazione, perciò siamo rimasti qui con lui e senza film. Ma ehi, incrociamo le dita e continuiamo a sperare!

"Puoi dare un bacio a Plazzy da parte mia?"

- Anche se ti metti in anonimo, so che sei Viola. Non posso baciare il pupazzo, non me lo lasciano neanche toccare! Se proprio ci tieni tanto, vattelo a baciare tu, che abiti vicina agli studios. E comunque sei una svergognata. *wink wink*.

"Puoi postare una foto di Plazzy visto da dietro?"

- Certo! Eccola qua.

E comunque, come vedi (sei tu, Viola?) non puoi contemplare il sedere, perché ha il mantello.

"Non hai detto di cosa sono fatti i capelli di Plazzy!"

- Perché non lo so neanche io. Polistirolo? Una parrucca col gel? Resina? Ho bisogno di toccarli per saperlo, e il mio boss paranoico non mi fa alzare un dito su di lui!

"Quanto pesa il tuo Plazzy?"

- Purtroppo non è mio. Comunque non pesa tanto, perché ogni tanto lo cambiano di posto. Perché loro lo possono toccare e io no?

"Perché avete Plasmius e non avete Danny?"

- Perché Plazzy è la maquette di un mostro verde alto due mentri, mentre per interpretare Danny basta un ragazzino qualunque con una tuta. Puoi prendere un tuo cuginetto e infilargli una parrucca bianca per trasformarlo in un fantasma, se proprio vuoi vederlo.

"Plazzy è anatomicamente accurato?"

- Viola, che cosa vuoi che ti dica? Ha due braccia, due gambe e una testa. Perché mi mandi 'ste domande in anonimo se puoi scrivermi su Whatsapp? Ci vediamo dopo il lavoro se ti va. E poi la devi finire di mandarle tutte insieme, ho duecento domande oscene su un pupazzo accumulate in coda.

"Non sono stata io a mandarti la domanda sull'accuratezza anatomica! Però... hmm... costume di latex..." - Violabella

- Viola, secondo me il mio capo, a questo punto, non mi fa toccare Plazzy perché ha paura che me lo porto a casa e lo lascio con te in una stanza. Scherzo, ovviamente! Scusa per aver assunto che fossi tu! Mi sembrava proprio una domanda nel tuo stile.

«Scrivi al tuo ragazzo?» Le domandò Caspian, guardando da sopra la sua spalla.

Marlena non fece niente per nascondersi, anzi alzò lo schermo perché lui potesse vedere meglio.

«Scrivo sul mio blog di Tumblr» Spiegò «Ho un sacco di amici nel fandom»

«Ah, okay! Ma non perderci troppo tempo, volendo dovremmo finire di storyboardare fino alla scena venti entro la pausa pranzo»

«Continuo a non capire perché dobbiamo andare così veloci!».

Caspian si strinse nelle spalle con aria di scuse, come a dirle che la risposta non la sapeva neanche lui, salvo poi risponderle subito.

«È un lavoro a catena e noi siamo proprio nel mezzo. La crew di scrittura sforna nuovi episodi a ritmo serrato e gli animatori hanno bisogno di tempo per realizzarli»

«Quindi sono gli scrittori a farci tenere un ritmo matto?».

Anche se avevano già dato il via alla produzione di nove stagioni e più, non poteva immaginare che i piani alti della Nickelodeon facesse loro grandi pressioni per finire un prodotto che tanto non stava vedendo nessuno.

Caspian alzò brevemente gli occhi al cielo.

«Ci farebbero a pezzi da entrambi i lati se sapessero che stiamo battendo la fiacca. Siamo tra la tigre e il precipizio. Gli scrittori ci morderebbero gli stinchi se non storyboardiamo le loro creazioni ispiratissime e gli animatori ci butterebbero in un fosso. Non possiamo lasciare che il lavoro si accumuli»

«Addirittura?» Marlena rise e Caspian sembrò di nuovo imbarazzato per conto dei suoi colleghi tigri e precipizi. Lei lo punzecchiò con il gomito, giocosamente, come a rassicurarlo «Va bene, vediamo di sopravvivere. Mi rimetto al lavoro, così arriviamo a questa scena venti!».

La donna si sforzò di ignorare le nuove notifiche che illuminavano lo schermo del suo cellulare: che fosse stata scritta da un un altro utente anonimo o un'amica, la domanda che le chiedeva se il profilo di Plazzy sembrasse quello di una banana dal vivo poteva aspettare (il personaggio di Plasmius aveva la faccia lunga e delle scelte erano state fatte nella stilizzazione del cartone. Detto questo, no, lei non avrebbe definito la sua faccia una banana).

Lei e Caspian si erano spartiti le scene da storyboardare in base alle loro preferenze personali e quello in cui erano specializzati.

Marlena aveva reclamato per sé le scene che avevano molta azione e molta faccia di Skulker, felice del fatto che fosse uno degli antagonisti più presenti della serie, Caspian quelle in cui i personaggi dialogavano. Aveva un modo di giocare con le inquadrature ed espressioni che dava vitalità anche alle scene statiche, di sottolineare le scene comiche con una faccia buffa o un gesto che le rendevano memorabili.

Marlena, dal canto suo, non aveva smesso di sperimentare con le sequenze dinamiche e sperava solo che gli animatori non ce l'avessero troppo con lei per questo e che lasciassero qualcuna delle sue idee intatte. Non avendo ancora avuto occasione di vedere gli episodi su cui aveva lavorato finiti (ci sarebbero voluti mesi), non sapeva quanto venisse cambiato passando da altre mani, però era emozionata all'idea di scoprirlo.

Gli animatori avrebbero permesso che, tra i personaggi di sfondo, facesse capolino la vecchia fantasma-sona di Marlena, così come lei l'aveva disegnata nello storyboard? Come sarebbe stato vedere le scene di combattimento animate muoversi con un sottofondo diverso, senza la colonna sonora di cartoni giapponesi che si era sparata in cuffia mentre lavorava?

Era sicura di poter finire le scene richieste entro la pausa pranzo. Non si era sentita così ispirata da... anni.

«Marlena» Chiamò Neil. Il collega dovette ripetere il suo nome un paio di volte, perché lei si era appena messa le cuffie.

«Uh? Tutto bene?»

«Sì. Lo so che state lavorando già a delle scene vostre, ma qui ne ho una che sembra fatta per te».

Marlena gli sorrise, alzando un sopracciglio mentre teneva una delle cuffiette in mano. Gli fece segno di avvicinarsi. «Di che si tratta?».

Neil si era avvicinato trascinando la sedia, portando con sé diversi fogli. Era... non esattamente nervoso, perché Neil sembrava esserlo molto raramente, ma sembrava in difficoltà, come se volesse chiederle aiuto per un problema aritmetico che non riusciva a risolvere da solo.

Lui le cedette placidamente il foglio su cui aveva già iniziato ad illustrare la scena; la donna aggrottò le sopracciglia, pensierosa.

«Posso vedere lo script?»

«Certo».

Caspian seguì lo scambio, osservandoli per un attimo con la coda dell'occhio. Marlena diede una lettura veloce: nella sua testa sentiva la voce dei personaggi parlare tra loro, mentre da fuori si udiva solo il fruscio della carta.

«Perché vuoi che lo faccia io?» Chiese alla fine perplessa, battendo le palpebre.

Neil si strinse nelle spalle.

«Che intendi con...?» E imitò il gesto di lui, chiedendogliene spiegazione con gli occhi.

Marlena si era aspettata una scena d'azione, era quella la sua specialità. Questa era quasi tutta dialoghi, per giunta una scena potenzialmente molto intima visto che la conversazione avveniva tra Vlad Plasmius e Vlad Masters, la metà fantasma e quella umana dello stesso personaggio, che di solito non erano separate.

«Ho provato a buttare giù qualcosa, ma non sono soddisfatto» Ammise Neil, stropicciandosi la maglia tye-dye all'altezza del petto «È uno script strano, non dice da nessuna parte se Vlad sta parlando a sé stesso usando il suo potere di duplicazione o è più metaforico o altro...»

«Come fa Green Goblin in Spider-Man, che ogni tanto parla alla maschera?»

«Può essere»

«Perché c'è un pallino rosso, qui in alto?» Marlena picchiettò su un angolo del foglio con l'indice.

«È una "scena pericolosa". Non ne avevamo ancora avute questa stagione» Si intromise Caspian. Lanciò un'occhiataccia a Neil quando pensava che Marlena non li stesse guardando, ma lei se ne accorse.

«Ah... mi ero scordata che tu non ascolti musica mentre lavori. Come fate a creare qualcosa nel buio e nella caffeina senza colonna sonora per me è un mistero» disse la storyboarder, scherzando (ma non troppo) per allentare la tensione «Allora, come mai è una scena pericolosa? Plasmius non va lasciato solo senza un altro adulto a supervisionare? Alla fine non è neanche così pazzerella come scena, dài»

«Jenkins legge gli script prima di farceli arrivare» spiegò Neil, appoggiandosi allo schienale «Per alcune scene vuole che prestiamo particolare attenzione, quindi ce le segnala»

«E vuoi che a fare la prima "scena pericolosa" sia io?» si sincerò Marlena, pensando, non senza una punta di ironia: "Che gentile". Stava cercando davvero di mollarle quella patata bollente?

«Pensavo che ci sarebbero stati bene un po' di tagli inusuali, dare frenesia alla scena, ma più pensavo a come renderlo più mi convincevo che sarebbe perfetto per come lavori tu».

Neil aveva dato una spintarella alla sua immaginazione e Marlena iniziò a vedere srotolarsi la sequenza nella propria mente, come l'avrebbe disegnata, quali dettagli avrebbero avuto bisogno di attenzione, quali simbolismi... ma, per quanto una piccola parte di lei (la "phan", come si chiamavano i fan di Danny Phantom) fosse davvero entusiasta all'idea di poter realizzare la scena pericolosa, il resto aveva ancora i suoi dubbi.

«Sono lusingata» Disse, giocherellando con la cuffietta, facendosela rotolare fra pollice ed indice «Ma se sbaglio? Voglio dire, sono nuova, non so ancora come si lavora su una scena pericolosa, non so cosa vuole Jenkins da noi... e se poi mi licenzia?»

«Secondo me c'è più probabilità che licenzi me» Neil si indicò, stringendosi nelle spalle e ingobbendosi sulla sedia.

Sembrava sincero, un po' perplesso, un po' spaventato... ma ciò non toglieva che voleva rifilarle un lavoro delicato e potenzialmente pericoloso.

«Posso chiedere aiuto a Jenkins, secondo te?» Chiese Marlena, sondando il terreno con cautela

«Forse... ma è meglio di no. Tende ad andare un po' in paranoia se deve pensare lui stesso ad una scena pericolosa, ti renderebbe solo il lavoro più difficile... non scherzo, va fuori di testa, s'imparanoia in un modo allucinante»

«Perché?»

«Non lo so... un misto di carattere ed esperienza personale forse. Cioè, magari in passato è stato punito dal network per aver fatto passare qualche scena strana e ora il risultato è che s'imparanoia»

«Ha senso» Marlena annuì «E quindi, se sbaglio e se la prende con me?»

«Non se la prende con te» la rassicurò Caspian, intromettendosi nel discorso di nuovo «Se non va bene, semplicemente lo correggerà di persona o lo assegnerà ad un altro storyboarder»

«Solo una volta è uscito davvero di testa!» esclamò Neil, con un ghigno «Quando abbiamo lavorato alla puntata finale dell'Afterdark!».

Marlena guardò Neil, poi Caspian, poi di nuovo Neil.

«Okay, okay» Disse «Quale altro progetto segreto è l'Afterdark?».

Caspian non era molto a suo agio, abbassò la testa e continuò a lavorare facendo finta di niente. Neil, invece, continuava a sogghignare, con aria quasi cospiratoria.

«A un certo punto» Iniziò a raccontare «Il network ci credeva così tanto, in questo progetto di Danny Phantom, che aveva deciso di spezzarlo in due serie distinte: Danny Phantom, quello normale, da mandare durante le ore diurne, e poi Danny Phantom Afterdark, che parlava di temi maturi, durante le ore notturne»

«Un po' come Cartoon Network e Adult Swim!» comparò Marlena, battendosi un pugno sulla mano aperta «Animazione per l'infanzia di giorno, per gli adulti di notte!»

«Esattamente, il network voleva imitare Cartoon Network, ma solo per alcune serie specifiche, e una ovviamente era Danny Phantom. Io fui assegnato al progetto Afterdark»

«Sai che la trovo un'idea fighissima? Cioè, con i temi della serie, affrontarli da un angolo più serio può essere veramente fantastico»

«Era quello che pensavo pure io! Ero veramente su di giri per questa cosa»

«Io sono su di giri solo a sentirne parlare. Ma quindi che è successo al progetto Danny Phantom Afterdark?»


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