Good Positions II

Da Margherita_Fossena

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🔴***Questa storia contiene linguaggio volgare e scene esplicite***🔞 Emma dovrà affrontare il ritorno alla I... Altro

Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
🔴Capitolo 11🔴
🔴Capitolo 12🔴
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22

Capitolo 2

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Da Margherita_Fossena

I due amici erano seduti sul divano. Emma era rannicchiata su se stessa e si stringeva le ginocchia al petto mentre, affianco a lei, Mattia era talmente scomposto da sembrare sciolto. Teneva le braccia sulla spalliera e le gambe larghe. Parlava senza mai riprendere fiato: prima si soffermava sui vestiti che erano stati scelti per gli attori, successivamente prendeva in giro le battute che si scambiavano e il doppiaggio, infine criticava la trama. Emma prese parte con piacere allo scherno di Mattia al film che trasmettevano nella grande tv, non suggerì di cambiare canale perchè l'indignazione del suo amico davanti allo scempio che guardavano era divertente. 

Il suo cellulare si illuminò e prese a vibrare, Emma se ne accorse con la coda dell'occhio e si affrettò a rispondere poiché era la seconda chiamata che le arrivava e non si era accorta della prima. Lasciò Mattia da solo sul divano, prese una felpa da poggiarsi sulle spalle e uscì fuori dalla villa accostando al porta alle sue spalle e inoltrandosi nel verde.

 "Ciao, Auri!" rispose portandosi il telefono all'orecchio.

"Sei arrivata? Tutto bene? Mattia è ancora vivo?" domandò la bionda mentre rideva dall'altro capo del telefono.

"Purtroppo si, anche se ho provato ad affogarlo..."

"Menomale che per ora non ce l'hai fatta! Ci serve domani" scherzò lei "ho sentito Ale, penso che arriveremo nel pomeriggio. Ma forse anche sera perché guiderà lui."

"Non arriverete mai!" lo prese in giro lei. Passeggiava avanti e dietro per l'ingresso e ammirava il vasto giardino della casa soffermandosi sulla piscina. Emma amava la sua stanza, ma non avrebbe disdegnato una casa con il giardino e la piscina. Sarebbe stato rilassante e lei si sentiva di aver decisamente bisogno di distendere i nervi, eppure le circostanze e le persone della sua vita pareva che facessero di tutto per renderla più nervosa di quanto già non fosse.

"Lascialo stare, vuole solo essere prudente" ribattè Aurora in difesa del ragazzo "comunque ho sentito Viola. Dice che fra qualche giorno tornano. Organizziamo qualcosa? Prima del rientro intendo."

"Però devo studiare anche. Ho prenotato due esami e voglio passarli entrambi..."

"Ovvio, al massimo facciamo un aperitivo o una cena così non perdiamo troppo tempo. Credo che voglia un po' di...supporto. Sai, no? L'estate per lei è andata alla grande e non vorrei che al campus perdesse tutto quello che ha guadagnato."

"Per colpa del coglione" annuì Emma comprensiva, ma non aggiunse altro seccata all'idea che quel capitolo non si sarebbe mai superato, come uno di quegli esami pesanti e completamente privi di qualsiasi stimolo che, dopo averli rimandati per troppo tempo, diventano degli scogli.

"Sei vicino a Mattia?" domandò Aurora.

Emma negò e, per sicurezza, si spostò ancora un po' verso il giardino allontanandosi dalla porta principale.

"Ho un dubbio, Emma. Credo che i ragazzi sappiano qualcosa che noi non sappiamo e che, soprattutto, non sa nemmeno Viola. Io capisco che loro siano amici di Edoardo da tanto tempo, ma mi fa davvero strano pensare che una volta avuta la versione di Viola e dopo aver parlato con lui che ha confermato tutto, loro vogliano ancora essere amici suoi. Cioè, va bene tutto, però lui si è comportato davvero male con una loro cara amica."

"Che pensi?"

"Penso che Edoardo non sia un tipo ostinato, ma penso anche che non lascerà perdere. Penso che ci manca un passaggio. E dobbiamo capire cos'è. Non per giustificarlo, sia chiaro, ma per avere un quadro completo della situazione. Credo che a Viola serva per mettersi l'anima in pace" spiegò Aurora.

Emma scosse la testa: "Auri, lo sai che tu che Viola ci ricascherà, no?"

"Si, ma noi possiamo aiutarla a non farlo" sospirò l'altra.

"Viola quando si mette in testa una cosa la fa. Se ha in testa di stare con Samuele ci starà, ma se ha in testa quell'altro allora non ci sta niente che possiamo fare per dissuaderla."

"Allora scopriamo cosa ha in testa! E scopriamo cosa nasconde quel cretino!" insistette Aurora.

"Allora facciamo così. Se mi dai man forte mentre siamo qui coi ragazzi cerchiamo di indagare. Velatamente, senza fargli sospettare nulla. Poi quando vediamo Viola vediamo che ci dice, ok?" propose Emma.

"Va bene. Ti lascio andare, dai. Avvisa Mattia che arriviamo nel pomeriggio, noi ci aggiorniamo."

Emma e Aurora si salutarono e lei sbuffò perchè per l'ennesima volta avrebbe dovuto occupare il suo tempo per rimediare alle bambinate di Viola. Quella ragazza sapeva essere testarda come pochi. Non era stata colpa sua: aveva messo il suo cuore nelle mani sbagliate, ma ora che qualcun altro se ne stava prendendo cura le amiche avrebbero dovuto stare tranquille, e, invece, sapevano che Viola sarebbe ricaduta nella rete di paroline dolci e frivole di Edoardo. 

La ragazza avrebbe voluto passare dei giorni allegri e spensierati in compagnia di Mattia e dei suoi amici, ma avrebbe dovuto ficcanasare per avere delle informazioni in più. Quella sarebbe stata l'ultima volta, lo giurò a se stessa. Non aveva nessuna intenzione di mettersi ad aggiustare la situazione tra Viola ed Edoardo che si erano fatti solo del male. Avrebbe fatto in modo che Viola stesse bene, ma anche che fosse lei a prendersi in mano la sua vita. Emma non avrebbe potuto prendersi la briga di riparare anche la vita degli altri. 

Quando tornò dentro trovò Mattia mezzo addormentato. Lei gli scosse delicatamente una spalla e lui la prese per mano invitandola a sedersi accanto a lui.

"Hai sonno, eh? Non è il caso che ti metti a letto?" gli disse lei. Cercò di usare un tono più dolce del solito, anche se moderato, invece le uscì quasi un rimprovero.

"Dopo" mugolò lui, poi si sistemò meglio e si raggomitolò contro lo schienale, Emma gli sorrise, poi poggiò il telefono sul divano e lasciò perdere l'idea di cominciare ad indagare prima che arrivassero anche gli altri. Nel frattempo si sarebbe goduta la tranquillità. Quando l'amico si addormentò completamente Emma volle lasciarlo riposare, gli poggiò una coperta leggera sopra le gambe, gli aggiuntò il cuscino che aveva dietro la testa, lasciò una bottiglia d'acqua con un bicchiere sul tavolino affianco a lui e alla fine si ritirò nella stanza che avrebbe poi condiviso con Aurora una volta che l'avrebbe raggiunta e si infilò nel suo letto. Perse un po' di tempo con il telefono in mano prima di addormentarsi anche lei. 

La mattina dopo Emma trovò Mattia ancora a dormire sul divano, si diresse in cucina, fece una leggera colazione e poi andò nel giardino. 

L'amico la raggiunse un'oretta dopo con una tazzina di caffè in mano e un pacco di biscotti nell'altra, ancora con il pigiama lasciando in bella vista il fisico tonico e leggermente abbronzato dal sole estivo. Si mise a sedere nella sdraio accanto a lei e le porse la busta con i biscotti al cioccolato; Emma ne prese uno e poi gli fece segno di non volerne altri: "Poi mi faccio una spremuta" disse lei e lui annuì ancora assonnato. 

"Grazie, comunque" le sorrise, poi finì il caffè e poggiò a terra la tazzina vuota. 

"Di che?" Emma alzò le spalle, perplessa. Mattia la guardò negli occhi, li si accorse che il suo era uno sguardo tenero. Aveva i capelli disordinati dal sonno che col sole si erano schiariti, ma gli stavano bene comunque perchè lui aveva la fortuna di avere i capelli mossi che lei invidiava perchè non erano crespi. 

"Per ieri. Hai fatto la mammina" continuò lui con voce roca e le fece un'occhiolino. 

"Figurati" rispose lei. Mattia, forse, si aspettava che lei avrebbe fatto una qualche battuta e siccome lei restò composta, lui continuò.

"Mami" le disse con un ghigno malizioso, poi scoppiò a ridere. 

"Ti piacerebbe" sorrise lei senza nemmeno guardarlo, lui alzò le sopracciglia e si passò la lingua sulle labbra, Emma si infilò le cuffie nelle orecchie e si eclissò nel suo universo.


Aurora parlava e ragionava ad alta voce almeno da una decina di minuti: "Non è possibile!" continuava a ripetere la bionda "sono due sempliciotti eppure restano completamente fermi quando si parla di quel tizio."

"Cerca di stare calma" le rispondeva Emma dal bagno. Apparve in stanza solo quando finì di prepararsi, lasciò l'asciugamano su un mobile e poi si diresse verso il letto dove dormiva per prendere una maglia comoda che aveva tirato fuori dalla valigia e vestirsi "ci abbiamo provato."

Aurora sembrava disperata: erano tutti in villa da qualche giorno e avevano provato a mettere in atto il loro piano trovando, però, zero riscontri da parte dei ragazzi. Tacevano sempre quando si apriva il discorso di Edoardo, non si esponevano mai. L'unica cosa che sapevano ripetere era che si fosse comportato molto male e loro lo avevano sgridato e avevano imposto dei paletti nella loro amicizia. Nonostante le loro parole, Emma sospettava che l'unico motivo per cui i ragazzi si fossero allontanati era una questione di priorità. Alessandro era felicemente fidanzato e Mattia, probabilmente, non aveva voglia di stare dietro alle sciocchezze di Edoardo. Forse il comportamento scorretto nei confronti di Viola era solo un pretesto per toglierselo di torno, o forse no. I due, comunque, continuavano a tenere la bocca chiusa.

Aurora ed Emma non avevano assolutamente intenzione di passare tutta la vacanza con gli amici a chiedere di Edoardo e ricercare informazioni. Avevano deciso, ancor prima di iniziare a torchiare i ragazzi, che lo avrebbero fatto entro una certa data e si erano date una sorta di scadenza. E il loro tempo era finito.

Emma era sollevata, Aurora sentiva su di se il peso del fallimento.

Aurora camminava in giro per la stanca, tamburellava le dita sui mobili e si toccava i capelli, sbuffava continuamente.

"Senti, te la fumi una sigaretta con me?" domandò Emma poggiata allo stipite della porta. Non attese una risposta e prese in fretta la busta di tabacco che aveva comprato e tutto l'occorrente per realizzare due sigarette. Una la infilò tra le labbra, l'altra la lasciò ad Aurora che la portò alla bocca e l'accese ancor prima di aprire la finestra.

"Auri" iniziò Emma cercando di rilassare la su amica "lo so cosa pensi, so che sei preoccupata per Viola. Anche io, non fraintendermi. Figurati, sono stata la prima ad andare contro a quel coglione, però...è una scelta di Viola, che ci piaccia o meno. Anche se volesse rovinarsi la vita con le sue stesse mani: possiamo aiutarla, possiamo sostenerla e starle vicino, ma non possiamo costringerla a fare come diciamo noi. Lasciamo stare, ok? Viola sta bene e conta questo, se farà una scelta sbagliata sarà lei ad assumersene la responsabilità e tutte le conseguenze."

"Esattamente questo mi preoccupa" rispose Aurora scuotendo la testa e esalando il fumo come se sperasse che, misto alla nicotina, uscisse fuori anche il rammarico.

Emma poggiò i gomiti sul davanzale e la schiena contro la finestra, poi gettò la testa all'indentro: il mondo era tutto al rovescio. Vedeva gli alberi crescere dal verso opposto, la piscina avere le fondamenta al contrario: il cielo sotto e la terra sopra. Chiuse gli occhi e si godette i tiri dalla sua sigaretta.

"Non puoi salvare il mondo, soprattutto se, il mondo, il tuo aiuto non lo vuole" parlò Emma con serenità "ti verrà l'ulcera entro i trent'anni se continui così."

"Parli tu!" intervenne Aurora piccata "entro i venticinque avrai le rughe di espressione e la gastrite. Sei la più nevrotica che conosca e te la prendi con me!"

Emma si tirò su lentamente e tutto fu di nuovo dal verso giusto. Fece un occhiolino ad Aurora e si accarezzò una guancia: "Io ho una pelle fantastica. Preoccupati delle tue rughe" disse e premette la punta del suo indice smaltato di nero contro il naso della sua amica, in mezzo agli occhi, concentrandosi esattamente nel punto in cui Aurora era solita corrugare il suo sguardo "mettici una cremina e stai rilassata."

Aurora le scacciò il dito dalla faccia e le schiaffeggiò la mano, poi si fecero una risata insieme e, mentre Emma terminava la sua sigaretta, la bionda iniziò a vestirsi.

Le due scesero nel salone solo una volta che ebbero sul serio terminato il discorso e si diressero verso la piscina, dove erano certe che avrebbero trovato i ragazzi: Mattia, infatti, era sotto al sole e sembrava sonnecchiare e Alessandro leggeva un libro a bordo piscina con i piedi immersi nell'acqua fino ai polpacci.

Quest'ultimo alzò lo sguardo e le salutò con la mano: "Buongiorno!"

Le ragazze sorrisero in risposta e si avvicinarono a loro. Emma si mise a sedere su una sdraio vicino a Mattia e dovette combattere con se stessa per non infastidirlo mentre dormiva. Avrebbe potuto buttargli dell'acqua addosso, oppure svegliarlo con un pizzicotto, ma Aurora capì subito le sue intenzioni e le lanciò un'occhiataccia di rimprovero ed Emma decise di starsene buona. Mattia aprì gli occhi qualche minuto dopo, le fece un sorriso e si mise a sedere stiracchiandosi.

"Posso farti una domanda?" le chiese avvicinandosi a lei e abbassando il tono di voce.

"Che c'è?" sussurrò lei curiosa. Mattia si alzò e le fece cenno di seguirlo. Andarono dall'altro capo della piscina e si immersero nell'acqua, ma Emma si aggiustò i capelli per fare in modo che non si bagnassero.

"Perchè mi hai chiesto di Edoardo?" mormorò lui, Emma si irrigidì. Lanciò uno sguardo agli amici e li vide distratti a chiacchierare tra di loro quindi si voltò verso Mattia e abbozzò un sorriso con uno sguardo confuso.

"Che?" rispose lei con finta vaghezza.

"In questi giorni ne abbiamo parlato un po'. Non capisco perchè mi hai chiesto di lui."

"Perché non l'ho ancora inquadrato e mi da fastidio il suo comportamento. Volevo sapere cosa ne pensassi anche tu."

"Ah, quindi ti importa del mio parere" rispose lui con un sorriso ambiguo e divertito.

Emma gli rifilò una manata sulle spalle: "Solo alcune volte."

"Non è che ti piace?" domandò Mattia. Emma rise, ma quando incontrò i suoi occhi si rese conto che era serissimo.

"Ma che cavolo dici! Ma quando mai...è insopportabile!" si scaldò lei arrossendo di rabbia.

"Insopportabile tipo me o tipo che non ti sta simpatico?"

"E non è la stessa cosa?" rispose lei lasciando cadere la domanda di lui nel dimenticatoio. Lui si offese e imprecò prima di ridere e uscire dall'acqua per tornarsene a dormire sotto al sole.

Nel pomeriggio Viola scrisse un messaggio alle ragazze in cui le aggiornava sul suo rientro a casa e chiedeva di organizzare un'uscita tutti insieme prima di tornare al campus. Aurora rispose subito che avevano già in mente di fare qualcosa tutti insieme, magari una pizza o una giornata in centro. Viola replicò che per lei andava bene, che le avrebbe fatto piacere stare una sera con tutti loro. Emma non scrisse nulla.

Aurora cerò di integrarla alla conversazione, ma lei tagliò corto liquidando con un gesto della mano le chiacchiere delle amiche: "Ci penso quando torniamo a casa."

"Non sei troppo dura con lei?" la rimproverò Aurora con un sorriso dolce.

"Sono solo stanca di essere coinvolta nelle stronzate. Anche io ho i miei problemi e chiedo consigli e cose del genere, ma poi non chiedo di pararmi il sedere a voi. Io l'ho fatto per lei e lo rifarei, però basta. Ora sono in vacanza e lei sta bene" rispose lei sbuffando esausta, poi lanciò uno sguardo in direzione di Mattia e lo vide ridere insieme ad Alessandro mentre i due guardavano qualcosa sul cellulare del primo, "anche per questo motivo durante l'anno mi sono un po' distanziata alcune. C'erano delle occasioni in cui era evidente che il problema lo avesse creato lei e poi volesse parlarne per poi comunque fare quello che vuole. I consigli vanno anche scartati, ci mancherebbe, però così mi sembra solo scarsa...maturità."

"Immaginavo che ti fossi scocciata anche per questo. Però io mi sento di starle vicino perchè secondo me non se ne rende davvero conto..." ribattè Aurora.

"Assolutamente, ma non posso diventare problemi miei, io ne ho già abbastanza."

Aurora scosse la testa e sospirò sentendo che non avrebbe più potuto argomentare la sua posizione e non avrebbe mai fatto cambiare idea alla sua amica. Emma era testarda, forse più di chiunque altro. Si incaponiva molto spesso, anche su sciocchezze. E non chiedeva mai consigli o aiuto, piuttosto preferiva crollare invece che soffermarsi sui pareri degli agli. Ed era convinta che fosse più giusta la sua idea di non pesare agli altri, forse era ferma nel fatto che fosse l'unica cosa giusta. Sperò solo che non si sarebbero creati ulteriori attriti tra le due dati dalle personalità opposte. Si avviarono verso la stanza che avevano occupato per la loro permanenza e le chiese se con Mattia fosse andato tutto bene, tanto per cambiare argomento e deviare la conversazione; Emma le raccontò di cosa lui le aveva chiesto e le due risero scherzando sulla situazione.  

"Vuoi fare merenda?" le chiede la bionda. Emma scosse la testa, lanciò uno sguardo al giardino e  rispose che sarebbe andata a prendere un po' d'aria fresca. Aurora preferì lasciarla da sola, ma l'avviso che poteva chiamarla in qualsiasi momento. Mattia la precedette. 

Emma era seduta sul bordo della piscina con le gambe incrociate e aveva lo sguardo fisso sull'acqua che si increspava quando arrivava una folata di vento rinfrescante. Il sole le picchiava in testa, ma lei era concentrata sui suoi pensieri vorticanti e prendeva respiri lenti e profondi per restare tranquilla. All'improvviso le arrivò l'ombra sul viso e si girò per appurare che, alle sue spalle, Mattia aveva portato un ombrellone e lo aveva aperto. 

Lui si sedette vicino a lei: "Ci sei rimasta male per quello che ti ho chiesto prima? Non volevo essere indiscreto."

"Eh? No, no. Tutto ok, non me la sono presa" rispose lei alzando le spalle "Perchè me lo chiedi?"

"Da quando abbiamo discusso perchè non abbiamo saputo parlarci per bene ho deciso che è meglio intervenire prima per evitare fraintendimenti."

"Sei cresciuto, bravo" ridacchiò lei, lui la spinse via e continuò: "Ti ho vista strana, per quello chiedevo."

Emma scosse la testa e gli accennò un sorriso per tranquillizzarlo sul fatto che non fosse successo nulla, ma rimase piacevolmente colpita dalle sue parole. Era stato molto carino da parte sua accertarsi che fra loro fosse tutto apposto e aveva apprezzato tanto che lui ci avesse tenuto a specificarle che non avrebbe più voluto che avessero discussioni. 

Restarono per un po' in silenzio osservando il paesaggio verde intorno e Emma si soffermò sul profilo di lui che guardava fisso verso il cielo. Quando lui fece un accenno di movimento lei si spostò per tornare a guardare verso la piscina perché lui non la trovasse a guardarlo. 

"L'importante è che...tutto bene tra noi, vero?"

Emma gli diede uno scappellotto sulla testa sfiorando con le dita i capelli morbidi del suo amico: "Si! Non devi preoccuparti!"

Uno stormo di uccelli passò in volo sopra di loro cinguettando allegramente e lei si soffermò nell'osservarli; con la coda dell'occhio si accorse che Mattia si voltò verso di lei. Poi lui si issò sul suo ginocchio e si tirò su: "Andiamo a cucinare qualcosa, così poi ci beviamo su." 

Le tese una mano, ma lei si alzò da sola e lo seguì con un sorrisetto divertito mentre rientravano dentro casa. 

Alessandro era già ai fornello e annunciò che avrebbe preparato la pasta con il ragù per tutti. Gli amici ringraziarono e Mattia si avvicinò per dare una mano, Emma raggiunse Aurora e si misero a chiacchierare sedute sul divano.











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