I LOVE YOU, OLIVIA

By SilviaVancini

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OLIVIA E' ALLA DISPERATA RICERCA DI UN COINQUILINO. Ha solo venticinque anni, dovrebbe divertirsi, invece pas... More

I LOVE YOU, OLIVIA è già un libro acquistabile!
CORRERE COI TACCHI
MANI SCONOSCIUTE
FONDOTINTA SULLA COSCIA
CHIAMATE PERSE
SORPRESA
E SE TI DICESSI CHE SONO INCAPACE DI TOLLERARE IL MIO STESSO CUORE?
IL BILOCALE
LETTO A CASTELLO
COSA PENSI DI ME?
TRE MESI DI AFFITTO
MI SEI MANCATA
RIMPATRIATA
TI AMO MA
ASSAI PALPITASTI
PUOI FARMI UN FAVORE?
CI SIAMO INCONTRATI IN BIBLIOTECA
UN UOMO BUONO
IL PICCOLO PRINCIPE
VOGLIA D'ESTATE?
I LOVE YOU, OLIVIA
TEAM
MERDA, MERDA, MERDA!
OCCHIO PER OCCHIO
CENA DI MEZZANOTTE
SOLTANTO IO, SOLTANTO TU
SEPARAZIONE
DEPRESSIONE POST-SPETTACOLO
MADRE E FIGLIA
E MI PIACI PER DAVVERO ANCHE SE NON TE L'HO DETTO
CAPODANNO
SILENZIO RADIO
E VERRÀ UN GIORNO, PERCHÉ VERRÀ, SÌ, VERRÀ...
Parte 2 - E VERRA' UN GIORNO...
TI PIACEREBBE RESTARE PER SEMPRE?
I LOVE YOU, OLIVIA è già un libro acquistabile su Amazon!

QUANDO SARANNO FUGGITI I GIORNI ESTIVI

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By SilviaVancini

Le vacanze natalizie finirono in un lampo. Enzo aveva ricaricato le pile ed era pronto a trascinare le sue quinte fino all'esame di maturità, ma alcuni problemucci dell'anno precedente continuavano a dargli noie. Uno in particolare.

Con la sua cartella da professore alla mano e la sciarpa ben avvolta attorno al collo, Enzo era in piedi fuori dalla villetta di Catia. Teneva gli occhi fissi sull'inizio della strada. Si dondolava sui talloni. Controllava l'orario. Il suo cellulare suonò e lui fu velocissimo a rispondere.

«Sì?»

Sua mamma aveva qualche linea di febbre. Non riusciva a portarlo a lavoro. Enzo la rassicurò e disse che si sarebbe arrangiato diversamente, ma appena chiuse la chiamata corse in casa. Catia si stava ancora mettendo le scarpe.

«Mi puoi portare a prendere l'autobus?» le chiese Enzo, trafilato.

Catia portò Enzo direttamente a scuola. Lo fece guidando in fretta, con la paura di arrivare in ritardo al proprio lavoro, ma riuscì a scaricarlo davanti all'ingresso prima del suono della campanella. Si scambiarono un bacio veloce, uno di quei baci che si erano riproposti di darsi più spesso, poi Catia ripartì ed Enzo le mandò un messaggio per scusarsi di quell'imprevisto.

La 5°F accolse Enzo con un trambusto inaspettato. Enzo fece segno a tutti di calmarsi, ma dimenticò quello che stava per dire quando gli venne sventolato sotto gli occhi il cofanetto di un DVD. Il DVD dello spettacolo de Il Piccolo Principe. Era il filmato dello spettacolo di danza. Non appena riconobbe la locandina, Enzo lo prese e se lo rigirò tra le mani, meravigliato.

«Possiamo vederlo subito, prof? Chiedo il televisore in bidelleria?»

«Abbiamo fatto il menù, il dietro le quinte, la selezione delle scene...»

«Prof, può chiedere a Teresa quante copie servono? Perché noi avremmo un'idea.»

«Stavamo pensando, piuttosto che dare ai genitori un DVD fisico che prende la polvere, non è meglio mettere il video online e basta? Con una chiave d'accesso a pagamento, magari?»

Enzo mise il DVD nella sua cartella e disse ai suoi studenti di preparare un foglio con tutte le cose da dire a Teresa, poi fece l'appello.

Durante la ricreazione, scattò una foto al DVD e la mandò ad Olivia. Lei rispose con un audio e lui lo ascoltò subito. Già si pregustava l'ondata di entusiasmo con cui sarebbe stato assordato, invece il suo sorriso scemò.

Nell'audio, Olivia diceva che era meglio se lei ed Enzo non si vedevano per un po'. Tra di loro era tutto a posto, ma non le sembrava il caso di testare la gelosia di Catia.

Enzo fu immediatamente in disaccordo. Ascoltò l'audio un'altra volta e scrisse che secondo lui Catia avrebbe accettato la loro amicizia, ma Olivia non sprecò altro tempo. Mi dispiace, scrisse. Non cercarmi a casa o a lavoro, se puoi.

Poi non entrò più in chat.

La ricreazione finì. Enzo fece lezione di storia, ma pensava e ripensava a quell'audio.

Olivia era di malumore. Non vedeva altre spiegazioni. Si sarebbero sentiti l'indomani e lei avrebbe ammesso che la stanchezza aveva agito al posto suo, poi si sarebbero messi d'accordo per vedersi e ci avrebbero riso sopra. Enzo doveva solo aspettare.

Dopo un lungo pomeriggio di colloqui con i genitori, Enzo si rallegrò quando Catia venne a prenderlo. Tornarono alla villetta. Catia si mise ai fornelli ed Enzo cercò di aiutarla, ma lei disse di avere tutto sotto controllo. Se proprio voleva fare qualcosa, Enzo poteva portare l'umido fuori. Per cui Enzo andò a mettersi la giacca, prese il sacchetto dell'umido da sotto il lavandino ed uscì in ciabatte.

La pattumiera era all'inizio alla via. Enzo la raggiunse a piedi e buttò il sacchetto, ma prima di chiudere il coperchio intravide qualcosa di familiare.

Sul fondo della pattumiera c'era il mazzo di fiori che gli avevano regalato allo spettacolo de Il Piccolo Principe. Enzo trasalì e lo raccolse subito. Sfilò una buccia di banana dai boccioli.

«Questi non sono da buttare» disse, rientrando in cucina. «Me li hanno regalati allo spettacolo.»

Catia controllò la cottura delle crocchette che stava scaldando, poi lanciò un'occhiata per capire di cosa stava parlando Enzo.

«Sono troppo ingombranti. Prendono la polvere e basta.»

«Sono un ricordo.»

«Se ti piacciono i fiori possiamo comprarne di freschi ogni settimana.»

Enzo voleva insistere, ma si sentiva sciocco. Uscì di nuovo dalla villetta e buttò i fiori nella pattumiera.

Ci sarebbero stati altri fiori. Ci sarebbero stati altri traguardi, altri giorni felici.

La settimana successiva, Enzo e Catia tolsero le decorazioni di Natale. Via le ghirlande. Via le renne. Via tutti quei gingilli che adesso, con la loro assenza, creavano un vuoto nell'arredamento dove prima non c'era.

Enzo passò delle belle giornate. Si sentiva in colpa quando sua madre o Catia dovevano fargli da taxi, ma a parte quello la sua unica preoccupazione era il silenzio di Olivia.

Le scriveva ogni giorno. A volte cercava di essere divertente e le ricordava che si era offerto di aiutarla a prendere la patente, altre volte non nascondeva la delusione. Le prometteva di non presentarsi al bilocale, se lei non voleva, ma almeno doveva dirgli cosa stava succedendo.

Olivia visualizzava i messaggi, ma non rispondeva. Enzo scrisse a Teresa e lei gli consigliò di dare il tempo ad entrambi di abituarsi al nuovo presente. Enzo voleva sapere di più, ma si fidò. Smise di tempestare Olivia di messaggi e si concentrò sulla propria vita.

Era fortunato. Il suo matrimonio era stato ad un passo dal finire, invece era diventato più forte di prima. C'era pazienza. C'era voglia di venirsi incontro. Con il passare dei giorni quella costante gentilezza sbiadiva, ma era normale in una relazione. Alcuni giorni si era in luna di miele, altri ci si addormentava nello stesso letto rimuginando su una frase uscita male.

Il tema principale delle loro conversazioni, quando Catia non tentava di convincere Enzo a guidare, era la gravidanza. L'argomento era delicato e Catia lo sollevava solo in certi momenti, ma una sera lo affrontarono apertamente.

Enzo non voleva fingersi il padre. Non voleva inventare bugie che sarebbero diventate spiazzanti verità, ma avrebbe amato la bambina o il bambino come se fosse suo. Disse che lo avrebbe adottato legalmente se Alessandro si sarebbe tirato indietro e fu un immenso sollievo per Catia.

Tutto diventò più facile. Enzo cominciò a pianificare la trasformazione dello studio in una cameretta per bambini. Catia comprò delle scarpine, anche se in ogni blog o manuale c'era scritto che era meglio aspettare. Quando si disse preoccupata per i mesi che avrebbe passato in maternità ed Enzo le ricordò che anche lui poteva andare in paternità, Catia lo amò più di quanto avesse mai fatto.

Il presente si arricchì di così tante piccole gioie che Enzo cominciò davvero a pensare che il destino faceva sempre girare tutto per il verso giusto, ma una brutta discussione fece tremare i castelli che stava costruendo in aria.

Catia ricevette una telefonata da Alessandro. Si chiuse in camera per parlare ed Enzo non ascoltò la loro conversazione, ma quando Catia uscì le chiese se era successo qualcosa. Lei si rifiutò di parlarne. Enzo ci rimase male. Catia si arrabbiò perché lui c'era rimasto male e tirò fuori dal nulla la storia che Enzo doveva fare un test per l'HIV.

Non avevano mai fatto sesso da quando erano tornati insieme. Non ne facevano molto neanche prima, ma Enzo aveva sospettato che non fosse capitato anche per quella frasetta che a Catia era uscita a Capodanno. Quella fu la conferma.

Enzo si arrabbiò così tanto che gli venne da piangere. Aveva promesso di non farlo, ma uscì dalla villetta, chiamò un taxi e si fece portare al Rancio.

Aveva bisogno di una faccia amica, ma quando arrivò a destinazione gli venne detto che Olivia si era licenziata. Chiese al taxi di portarlo al bilocale, ma Olivia non era in casa. Quando le telefonò, scoprì che il suo numero era stato bloccato.

Enzo tornò alla villetta senza sapere cosa pensare.

Catia era già a letto. Lui si sdraiò sopra le coperte e posò la testa sul suo pancione. Lei gli mise le mani tra i capelli. Gli disse con gentilezza che desiderava davvero che facesse il test e lui accettò.

Con gli occhi fissi nel buio, Enzo realizzò che l'ultimo abbraccio ricevuto da Olivia Cuoghi era stato un addio.

Spazio Autore:

Oggi non sapevo se pubblicare il capitolo. Per chi di voi non lo sa o se state leggendo questo capitolo nel futuro, abito in Emilia Romagna e attualmente siamo in zona rossa per via dell'alluvione. Per fortuna non ci sono fiumi vicini a dove vivo e per ora nessuno dei miei amici o parenti si trova nelle città allagate, ma siamo tutti molto angosciati.

Speriamo finisca presto. Lettori o lettrici dell'Emilia Romagna, spero stiate tutti bene. 


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