Swami's POV
Non saprei dire se al vedere Federico il mio cuore fu felice o se invece ebbe una morsa.
Ammettere entrambe le cose, era la cosa più sincera che potessi fare.
Lo staff della Juventus che l'aveva seguito in Austria, l'aveva riportato a casa in quell'esatto momento dove io e la sua famiglia lo stavamo aspettando.
Fui felice al vederlo, ma quella morsa al cuore ci fu non appena notai la sedia a rotelle.
Dopo aver lasciato la possibilità di salutarlo alla sua famiglia, mi ci avvicinai e lo strinsi forte.
"Sono così felice di vederti." Sussurrai
"Mi sei mancata tanto." Mi rispose lui abbracciandomi
Lasciai un bacio sulla sua testa e mi allontanai stringendo la mano del signore che l'aveva accompagnato.
"Allora, vi confermo ciò che già sapete.
Federico deve stare a riposo assoluto e continuare ad avere una sana alimentazione.
E ovviamente prendere le medicine prescritte.
Dovrà fare le visite di controllo e poi iniziare le terapie." Disse l'uomo mentre lo ascoltavamo attenti
"Tutto a suo tempo, con calma ed attenzione." Aggiunse ed Enrico annuì
Il tipo porse le stampelle a Federico che cercò di alzarsi dalla sedia a rotelle.
Io era davanti a lui e Lorenzo ed Enrico ai suoi lati, pronti a prenderlo in caso di bisogno.
Quando Federico fu in piedi, l'uomo ci salutò e prima di andar via ricordò a Federico di chiamarlo per qualsiasi cosa.
Quando rimanemmo tra di noi, accompagnammo Federico a letto.
"Sei sicuro di sentirti bene?
Non stai zitto solo per non farci preoccupare?" Domandò Adriana stringendo la mano del fratello maggiore
Federico scosse la testa e sorrise.
"Sto bene Adri, davvero.
Sono solo un po' stanco." Le disse
"Ti lasciamo riposare un po'.
Io vado a pensare al pranzo." Disse Francesca per poi lasciare un bacio sulla guancia del figlio ed una carezza
Dopo avergli sorriso, lei e Adriana lasciarono la stanza.
"Per la benché minima cosa siamo di la Chicco.
Non esitare mi raccomando." Gli disse Enrico per poi abbracciarselo
Federico strinse suo padre e poi gli accennò un sorriso.
L'ultimo a rimanere nella stanza, fu Lorenzo.
Il minore dei Chiesa, non riusciva a staccare gli occhi dal fratello.
"Vieni qui su." Disse Federico tirando a se Lorenzo
Il biondo strinse subito il fratello e lo vidi chiudere gli occhi.
"Mi sono preoccupato tantissimo.
Vedi di non farmi prendere più spaventi del genere." Disse Lorenzo ed io non potei evitare di sorridere
Federico lasciò un bacio sulla testa del fratello e vidi un sorriso sul suo volto.
Dopo qualche istante, i due si staccarono e si sorrisero.
"Riposati su, faremo una chiacchierata dopo." Gli disse Lorenzo ed io mi alzai per seguirlo
"Tu puoi restare eh.
Sono più che certo che ti vuole qui." Mi disse Lorenzo fermandomi per poi andar via
Mi voltai verso Federico e lo trovai sereno intento a guardarmi.
I suoi occhi avevano lo straordinario potere di farmi sentire speciale.
"Vuoi davvero che resti?" Gli chiesi e lui annuì
Socchiusi la porta e mi misi seduta accanto a lui.
Vedendo che non mi ero sdraiata, Federico alzò la testa dal cuscino e la mise sulle mie gambe.
Gli accarezzai i capelli e lui chiuse gli occhi.
"Mi sei mancata davvero tanto." Quasi sussurrò Federico
Sorrisi e mi abbassai per lasciare un bacio sulla sua testa.
"Anche tu, non immagini quanto." Gli risposi e lo vidi sorridere
"Mi sono abituato ad averti intorno, a vederti ogni giorno.
Amo aprire gli occhi la mattina e vederti accanto a me." Disse ed io mi morsi il labbro inferiore per non far uscire le lacrime dagli occhi
Ho già detto maledetti ormoni?
"Se fosse che hai l'università da finire, e che devi giustamente finire, ti avrei già chiesto di trasferirti per vivere con me."
***
"Da quando l'hai assaggiata la prima volta non hai mai saputo dirgli di no." Disse Francesca divertita al vedere Federico divorarsi la fetta di cheesecake
Gli brillavano gli occhi da quando sua madre l'aveva uscita, dire che ne andava pazzo era dire poco.
Visto che l'operazione aveva impedito a Federico di essere presente al compleanno di Lorenzo, avevamo avuto l'idea di fare una torta e festeggiarlo nuovamente.
Lorenzo aveva accettato a condizione che fosse la torta preferita di suo fratello, dicendo che di sicuro l'avrebbe rallegrato e che comunque piaceva anche a lui.
È così l'avevamo fatta.
"Non è colpa mia se è buonissima." Borbottò non riuscendo però a nascondere un sorrisetto
Lo dicevo io che era un bimbo piccolo nel corpo di un ragazzo di 24 anni.
"Davvero?" Lo sentì domandare e scossi la testa risvegliandomi dallo stato di trans in cui ero
"Cosa?" Chiesi a mia volta notando che avevamo lo sguardo di tutti addosso
"L'hai fatta tu?" Mi domandò Federico riferendosi alla cheesecake
Annuì mentre morivo d'imbarazzo.
Federico mi sorrise e mi lasciò un veloce bacio a stampo.
"Ho provato a fare del mio meglio." Dissi a voce bassa
"È buonissima bubi." Mi disse sorridente
"Confermo!" Esclamò Lorenzo facendomi ridere
Era bello quel momento.
Nei avrei voluti molti altri così.
Momenti spensierati, tra risate torte e chiacchiere in famiglia.
Perché si, erano i familiari di Federico ma con loro stavo talmente bene da sentirmi in famiglia.
E ne sarei davvero diventata parte, anche se ancora facevo fatica a realizzarlo.
***
"Perché mi guardi così?" Mi domandò Federico quando si mise a letto
Erano le undici passate e la stanchezza si stava facendo sentire.
"Perché sei bello." Dissi e lo vidi sorridere
Si tirò su mettendosi seduto e poggiando la schiena allo schienale del letto.
"Tu sei bellissima." Mi disse ed io mi avvicinai a lui lasciandogli una carezza in viso
Federico mi baciò la mano e mi guardò negli occhi.
Sentì il mio cuore accelerare il suo battito neanche fosse una Ferrari in corsa.
"Ho una cosa per te." Sussurrai e lui guardò curioso
Mi allontanai da lui e mi voltai raggiungendo la mia borsa.
Chiusi gli occhi e deglutì.
Poi appena presi la scatola che mi interessava, feci un bel respiro e mi voltai.
Mi riavvicinai a Federico che continuava ad avere un'espressione da bimbo curioso e mi sedetti sul bordo del letto, tenendo la scatola in mano.
Alzai lo sguardo incrociando il suo e gli porsi la scatola.
Federico la prese e la guardò per una manciata di secondi.
Poi iniziò a scartare la confezione e l'ansia in me crebbe.
Per un istante mi mancò l'aria quando lo vidi levare il coperchio della scatola.
"Devo prima leggere il biglietto o vedere cos'è?" Mi domandò intravedendo un foglietto da sotto i ritagli di carta.
"Quello che preferisci." Gli risposi
Federico mi guardò un istante e poi tirò dalla scatola ciò che conteneva.
E sorrise.
"So quanto ti piace l'astronomia." Mi limitai a dire mentre Federico sorrideva
Gli avevo preso una luce notturna a sfera, che raffigurava la galassia, il nostro sistema solare.
"Grazie bubi." Mi disse sorridente, poi posò la sfera sul comodino e si sporse per baciarmi.
Quando ci staccammo, prese il biglietto all'interno della scatola per poi posare quest'ultima accanto alla sfera.
Mi lanciò un'occhiata veloce e poi si schiarì la voce.
"Dovrebbe unire voi ed un certo senso lo fa, ma in realtà unisce più noi." Iniziò a leggere mettendo su un'espressione confusa
"La tua passione per l'astronomia che spero mi racconterai al bisogno che avrò io della luce per poter dormire serenamente." Continuò
Alzò lo sguardo dal biglietto puntandolo su di me e vidi la confusione nei suoi occhi.
"Che vuol dire bubi?"
"Finisci di leggere." Sussurrai e quando lui riabbassò lo sguardo, io mi morsi il labbro
Stavo letteralmente morendo.
"Non vedo l'ora di stare tra le tue braccia.
Mamma dice che quello è il suo posto preferito al mondo.
E beh, non vedo l'ora di conoscerti papà." Finì ed io passai a mordere l'interno della mia guancia per non crollare in quel momento
Federico restò in silenzio per un po' e per me fu una tortura.
Poi, dopo non so quanto tempo di preciso, alzò gli occhi e li puntò su di me.
Sentì l'aria mancarmi ma non distolsi lo sguardo dal suo.
Riabbassò lo sguardo sul bigliettino e lo riportò subito su di me.
"Bubi, che " balbettò interrompendosi subito
Non riuscivo a capire cosa sentisse in quel momento, e stavo impazzendo.
"Sono incinta Federico."