I LOVE YOU, OLIVIA

By SilviaVancini

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OLIVIA E' ALLA DISPERATA RICERCA DI UN COINQUILINO. Ha solo venticinque anni, dovrebbe divertirsi, invece pas... More

I LOVE YOU, OLIVIA è già un libro acquistabile!
CORRERE COI TACCHI
MANI SCONOSCIUTE
FONDOTINTA SULLA COSCIA
CHIAMATE PERSE
SORPRESA
E SE TI DICESSI CHE SONO INCAPACE DI TOLLERARE IL MIO STESSO CUORE?
IL BILOCALE
LETTO A CASTELLO
COSA PENSI DI ME?
MI SEI MANCATA
RIMPATRIATA
TI AMO MA
ASSAI PALPITASTI
PUOI FARMI UN FAVORE?
CI SIAMO INCONTRATI IN BIBLIOTECA
UN UOMO BUONO
IL PICCOLO PRINCIPE
VOGLIA D'ESTATE?
I LOVE YOU, OLIVIA
TEAM
MERDA, MERDA, MERDA!
OCCHIO PER OCCHIO
CENA DI MEZZANOTTE
SOLTANTO IO, SOLTANTO TU
SEPARAZIONE
DEPRESSIONE POST-SPETTACOLO
MADRE E FIGLIA
E MI PIACI PER DAVVERO ANCHE SE NON TE L'HO DETTO
CAPODANNO
QUANDO SARANNO FUGGITI I GIORNI ESTIVI
SILENZIO RADIO
E VERRÀ UN GIORNO, PERCHÉ VERRÀ, SÌ, VERRÀ...
Parte 2 - E VERRA' UN GIORNO...
TI PIACEREBBE RESTARE PER SEMPRE?
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TRE MESI DI AFFITTO

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By SilviaVancini

Olivia Cuoghi si era affidata all'istinto quando aveva deciso di cercare un coinquilino. Aveva cambiato idea più volte ed era arrivata alla conclusione che era stata una pessima iniziativa, ma alla fine si era decisa.

In un tardo pomeriggio di fine ottobre, un'auto sfasciata svoltò nella via del bilocale. Olivia stava spiando il grande evento dalla finestra del salotto e non si stupì quando fu Enzo Montorsi a scendere dalla portiera del passeggero. Enzo scaricò le sue cose, poi salutò chi era alla guida e l'auto ripartì.

Non aveva molto con sé. Una valigia. Due zaini. Qualche scatolone pieno di libri in cui aveva infilato la valigetta da professore. Si caricò quante più cose sulla schiena e si avviò verso il portone del condominio, ma per qualche motivo gli venne naturale alzare lo sguardo verso le finestre del terzo piano.

Olivia si irrigidì quando gli occhi di Enzo la trovarono. Lui la salutò con un timido cenno della testa e lei riuscì a ricambiare solamente con un sorrisetto tirato. Senza sapere che altro fare, andò ad aprirgli.

«Ciao.» disse Enzo.

Era appena salito con l'ascensore. Olivia non gli chiese se aveva bisogno di una mano con gli scatoloni, ma Enzo era così abituato ad agire nell'invisibilità che non si aspettava quelle gentilezze. Spinse le sue cose all'interno del bilocale ed Olivia, dubitando per l'ennesima volta di tutte le sue scelte, chiuse la porta di casa.

Era nervosa da morire. Non voleva sembrare stronza, ma la cortesia in quel momento era qualcosa che non voleva proprio appoggiarsi sulla sua bocca. Aveva cercato in tutti i modi di prepararsi a quel giorno. Aveva riorganizzato i suoi spazi ed aveva aggiunto il nome di Enzo sul campanello, ma non era servito a molto. Si sentiva ancora come se il destino l'avesse messa in un angolo.

Anche Enzo sembrava nervoso. Olivia mise su il caffè per lasciare che si ambientasse senza il suo sguardo vessante addosso, ma non poté trattenersi dal tenerlo d'occhio quando vide che stava litigando con il divano letto. Tirava i punti sbagliati. Saltellava. Cercava meccanismi che non c'erano. Olivia voleva evitare di aiutarlo (aveva offeso uomini con molto meno), ma poi il divano fece un brutto suono. Olivia mise la moca sul fuoco, poi raggiunse Enzo ed aprì il divano letto in una mossa sola.

«Hai bisogno delle lenzuola?»

«No, grazie. Ho tutto.»

Enzo aprì la valigia e ne tirò fuori un set di lenzuola per bambini. Era decorato con macchinine rosse ed aeroplanini blu, oltre ad essere palesemente troppo piccolo per coprire l'intero divano letto, ma lui non fece una piega. Aveva portato con sé anche un cuscino e lo sistemò con cura in cima al letto.

«Bene.» fece Olivia. Il caffè cominciò a borbottare, per cui andò a spegnere il fornello.

«Sei sicura che posso tenerlo aperto?» chiese Enzo, riferendosi al letto. «Per me non è un problema chiuderlo ogni giorno. Ci devo solo dormire.»

«Non ti preoccupare.»

Olivia versò il caffè in due tazzine. Enzo la raggiunse, forse col pensiero di sedersi insieme a tavola, ma Olivia bevette la sua in un sorso. Tirò fuori lo zucchero per Enzo, poi riempì una borraccia con l'acqua del lavandino, prese due pacchetti di caramelle da una credenza e ficcò il tutto in un borsone sportivo che aveva già preparato. Su una sedia c'era appoggiata la maglietta rossa del Rancio ed Olivia infilò anche quella nel borsone, poi si voltò verso Enzo.

«Tre mesi di affitto in anticipo. Come d'accordo.»

Ancora impressionato dalla quantità spropositata di caramelle che aveva intravisto, Enzo annuì. Deglutì un sorso di caffè (non aveva idea di come avesse fatto Olivia a berlo, lui si stava ustionando la lingua), poi tirò fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni. Aveva già messo da parte i soldi che spettavano ad Olivia e glieli porse. Olivia li prese ed in cambio tirò fuori un mazzo di chiavi da un cassetto.

Erano le chiavi del bilocale. Enzo la ringraziò e le infilò in tasca, Olivia cercò di non pensarci troppo. Indossò un giacchetto e si caricò il borsone sportivo su una spalla.

«Ti ho scritto i miei orari su quella lavagnetta. Di solito ho poco tempo fra il primo lavoro ed il secondo, per cui ti chiedo se per favore puoi farmi trovare il bagno libero quando torno a casa alle sette. Così faccio la doccia e vado.»

«Lavori anche questa sera?»

«È un problema?»

«Nono, assolutamente. Pensavo... Pensavo avremmo cenato insieme per... Era solo un'idea mia, non ne avevamo parlato. Come non detto.»

«Okay. Passa una buona serata, allora.»

Olivia salutò Enzo con un cenno militare ed uscì dall'appartamento prima che la situazione si facesse ancora più imbarazzante.

Non poteva funzionare.

Olivia si era sforzata di crederci, ma ora che Enzo era sotto il suo stesso tetto le sembrava tutto ancora più assurdo. Avrebbe aspettato una, due settimane, forse anche un mese intero per vedere come andavano le cose, ma le sembrava ovvio che non poteva licenziarsi dal Rancio. Quella convivenza non sarebbe durata e lei doveva tenersi pronta a restituire l'anticipo sull'affitto.

Per tutto il tempo che passò lontana da casa, Olivia continuò a chiedersi cosa stesse facendo Enzo. Aveva finito di disfare le valigie? Dove aveva appeso l'accappatoio? Aveva messo lo spazzolino da denti nel suo stesso bicchiere o in un altro?

Chissà se aveva già fatto la spesa. Olivia gli aveva liberato metà frigo e metà credenza. Chissà se mangiava solo cose surgelate o se era un appassionato di cucina. E se la casa avesse cambiato odore?

Maledizione, si erano scordati di risolvere la questione armadio. Enzo non aveva ancora un posto dove mettere i vestiti. Dovevano comprare qualcosa all'Ikea, oppure potevano trovare il modo di utilizzare il mobiletto del televisore.

Olivia stava ancora pensando a questo tipo di cose mentre si cambiava nel guardaroba del Rancio, mentre appendeva le decorazioni di Halloween prima che arrivassero i clienti, mentre puliva il vomito di un ragazzino che si era strozzato con una patatina.

Era passata la mezzanotte, quando Olivia si incamminò per tornare a casa. Le faceva male tutto, ma era così agitata che non aveva un briciolo di sonno. Quando arrivò davanti alla porta del bilocale e vide che lo stipite era stato ricoperto di post-it, si allarmò subito e corse a leggerli, temendo il peggio.

"Ho fatto cadere le tue creme." diceva il primo. "Non si è rotto nulla, ma posso ricomprarle."

"Domani mi sveglio alle sette meno dieci. Se è un problema, svegliami."

"Ti ho lasciato la lucina accesa. Puoi spegnerla quando arrivi, buonanotte."

Olivia li staccò man mano che li leggeva, poi prese un bel respiro.

Eccoci.

Era arrivato il momento che temeva da quando era uscita di casa.

Olivia inserì la chiave nella toppa. La girò piano, trasalendo quando la serratura fece più rumore di quanto si aspettasse, poi aprì la porta e se la chiuse dietro subito per non fare entrare la luce delle scale. Inserì il chiavistello, sempre a rallentatore.

Nella penombra del suo salotto, Enzo Montorsi dormiva abbracciato a quel cuscino che si era portato dietro. Era sdraiato su un fianco e dava la schiena alla porta, per cui Olivia si sentì più libera di far vagare lo sguardo.

Il salotto non sembrava molto diverso. Ovvio, il divano letto occupava la maggior parte dello spazio, ma le differenze erano sottili. Da una parte c'era una pila di libri. Su una sedia erano stati preparati i vestiti per il giorno dopo. Tre paia di scarpe erano comparse vicino all'ingresso.

Olivia si tolse le sue senza fare rumore. Usando lo schermo del cellulare come torcia, spense la lucina che aveva lasciato accesa Enzo e andò a chiudersi nella camera da letto.

Olivia accese la luce. Mollò il cellulare sul materasso e si sbarazzò subito del borsone sportivo e del giacchetto, poi aprì la cerniera dei jeans. Era sul punto di tirarli giù, quando si bloccò. Chiuse la porta a chiave, poi continuò a spogliarsi.

* * *

Il mattino successivo, Olivia si svegliò ancora prima del solito. Si vestì in silenzio. Andò in bagno sulle punte dei piedi. Rubò la colazione e la mangiò in camera sua. Stava per uscire di casa per andare a lavoro, quando si imbatté in Enzo. Stava facendo colazione seduto in un angolino del divano letto, ma quando vide che Olivia era in partenza corse a mettere le scarpe.

Enzo uscì dal bilocale insieme a lei. Ad Olivia ci volle un po' per dare le mandate, ma lui non scese le scale per i fatti propri. La aspettò e non si accorse di quanto le stesse tenendo il fiato sul collo, finché lei non si girò e si ritrovarono faccia a faccia. Enzo si scusò con un sorriso e fece un passo indietro, lasciandole lo spazio per precederlo. Olivia non capiva perché Enzo facesse tanto il galantuomo, ma lo superò e scese le scale per prima.

«Buona giornata.» disse Olivia, quando furono in strada. Si allontanò a passo spedito ed Enzo per un attimo rimase imbambolato sul posto, poi le corse dietro.

«Tu come vai a lavoro?»

«A piedi, se vado al pub. Altrimenti in autobus.»

«Per andare a Modena?»

«Sì.»

«Con il Tredici?»

Ma che voleva Enzo?

Olivia si calcò la borsa sulla spalla. Marciava veloce, ma Enzo le stava dietro senza farci caso.

«Tu non vai a lavorare?» gli chiese, molto più indispettita di quanto Enzo percepì.

«Certo. Prendo il bus anche io.»

«Il mio stesso?»

«Mi sa di sì. Ma scendo in centro.»

«Okay.»

«Ti dà fastidio?»

Tremendamente.

«No. Figurati.»

Olivia ed Enzo camminarono una di fianco all'altro fino alla fermata dell'autobus, ma lo fecero ben separati, in silenzio totale, senza guardarsi.

Enzo pensava che Olivia fosse una di quelle persone che al mattino non amano parlare. Olivia si chiedeva se avesse dovuto sopportare quel supplizio ogni volta che aveva il turno delle otto.

L'autobus era già alla fermata quando arrivarono. Anche questa volta, Enzo cedette il passo ad Olivia e la lasciò salire per prima. Olivia convalidò l'abbonamento senza tirarlo fuori dal portafoglio, mentre Enzo dovette fermarsi a fare il biglietto alla macchinetta, ma quando ebbe fatto raggiunse Olivia e si sedette di fianco a lei senza pensarci due volte, anche se c'erano altri posti vuoti.

Olivia non lo considerò. Si mise gli auricolari senza fili nelle orecchie e cominciò a sfogliare un quadernone ad anelle pieno di scritte e colori che tirò fuori dalla sua borsa. Vedendo che lei aveva da fare, Enzo prese un libro dalla sua valigetta da professore e cominciò a leggere.

Per un po' andò bene così.

Enzo era occupato. Olivia non si sentiva in obbligo di fare conversazione.

Poi ad Olivia cadde un auricolare e questo cominciò a rimbalzare da tutte le parti. Olivia cercò di acchiapparlo prima che rotolasse troppo lontano, ma nel chinarsi le cadde pure l'altro.

La giornata era partita male e non aveva intenzione di migliorare, a quanto pare.

Olivia si alzò e andò a caccia del primo auricolare. Lo ritrovò nell'angolo più sporco di tutto l'autobus e per raccoglierlo dovette scomodare una donna in sedia a rotelle. Si scusò cento volte, poi andò all'inseguimento del secondo.

Non aveva visto dov'era caduto, ma non ce ne fu bisogno. Enzo lo aveva trovato per primo e lo stava pulendo con un angolo della giacca.

«Vuoi un fazzoletto?» le chiese Enzo. «Aspetta, ho un pacchetto in borsa-»

«Puoi smettere di essere così gentile?» sbottò Olivia. «Siamo coinquilini, non amici.»

Enzo non si aspettava quella reazione. Olivia gli strappò di mano l'auricolare, ci diede una pulita sbrigativa con le mani e lo rimise nella custodia una volta per tutte. Tornò a sedersi al posto di prima ed Enzo la seguì, ma continuava a non capire.

«Scusa.» le mormorò. Non servì a molto.

Dopo qualche minuto di disagio, Enzo si alzò e si sedette da un'altra parte.

Lui ed Olivia guardarono in direzioni opposte per tutta la durata del viaggio. Nessuno dei due riprese a leggere. Nessuno dei due riprese ad ascoltare musica. Quando l'autobus arrivò in centro a Modena, Enzo scese lanciando un'occhiata ad Olivia, ma non la salutò.

Olivia ignorò i sensi di colpa.

Spazio Autore:

"R" è un episodio molto speciale. Non solo per quello che succede ad Enzo ed Olivia, ma proprio per la storia in sé. Dovete sapere che all'inizio era concepita per essere molto più breve, ma mercoledì prossimo arriverà un personaggio che, pur di non tagliarlo, mi ha convinto ad allungare tutto creando la struttura a miniserie che leggete oggi ✨

Ne approfitto per farvi gli auguri di Buon Natale con un po' d'anticipo💜

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