TMNT | You saved me

By adoharry

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Era già notte fonda, la piccola Kira stava saltando da un tetto all'altro, come era suo solito fare, quando v... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 17

Capitolo 16

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By adoharry

«Kira, che diavolo stai facendo? Dobbiamo andare via, lasciaci», provò a farla rinsavire Raffaello.

Era davvero la ragazza che aveva conosciuto poco tempo prima? No, impossibile. Non era lei. Non poteva esserlo.

Le avevano fatto qualcosa, ne era più che sicuro. Il cuore batteva all'impazzata. Era incredulo.

Kira non rispose, anzi non lo guardò nemmeno. Occhi persi nel vuoto, era come se non fosse realmente lì. Non era più padrona del suo corpo e della sua mente. L'avevano persa definitivamente?

Leonardo non spiccicò una parola, era bloccato. Guardava semplicemente la scena con occhi sbarrati. Che accidenti stava succedendo?

Dietro di loro si sentì un tonfo: Tiger Claw li aveva raggiunti e aveva riacquisito un minimo di razionalità che lo rendeva un po' più umano. Con ancora il respiro pesante, cercò di darsi un contegno di fronte a Shredder e si inchinò.

Il capo ghignò.

Era esattamente quello che si era immaginato da quando aveva organizzato quel piano, tanto assurdo quanto infallibile. Dovevano piegarsi tutti davanti al suo potere. Il mondo avrebbe visto cosa significava andare contro di lui.

«Cosa vuole che faccia adesso, signore?», domandò meccanicamente Kira.

«Portali nella cella preparata appositamente per loro. Ti potrai divertire a torturarli più tardi. Intanto aspettiamo che ci raggiungano anche le altre due tartarughe e da quello che sento non ci vorrà molto», era sicuro che già fossero già entrati in azione per trovare Raph e Leo, era solo questione di attimi e anche loro sarebbero caduti nella trappola. Doveva solo avere un altro po' di pazienza e magari avrebbe raggiunto un altro obiettivo, quello più importante: uccidere quel maledetto topo.

Si voltò e si diresse verso l'uscita con al seguito Baxter Stockman e Tiger Claw. Aveva un incontro con alcuni venditori di armi in nero quindi si sarebbe assentato per un po' ma era consapevole che la ragazza avrebbe eseguito l'ordine. Non c'era nulla di cui preoccuparsi.

No... Donnie... Mickey...

«Tu non li toccherai!», sentendo quelle parole i due fratelli provarono di nuovo a rialzarsi ma ogni possibilità di fuga svanì nel momento stesso in cui Kira usò i suoi poteri per schiacciarli ed esercitare una pressione su di loro, ancora stesi a terra, senza dare segni di cedimento. Gli mancava l'aria data la forza utilizzata, infatti boccheggiavano nel tentativo di non svenire.

«Ki... ra... fer... mati...», Raffaello riuscì a dire a malapena. L'avrebbe salvata, l'avrebbe liberata da quella gabbia in cui l'avevano messa.

Ancora una volta Kira rimase in silenzio.

«Ti... prego...», non una singola parola.

Maledetti, come l'avete ridotta!?

Sul pavimento si formarono delle ragnatele di crepe, a dimostrazione della presa ferrea della ragazza.

Era lei che comandava e loro l'avrebbero seguita senza fare storie. Non li avrebbe lasciati andare per nulla al mondo.

Così, cominciò a trascinarli con forza fuori dal laboratorio dato che la "sorpresa" loro riservata si trovava nel palazzo di Shredder.

«No, no, aspetta! Si può sapere che ti prende? Ti sei dimenticata di noi, di me?», urlò Raph provando ad afferrarle la mano ma Kira lo fermò immediatamente, stringendo la presa e scuotendolo un po'.

Per la prima volta da quando si era risvegliata cambiò espressione. I suoi occhi divennero più scuri, labbra strette e nervi tesi.

«Non provarci mai più, hai capito?», gli ringhiò a pochi centimetri dal viso.

Il giovane spalancò la bocca per dire qualcosa ma non emise un suono. Questo fece male. Non voleva nemmeno che la toccasse. Per un attimo si sentì perso.

«Raffaello facciamo come ci dice», gli consigliò il fratello che saggio com'era decise che non era il momento per fare pazzie. Avrebbero escogitato qualcosa e se la sarebbero cavata come sempre.

«Ma...», provò a ribattere l'altro ma ricevette solo un'occhiata di fuoco.

«Forza, camminate», ed in silenzio uscirono da lì.

*****

«Michelangelo fa più piano! Ti ricordo che sei un ninja ma hai la delicatezza di un elefante in una gioielleria», si mise una mano in testa Donatello riprendendolo, dopo che i suoi passi risuonarono per tutto l'ambiente circostante.

Dopo aver girovagato un po', cercando di non essere scoperti, erano riusciti a creare una mappa mentale dell'edificio e adesso stavano percorrendo un corridoio che credevano li avrebbe condotti nella direzione giusta.

O meglio, Donnie lo credeva.

Mikey non aveva fatto altro che lamentarsi per tutto il tempo di avere fame, non ascoltando minimamente le proposte del fratello.

Il piano era quello di andare a controllare i sotterranei.

Avevano pensato che sarebbe stato stupido da parte di Shredder, lasciare Kira in bella vista nell'androne principale, senza un'attenta sorveglianza, quindi l'avevano sicuramente rinchiusa da qualche parte. Avrebbero cominciato a perlustrare il palazzo dal basso, per poi salire.

Le pareti erano come al solito spoglie di qualsiasi decorazione ma la struttura imponente, che ti mozzava il fiato al solo sguardo, bastava per mettere timore a chiunque non era il benvenuto e cercasse di entrare. L'atmosfera aveva mantenuto quella sua particolare caratteristica misteriosa e tetra, capace di risucchiarti se non ti concentravi al massimo.

Dovevano rimanere lucidi.

C'era silenzio, troppo silenzio per i loro gusti. Si percepivano solo i loro respiri e i rumori tipici delle strade della chiassosa New York.

Ancora non avevano intravisto nessuno.

Che strano, di solito il perimetro è circondato.

«Ma siamo sicuri che Kira si trovi qui? Magari l'avranno portata da qualche altra parte», chiese giustamente il più piccolo notando l'assenza di guardie.

Se ci fosse un prigioniero, non dovrebbero controllare che non scappi?

Donatello ci pensò un po' su.

«Può essere, però controlliamo ugualmente», rispose accelerando il passo.

Mikey poteva aver ragione, per la seconda volta nell'arco di poco tempo. Non sapeva se fosse questo fatto a spaventarlo di più o che la ragazza potesse essere veramente in tutt'altro posto.

Continuarono a camminare con i sensi ben in allerta e le armi strette tra le mani.

Sembrava di essere in un labirinto: ogni corridoio principale aveva altrettante diramazioni che portavano in angoli ancora più remoti e il loro unico scopo era quello di depistare il povero sfortunato che era finito in quella rete, facendogli perdere il senso dell'orientamento.

«Secondo te, Leo starà bene?», domandò di punto in bianco il fratellino. Anche se era il più piccolo, si preoccupava allo stesso modo per i suoi fratelli.

Inoltre erano all'oscuro che anche Raph si fosse unito alla festa quindi credevano che Leonardo stesse completamente da solo.

Donnie lo guardò.

Cosa doveva fare? Dirgli la verità sul fatto che non ne avesse idea oppure rassicurarlo per il suo bene?

Sospirò, guardando dritto di fronte a sè.

«Si, Mikey... sta bene. È il nostro leader. Riesce a cavarsela sempre», optò per la via migliore. Non era necessario infondergli ulteriori dubbi ed incertezze, altrimenti non avrebbe dato tutto se stesso in caso di necessità perchè aveva la testa altrove.

Quest'ultimo annuì a quell'affermazione, «Si, hai ragione».

Con un po' più di sicurezza in corpo, proseguirono con la ricerca: ancora corridoi e porte chiuse a chiave. In quel momento l'unica cosa che speravano era di lasciare quell'incubo il prima possibile e di farlo ancora tutti interi.

All'improvviso sentirono qualcosa: dei rumori provenire dal piano di sopra. Tonfi, qualcosa che veniva sbattuto, movimenti per nulla aggraziati.

Chiunque fosse arrivato, essere silenzioso era l'ultimo dei suoi problemi.

Il chiasso cominciò ad essere incessante e si avvicinava sempre di più.

Grida, qualcuno stava urlando, continui lamenti che non cessavano.

Ma che diavolo...

Sentirono anche il suono di una serratura che veniva sbloccata e lo scricchiolio di un porta che veniva spalancata. Le due tartarughe sbiancarono.

Erano proprio dietro di loro.

«Dobbiamo nasconderci subito!», sussurrò Donnie.

Alla loro destra c'erano delle scale che portavano ancora più in profondità, letteralmente sottoterra.

«Ma stiamo girando il remake di "Viaggio al centro della Terra" e non lo sapevamo?», commentò Michelangelo facendo alzare gli occhi al cielo al fratello che lo zittì con uno "shhh", con tanto di dito sulla bocca.

Man mano che scendevano l'ossigeno cominciava a non bastare più, tanto che l'aria stava diventando rarefatta. Avevano la sensazione di star soffocando e non mancò qualche colpo di tosse. Quell'edificio rispecchiava in tutto e per tutto il suo padrone di casa.

«Certo che con tutto quello che combinano, le potrebbero anche comprare delle maledette lampadine. Non si vede nulla!».

«Ma vuoi stare zitto?», lo riprese l'altro stufo del suo essere così pignolo e precisino. Come se a Shredder importasse qualcosa dei suoi inutili commenti.

Gli tappò la bocca proprio quando udirono dei passi veloci e delle voci stremate.

Si guardarono negli occhi.

Chi sarà sceso fin laggiù? Saranno tornati gli scagnozzi di Shredder?

«Kira ti prego, fermati. Non sai cosa stai facendo. Ti controllano la mente. Maledetti! Ovunque voi siate ve la farò pagare cara!».

Il sangue gli si fermò e si voltarono indietro.

«Smettila di parlare», si sentì il suono di uno schiaffo.

Non saranno mica...

I loro dubbi vennero messi a tacere quando una terza persona parlò.

«Vi porterò fuori da qui. Ce ne andremo tutti insieme».

Leonardo.

Cosa ci facevano lì? Perchè non scappavano? Perchè non li avevano avvisati che erano riusciti a trovare la ragazza.

Qualcosa non quadrava.

«Sono davvero loro! Andiamo», Mikey tutto contento e sorridente non fece in tempo a fare un passo che Donatello lo afferrò per il guscio per fermarlo.

«Ma che fai?», gli chiese giustamente.

Dopo essersi assicurato di tenerlo ben fermo si rigirò nella direzione in cui stavano andando e notò una porta.

Dovevano nascondersi.

«No, Donnie fermo... È la direzione sbagliata quella, loro sono di là», gliela indicò ingenuamente con il dito ma il fratello non lo ascoltò e con una rincorsa sperò con tutto se stesso che quella porta di aprisse, altrimenti erano spacciati.

Ti prego, fai che sia aperta, fai che sia aperta... pregò chiudendo gli occhi, aspettandosi di andarci a sbattere contro.

Questo però non accadde.

La porta miracolosamente si aprì e con la stessa velocità con la quale erano entrati, Donnie si sbrigò a richiuderla.

Si appoggiò ad essa e riprese fiato.

«Mi spieghi cosa ti è saltato in mente? Sono i ragazzi e Kira, l'hanno trovata! Ora possiamo andare a casa», disse Michelangelo spiegandogli che non c'era nessun pericolo nei dintorni.

«No, Mikey. Ho un brutto presentimento», lo guardò nella speranza che gli desse retta almeno per quella volta.

«Non capisco...», disse con voce bassa nella confusione più totale. Perchè Donnie si stava comportamento in quel modo? Non era lo scopo della missione recuperare Kira?

«Ti chiedo solo di fidarti di me», insistette l'altro, appoggiandogli le mani sulle spalle.

Dopo qualche secondo il più piccolo scosse la testa su e giù. Lo avrebbe ascoltato.

Con molta attenzione si appoggiarono alla porta e udirono il suono di passi che si allontanavano. L'avevano scampata per un pelo.

«Dobbiamo andare a fondo in questa storia. Perchè accidenti si trovano qui sotto?».

«Magari pensano che siamo in pericolo», ipotizzò l'arancione.

«Non credo. Non ci è arrivata nessuna chiamata e stranamente il telefono prende anche qui sotto».

«Ma poi perchè anche Raph è qui?», si chiese Donnie.

«Lo conosciamo. Non sarebbe mai rimasto al rifugio sapendoci in giro, con Kira scomparsa nel nulla. In fondo me l'aspettavo da lui».

«A proposito di Kira, non hai notato qualcosa di diverso?», gli chiese sempre il più grande.

«Anche tu hai avuto quest'impressione di vuoto e malinconia?», l'altro annuì.

«Dobbiamo fare assolutamente qualcosa», si fecero forza a vicenda.

I loro fratelli avevano bisogno di loro, per questo avrebbero risolto la situazione e riportato tutti a casa.
Per una volta sarebbero stati loro gli eroi.

Quando si girarono per scoprire dove erano finiti e cosa ci fosse nella stanza, si bloccavano sul posto e strabuzzarono gli occhi.

«Ma... non può essere».

«Quindi è questo a cui stavano lavorando per tutto questo tempo?», si addentrarono nella stanza.

Immagini del genere le avevano viste solo nei fumetti di fantascienza di Mikey ma a quanto pare è proprio vero che la realtà supera la fantasia.



*****

Angolo autrice
Ciao a tutti, come state? Come stanno andando le vacanze? Io ho un esame a fine luglio, speriamo bene. Spero il capitolo via piaciuto e mi scuso per eventuali errori. Ci sentiamo alla prossima.

Un bacio!
-V.

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