Narcissus.

By voraginee_

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Chicago era stata suddivisa in cinque gruppi,chiamate fazioni fra cui: Abneganti, Intrepidi,Eruditi,Candidi e... More

protagonists
chapter 1.
chapter 2.
chapter 3
chapter 4
chapter 5
chapter 6
chapter 7
chapter 8
chapter 9
chapter 10
chapter 11
chapter 13
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chapter 19
chapter 20
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chapter 22
chapter 23
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chapter 28
chapter 29
chapter 30
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chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
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Chapter 105
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Chapter 107
Chapter 108
Chapter 109
Chapter 110
chapter 84
Narcissus.

chapter 12

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By voraginee_

«Scrivo quando casa mia è completamente rumorosa trovando rifugio nei miei pensieri mentre nella mia mente si rincorrono idee folli le quali seguono solo e soltanto progetti senza uno scopo
Ogni volta era cosi.. picchettavo sul foglio cercando le parole adeguate per parlare di me stessa..ma la verità era che Scrivere in penna mi irritava.
Il suo inchiostro rimaneva
intrappolato dentro il foglio senza potersi liberare.
Tutte quelle frasi dimenticate, cancellate e soffocate con
scarabocchi insignificanti,
Rimpiazzate con nuove parole scritte meglio con una lettera in più, forse.
terminavo sempre con un foglio stropicciato e l'inchiostro di una biro quasi scarica con qualche bolla sulle falange della mano sinistra, quella con cui scrivevo immense bozze che non mi convincevano per niente e allora, ricominciai sperando che anche la mia vita potesse ripartire da zero, anche per capire quale fosse il senso di vivere una routine che consideravo fiacca e gran parte monotona.
Amante della letteratura, delle macchine da scrivere vintage e delle biblioteche.
Per quanto possa essere sorprendente da credere, nella mia giovane età ero come si vuol dire un piccolo 'topo da biblioteca' in quanto avrei voluto passare tutto il resto della mia Adolescenza chiusa in Quattro mura sommersa di romanzi del mio genere preferito senza aver l'ora dettata dai miei genitori per rincasare.
'La ragazza dai capelli color carota' era uno dei miei soprannomi preferiti quando avevo ancora degli amici prima di rifugiarmi in me stessa e nelle frasi che scrivevo pensando di avere un futuro in quanto amante della scrittura.
Era l'unica forma di amore che conoscevo, quella di introdurmi con la vasta fantasia che fortunatamente avevo in possesso per leggere anche fra le righe, le parole non scritte dall'autore stesso.
Non mi spiego come avessi potuto appassionarmi così tanto, ma ero certa che nelle pagine contrassegnate con dei numeri in basso a sinistra.. i lettori erano le uniche persone che non mi avrebbero mai giudicato semmai avessi dovuto confidarmi attraverso i protagonisti e lo facevo, tutte le volte.
Ogni storia, ha un fine ben preciso.. quella di far suscitare alle persone emozioni, cosi che magari nei testi si sentano come se fossero in un posto sicuro.
Perché io non lo sono mai stata, anche per questo navigavo nelle attenzioni che richiedevo da parte dei miei compagni di vita, volevo soltanto sentirmi apprezzata poiché di me stessa non apprezzavo assolutamente nulla.
Immensi abbracci per cercare un posto nel mondo che mi spettasse, quando in realtà cercavo soltanto persone che raffigurassero il senso di casa.
E pensare che volevo soltanto qualcuno che credesse in me, che mi spronasse a dar il massimo in tutte le situazioni quando in verità, contavo solo sulle mie gambe lunghe e snelle.
Bisognava aprire gli occhi e vedere il mondo per com'era fatto sul serio, nessuno si sarebbe fermato ad aiutare una persona che ne aveva veramente bisogno..avrei voluto soltanto sconfiggere i demoni interiori che giocavano a una lotta clandestina facendomi sentire vuota, quasi incolmabile dal mio stesso dolore che mi sono autoprovocata col passar del tempo..
Ritenevo che sia giusto rimanere in silenzio perché nessuno oltre me, sapeva delle battaglie che avrei voluto vincere e del putiferio che si insinuava nella mia mente.
Lungo le guance rosee scendevano con fare disperato alcune lacrime salate, ognuna di esse era per un motivo di diverso.. era così strano piangere senza un perché, stavo solo male e volevo esternare tutto il dolore che risiedevo nel mio cuore, distruggendo cosi l'apice del mio spettacolo comico.
Incolpo il mio passato, dalla gioventù priva di amore fino alla mia morte prematura.
In tutto il tempo passato sulla terra, non avevo mai trovato un uomo che potesse amarmi
L'amore per me, raffigurava quel sentimento, che anche se sapevo che avrebbe potuto farci soffrire, ogni volta che ce ne imbattiamo, indipendentemente da tutto, ci rendiamo conto sempre di più che ci fa sentire vivi e questo proprio perchè ci completa,
E' bello pensare che un insieme di emozioni, piuttosto che opinioni che abbiamo per una persona a noi inizialmente sconosciuta, ci potrebbe permettere di poter far iniziare un nuovo percorso, un nuovo capitolo della nostra vita, che magari inizialmente potrebbe renderci insicuri, spesso anche dubbiosi e pieni di paure. Fondamentalmente però, l'amore, ci rende fiduciosi di ciò che potrebbe essere tutto quello che potremmo vivere, abbattendo ogni nostro limite.
l'amore ci rende vivi, affascinati e innamorati della persona che abbiamo al nostro fianco permettendoci di amare anche ogni singolo difetto.
Il volersi bene, si costruiva passo per passo. Ma l'amore...quello vero, quello giusto...no. lo senti a primo impatto, non aveva limiti, non aveva tempo. Era come dire "ti sento". Sembrare di avere un contatto anche solo con uno sguardo, un sorriso, o semplicemente un momento di silenzio.  tenersi per mano sempre, anche quando tutto sta andando male. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro può cambiarti drasticamente l'esistenza.
Avevo spento le mie emozioni, come se ci fosse un tasto per collegare cervello e cuore..
la verità era che senza amore mi rifugiavo nei libri per bisogno..
Bisogno di sentire, provare, sperimentare, assorbire l'amore che non avevo avuto e che non avrei voluto avere mai, attraverso pagine di libri e personaggi di carta..

Ci immedesimiamo in queste creature fatte di lettere e rimanendo ad immaginarci il futuro.
Io non volevo mai innamorarmi,
sapevo che quel fanciullo non avrebbe mai portato nulla di buono nel cammino dove mi ritrovai persa proprio come il Dante, solo che a differenza del poeta non avevo nessuna guida.
Non avevo mai avuto una persona come Virgilio al mio fianco, avevo sempre la voglia di fare le cose da sola.. a imparare a convivere soltanto con me stessa ed essere autonoma.
La vita mi insegnava a sopravvivere, quando in realtà dovevo soltanto vivere.
E non capivo se avevo voglia di strapparmi il cuore o gli occhi poiché
alzando il mio sguardo furtivo alla finestra notai la luna che in quella notte calde e mite  mi abbracciò come se fossi caduta nelle braccia di morfeo...

N/A
Questo capitolo è da revisionare come quelli precedenti, vi avviso già!

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