Narcissus.

By voraginee_

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Chicago era stata suddivisa in cinque gruppi,chiamate fazioni fra cui: Abneganti, Intrepidi,Eruditi,Candidi e... More

protagonists
chapter 1.
chapter 2.
chapter 3
chapter 5
chapter 6
chapter 7
chapter 8
chapter 9
chapter 10
chapter 11
chapter 12
chapter 13
chapter 14
chapter 15
chapter 16
chapter 17
chapter 18
chapter 19
chapter 20
chapter 21
chapter 22
chapter 23
chapter 24
chapter 25
chapter 26
chapter 27
chapter 28
chapter 29
chapter 30
chapter 31
chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 39
Chapter 40
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Chapter 48
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Chapter 59
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Chapter 61
Chapter 62
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Chapter 65
Chapter 66
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Chapter 99
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Chapter 101
Chapter 102
Chapter 103
Chapter 104
Chapter 105
Chapter 106
Chapter 107
Chapter 108
Chapter 109
Chapter 110
chapter 84
Narcissus.

chapter 4

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By voraginee_

Ero una ragazza dai capelli rossi,tutti li definivano color carota e mi facevano sentire unica, perché nessuno era in possesso di quel colore di capelli ,nella mia frazione e in tutta Chicago
Tutti mi riconoscevano per quello,era una caratteristica che mi differenziava.
E a me piaceva tanto, sapevo che non passavo inosservato sotto lo sguardo delle persone e il color carota faceva gran parte del lavoro per attirare l'attenzione,che mi rendeva soddisfatta.

I miei occhi erano chiari,verdi ma allo stesso tempo celesti..avevano anche delle striature marroni alla parte esterna dell'iride.

Mancava solo che avessi anche dei pois rosa.

Ironicamente parlando, non era brutto il colore ma passavo interi minuti a capire che colore fossero realmente davanti allo specchio e descrivere quel colore,era faticoso.

Il mio naso era proporzionato al mio viso, non mi faceva impazzire di profilo ma non gli davo molta importanza.
Le labbra piccole e rosee, erano sottili ma a me piacevano.

Il mio corpo era in costante lotta, a volte prendevo peso e in altre circostanze,lo perdevo costantemente.
A tratti mi piaceva molto,a volte no e mi odiavo.

Mi dovevo ancora conoscere,ma almeno avevo tutto il tempo per farlo con calma e capire molte cose di me stessa.

«Nemesi!»Mi richiamò Melek quando mi alzai con uno sbuffo dal il suo letto che ritenevo molto comodo, quasi come il mio.

Quel giorno rimasi a pranzo a casa sua, Volevamo passare del tempo insieme ed ero molto contenta del suo invito,parlavo molto con sua madre.

Non di me,o di lei...degli altri.

Era un fenomeno quella donna,era molto simpatica e mi trattava come se fossi di famiglia e ne ero molto grata.

Sapevo che potevo contare su di loro per qualunque cosa.

Vedevo degli articoli che riguardavano gli esclusi e uno di loro era davvero un bel escluso,era di una bellezza incredibile.

Non mi spiegavo il perché fosse così bello,ero così presa da lui e non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua figura minuta quando lo vedevo..

Così anche la mia amica Melek che era molto presa proprio come me.

«Quant'è bello..» disse e con un fazzoletto di carta feci finta di raccogliere la bava.

«Non fare la fiscale,so che ti fa impazzire il suo essere così sciatto»

«Il problema è che a me fanno impazzire i bei ragazzi» mi lamentai buttando il mio corpo mezzo morto sul materasso di Melek.

«Che cosa farei per essere ricca»

«Anche stare con un vecchio ultra cinquantenne?»

«Mhh» feci finta di pensarci su ma conosceva la mia risposta,difficilmente ero una che cambiava idea o pensiero.

«No. Mi limito ai trentenni ultra fighi esclusi che volevano soltanto cambiare le cose con affari loschi»

Scherzai, credo.
Almeno speravo che fossi ironica..

«Ti piacciono quelli cattivi eh?»

«Si.» lo ammisi.
« Per questo non sono mai stata interessata seriamente ad un nostro coetaneo»

«Sei una brutta persona. Usi i tuoi coetanei solo per le attenzioni!» Ridacchiò

«Ringraziamo che mi fermo solo ai ragazzi» le feci una linguaccia

«Nessuno ti crederebbe se dicessi che ti attraggono anche le ragazze»

Rimasi confusa e chiesi cosa intendesse con quella frase.

«Perché?«

«Perché sei una morta di cazzo»

Scoppiammo a ridere e appena entrò sua madre,ritornammo serie

«io non so di cosa stiate parlando e non ne voglio sapere assolutamente nulla. Mi chiedevo se nemesi si fermasse anche a cena»

«Oh, tranquilla..grazie ma vado a casa fra un po'» dissi guardando l'orologio che segnava le venti.

«Sicura?sappi che non crei nessun disturbo»

«Certo, tranquilla. So di non esser un disturbo»

«Okay,come vuoi. Verrai a farci visita domani. Ci conto!»

«farò il possibile per farti ricordare di me prima del test carissima!» le dissi

«è difficile dimenticarsi di te, sei veramente un uragano qui..la tua assenza la sentiranno tutti...persino i Doughal che come sai..ti odiano per aver picchiato a sangue il loro primo genito»

«non è colpa mia!» mi giustificai.

Daniel Doughal, l'odio fatto in persona..da piccoli voleva tagliarmi i capelli,un giorno iniziò a tirarli più volte con le mani e di conseguenza diedi un pugno su quella faccia da buffone che si ritrovava già a sei anni.

Ero una bambina un po' difficile da gestire,mi arrampicavo sui frutteti per staccare le pesche poste sui rami più alti, una volta scivolai da un ramo e mi feci una bella ferita che mi procurò una cicatrice profonda sul petto...rischiai di morire ma la mia parte divertita era entusiasta e volevo farlo più volte.

Ma tutti i pacifici avevano visto la brusca caduta e avevano avvisato già mia madre che quel giorno me le disse di tutti i colori.

«sono felice di averti conosciuta nemesi,sei una ragazza forte..so che farai la scelta giusta..averti in questa casa per me è un onore,sei una forza della natura e meriti di essere felice perché tu sei uno spirito libero e nessuno se non te stessa può darti ordini o spiegarti come vivere.
Io so che persona sei,il tuo valore..devi solo capirlo tu e finalmente ti vedrai con occhi diversi..proprio come faccio io quando sei nel mio radar..non guardo una bambina,guardo una donna sicura sul da farsi...»
Le sue parole mi lasciarono interdetta ma la ringraziai.

Era davvero come una figura materna per me,mia madre quelle parole non me l'avrebbe mai dette neanche sotto tortura.

La madre di melek si passò la mano sulle guance,segno che erano scese alcune lacrime..io e la mia amica ci guardammo e all'unisero la circondammo in un abbraccio.

«siete cresciute così in fretta ragazze,vi voglio bene.
Non ho voluto perdermi un solo istante della vostra infanzia.» sussurrò.

«nemesi» tirò su col naso.

«tua madre ti vuole bene, ti ama..anche se non lo dà a vedere..ha solo paura per te,non vuole tenerti qui prigioniera perché lei l'ha capito prima di tutti che eri nella fazione sbagliata ma è stato un onore per tutti noi averti»

E ritornò in cucina,ma prima di aprire la porta della camera di sua figlia,si voltò.

«E comunque, chi è la morta dell'apparato riproduttore maschile?»

Cazzo.

«non io!» urlò Melek

N/A
Eccovi il primo capitolo della settimana,la storia sta prendendo ancora forma!
Come va l'estate?

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