SCP e il Culto del Divoratore...

By NazarTheEzio

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Un antico Culto fondato in seguito al contenimento di un'anomalia ha radunato in un Microuniverso alcuni degl... More

No. 24,1 - Torneo
No. 24,2 - Drakma
No. 24,3 - Deer
No. 24,4 - Delta
No. 24,5 - Intromissione
No. 24,7 - Scossa
No. 24,8 - Impenetrabile
No. 24,9 - Unione
No. 24,10 - Ritorno

No. 24,6 - Incontro

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By NazarTheEzio

Deer non smette di correre nella direzione da lui scelta. Schiva alcune mangrovie che gli si parano sul percorso, ma non cambia la il suo percorso nemmeno di un millimetro. Da una parte pensa al combattimento tra Dune e quell'entità fatta di radici, dall'altra alla sua meta. "Ormai non dovrebbe mancare molto.", pensa. "Ci siamo quasi." Pochi metri dopo finalmente vede l'uscita dalla foresta. Oltrepassa l'ultima mangrovia e si ritrova in uno grande spiazzo, di circa quattro chilometri di diametro, completamente ricoperto da radici più piccole che si intrecciano tra di loro e si avvolgono attorno a quelle più grandi e robuste. Queste ultime sono disposte a raggiera e, se si segue con lo sguardo la loro estensione, sembra che convergono tutte ad una mangrovia centrale, alta oltre cinquecento metri e dal diametro in basso di circa cento metri.

Poi lo sguardo di Deer smette di cercare la chioma della mangrovia centrale, nascosta dalla foschia scura, e con la coda dell'occhio nota un'altra figura umana scura alla sua destra. La guarda intenta ad osservare con attenzione l'enorme pianta, con il braccio destro robotico tra i capelli neri. Sta per avvicinarsi all'uomo, quando davanti a lui nota un'altra figura umana urlante avvicinarsi a loro in volo a grande velocità. Appena si rende conto che si tratta di una donna, scatta in avanti per poterla afferrare al volo. Ma in quello stesso momento anche l'altro uomo se ne accorge di lei e precede Deer.

Delta, in pochi attimi, cerca di calcolare la traiettoria che la ragazza sta compiendo e il suo punto d'impatto. Si mette in posizione con una gamba in avanti, aumentando la sua stabilità, e le braccia protese per prenderla al volo. La ragazza, tutto d'un tratto, si gira in mezz'aria e atterra in piedi proprio davanti a Delta con gli occhi sgranati per la sorpresa e Deer in avvicinamento. Dopo aver smesso di urlare per la rabbia, Drakma fa un profondo respiro e si volta verso gli altri due.

-Beh? - Dice rivolta verso Delta. - Cosa fai con le braccia alzate? Aspetti che cada qualcosa dal cielo?

Delta, accortosi della sua non poco imbarazzante postura, abbassa le braccia e si rimette con la schiena dritta. Poi le dice:

-Sbaglio o poco fa stavi cadendo tu?

-Se stavo cadendo oppure no, sono affari miei. E comunque non ho alcuna voglia di raccontare i fatti miei agli altri. Chiaro?

-D'accordo, va bene. Ma adesso calmati. - Si aggiunge Deer fermandosi vicino a loro.

-Come pretendi che io stia calma dopo che un ammasso di radici ha ucciso tutti i miei alleati che sono riuscita a raccogliere e che dopo mi ha lanciata fino a qui?! - Esclama Drakma, buttando fuori tutta l'aria che aveva nei polmoni e riprendendo il respiro. Delta e Deer si guardano l'un l'altro e scrollano le spalle.

-Comunque, voi due chi sareste? - Chiede alla fine Deer.

-Chi siete voi, piuttosto? - Risponde Drakma.

-L'ho chiesto prima io. - Ribatte Deer.

-Visto che siamo tutti sulla stessa barca, è inutile arrabbiarsi tra di noi. - Si aggiunge Delta. - Anch'io ho perso tutti i miei alleati per colpa di un'entità formata da sole radici e scommetto che è successo anche a te, ehm…

-Agente Speciale Deer. - Lo aiuta l'uomo coi naniti.

-Cervo? Perché ti chiami "Cervo"? - Chiede Delta inclinando leggermente la testa con uno sguardo interrogativo.

-Ho detto Deer.

-Appunto, Cervo.

-Deer.

-Cervo.

-"Deer" è il mio nome in codice, cretino! - Esclama l'uomo spazientito. - Non ha niente a che fare con le corna!

-Ok. - Risponde Delta in tono distaccato.

-Ma quanto chiasso bisogna fare per presentarsi. - Sospira la ragazza. - Sono Agente Speciale Drakma. Piacere di conoscervi.

-Piacere è tutto mio. Sono Agente Speciale Delta. - Dice l'aborigeno rivolgendosi verso la ragazza e porgendole la mano. Lei non la considera nemmeno e guarda invece la mangrovia centrale.

-Sarà questo il centro? - Chiede lei.

-Immagino di sì. - Risponde Delta abbassando la mano. - E sono piuttosto sicuro che l'organizzatore del torneo sia proprio dentro quella pianta.

-Il Maestro. - Mormora Drakma.

-Lo conosci? - Chiede Deer.

-No. L'ho sentito nominare da quell'ammasso di radici ambulanti prima che mi lanciasse in aria.

Delta alza lo sguardo verso la mangrovia gigante e, stringendo i pugni, sentenzia:

-Chiunque essi siano e qualunque piano abbiano, dovranno essere fermati prima che sia troppo tardi. E l'unico modo per uscire da qui è quello di distruggere ogni cosa. È ciò che dobbiamo fare adesso se vogliamo mantenere l'integrità dei nostri Universi.

Deer e Drakma annuiscono all'unisono. E in quel momento una voce cupa risuona nell'aria:

~E pensate di riuscirci? Vi ricordo che il vostro unico scopo è quello di ammazzarvi a vicenda. Solo questo semplice scopo. Vi ho anche dato una piccola mano per rendere questa finale spettacolare. Vi ho osservato fin dall'inizio e posso dire che gli altri non erano un granché rispetto a voi. Quindi voglio vedervi combattere l'uno contro l'altro alla massima potenza. Coraggio, fatemi divertire ancora di più!

-E tu hai organizzato tutto questo solo per il tuo divertimento? Sei patetico. - Risponde Drakma.

~Gi esseri mortali come voi sono patetici. Ma il nostro Signore vi usa come suo nutrimento. Dovreste sentirvi privilegiati.

-Non me ne frega niente del tuo Signore. Mi basta solo spaccarvi il culo e uscire da questo posto di merda!

~La tua insolenza e la tua rabbia ti rendono ancora più forte. Quindi perché non la utilizzi per uccidere gli altri due?

Drakma stringe i denti, ribollendo di rabbia. A quel punto Delta prende parola con una voce tranquilla:

-Faremo come vuoi. Ma prima devi rispondere alle mie domande, altrimenti faremo di testa nostra.

Deer e Drakma lo guardano confusi non riuscendo a capire per quale motivo Delta abbia accettato le regole del Maestro. Quest'ultimo, ridendo compiaciuto, risponde:

~Mi stai facendo una proposta? Molto interessante. Accetto! Fammi pure tutte le domande che vuoi. Ma non pensare di fare furbo con me.

-Non mi permetterei mai. - Continua l'aborigeno. - Prima domanda: chi siete voi?

~Mi chiamo Extorr, umile servitore del nostro Signore e creatore del Culto in suo onore.

-Seconda domanda: qual è il vostro scopo?

~Far tornare il nostro Signore libero e potente com'era prima di essere incatenato, facendogli divorare tutti gli Universi esistenti.

A questa risposta dentro la testa di Deer alcuni piccoli ingranaggi della memoria iniziano a girare lentamente. Guarda Delta e con lo sguardo cerca di spingerlo a porre altre domande. Delta se ne accorge, annuisce e continua:

-Terza domanda: perché avete riunito solo gli Agenti Speciali che hanno una parte del corpo robotica?

~Altrimenti non sarebbe stato divertente. Tutti voi avete una resistenza fisica e potenza di attacco superiori a quelle degli esseri umani completamente biologici. Anche lo spettacolo gioca la sua parte fondamentale in un sacrificio.

-Quarta domanda: oltre a te, quanti altri adepti ci sono nel tuo Culto?

~Altri tre: Faotas, Dysste e Yktar. Ma vi dico subito che non siete al loro stesso livello di potenza. Scordatevi di sfidarli perché sono stati creati da me, usando come base il mio stesso corpo.

Deer si fa sempre più insistente con lo sguardo, tant'è che Delta porge l'ultima, ma fondamentale, domanda:

-Quinta domanda: chi è il vostro Signore?

Extorr ridacchia con gusto e risponde:

~È l'essere più potente di chiunque altro. È il più temuto tra gli Universi ancora esistenti. Lui è il nostro Signore, Divoratore di Mondi!

Sentendo quel nome, Deer impallidisce all'istante. La fronte si bagna di sudore, il respiro diventa più pesante, il ritmo cardiaco accelera, i muscoli si contraggono e i denti stridono l'uno contro l'altro. I naniti all'interno dei suoi arti iniziano ad agitarsi sotto alla sua pelle, percependo la tensione in tutto il corpo. Delta e Drakma lo guardano preoccupati, non capendo cosa gli stia succedendo. Extorr inizia a ridere a crepapelle, divertito da quella reazione da parte di Deer.

~Sembra che il vostro amico lo conosca di persona. ~ Dice alla fine. ~ Provate ad immaginare l'immenso potere del nostro Signore guardando soltanto la sua espressione! Tutti quelli che l'hanno avuta, non esistono più!

-Deer, è vero che conosci questo "Divoratore di Mondi"? - Chiede Delta.

~Avanti, dillo ai tuoi amici. Sei un testimone oculare. - Commenta Extorr.

-Deer, di cosa sta parlando quello? - Si aggiunge Drakma. Deer deglutisce e, con voce tremante, risponde:

-Era una delle entità più pericolose contenute dalla Fondazione. Il suo codice era SCP-2317-K ed era dormiente e incatenato all'interno di una realtà alternativa nascosta da una semplice porta in legno, SCP-2317. Quando si era svegliato ed era riuscito a liberarsi anche dell'ultima catena, aveva provato a raggiungere il nostro mondo e divorarlo come aveva fatto con molti altri prima di essere incatenato da un certo Keshpeth. Alla fine, con un po' di difficoltà e qualche sacrificio di vite umane, siamo riusciti a ucciderlo e cancellarlo dall'esistenza.

Poi Deer si blocca e nella mente gli balena un minuscolo pensiero di speranza. Gli occhi si illuminano per un attimo e continua, rivolgendosi verso Extorr:

-Già, il Divoratore di Mondi è morto. Quindi non è lui che state cercando di risvegliare, vero? È praticamente impossibile che sia riuscito a sopravvivere.

~Ti sbagli. È proprio il nostro Signore Divoratore di Mondi che cerchiamo di risvegliare e liberare.

-Ma è morto!

~Quanto mi fa divertire la vostra ignoranza. Il Divoratore di Mondi del tuo Universo è morto, ma non quello dell'Universo dell'uomo accanto a te.

Delta sussulta per un attimo mentre Deer lo guarda con visibile spavento sul volto. Drakma, invece, non riesce ancora a capire di cosa stiano parlando e si limita ad ascoltare con molta pazienza.

-Hai detto SCP-2317? - Chiede Delta a Deer. - Da quel che so nel Sito in cui opero io una tale anomalia non è contenuta. Quindi non so nemmeno di cosa si tratta.

-Io non ho ancora capito di cosa state parlando. - Si aggiunge Drakma. - Nel mio Universo SCP-2317 è una semplice scatola di cartone di classe Safe. Anche se fa sparire qualunque cosa si metta al suo interno, non rappresenta alcun pericolo per l'esistenza.

Mentre Deer e Delta la guardano confusi, Extorr riprende a parlare:

~La ragazza non sa nulla riguardo al nostro Signore perché nel suo Universo non era mai esistito. Solo nei vostri.

-Per tutto questo tempo c'erano due Divoratori? - Spalanca gli occhi Deer.

~Esatto. E la spiegazione è molto semplice. I vostri due Universi sono speculari. Immaginate il Multiverso come una sfera in cui tutti gli Universi sono disposti ordinatamente lungo i suoi paralleli e meridiani e riempiono con la massima precisione possibile gli spazi interni di essa. Ovviamente possiede anche due poli opposti e uniti dal diametro immaginario del Multiverso. Tali poli sono proprio i vostri due Universi, gemello l'uno dell'altro, ma allo stesso tempo diversi. Alcuni eventi storici, luoghi fisici e gli esseri viventi realmente esistenti sono perfettamente uguali, gli altri completamente diversi. Ed è per questo motivo che solo nei vostri due Universi esistevano due Divoratori di Mondi: simili nell'aspetto e nella condizione di prigioniero, ma diversi nel destino. Per questo motivo un Divoratore di Mondi è morto, mentre l'altro è ancora incatenato e vivo.

-Non dirmi… - Quasi sussurra Deer. - …che sei stato tu a liberare il Divoratore nel mio mondo.

~Lo volevo fare, ma a quanto pare ci ha pensato da solo. Io mi sono solo limitato a recitare la parte di un innocuo e insospettabile spettatore. Il mio occhio ha visto ogni cosa.

Deer stringe i pugni dalla rabbia, rievocando alla memoria quello feroce scontro in cui persero la vita molti soldati, sia della Fondazione che della GOC, il sacrificio del suo suocero, Agente Speciale Donovan Steel, e del suo ritorno nel mondo dei mortali. Pensa: "Non può succedere di nuovo. Non deve succedere di nuovo. Non posso permetterlo!"

-Se si dovesse svegliare, lo si potrebbe uccidere. Vero Deer? - Chiede Drakma con un bagliore di speranza negli occhi. Ma viene presto spento dalla risposta di Deer:

-Impossibile. Noi siamo riusciti a uccidere il nostro Divoratore grazie alla tecnologia nanitica proveniente dal Dio Frantumato. Gli stessi naniti che ho adesso nel mio corpo.

-E allora proviamo! - Riprova la ragazza.

-I miei sono solo dei semplici naniti che creano un'armatura sul mio corpo. Senza altri componenti del Dio Frantumato non hanno la potenza necessaria per distruggere anche questo Divoratore di Mondi.

-Dio Frantumato? - Si aggiunge Delta. - Ma sei pazzo? Se quel coso dovesse essere assemblato, ci sarebbero due problemi invece di uno solo!

-Ed è per questo motivo che non possiamo permettere che il Divoratore si risvegli. - Continua Deer. Delta e Drakma annuiscono e rivolgono nuovamente lo sguardo verso la mangrovia gigante. In quel momento Extorr riprende a parlare:

~Abbiamo già parlato abbastanza e io ho risposto a tutte le vostre domande. Io la mia parte dell'accordo l'ho conclusa. Adesso tocca a voi. Voglio vedervi battere fino alla fine con tutta la ferocia che avete nel corpo. Gli accordi sono accordi.

Delta guarda il suo braccio robotico con le placche verdognole che nascondono i pistoni, cavi, tubi e ingranaggi. Stringe il pugno e alza lo sguardo, verso la chioma blu nascosta dalla nebbia scura. Poi, con voce calma ma decisa, dice:

-Hai ragione. Gli accordi sono accordi. Serve rispettarli per non incorrere nelle conseguenze spiacevoli. - Poi abbassa la voce e, senza distogliere lo sguardo, chiede ai suoi due nuovi alleati: - Chi di voi può sparare?

-Io. Perché? - Risponde Drakma.

-Saresti in grado di polverizzare la zona immediatamente sotto ai rami della mangrovia? - Continua l'aborigeno indicando approssimativamente il punto con il dito metallico. Drakma sorride e, prendendo la mira con tre dita della mano sinistra, risponde:

-Anche se non vedo il punto preciso, lo farò con immenso piacere.

Subito dopo dal pollice, dall'indice e dal medio fuoriescono nove piccoli e sottili aghi, tre per ogni dito. Percorrono a grande velocità l'aria, entrano nella nebbia e infine penetrano all'interno della corteccia viola dell'albero, coprendo in modo uniforme la zona indicata. Passa qualche secondo e poi una grande esplosione, seguita da un'immensa fiammata, squarciano la nebbia e lanciano verso la foresta pezzi di legno brucianti. Poi le fiamme salgono verso l'alto e iniziano ad avvolgere i rami e consumare le foglie della folta chioma. In quello stesso momento anche tutte le altre mangrovie accusano il colpo, i loro tronchi si restringono e si raggrinziscono, mentre le foglie si scuriscono.

Delta e Drakma, soddisfatti, abbassano le loro braccia. Deer batte le mani con ammirazione e dice:

-Impressionante! Chi avrebbe mai immaginato che dei minuscoli aghi potessero nascondere una potenza del genere.

-Forse perché sono dei missili in miniatura. - Risponde Drakma sorridendo. - Molto comodi da trasportare e potenti quanto quelli a grandezza naturale.

Delta, però, non si inserisce nel discorso e continua a osservare le fiamme che non smettono di consumare la parte superiore dell'albero. La luce si propaga nell'ambiente circostante e si riflette nei suoi occhi. Il calore lambisce con delicatezza la pelle scoperta e arrossa le guance. "Con quella potenza di fuoco è impossibile che Drakma non abbia colpito la parte indicatami da Drakkar. E poi basta osservare la vegetazione intorno per capire che il punto chiave è proprio quella mangrovia. Se la si distruggesse completamente, forse sarà possibile tornare nei propri Universi."

In quel preciso momento, sotto agli occhi increduli di Delta, Drakma e Deer, spunta fuori dal terreno un intreccio di radici completamente nere. Lentamente si rimodella e assume la forma di un umanoide incappucciato e ricoperto con un lungo vestito nero, alto due metri circa e abbastanza robusto. Stando contro la luce delle fiamme, il volto è nascosto completamente dall'ombra, facendo sembrare ai tre Agenti Speciali di guardare direttamente dentro ad un buco nero.

-Io non so come avete fatto a scoprire il mio nascondiglio, - dice la figura incappucciata, Extorr, con voce cupa, - ma per aver violato la seconda parte del nostro accordo morirete per mano mia.

-E tu pensi veramente che io possa stipulare gli accordi con quelli come te? Non ci penso nemmeno. - Risponde lapidario Delta. - Finora non sono mai caduto così in basso e non intendo farlo ora.

-Non darti tante arie. Siete tutti destinati a morire qui e diventare il nutrimento del nostro Signore. E insieme a voi i vostri inutili Universi.

-Questo posto di merda insieme al tuo culto è inutile! È chiaro? - Esclama di rabbia Drakma e prende la mira.

-Ecco perché nel Multiverso non c'è spazio per voi mortali. Siete troppo impulsivi ed è per questo che vi spezzate così facilmente.

L'ultima parola di Extorr è immeritatamente seguita da un'esplosione nella foresta di mangrovie, un fischio nell'aria e uno schianto dietro a loro. Tutti e tre si voltano e Delta vede ai suoi piedi il corpo di Drakkar, mancante di una grande parte della schiena e ricoperto dal sangue, che si ricopre di radici grigie e fa crescere un piccolo alberello luminoso. Delta, senza perdere la calma ma con la rabbia che ribolle dentro di lui, dice mentre guarda ciò che rimane del suo recente amico:

-Extorr, appena avrò finito di massacrare di botte il tuo sottoposto, - poi guarda l'entità puntando contro di lei il dito, - sarà il tuo turno.

-Non sopravvalutarti. - Risponde Extorr senza alcuna emozione.

-Hai detto che i tuoi sottoposti sono una parte di te? Allora non ti dispiace se userò uno di loro come sacco da boxe? Giusto per poter capire come prenderti a calci nel culo nel modo giusto. - Aggiunge Deer.

-Finalmente posso ridurre in cenere quel ammasso di radici ambulante! - Digrigna Drakma.

-Buona morte a tutti voi. - Ride Extorr, mentre vede tutti e tre gli agenti speciali allontanarsi nella boscaglia, ripercorrendo all'indietro la strada usata per uscire da essa.

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