SCP e il Culto del Divoratore...

Von NazarTheEzio

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Un antico Culto fondato in seguito al contenimento di un'anomalia ha radunato in un Microuniverso alcuni degl... Mehr

No. 24,1 - Torneo
No. 24,2 - Drakma
No. 24,4 - Delta
No. 24,5 - Intromissione
No. 24,6 - Incontro
No. 24,7 - Scossa
No. 24,8 - Impenetrabile
No. 24,9 - Unione
No. 24,10 - Ritorno

No. 24,3 - Deer

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Von NazarTheEzio

L'uomo continua a vagare in mezzo alle mangrovie, senza conoscere una direzione da seguire. Alto un metro e novanta, corporatura robusta, capelli rossicci e occhi castani. Indossa un paio di bermuda blu da un motivo floreale giallo, una camicia a maniche corte rossa coi fiori bianchi, un paio di occhiali da sole e un cappello di paglia in testa. Continua a guardarsi intorno e pensa: "Fino a poco fa mi trovavo su una spiaggia ad Aruba, mentre adesso sono in questo posto alquanto deprimente. Non mi ricordo di aver viaggiato o di aver attraversato un qualche portale. Cosa mi sarà mai successo? Non importa. Almeno posso ancora contare sui miei naniti."

Si guarda le mani attraverso le lenti scure degli occhiali e continua a camminare senza sosta. Osserva con molta attenzione l'ambiente circostante cercando di non cadere nelle probabili trappole dei nemici. Poi si ferma e si accovaccia su un piccolo cumulo di radici grigie sormontate da un alberello luminoso di mangrovia. Con una mano sfiora la sua superficie percependo sulla pelle un piacevole calore. "Che tepore.", pensa ritraendo la mano. "È una mangrovia completamente diversa da quelle che crescono qui. Non sarà forse…?". Poi con delicatezza tocca l'arboscello piantato sulla sua nuca. "A quanto pare qualcuno ha perso uno scontro e adesso il suo Universo si sta distruggendo. Ma che razza di mente malata ha potuto creare una cosa del genere e per quale motivo? Perché fa combattere fino alla morte gli Agenti Speciali della Fondazione? E cosa succederà all'ultimo rimasto? Troppe domande senza risposta. Almeno per il momento…"

Si rimette in posizione eretta e continua a camminare. Dopo qualche minuto arriva in uno spiazzo con una mangrovia abbattuta e un altro alberello luminoso, segno che c'è stato un combattimento. Si avvicina all'albero sdraiato e osserva con attenzione il punto di rottura frastagliato. "Non è annerito.", ragiona l'uomo. "Significa che è stato abbattuto con la sola forza bruta. Chiunque sia stato sembra essere molto forte. Se lo dovessi incontrare, sarebbe meglio non sottovalutarlo". Sfiora con una mano alcune chiazze rosse di sangue sulla corteccia e butta un occhio sull'alberello. "Poveraccio. Massacrato in questo modo brutale".

Improvvisamente, quando l'uomo sta per rimettersi in cammino, sente un leggero tocco sulla sua spalla. Si volta di scatto mettendosi in posizione di attacco, ma vedendo una ragazza dalla pelle chiara, occhi e capelli neri, si rilassa e sgrana gli occhi dallo stupore.

-Lucy… - Dice l'uomo.

-Deer… - Risponde la ragazza. Poi corre verso di lui e lo abbraccia con forza. - Deer, finalmente ti ho trovato!

Deer, preso da uno stupore maggiore, la stringe a sé e dice:

-Lucy, cosa ci fai tu qui? Anche tu sei stata trascinata in questo posto?

-Non so cosa sia successo. - Risponde la ragazza con le lacrime agli occhi. - Non ricordo nulla. Improvvisamente mi sono ritrovata in mezzo alle mangrovie, nel buio e senza di te. Ho avuto così tanta paura che pensavo di morire!

Deer le accarezza la testa con delicatezza e la calma. Lucy si stacca da lui e si asciuga gli occhi, sorridendo.

-Finalmente ci incontriamo. - Dice lei. - Non mi lasciare mai più da sola, stupido che non sei altro.

-D'accordo, non lo farò mai. - Risponde lui. Poi la prende per mano e continua: - Forza, troviamo una via d'uscita da questo posto e andiamocene.

Lucy annuisce e si mettono in marcia insieme, mano nella mano. Ad un certo punto l'espressione di Deer cambia. Da felice com'era poco prima diventa serio e pensieroso. "Anche Lucy è stata portata qui. Ma perché? Non basto solo io? E poi in lei c'è qualcosa che non va. La vedo completamente cambiata. Ha un comportamento sospetto. Troppo sospetto. Poco prima stava piangendo. Non che non sia in grado di farlo, ma stava piangendo perché… aveva paura. Appena si è risvegliata in mezzo alle mangrovie aveva paura. Capisco che questo sia un luogo non molto confortevole, ma addirittura avere paura di stare qui? Non è da lei. Cosa le sta succedendo?"

Lucy si accorge che Deer è preoccupato per qualcosa, si stringe ancora più a lui, avvolgendo le proprie braccia chiare al suo. Poi, con un accenno di preoccupazione, chiede:

-Cosa c'è che non va, John? Non sei contento di vedermi?

-No, non è questo. - Risponde Deer forzando un piccolo sorriso. - È solo che non riesco a capire certe cose di questa situazione. Queste mangrovie sono tutte uguali, non so nemmeno se stiamo andando nella direzione giusta. E poi c'è questo torneo di mezzo che complica le cose.

-E che problema c'è? - Sorride Lucy. - Hai sentito quella strana voce di prima? Se vogliamo uscire non dobbiamo fare altro se non vincere questo torneo. È così semplice! Inoltre noi due insieme ci riusciremo in un batter d'occhio! Siamo troppo forti per quei mollaccioni!

-Che strano… - Mormora Deer.

-Cosa è strano? Di che parli? - Chiede Lucy incuriosita.

-No, nulla. Lascia stare. Stavo pensando ad altro.

Lucy lo guarda senza dire nulla. Poi scrolla le spalle e insieme continuano a camminare in mezzo alle mangrovie. Lei sempre spensierata e felice, lui sempre più immerso nei pensieri. Continua a rimuginare sulla situazione e sull'improvviso cambiamento caratteriale di sua moglie. "La sua reazione al torneo è stata alquanto bizzarra. Non avrei mai immaginato che potesse stare così tranquilla mentre parla del distruggere altri Universi. E come se non bastasse è fin dall'inizio che percepisco dei movimenti anomali nel mio braccio, come se fosse solletico e mano a mano che passa il tempo i movimenti aumentano. Credo che i miei naniti stanno cercando di dire qualcosa."

Ad un tratto Lucy tira un urlo e si stringe al petto di Deer. Lui interrompe il flusso dei pensieri e guarda davanti a sé. Vicino ad una mangrovia due corpi senza vita si ricoprono di radici grigie che si fondono con il terreno e spuntano due alberelli illuminati di blu scuro. Deer stringe a sé Lucy tutta tremante e dice con voce calma, ma leggermente distaccata emotivamente:

-Non ti preoccupare. Non è niente. Ormai è tutto finito.

-Appena ho visto quei due distesi a terra in un lago di sangue, mi sono spaventata. - Risponde Lucy singhiozzando.

-Ah davvero? Ti sei spaventata? Poverina.

-Sì, è stata una scena orribile.

-Ma non eri tu quella che fino a poco fa diceva con il sorriso stampato in faccia di voler vincere questo torneo? E per farlo dobbiamo uccidere gli altri partecipanti.

-Ma sono spuntati all'improvviso davanti a me e mi sono spaventata. Non ho forse il diritto di avere paura di certe cose?

Deer, sempre più distaccato emotivamente, la calma con delle carezze delicate e si rimettono in marcia. Passano vicino ai due alberelli di mangrovia appena cresciuti, Deer li guarda con compassione mentre Lucy sposta lo sguardo altrove e riacquista il sorriso di prima.

Passano minuti e i due arrivano in uno spiazzo non molto grande con gli alberi di mangrovia crollati a terra. In mezzo ai tronchi viola una decina di alberelli tutti uguali crescono indisturbati. Deer, vedendo quel paesaggio, commenta:

-Sembra che qui c'è stato un massacro. Qualcuno si è scatenato per bene e ha trasformato questo spiazzo in una sorta di cimitero. Dobbiamo stare attenti perché l'autore di tutto questo non dovrebbe essere lontano. Forse ci sta aspettando.

-John, ti prego, nessuna mossa avventata. - Dice Lucy con lo sguardo leggermente preoccupato. Deer non la considera proprio e avanza verso uno di quei alberelli più vicini. Vicino ad esso vede un braccio sinistro robotico bluastro completamente staccato di netto e con ancora delle piccole scosse elettriche. Lo raccoglie e lo osserva con attenzione.

-Che tecnologia assurda. - Dice. - Chiunque lo abbia creato è un genio. Magari avessi anch'io degli arti del genere. Non sarebbe male combinarli con naniti.

-Sì, sarebbe fantastico. Andiamo? - Lo incalza Lucy mentre si avvicina a lui furtivamente. Deer annuisce e sta per buttare a terra il braccio, quando da dietro una mangrovia ancora in piedi, ma danneggiata, esce allo scoperto una figura umana. Il ragazzo, barcollando, ricoperto di sangue e mancante di braccio sinistro, avanza lentamente. Deer si mette in posizione di difesa, quando il ragazzo, inciampando in una radice, cade in avanti sul tronco e riesce a mantenere la presa abbastanza salda su di esso. Deer, vedendolo in quello stato pietoso, si rilassa e nota che il braccio destro del ragazzo è dello stesso colore di quello che ha in mano.

-Andate… via… di qui… - Biascica in fin di vita quello. - Non dovete… mai incontrare… lui… Eravamo in tanti… ma siamo stati… sconfitti in un attimo… Voi due… non avete… alcuna speranza… contro di lui… Scappate… Andate via… Andate…

Il ragazzo non finisce la frase, molla la presa dal tronco e crolla a terra. In un attimo le radici lo ricoprono e spunta un altro alberello. Deer stringe in pugno il braccio robotico e fa un passo in avanti per poterlo posare sulla sua tomba di radici. Ma la mano di Lucy lo ferma.

-Lascia perdere, John. - Dice lei. - Ormai è morto e il suo Universo è distrutto. Non puoi più fare niente.

-Voglio solo ridargli il suo braccio perso nello scontro. Tutto quì. - Risponde Deer.

-Non se ne fa più niente di quello. Molla pure quel rottame.

Lucy lo sorpassa e va avanti con passo deciso. Deer rimane fermo al posto, con i pugni stretti e sguardo rabbuiato. La ragazza si ferma e si volta verso di lui con un sorriso, dicendo:

-Che ti prende? Andiamo, abbiamo un torneo da vincere. Solo io e te, amore.

-No. - Risponde con decisione l'Agente Speciale. La ragazza lo guarda perplessa.

-Come? - Chiede.

-Io con te non ci vado.

-Come sarebbe a dire? Stai forse mettendo in dubbio il nostro matrimonio?!

In quel momento Deer scatta in avanti e sferra un gancio destro dritto in faccia a Lucy e la fa volare contro la mangrovia danneggiata. Questa si inclina e crolla a terra, mentre la ragazza si rimette in piedi con la guancia sanguinante e gli occhi pieni di lacrime.

-Perché lo hai fatto?! - Esclama piangendo. - Perché mi hai colpita?! Cosa ti ho fatto di male?!

-Tu non sei Lucy. - Risponde in tono freddo Deer e avanza lentamente.

-Ma cosa stai dicendo, stronzo?! Certo che sono Lucy! La tua Lucy! Come fai a dirmi questo?! Perché mi stai odiando?! Che problemi hai?!

-Non sono io che ho i problemi, ma sei tu che li hai.

-Non riesco a capirti! Cosa stai dicendo?!

-Pensi veramente di essere riuscito a ingannarmi con una mossa tanto meschina? Se la tua risposta è sì, allora non hai capito la vera personalità di Lucy.

-Cosa…? - Dice la finta Lucy, poi pensa: "Merda, sono stato scoperto. Quel tizio ha capito subito le mie capacità. E adesso che faccio? Non posso mica attaccarlo direttamente. Sarebbe la fine per me."

-Tu non solo hai trasformato Lucy in quello che non è, ma non hai nemmeno capito che tu mi sei sembrato strano fin dall'inizio, quando ti sei aggrappato al mio braccio. - Continua Deer mentre avanza sempre più scavalcando i tronchi caduti. - I miei naniti del braccio continuavano a muoversi, come se mi stessero cercando di dire qualcosa. E questo succede quando entrano in contatto con altri naniti. Vero, impostore che non sei altro? Il tuo intero corpo è composto dai naniti che ti permettono di assumere l'aspetto e imitare la voce di qualunque persona. Il che è formidabile se lo si usa per infiltrarsi nelle basi nemiche, ma c'è una cosa che non puoi imitare mai: la personalità.

La finta Lucy abbassa la testa e, cambiando la sua voce femminile con quella maschile, inizia a ridere. Lentamente intero suo corpo inizia a tremare e una miriade di naniti escono all'esterno, si compongono, si ricompongono, aumentano la sua altezza e infine rientrano nel corpo. L'uomo, continuando a ridere, rialza la testa e guarda dritto negli occhi Deer, sfoggiando con orgoglio una grande cicatrice che taglia la sua faccia dalla tempia destra alla guancia sinistra. Deer si ferma a pochi passi da lui e ricambia lo sguardo, pieno di rabbia.

-Già, hai ragione. - Dice con soddisfazione l'uomo. - È estremamente utile per ingannare le persone. Proprio come è successo con quelli che mi hanno incontrato qui.

-Quindi è opera tua? - Chiede Deer stringendo il braccio nella mano.

-Indovinato. Ho deciso di mettermi avanti con il lavoro. Sai, gli scontri uno contro uno non mi divertono mai. Ma poi ho visto te e ho deciso di sfruttarti per bene prima di ucciderti a sorpresa.

-I tuoi modi mi disgustano… Agire in un modo così vigliacco è inconcepibile. Hai fatto arrabbiare la persona sba…

Deer non finisce la frase quando si accorge che l'uomo davanti a lui è sparito e si sta allontanando a grande velocità, confondendosi con la nebbia. 

-Come osi fuggire mentre sto ancora parlando! - Esclama Deer con rabbia. In un attimo butta a terra i suoi occhiali da sole e il cappello di paglia ed estrae dalle braccia e dalle gambe i naniti. Questi si espandono su tutto il corpo e lo ricoprono di armatura, rinchiudendo la testa un elmo con visiera verde.

[-Connessione armatura completata. Carica residua: 100%. Attività: ottima.] - Dice una voce sintetica nell'elmo. Deer nasconde il braccio robotico staccato all'interno di uno scompartimento sull'addome e scatta in avanti a grande velocità, lasciando dietro di sé una scia di polvere e pezzi di radici.

L'uomo, con le gambe rese adatte alla corsa grazie ai naniti, continua a correre, allontanandosi sempre più dal suo avversario. "Per adesso è meglio fuggire.", pensa. "Se in quel momento mi avesse colpito ancora, per me sarebbe finita. Ha una forza da non sottovalutare. Devo nascondermi da qualche parte e riorganizzare il piano. È un avversario più ostico degli altri, quindi serve un approccio diverso."

-Fermati, bastardo! - Urla Deer con tutta la rabbia e forza che ha nel corpo. L'uomo si volta per un attimo e per poco non perde l'equilibrio vedendo una massa scura con luce verde avvicinarsi sempre più a lui.

-Che cazzo è quello?! Un juggernaut?! - Esclama dallo spavento e cerca di aumentare la propria velocità. Deer fa lo stesso. Fa un balzo e si dà una spinta sul tronco della mangrovia. Poi si volta in mezz'aria e atterra davanti all'uomo, che frena di colpo. A quel punto Deer scatta in avanti e assesta un pugno dritto in faccia all'uomo. Questo vola all'indietro e colpisce una mangrovia, abbattendola al suolo. Con un po' di fatica si appoggia al ceppo e sputa del sangue dalla bocca insieme ad alcune schegge di denti.

-Non avevo ancora finito di parlare. - Comincia Deer. - Non mi sembra rispettoso nei miei confronti. E poi voglio aggiungere altro sul conto di Lucy. Lei non è una piagnucolona che ha paura di tutto e si spaventa appena vede un cadavere. È una ragazza forte, autoritaria e capace di prendere decisioni importanti anche nei momenti critici della missione. Non si tira mai indietro davanti alle difficoltà e per questo motivo che tutti nel Sito la rispettano e si affidano a lei. Per lo stesso motivo io l'ho sposata e sono pronto a farlo anche le altre cento, mille, milioni di volte. Questa è la vera Lucy.

Mentre Deer si avvicina lentamente con passo pesante, l'uomo, con la bocca sporca di sangue, lo guarda con gli occhi piedi terrore e pensa: "Oh no, è la fine per me! Si è arrabbiato moltissimo e adesso si sta pericolosamente avvicinando! Avrei dovuto ucciderlo prima! Perché non l'ho fatto? Perché ho esitato?"

-Non dirmi che adesso hai paura. Eppure prima hai avuto il coraggio di assumere la forma di Lucy. - Continua Deer avvicinandosi sempre di più.

-Ti prego, perdonami! Non lo faccio più! È stato un mio errore! Non so perché ho agito in quel modo, ma ti prometto che non lo farò mai più! Ti prego, non uccidermi! Non uccidermi! Io non voglio morire! - Urla l'uomo tra le lacrime. Deer sorride sotto l'elmo e replica:

-Non lo farai più, eh? Allora muori!

Scatta in avanti caricando il colpo sul pugno destro. L'uomo urla ancora più forte per la disperazione, fino a quando non perde conoscenza per troppo spavento. In quello stesso momento il pugno di Deer ha raggiunto la sua faccia, ma senza sfiorarla minimamente, creando soltanto uno spostamento d'aria che scompiglia i capelli scuri dell'uomo.

[-Carica residua: 73%. Disconnessione armatura in corso.] - Dice la voce sintetica nell'elmo dell'Agente Speciale. L'armatura si scompone e i naniti che la costituiscono ritornano negli arti. Dall'addome salta fuori il braccio robotico, che Deer afferra al volo con la mano sinistra mentre issa sulla spalla destra l'uomo addormentato e spaventato.

"Non sento alcun suono. Sono forse morto?", pensa l'uomo riprendendo i sensi. "No, aspetta. Sento ancora il mio corpo e la mascella continua a farmi male. Quel pugno di prima mi ha quasi distrutto la faccia. E adesso dove sono?" Apre lentamente gli occhi e davanti a lui vede Deer in piedi a guardare un ammasso di radici con un alberello di mangrovia. Su di essa un braccio robotico bluastro è adagiato con molta cura. "Ah, è di quel tizio che ha cercato di mettere in guardia Deer." L'uomo prova a fare un passo in avanti, ma si accorge che qualcosa lo blocca al tronco della mangrovia. Abbassa lo sguardo e nota una lunga radice strappata dal terreno e legata sotto alle sue braccia.

-Finalmente ti sei svegliato. - Dice Deer avvicinandosi a lui. - Hai preso uno spavento fin troppo esagerato, secondo me. Per quanto riguarda quella radice, è una precauzione per non farti cadere al suolo. Ma a quanto pare stai già meglio. Senza contare i denti scheggiati…

Deer con uno strattone strappa via la radice. L'uomo, sorpreso di vedere il suo avversario di poco prima completamente cambiato dal punto di vista dell'atteggiamento, mantiene l'equilibrio e chiede muovendo a malapena la mascella indolenzita:

-Perché mi stai aiutando? Ho pensato di ucciderti con inganno.

-Siamo Agenti Speciali della Fondazione. Quindi mi sembra logico aiutarti. Comunque, non hai ancora detto il tuo nome. - Continua Deer sorridendo.

-Dune. Mi chiamo Dune.

-Bene Dune, non starò qui a dire anche il mio nome visto che già lo conosci, avendolo scoperto leggendo la mia memoria.

-Ma come…?

-Per poter assumere con precisione l'aspetto ed imitare la voce di mia moglie, hai dovuto prima guardare dentro alla mia mente. E lo hai fatto nel momento in cui mi hai toccato la spalla. I tuoi naniti continuano a piacermi sempre di più.

Dune guarda meravigliato Deer senza rispondere e pensa: "Non ho mai incontrato una persona tanto perspicace quanto lui. Sento di potermi fidare ciecamente."

-Mentre tu dormivi beatamente, ho approfittato della momentanea tranquillità per scalare una di queste mangrovie per poterci orientare più facilmente. Non puoi capire quanto è grande questo posto! Si estende per chilometri da ogni parte! Sembra che non abbia fine. Ma c'è una cosa che ha subito catturato il mio occhio. Una mangrovia molto più alta di queste e molto più robusta. Secondo me, se vogliamo uscire di qui sani e salvi, dobbiamo raggiungerla. Sento che lì troveremo qualcosa di molto utile.

-E sai già la direzione? - Chiede Dune.

-Dobbiamo solo andare nella stessa direzione verso quale tu sei scappato prima. Non so quanto ci metteremo ad arrivare a piedi. Non posso usare la mia armatura di naniti altrimenti la carica residua arriverà a zero in poco tempo. E a quanto pare anche tu sei messo ancora abbastanza male. Ammetto di aver esagerato con quei pugni. Comunque cerchiamo di sbrigarci e raccattare per strada più aiuti possibile.

Dune annuisce e i due si mettono in cammino.

Nome: John Doe
Nome in Codice: Deer
Universo: GAIDEN

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