~ Tales ~

De soloraccontifantasia

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In questa raccolta potete trovare tutti i racconti che ho scritto fin'ora. Spero che possano piacervi 😘🤎 Mais

Antieroe
Ibrido
28-06-14
Il film
Immaginazione
Il profumo della domenica
Scambio
Frequentarsi
The Demiourgia Project
Il cassetto
Panico
La terza Moira
Colpita
Un lavoro discutibile
Deja vu
Per sempre
So
Notte d'estate

Monologhi

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De soloraccontifantasia

Lucy si diresse verso la parte destra della stanza.
Appena sentì le maniglie dell'armadio sotto le sue dita, le afferrò e aprì il mobile con decisione.

La stanza è spaziosa e il soffitto è alto. L'armadio è grande e sull'anta sinistra c'era uno specchio a grandezza naturale, ma io l'ho rotto.

Le ante sono decorate da dei disegni astratti. Alla sua sinistra c'è una scarpiera laccata. Nel centro della stanza c'è un tappeto con delle strisce scure... ehm... grigie, mi pare. Nella parte frontale c'è una libreria in legno scuro e nella parete opposta il letto in ferro perennemente disordinato.

Passò la mano sui vestiti: lana, seta, cotone, perline, paiettes, un tripudio di tessuti, materiali e sensazioni diverse.

Rovistò alla cieca tra le grucce e prese dei vestiti qualsiasi.

Spero di non sembrare trasandata come al solito...

Camminò con delicatezza, in modo da non svegliare Zack, e con disinvoltura si diresse verso l'uscita.

Per fortuna mi sono decisa a sistemare tutte le scarpe al loro posto: almeno così non devo fare più lo slalom per spostarmi e non rischio di cadere a ogni passo.

Lucy entrò dritta nella doccia senza voltarsi verso lo specchio.

Non capisco perchè tutti preferiscono l'acqua calda. È così piacevole sentire delle gocce fredde che ti rigano la pelle...

L'acqua fredda annulla le mie preoccupazioni e mi ristora facendomi quasi rinascere, anche se sono ancora molto lontana dalla mia rinascita...

Stette in silenzio sotto l'acqua fino a quando le unghie delle dita dei piedi non divennero cianotiche.

Si vestì con curiosità e, dopo essersi asciugata i capelli, si allacciò le scarpe.

Accanto alla porta c'è la doccia e accanto alla doccia i lavandino. Sopra di esso c'è un bicchiere con dei disegni in rilievo che contiene il mio spazzolino e il dentifricio e vicino al bicchiere c'è lo spazzolino elettrico di Zack. Sopra il lavandino c'è anche lo specchio in stile vittoriano, con accanto delle lampade a forma di narciso. Sotto il lavandino ci sono tre cassetti rotti (infatti, faccio sempre un po' di fatica ad aprirli) e nella parte opposta del bagno ci sono la lavatrice e il gabinetto

Uscì e si fermò davanti alla finestra più grande di tutta la casa.

Appoggiò la mano sul vetro, prima il palmo e poi i polpastrelli. Percepì che era gelido, bagnato, sembrava che ci fosse della condensa.

Sicuramente stanotte ha piovuto. Strano che non abbia sentito niente, dovevo dormire proprio profondamente...

Sfiorò il vetro con il naso. Rimase così per alcuni secondi, poi appoggiò la schiena al muro più vicino.

Ho fatto bene a togliere i panni stesi. Sentivo addosso un'aria pesante...

Si staccò dalla parete e attraversò il piccolo corridoio con passi sicuri.

L'aveva percorso così tante volte che poteva farlo benissimo ad occhi chiusi. Sapeva, infatti, che dopo quattro passi avrebbe calpestato il tappeto a macchie colorate e che dopo sette sarebbe incappata sul paravento contro cui le prime volte sbatteva sempre.

...cinque, sei, sette.

Alzò il braccio destro per accarezzare quell'insidia, ma non incontrò nessun mobile.

Al contrario, incontrò qualcosa alla sua sinistra e per poco non cadde.

Sospirò.

O quel paravento camminava o si era confusa.

Non importa. Mi hai ingannata una volta, ma sai che sono una tenace.

Abbandonò il tappeto a fiori e il mobile insidioso per dirigersi in cucina.

Percorse con l'indice i profili sinuosi degli schienali delle sedie e, dopo aver quasi fatto un giro intorno al tavolo, arrivò davanti alla credenza.

Cercò di aprire gli sportelli, senza successo.

Uhm... troppo in alto.

Abbassò le mani lungo la superficie liscia e incontrò i pomelli.

Finalmente potè prendere una tazza qualsiasi.

Sarà a righe, di un unico colore, con un'immagine stampata? Che importa! Per me sono tutte 'qualsiasi'.

Versò poco caffè per non rischiare di farlo fuoriuscire e si appoggiò a una parete.

Che buon profumo... Caldo e aromatico...

Sentì picchiettare alla finestra. Prima piano, poi forte, poi ancora di più.

Il forno è scuro e si trova sopra la lavastoviglie, vicino al forno c'è la credenza e vicino a questa il vecchio microonde. Sotto la credenza ci sono i fornelli, alla loro sinistra il lavello e alla loro destra il tagliere su cui è poggiato il portacoltelli con dei rami aggrovigliati intagliati...

Ripensò a quando aveva sbattuto contro il paravento.

Sospirò con enfasi e l'angoscia le avvolse la testa e le si piantò sullo stomaco.

Ogni giorno faccio gli stessi monologhi più volte nell'arco della giornata. So che è noioso, ma è fondamentale. Ho paura di dimenticare. Non lo voglio.

L'angoscia le strinse la gola.

Continuo a confondermi, a fare errori. A volte mi chiedo se non sia inutile, se sono destinata a una perdita di ricordi inesorabile...

Scosse la testa per scacciare via quella sensazione e bevve un sorso di caffè.

Finì la sua colazione con la pioggia e un mugugno in sottofondo.

"Finalmente!"

Zack entrò in cucina e le si avvicinò ancora assonnato. Farfugliò una specie di "Buongiorno" e le diede un bacio.

"C'è ancora caffè?"

"Sì, nella caffettiera. L'ho posata vicino ai fornelli"

Zack prese la caffettiera vicino al lavello e versò il contenuto dentro una tazza con le pecorelle uguale a quella che aveva usato la ragazza.

Il ragazzo si appoggiò al muro accanto a lei e appena Lucy sentì la sua presenza, appoggiò la testa sulla sua spalla.

Gli accarezzò la guancia.

La barba che sta ricrescendo, i riccioli neri, gli occhi scuri e rotondi, il naso perfettamente dritto... Lo so che sei ancora così bello.

Lucy uscì dalla cucina e riattraversò il corridoio per ritornare in bagno.

Toccò il paravento e ne afferrò un angolo.

Strinse i denti: era diventato simbolo della sua debolezza.

Quando si ritrovò in bagno esitò. Sentì che l'angoscia avvolgeva di nuovo le sue grinfie intorno a lei.

Gli specchi mi fanno sempre sentire male, per questo ho rotto quello nell'armadio. Anche solo sapere che ce n'è uno nelle vicinanze mi turba. E poi sono inutili. Ma se voglio lavarmi i denti è inevitabile mettermici davanti...

Così avanzò.

Lentamente.

Un passo dopo l'altro, i piedi che diventavano sempre più pesanti.

Sfiorò il lavandino e sussultò, poi si voltò e rimase ferma davanti a quel pezzo di vetro.

L'angoscia si stava radicando nel suo corpo, così tastò il lavandino finchè non incontrò il bicchiere da cui prese spazzolino e dentifricio.

Dopo che ebbe finito si voltò per scappare, ma qualcosa la bloccò.

Non era l'angoscia, quella era sparita.

Era qualcosa di molto più forte e resistente: la tenacia.

Io sono una tenace...

Afferrò con forza il lavandino e deglutì.

Era il momento del monologo più difficile e doloroso di tutti.

La mia faccia è ovale. I capelli erano castani, ma non li ho mai potuti sopportare, così li tingo da sempre di viola. L'attaccatura dei capelli è un po' storta, ma non mi dà fastidio, mentre la fronte non è nè stretta nè alta. Gli occhi...

Le si annodò la gola.

...gli occhi sono blu, luminosi e belli.

Si fermò, appoggiò una mano sul vetro e piegò le dita come se volesse afferrarlo.

Il nodo diventò così stretto che quasi le spezzò la gola.

Il naso è schiacciato, le labbra sono carnose e le orecchie grandi. La pelle è rosata e, oltre a qualche neo, non ho altri segni particolari.

Tolse la mano dal vetro. L'angoscia tentò di ritornare ma la tenacia fu più forte.

I due ragazzi andarono nell'ingresso a prendere i cappotti e gli ombrelli.

Lucy tastò una manica spugnosa ma risalendo verso il cappuccio non sentì nessuna pelliccia intorno.

No, non è il mio.

Allora spostò la mano sul cappotto vicino e, stavolta, oltre a una manica spugnosa, sfiorò un pellicciotto spumoso. Lo indossò e prese un ombrello qualsiasi.

Salirono in macchina riparandosi dalla pioggia, che era diventata ancora più intensa.

Zack le teneva la mano, come faceva ogni volta he guidava, e lei ricambiava la stretta tenendo la testa appoggiata sullo schienale.

Devo rompere quello specchio, anche se Zack non sarà d'accordo.

Si accarezzò il maglione senza sapere che fosse nero con dei ghirigori bianchi che le percorrevano le spalle e le maniche.

A essere sincera, più che di dimenticare sono terrorizzata dal fatto che la mia memoria possa deformare qualche ricordo e che io non lo sappia.

Purtroppo per lei, era successo proprio questo.

Le cose e le persone che conosceva non erano più come le ricordava.

La sua camera non era spaziosa nè il soffitto era alto: il pavimento libero dalle scarpe lo faceva sembrare tale. L'armadio non era grande ma di medie dimensioni e aveva le ante decorate non da disegni astratti ma da disegni di monumenti.

La scarpiera, un tempo laccata, aveva perso la maggior parte della vernice, il tappeto non era a strisce scure ma raffigurava delle onde turchesi che davano allegria alla stanza, mentre nella parete frontale non c'era una libreria scura ma una chiara sormontata da innumerevoli pupazzi.

In bagno, sopra il lavandino, c'era un bicchiere con in rilievo non dei semplici disegni, ma degli animali marini. Sopra questo, l'inutile specchio in stile rococò, non vittoriano, era affiancato da due lampade a forma di giglio, non di narciso, che non avevano mai funzionato.

Il tappeto del corridoio non era a macchie colorate, ma a fiori.

In cucina, il vecchio forno era accanto alla credenza su cui erano dipinti dei mazzi di fiori e accanto a questa c'era l'altrettanto vecchio microonde, che, al contrario del forno, stava sopra la lavastoviglie.

Sotto la credenza non c'erano i fornelli ma il lavandino e ai suoi lati c'erano i fornelli e il tagliere con sopra il portacoltelli con intagliate delle frasi che si intersecavano tra loro, le quali al tatto potevano sembrare dei rami aggrovigliati.

Zack non aveva i capelli neri e ricci ma castani e lisci; Lucy se ne era convinta probabilmente perchè adorava arricciarglieli. Non aveva nemmeno gli occhi scuri e rotondi, ma verde chiaro e un po' schiacciati e il suo naso non era perfettamente dritto ma aveva una piccola gobbetta sulla superficie.

Infine, Lucy aveva il viso tondo, non ovale. I capelli viola in origine erano biondi, non castani, l'attaccatura dei capelli era ben dritta, non storta, e la fronte era stretta, a differenza di come ricordava lei.

Il naso era leggermente all'insù, non schiacciata, e le labbra erano sottili, non carnose. Le orecchie erano ben proporzionate alla faccia, non grandi, la pelle era bianca, non rosata, e aveva una cicatrice a forma di zeta, nonostante ricordasse di non avere nessun segno particolare oltre a qualche neo.

Soltanto gli occhi erano rimasti scolpiti nella sua memoria: blu, luminosi e belli.

Spero di mantenere i miei ricordi intatti il più a lungo possibile...

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