Golden 𝟚

By dyrneromance

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quando la morte mi prenderà per mano con l'altra stringerò te e ti prometto di trovarti in ogni vita - Rupi K... More

Disclaimer ⓘ
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Epilogo
Extra -
Nuova Storia.

Capitolo 34

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By dyrneromance

10 marzo;

Siamo rimasti da Mary e Peter anche il giorno successivo, poi siamo andati via nel pomeriggio con la promessa che saremmo tornati a trovarli. Gli ultimi due giorni io ed Elijah non ci siamo visti, lui troppo impegnato con il lavoro ed io che mi ho alternato lavoro - studio - Mitchell senza mai fermarmi. Appena entro in ufficio noto che sono poche le persone presenti. Josh è di spalle seduto alla sua scrivania, poi riconosco solo Johnson e Letis che sembrano troppo occupati per notarmi. La mia scrivania si trova accanto a quella di Josh così appena gli passo davanti lo saluto distraendolo da quello che stava facendo.

«Come stai?» Mi chiede subito dopo avermi salutata.

«Meglio, fortunatamente.» Replico posando la borsa sulla scrivania. «Gli altri?»

«Organizzano un altro evento.» Spiega spillando dei fogli. «Il rettore Davis ci ha costretto a lavorare anche di venerdì, è più nervoso del solito.»

«Perché?»

«L'evento è di sua nipote, mi sembra di avere davanti la Foreman invece di quel vecchietto.» Scoppio a ridere potendo solo immaginare la scena; Davis è sempre stato pacato e gentile, mi fa un po' strano pensarlo con l'atteggiamento di Lillian. «A te com'è andato il fine settimana?»

«Bene», colgo l'occasione per sistemare questa situazione. «Sono stata ad Holmes Chapel.»

«Mia madre è cresciuta lì ma non ci sono mai stato, com'è?»

«Piccola, in realtà non l'ho visitata.» Spiego accendendo il computer e facendo finta di nulla. «Io e il mio ragazzo siamo stati dai suoi, poi sono stata di nuovo male e questo è stato abbastanza per convincerlo a non uscire.» Rido mascherando un po' di nervosismo, spero solo che non se la sia presa.

«Ah» mormora fermandosi a guardarmi, sono imbarazzata e mi sento stupida. Sto facendo tutto questo per via di Elijah, forse avrei dovuto trovare un modo più indiretto per far capire al mio collega che sono impegnata. «A dire la verità, sono felice che tu mi abbia detto questo cosa.»

«In che senso?» Sono un po' sorpresa, mi aspettavo che la situazione si appesantisse.

«Ho conosciuto una persona.» Alzo le sopracciglia sorpresa da questa notizia, non so cosa pensare. «Pensavo non fosse una buona idea fartelo sapere, in realtà Bert e Louisa lo sanno ma ho chiesto di non dirtelo.»

«No, no in realtà sono felice per te.» Lo fermo subito prima che possa continuare.

«Grazie.» Annuisce accennando un sorriso. «Nessun rancore?» Corrugo la fronte, perché dovrebbe esserci rancore se siamo usciti mezza volta?

«Tutto okay.»

La giornata passa velocemente. Dopo pranzo, visto che non c'era più lavoro da fare, sono andata in biblioteca e ho studiato un po' prima di tornare a casa. Verso le tre del pomeriggio mi arriva un messaggio da Elijah.

Come ti senti?

Meglio, lavori ancora?

No, ho appena finito. Posso raggiungerti?

Dipende, cosa mi cucini?

Chi ha detto che voglio cucinare?

Ci sentiamo domani.

Un'ora e mezza più tardi bussa al mio appartamento fiondandosi sulle mie labbra appena apro la porta.

«Ciao rompipalle.» Sorride sulle mie labbra mentre si chiude la porta alle spalle.

«Che ti prende?» Rido quando sposta il viso sul mio collo solleticandomi fin troppo.

«Sono due giorni che non ti vedo.»

«I giorni più belli della mia vita.» Lo prendo in giro quando si scosta per togliere la giacca.

«Se vuoi vado via.» Risponde trattenendo un sorriso.

«Altrimenti?»

«Altrimenti niente.» Mi abbraccia facendo finta di soffocarmi.

«Com'è andata a lavoro?»

«Bene, ho discusso per la prima volta con Lillian.» Dice tirando su da un lato l'angolo della bocca, sembra un po' dispiaciuto.

«Come mai?»

«Le avevo chiesto di posporre una riunione e l'ha dimenticato.» Schiudo la bocca guardandolo esterrefatta.

«È stata una dimenticanza, poverina.»

«Si ma volevo stare con te, ora mi tocca subirmi quell'idiota per una o due ore.» Sbuffa sedendosi sul divano.

«Quale idiota?»

«Un avvocato sta organizzando un evento per raccogliere fondi.» Mi dice mentre stendo le gambe sulle sue. «Secondo me ha qualcosa che non va, gli spiego una cosa e due secondi dopo mi chiede di rispiegarla.»

«Sarà affascinato dalla tua bellezza.» Rido immaginandolo alle prese con l'avvocato.

«Sarebbe la ciliegina sulla torta.» Alza gli occhi al cielo solleticandomi il piede, io gli tiro un calcio facendogli emettere un grugnito. «Invece di picchiarmi perché non mi dai qualcosa da mangiare?»

«Ieri ho fatto i muffin, tu però devi darmi qualcosa in cambio.» Mi alzo sentendolo seguirmi mentre mi sposto verso i fornelli per prendere i muffin.

«Non ho voglia di cucinare.» Si lamenta guardandomi mentre mi abbasso per prendere la teglia dal forno. «Posso darti qualcos'altro in cambio.» Guardo il sorrisetto che ha sulle labbra per poi tirandogli uno schiaffo leggero sulla guancia destra.

«Pensi solo a quello.» Alzo gli occhi al cielo porgendogli un muffin al limone.

«Guarda che è consensuale quello che faccio e se lo faccio.» Ride iniziando a mangiare.

«Com'è?» Chiedo sedendomi a tavola.

«Buono, non li hai assaggiati?» Nota guardando la teglia ancora piena, scuoto la testa e lo osservo sedersi al mio fianco. «Perché?»

«Mi nauseano.» Ammetto storcendo il naso, lui mi fissa un po' prima di riprendersi.

«Posso chiederti una cosa?» Inizia posando il muffin sul tavolo e alzandosi per prendere dell'acqua dal frigo.

«Cosa?» Lo guardo versarsi l'acqua nel bicchiere e tornare a sedersi accanto a me.

«Non è che stai sviluppando qualche disturbo di cui non vuoi parlarmi?» Ritraggo la testa sentendomi perplessa, cosa sta insinuando?

«Spiegati meglio.» Lui posa il bicchiere sul tavolo e sospira.

«Ogni volta che cucini per me, trovi una scusa per non mangiare quello che prepari. Poi chiedi a me di prepararti qualcosa eppure mangi poco, anzi pochissimo, e se lo fai dopo corri in bagno a rimetti.» Ora ho capito; se crede che io soffra di anoressia, bulimia o qualsiasi altro disturbo alimentare, si sbaglia di grosso. «Poi, non sono stupido. Da quando stiamo insieme avrai avuto il ciclo solo un paio di volte.» Il viso mi va in fiamme, nota così tanto di me ed io neanche me ne accorgo.

«Non ho nessun disturbo. È lo stress a farmi ritardare e l'influenza a rendermi nauseante.» Mi giustifico nervosamente, odio sapere che ha dubbi sulla mia onestà.

«Sicura?» Annuisco, lui sospira ancora prima di allungarsi verso di me e lasciarmi un bacio sulla guancia.
«Ti amo.»

«Anch'io ti amo però non devi più pensare una cosa del genere. Ti ho detto che non ti avrei nascosto più nulla, sai tutto quello che c'è da sapere.»

«Sono semplicemente preoccupato, sei dimagrita molto e..»

«Elijah, sto bene.» Lo interrompo provando a convincerlo, lui annuisce ma la sua espressione resta titubante.

Resta a dormire qui, per cena ordiniamo italiano e dopo finiamo sul divano a guardare una serie tv. Dopo qualche episodio lui si addormenta e sono costretta a svegliarlo per convincerlo a spostarci in camera da letto. Fa un po' ridere quando è assonnato, gli occhi gonfi e schiusi, la bocca impastata dal sonno e il suo camminare a zig-zag, gli danno l'aria di qualcuno che ha passato troppe ore a fumare erba. Rido al solo pensiero, lui nonostante la sonnolenza mi chiede il motivo ma io gli rispondo che non è nulla, un attimo dopo cade completamente in un sonno profondo.

Non dormo molto, mi sveglio un paio di volte perché la mia testa non riesce a smettere di pensare ad un'unica cosa. Questo pensiero fisso mi mette in dubbio persino di me stessa. E se davvero soffrissi di qualche disturbo alimentare e non riuscissi a capirlo? Magari la mia mente è così offuscata che non riesce più a distinguere nulla, forse ho ancora i residui delle benzo. E se avessi qualcosa di più grave della semplice influenza? Magari sono intollerante a qualcosa e non ne sono a conoscenza, dovrei chiamare mia madre per sicurezza. Di febbre non ne ho più, eppure non posso negare che ultimamente sono molto stanca e di mangiare non ne ho proprio voglia. Quando ho tirato i muffin fuori dal forno, il solo odore avrebbe potuto farmi vomitare sull'intera teglia. Storco il naso al solo pensiero, ho bisogno di alzarmi e camminare. Elijah non si è mosso dalla posizione in cui si è addormentato, deve essersi stancato molto in ufficio. Vado in bagno, faccio pipì, lavo le mani e prima di uscire di lì resto a guardarmi allo specchio ancora un po'. Elijah ha ragione, ai miei occhi sono leggermente dimagrita e questo non mi piace. Ho gli zigomi un po' più spigolosi e le occhiaie scure contornano i miei occhi. Ma cos'è che ci vede in questo casino? Non so perché, ma mentre penso tutte queste cose, le mie mani finiscono inevitabilmente sul mio addome. C'ho pensato, sono una donna e questo pensiero mi è affiorato in mente anche se poi l'ho subito respinto. Se dovesse succedere non so come reagirei, non bene probabilmente. Non voglio, non può e non deve succedere. Un bambino sarebbe solo un altro peso.

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