46. Fuoco e fulmini

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Voleva vederlo. Un altro dei cattivi desideri che sarebbe stato meglio non esprimere.

Alina incespicò mentre cercava di rialzarsi, lanciandosi occhiate nervose alle spalle. Adrian avanzava lentamente, ansimava, ad ogni ansito il fumo intorno alla sua bocca si gonfiava e disperdeva, per tornare ad addensarsi un istante dopo.

L'imponente Denahi si mise davanti ad Alina, spingendola dietro di sé, verso il centro del gruppo che la protesse facendole scudo.

«Cosa pensi di fare, freak?» Ringhiò «Vai a prendere la tua palla. Lasciala in pace!».

Adrian non si fermò e l'intero gruppo indietreggiò... tutti tranne Denahi, che batté un piede a terra, come un grosso bambino capriccioso, ed emise uno strillo inarticolato.

«Signorino Nanuk! No! NO!» Gridò mister Storm «Spostati! Lascialo calmare! Lascialo, si riprenderà!».

Denahi Nanuk si lanciò a testa bassa contro Adrian Jacobs, cercando di placcarlo come un giocatore di rugby. Adrian gli afferrò la nuca con la mano sinistra, facendolo gridare e contorcere.

"Lo ammazzerà" Pensò Cherry "Quell'idiota di un detenuto si è buttato contro un mostro da solo".

Denahi scalpitò, sbuffando forte dal naso e continuando a spingere contro Adrian, riuscendo a malapena a spostarlo. Un odore di pelle bruciata si diffuse nell'aria, disgustoso. Poi il corpo di Denahi fu avvolto da una serie di piccole scariche elettriche che gli circondavano le gambe, le braccia, il torso, che rimbalzavano follemente sui suoi vestiti.

«Fermateli entrambi!» Ordinò Hawk Storm.

Una delle sue guardie del corpo estrasse una pistola ad aria compressa caricata con un dardo tranquillante, mentre l'agente di polizia che accompagnava i giovani detenuti impugnava la sua arma da fuoco.

In quel momento Denahi riuscì a spingere via Adrian, liberandosi dalla sua presa, e lo colpì al petto con la mano aperta per scaricargli addosso un lampo bianco e accecante. Il ragazzo mascherato ebbe una convulsione e barcollò. Denahi lo colpì una seconda volta, gridando come se fosse lui a soffrirne, e Adrian cadde in ginocchio, mentre il fumo si dissipava dalla sua maschera. Il tessuto della sua felpa era bruciato sul petto, annerito e indurito.

L'ago ipodermico sulla punta del dardo, sparato dalla pistola di una delle guardie, si infisse dritta nella nuca di Denahi, che grugnì sonoramente prima di barcollare e ricadere proprio addosso ad Adrian, che finì disteso e immobile sotto di lui, con gli occhi spalancati come se fosse morto.

«L'esercitazione finisce qui» Dichiarò seccamente mister Storm, componendo un numero telefonico sul suo smartphone prima di portarselo all'orecchio «Siamo nel campo dell'esercitazione. Ci serve aiuto medico immediato. Un ragazzo è stato folgorato. Sì, elettricità. Subito, grazie».

Cherry batté le palpebre, confusa. Cosa diavolo era successo?

Vide Hawk Storm che si precipitava al centro del campo subito dopo la chiamata, che spingeva di lato il corpo esanime di Denahi, apriva la felpa di Adrian, gli sollevava la maglia e iniziava a fargli un massaggio cardiaco, con le mani direttamente a contatto con la sua pelle. Il cuore del ragazzo... si era fermato?

Hawk premette con vigore per trenta volte sul torace di Adrian, poi gli sollevò la maschera quel tanto che bastava per scoprire le sue vie respiratorie, gli tappò il naso con una mano e con l'altra gli aprì la bocca per appoggiare le labbra sulle sue e soffiare. Alzò la testa, riprese aria, soffiò di nuovo e riprese a premere le mani sul suo petto con ritmo e forza.

Nonostante Cherry fosse curiosa riguardo al vero aspetto di Adrian, fra le mani e la testa di mister Storm che continuavano a mettersi in mezzo, non riuscì a vedere quasi nulla.

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now