35. Recupero di un puma

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Pochi minuti dopo, il trio era montato sul furgone di Sam Bedstone.

«Stiamo andando a recuperare un pericoloso felino che potrebbe abbattere una mucca» Aveva commentato Maris, spaparanzandosi sul sedile posteriore «Come mai mi accettate senza fare un fiato anche se sono una civile?»

«A quanto pare il puma ti conosce» spiegò Sam, girando la chiave e facendo animare con un rombo il motore.

Cherry non disse niente, anche se voleva dire tutto. Si limitava a guardare la strada cercando di reprimere un'espressione euforica, per non sembrare troppo una bambina che stava per vedere il suo primo parco divertimenti. Stavano andando a prendere Prince! L'unico membro della sua famiglia ancora vivo presto sarebbe stato con lei, di nuovo, e stavolta per sempre.

Per tutto il viaggio, Maris parlò a ruota libera, inneggiando a cose che avrebbero potuto fare irritare Sam (come l'idea di tagliare i fondi alla polizia), ma l'agente sembrava più divertito che arrabbiato. Cherry si ritrovò a pensare che probabilmente quell'uomo avrebbe preferito adottare la sua amica, piuttosto che lei, poi vide una recinzione familiare lungo la strada, quella dei loro "vicini", e ogni pensiero evaporò per lasciare spazio all'emozione.

Con la pelle d'oca, osservò il paesaggio che scorreva, le foglie umide delle Oxalis che sembravano ingioiellate, il profilo delle baracche nascoste in mezzo alla vegetazione, i muretti ancora in fase di costruzioni, il grande fienile rosso. Il furgone su cui viaggiavano svoltò per imboccare un'ampia strada sterrata e costeggiata di felci. Cherry abbassò il finestrino per sentirne l'odore dolciastro e le si serrò la gola. "Non piangere" Si disse, quasi con furia.

«Siamo sulla strada giusta?» Domandò l'agente Bedstone

«Sì» rispose Cherry, laconica

«E da qui che facciamo?»

«Sempre dritto per cinquanta metri, poi c'è un cancello giallo. Lo ignoriamo, giriamo a destra»

«D'accordo».

Finalmente Cherry li intravedeva: le punte degli alberi che fin da piccola aveva visto dalle finestre di casa sua. Oltre il filare verde scuro c'era la sua casa! Si afferrò l'avambraccio destro, come se questo potesse fermare la pelle d'oca che lo percorreva.

«Da quant'è che non vieni qui?» Domandò Maris all'improvviso «Da prima... cioè, da quando... da subito dopo la cosa di tua madre?».

Cherry non rispose subito, perché sapeva che la sua voce sarebbe uscita fuori stentata e lamentosa se l'avesse fatto. Attese per alcuni secondi, per dissipare la pressione sulla glottide, poi disse semplicemente «Sì».

E finalmente attraversarono il filare di alberi e la casa fu visibile. Era lì, esattamente come Cherry se la ricordava, come se dietro le sue finestre chiuse potesse esserci papà che faceva le pulizie canticchiando, mamma affaccendata in cucina a sfilettare un fagiano, Prince che si stiracchiava sul divano. Ma loro non c'erano, la casa era vuota, e quel pensiero fece sentire vuota anche la ragazza. Niente lacrime, solo un buco fatto a forma di famiglia che si apriva nel suo petto.

Bedstone parcheggiò proprio davanti al portoncino e scese dall'auto.

«Allora» Disse «Come lo troviamo questo tuo puma?».

Cherry deglutì e scese anche lei, poi mise le mani a coppa attorno alla bocca e urlò «PRINCE!».

Nessuna risposta. «Dobbiamo cercarlo» Disse lei «Andiamo, forza. Lo chiamo solo io, non conosce le vostre voci e potrebbe spaventarsi...»

«Oh, povero gattino, potremmo spaventarlo» commentò Maris, ironica.

I tre iniziarono a camminare per la proprietà dei Gale, guardandosi attorno alla ricerca di un grosso felino che poteva essersi nascosto ovunque. Dopo dieci minuti, Cherry iniziò a provare una vaga fitta di disagio; dove poteva essersi cacciato, quel gattone impertinente? Dopo quindici minuti, il disagio si amplificò. E se Prince fosse scappato via, sentendosi troppo solo? "Ma no" Si disse Cherry "In natura i puma sono sempre soli. Questo è il suo territorio, non ha motivo di scappare via...".

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now