45. Sette detenuti

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Era il tredici Marzo, il giorno del suo diciassettesimo compleanno (e lei non aveva ancora ricevuto gli auguri da nessuno), quando Cherry vide entrare in classe Hawk Storm, vestito con un formale completo interamente blu, e accompagnato da due persone che non sembravano affatto Anya e Valder, ma due tizi con occhiali da sole neri e auricolari, in giacca e cravatta, con in testa degli incongruenti berretti di lana. Il professor Amaurobius non era ancora arrivato.

«Salve, ragazzi!» Esclamò, allegro come al solito, raggiungendo la cattedra.

Gli omoni dietro di lui si muovevano con rapidità ed efficienza, assecondando i suoi movimenti, rimanendo sempre alla stessa distanza da lui.

«Ti amiamo mister Storm!» Gridarono in coro Anika e Anita. Cherry arricciò il naso, senza riuscire a trattenere una piccola smorfia, mentre Hawk sorrideva alle allieve con un'aria quasi trionfante e riservava loro un cenno di saluto.

Adrian, invece, sembrava nervoso: la sua gamba tremava, battendo a terra in maniera aritmica la punta del piede. Tap-tap-tip-tap-tap. Un ritmo veloce, sincopato, spaventato.

Hawk Storm si slacciò un bottone della giacca blu scura e guardò i ragazzi.

«Sono lieto di darvi un annuncio molto, molto speciale! Sostituirò il professor Amaurobius come vostro insegnante nella nuova e riformata classe avanzata per giovani supereroi emancipati!» Disse, esultante.

Cherry strinse la matita nel pugno, chiedendosi perché si sentisse così nervosa se il loro piano aveva funzionato: Sam doveva aver firmato ormai da un bel pezzo tutte le carte e finalmente la riforma si era fatta, Hawk aveva via libera per insegnare loro tutto quello che voleva, ed era stata proprio lei ad aiutarlo a raggiungere quell'obiettivo. E allora perché, perché sentiva il sudore che le iniziava a ricoprire i palmi? Perché sentiva che la parte più difficile iniziava adesso? Forse era per colpa del sorriso di mister Storm, che non era solo trionfante, no: era diabolico. Sembrava un bambino che per lungo tempo fosse stato tenuto fuori da un negozio di giocattoli, ma che finalmente fosse riuscito, nel cuore della notte, ad intrufolarsi per giocare come un matto fino al mattino seguente, senza curarsi troppo di quanti balocchi avrebbe spaccato. O forse, più di quel sorriso, era il nervosismo di Adrian che contagiava Cherry.

«Sono anche onorato di annunciare» Proseguì Hawk, sempre più esaltato «Che con i nuovi criteri di scelta e di autorizzazione, la nostra maravigliosa classe si arricchirà di sette nuovi studenti, che ci raggiungeranno fra pochi minuti».

Qualcuno bussò alla porta.

«Oh, non pochi minuti... entrate!».

Sette ragazzi e ragazze, tutti con i capelli rasati così corti da lasciar intravedere il cuoio capelluto, entrarono nella stanza, seguiti da quello che aveva tutta l'aria di essere un guardiano scocciato e armato, con la pistola in bella vista nella fondina ascellare. Indossavano tute identiche, di colore arancione. Cherry le riconobbe immediatamente: uniformi carcerarie. Adrian batté il piede a terra ancora più velocemente.

Hawk guardò i sette sfilare ordinatamente sotto i suoi occhi, sorridendo felice, accompagnandoli con lo sguardo fino a che non si sedettero in silenzio.

"Che cosa diamine ho fatto firmare a Sam?" Si chiese Cherry, lasciando andare la matita.

«Appello!» Esclamò Hawk Storm, aprendo un piccolo registro foderato in ecopelle «Gale Cherry»

«Presente!» esclamò in fretta la ragazza ipnotica, decisa a non farsi prendere alla sprovvista

«Prima nell'appello, prima nella classe» Hawk ammicò nella sua direzione, poi continuò a chiamare i nomi «Jacobs Adrian. Eccolo lì, il mio ragazzone! Morris Anika. Morris Anita. Nanuk Denahi. Navidad Samantha. Olster Wolf. Ross Mark. Raven Morrighan. Thomas Franz. Ti vedo Thomas, non essere osceno! Vogt Alina... eccoti lì, piccina mia! Ci siamo tutti, giusto?».

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