capitolo 3.

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¡ interruzioni e presentazioni !

«Andiamo a fare un giro?» propone Aurora d'un tratto.

Io guardo Sofia, che sorride annuendo mentre io mi ributto sul letto stanca.

«Andiamo a vedere dove sono i ragazzi» aggiunge la rossa; ma non si stanca mai?

«Andiamo!» dicono tutte.

Vengo tirata da Sofi e Esa, che non perdono la presa sul mio braccio.

«Magari fanno l'esame e sono tutti bocciati!» ipotizza Moska.

«Se sono tutti bocciati io rido» mi viene spontaneo scuotere la testa in segno di disperazione alla sua frase.

Arriviamo a delle scale e sbuffo, seriamente non hanno capito che queste sono le cose che non si dovrebbero fare qua dentro?

«Che cos'è?» chiede la voce strillante della sorvegliante, che ci appare davanti come un ombra.

Luna e Giulia Matera urlano correndo verso la direzione opposta di quella intrapresa inizialmente, con la sorvegliante alle spalle.

Aurora ci fa strada verso un corridoio e la vedo scomparire all'interno di un'aula. Io mi fermo davanti ad essa, pensando di sostare fuori, ma vengo spinta da Giulia Scarano e Ylenia.

«Non spingete, ugh!» mi lamento.

In un secondo mi ritrovo nella classe, guardo mortificata i professori e vengo presa per il braccio da Sofia.

«Sofia!» urlo sussurrando.

«Cosa sta succedendo?» chiede il professor Maggi.
«La sorvegliante!» risponde Moska, nascondendosi accuratamente dietro uno scaffale.

Riesco a sentire qualche tentativo di suggerimento che mi fa ridere, mentre il professore continua a chiederci di uscire.

Mi dirigo verso la porta passando attraverso le file di banchi ben schierati.

Sono sicura che qualcuno mi abbia sfiorato il braccio, quindi, mi giro e, invece di trovare Sofia come pensavo, trovo al mio fianco il ragazzo dai capelli castani e la maglietta blu, seduto sul suo banco.

«Pensa a scrivere invece di guardarmi» gli consiglio sarcastica e lui mi sorride, «Difficile» sussurra ma in modo che senta comunque.

«Scusate» dico rivolgendomi ai ragazzi,
esco dalla classe, e chiedo scusa anche ai professori.

Noto le ragazze schierate al muro e mi metto vicino a Luna. «Almeno lei, signorina Marcianó, si è scusata» puntualizza la sorvegliante.

Non era una cosa che ho fatto per essere elogiata, era semplicemente la cosa giusta da fare.

«Sapete che, con il vostro comportamento, state compromettendo i loro esami e per colpa vostra rischiano di essere mandati via?»

Si, signora sorvegliante.
Vorrei rispondere.

Non era da stupidi capire che gli avremmo tolto del tempo entrando in quella stanza; motivo per il quale non volevo farlo in primo luogo.

un mix di emozioni | davide vavalà 𓁹Where stories live. Discover now