7. Sono rinato

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Passarono molti anni da quel giorno, per la precisione cinque anni e sei mesi.

Era metà luglio quando sentii la notizia che Stain era stato arrestato.

Già questo mi ha scombussolato un po', ma ciò che mi ha fatto proprio infuriare è stato l'Hero che lo ha arrestato: e chi se non Endeavor?

Sembrava come se il mondo si divertisse a prendermi in giro, come se mi stesse dicendo che lui si sarebbe sempre messo in mezzo per rovinare tutto.

Dovevo assolutamente fare qualcosa.

Così quando mi giunse la voce che Stain faceva parte di un gruppo di Villains, non esitai a contattare qualcuno che mi potesse portare alla loro sede.

Un broker di fama chiamato Giran accettò di portarmi alla base dell'organizzazione e mi fece vedere una foto dello loro capo, Shigaraki Tomura.

Capelli azzurrini e con molte mani su tutto il corpo, compresa una che gli copriva la faccia.

"Disgustoso. Anche se forse non dovrei dirlo proprio io"

Qualche giorno dopo Giran accompagnò me e un'altra ragazza, che disse di chiamarsi Toga Himiko, alla base.

La tizia aveva sicuramente qualche rotella fuori posto, visto che continuava a mormorare cose riguardo al sangue.

Giran ci accompagnò in un vicolo e, dopo qualche minuto, entrammo dentro quello che pareva essere un bar.

Ci fece passare e il mio primo commento dopo aver visto il capo della League of Villain fu: -Quindi sei davvero tu? Ti ho visto in fotografia ma dal vivo fai davvero schifo-

La mia lingua tagliente non era cambiata di una virgola.

Fin da adolescente sono sempre stato malizioso e a volte tagliente, anche se in famiglia cercavo di contenermi.

-Kurogiri- iniziò l'azzurro -Sbattili fuori, è una combinazione di persone che odio: i mocciosi e i maleducati-

Sembrava il classico bambino capriccioso.

Kurogiri era praticamente del fumo nero e viola, e sembrava che ricoprisse il ruolo di balia nei confronti di Shigaraki.

Alla fine lo convinse almeno a sentire il motivo della nostra visita, così Giran presentò prima la pazza e poi me, ma io non ero convinto.

-Sono nel dubbio... Questa vostra organizzazione persegue davvero degli alti ideali? Non ammetterete davvero questa svitata, per dire?-

Toga fece un urletto offeso e Shigaraki mi rispose seccato: -Questo potrai dirlo quando sarai stato in grado di fare quello che ha fatto quella pazza lì. Comincia col presentarti. Sei un adulto, no?-

Gli risposi molto tranquillamente con il mio solito tono pacato: -Al momento mi faccio chiamare Dabi-

Si irritò ancora di più.

-No, voglio sapere il tuo vero nome!-

-Te lo dirò se ci sarà motivo per farlo. In ogni caso, io porto avanti la volontà dello stermina-eroi-

"Figurati se ti dico il mio vecchio nome. Non mi ammettereste mai. Anche se a questo punto non sarebbe una grossa perdita... Ma per il momento unirmi a questi tipi è l'unica cosa che posso fare per aiutare Stain e vendicarmi di Endeavor"

Prima o poi l'avrei detto non solo a loro, ma a tutto il mondo, assieme alla mia storia, per far capire a tutti che razza di persona era il Number 2 Hero.

Ovviamente la mia risposta lo irritò ancora di più, quindi, dopo aver detto che non gli piacevamo, allungò le braccia per attaccarci.

Io e Toga non rimanemmo certo immobili: lei estrasse un coltello ed io mi preparai ad usare il mio Quirk.

Non conoscendo il suo la cosa migliore era produrre subito le fiamme, ma non feci in tempo: Kurogiri intervenne creando delle specie di portali che trasportarono le nostre braccia in direzioni opposte e si sentì solo il rumore della lama di Toga che si conficcò nel bancone.

Dopo aver calmato quel bambino capriccioso, quest'ultimo, zittendo chiunque osasse fermarlo, se ne andò sbattendo la porta.

Alla fine concordammo con Kurogiri di aspettare che ci contattassero.

Alcuni giorni dopo entrammo ufficialmente a far parte della League of Villain.

Avrei finalmente potuto uccidere Endeavor con le mie mani.

Ma sarebbe stato troppo semplice ucciderlo e basta.

No, io volevo che soffrisse come avevo sofferto io. Fisicamente e moralmente.

Io che cercavo di proteggere i miei fratelli da un padre abusivo, adesso avrei prima ucciso Shoto, il figlio, o meglio, il capolavoro più importante e prezioso di mio padre.

Ero impazzito ormai da molto tempo.

Ma, lo ripeto, quando ero in seria difficoltà e avrei voluto qualcuno al mio fianco, nessuno si era preso la briga di venire a vedere come stessi o anche solo di farmi compagnia.

Neanche i due fratelli a causa dei quali mio padre mi aveva torturato per anni.

Quindi avrei fatto lo stesso. Ormai non erano più la mia famiglia.

Ero appena entrato a far parte di un'altra famiglia, una famiglia composta da scarti della società, da persone discriminate, abbandonate o torturate: da persone come me.

In qualche mese imparammo a conoscerci e ad avere un minimo di rapporto di fiducia.

Ovviamente ci avremmo messo un po' per andare tutti d'accordo e per fidarci ciecamente l'uno dell'altro, ma ce l'avremmo fatta. Me lo sentivo.

Perché tutti capivamo gli altri, in un modo o nell'altro.

Con Toga avevo preso l'abitudine di acconciarle i capelli come facevo con Fuyumi e lei me lo lasciava fare.

Non lo facevo per farle un piacere, o meglio non solo per quello.

Probabilmente era un modo per ricordare il passato e, a volte, immaginare come sarebbe andata se fossi nato da un padre normale.

Grazie a lui avrei potuto iscrivermi alla UA e diventare un famoso Hero.

Avrei avuto un bella vita, con i miei fratelli che proteggevo e i miei genitori che proteggevano me.

Mio padre forse mi avrebbe assunto nella sua azienda, per lavorare fianco a fianco, o forse ne avrei creata una io.

La mamma mi avrebbe chiamato ogni sera, per parlare anche solo per un minuto.

Quando Fuyumi avrebbe portato a casa il suo ragazzo, lo avrei minacciato come avrebbe fatto qualsiasi fratello.

Avrei aiutato Natsuo con i compiti all'università e saremmo andati insieme a correre.

Avrei consigliato a Shoto come potenziare il suo Quirk e a volte l'avrei aspettato fuori dai cancelli della UA, approfittando per salutare i miei vecchi insegnanti.

Ogni tanto, nei compleanni e nelle festività, tutta la famiglia si sarebbe riunita per cenare insieme.

Avrei avuto una ragazza o una moglie che mi accoglieva quando la sera tornavo a casa stanco dal lavoro.

Insomma, una vita perfetta.

Ma va bene così.

"Io sono rinato ormai. Ora che ho una famiglia che mi comprende, non ho più bisogno di loro"

L'unica persona che non odiavo era mamma.

Lei aveva sempre cercato di aiutarmi e di consolarmi, fino a quando è impazzita.

E da una parte potevo anche capirla.

Suo marito la picchiava e il figlio maggiore era la sua copia.

Improvvisamente mi ricordai di una nostra conversazione, il giorno della comparsa del mio Quirk.

Quella volta lei mi disse: 'E' tutto okay Touya, è il tuo Quirk. Andrà tutto bene'.

"Mamma, mi hai mentito. Non è andato tutto bene. Ma ormai, non me ne importa veramente più"

FINE

[parole: 1167]

Non si nasce Villain, si diventa |Touya Todoroki - Dabi|Where stories live. Discover now