Presentazioni

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Sayuri alzò lo sguardo sulle scale e incontrò lo sguardo del ragazzo che l'aveva chiamata. Aveva la pelle chiara, segno evidente che non passava molto tempo sotto i raggi del sole, gli occhi rossi come il sangue e capelli corvini, che però diventavano grigi verso le punte. Aveva un aspetto curato e un'aria da secchione (o così pensò Sayuri), accentuata dalla presenza di un paio di occhiali da vista con una montatura sottile. La sua espressione era incredibilmente seria, e la ragazza non riuscì a capire se era un ospite gradita o meno, ma poi si rese conto che per forza non doveva essere piacevole avere in casa una completa estranea da un giorno all'altro. Decisa a fare una buona impressione, fece un breve inchino e si presentò.

"Molto piacere. Io sono Sayuri Kazemasa, e da oggi abiterò' qui. Voi invece chi siete, se posso chiedervelo?"

Reiji era colpito che la ragazza avesse avuto il coraggio di fare le presentazioni per prima, e la cosa lo irritò' parecchio. Erano i padroni di casa a fare le presentazioni di solito, e lei aveva fatto un errore presentandosi per prima. Ma non prestò molta attenzione alla cosa, occupato com'era a osservare Sayuri. La ragazza era praticamente identica alla Sayuri nella foto, nonostante fosse stata scattata tre anni prima. Era alta (anche se cinque centimetri buoni li attribuì alle spesse suole degli anfibi), magra, con i capelli neri (sembravano quasi fatti di velluto nero) e l'occhio sinistro viola acceso. I vestiti che indossava erano semplici ed economici: oltre agli anfibi neri portava anche un paio di jeans blu, una maglietta viola e una felpa verde. Reiji fece velocemente un cenno al maggiordomo, che prese diligentemente le valigie della ragazza e le portò nella camera che le avevano preparato.

"Sono Reiji Sakamaki, il piacere è mio. Avete fatto un buon viaggio?"

Non era abitudine di Reiji chiedere agli altri se stessero bene o meno, specialmente alle spose sacrificali, ma decise di fare un'eccezione per Sayuri. Voleva scoprire a tutti i costi cosa la rendesse speciale, diversa dalle altre, come gli aveva detto il suo contatto. Non sopportava di essere all'oscuro di qualcosa. Conoscere tutto permetteva di trovare una soluzione per tutti i problemi. Il fatto che lei avesse qualcosa che lui non conosceva, una qualche abilità speciale, lo rendeva irrequieto, e timoroso che Cordelia avesse qualcosa a che fare con la loro nuova sposa.

Meglio evitare che tutti i problemi che aveva causato l'ultima volta si ripetessero.

"Certo. Ti ringrazio per ospitarmi qui in casa vostra, ma..."

Qui la ragazza parve esitare, forse pensando di essere troppo invadente, ma alla fine riuscì a finire la domanda.

"I tuoi fratelli non sono qui?"

Nel sentire la domanda, per poco il vampiro non scoppiò a ridere, ma si trattenne, visto che ridere davanti ad una sconosciuta che fa una domanda non rispetta nemmeno le basilari regole di cortesia, e rispose in maniera piuttosto composta.

"Stanno dormendo, tra poco andremo a scuola e potrai incontrarli allora. Vieni, ti mostrerò la tua stanza."

"Grazie."

Così la nuova sposa e il vampiro si incamminarono sulla grande scala, poi lungo uno stretto corridoio e infine giunsero davanti ad una porta.

"Questa sarà la tua stanza. I tuoi bagagli sono già dentro, insieme alla tua uniforme scolastica. Quando avrai finito di sistemarti ci raggiungerai nel salone. Il,maggiordomo verrà a prenderti, basta che suoni il campanello. Hai capito?"

"Certo, ho capito. Farò il più in fretta possibile."

La ragazza aprì la porta della sua nuova stanza. Era molto grande, spaziosa e con un enorme letto a baldacchino dalle coperte azzurre. Le era sempre piaciuto l'azzurro, e questo era esattamente dello stesso colore del cielo estivo. L'azzurro migliore di tutti.

"Grazie mille, Reiji-san. Sarò pronta subito."

Dicendo questo chiuse la porta in faccia a Reiji, che colto alla sprovvista dalla velocità con cui lo aveva chiuso fuori senza avvertirlo, era rimasto lì, fermo come un idiota. Ma si riprese quasi subito, e decise di aspettarla fuori dalla porta, e se sedette su una sedia. La ragazza uscì dopo essersi cambiata. L'uniforme le stava bene, la taglia era giusta.

"Andiamo?"

"Mi hai aspettato qui?"

Sayuri era sorpresa che Reiji l'avesse aspettata li fuori. Però non le dispiaceva. Quella casa era enorme, si sarebbe sicuramente persa.

"Mi sono già cambiato. Ora che sei pronta, possiamo andare alla macchina. I tuoi libri sono già dentro la tua borsa. Seguimi."

E così Reiji guidò Sayuri dentro l'enorme villa fino alla macchina, dove arrivarono per primi.

Obbligo di perfezioneWhere stories live. Discover now