Svelato il mistero

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Pov. Sayuri

Il silenzio era alquanto imbarazzante. Non riuscivo proprio ad aprire bocca, ma d'altro canto nemmeno Reiji sembrava avere molta voglia di conversare. L'assenza di un qualsiasi fantasma poi rendeva ancora più pesante questo silenzio (anche Casper o uno dei suoi zii avrebbero alleggerito l'atmosfera). Reiji sembrava concentrato ad esaminarmi da ogni angolatura, e questa specie di ispezione mi metteva a disagio. Molto a disagio.

"Reiji, posso sapere perché mi stai osservando da quando ci siamo visti mezz'ora fa? Guardandomi di continuo mi metti a disagio."

Reiji alle mie parole sembrò come svegliarsi, e si scusò per la sua maleducazione.

"Mi dispiace averti messa a disagio, ma forse a queste cose è meglio che ti prepari. I miei fratelli faranno di tutto per ottenere la tua attenzione."

Non feci in tempo a chiedergli spiegazioni che nel parcheggio entrarono tre ragazzi, tutti incredibilmente belli e che tra di loro non avevano niente in comune.
Reiji anticipò una mia qualsiasi mossa e, indicandomeli, mi disse i loro nomi.

"Il ragazzino con il peluche a forma di orsetto è Kanato. Il ragazzo con i capelli bianchi è Subaru. Infine, quello col cappello in testa si chiama Raito."

I tre ragazzi si fermarono anch'essi davanti alla macchina, e subito chiesero a Reiji chi io fossi. Il primo a parlare fu Kanato.

"Ehi Reiji, questa ragazza chi è?"

Stavo per presentarmi quando Reiji mi fermò con un'occhiata che mi fece fermare il sangue nelle vene.
Che paura...

"Lei è Sayuri Kazemasa. È la figlia adottiva di don Tokiomi Kazemasa. Da oggi abiterà qui, quindi siate ospitali."

Ad avvicinarsi per primo fu Raito, che mi osservava con uno sguardo... languido? Sta di fatto che non mi piaceva per niente. Nessuno di loro mi faceva sentire al sicuro. Mi sentivo come una preda in un vicolo cieco.
Mentre i tre nuovi arrivati mi esaminavano da cima a fondo, arrivarono al parcheggio anche un ragazzo che somigliava a Raito e una ragazza dai capelli biondi, che mi era stranamente familiare...

"Sayuri, questi sono Ayato e la sua fidanzata, Yui Komori. Anche lei vive qui con noi, e si è gentilmente offerta di farti da guida per la tua permanenza qui."

Mentre Reiji parlava, io e Yui ci scrutavamo per capire perché sentivamo che non era il nostro primo incontro. Anche gli altri notarono i nostri sguardi confusi, e nel parcheggio calò il silenzio. Dopo un po', finalmente un lampo di genio mi fece sorridere incredula.

"Yui-chin?!"

Anche lei sembrò illuminarsi e mi chiamo come faceva una volta.

"Sayuri-chan!!"

E ci abbracciammo come se non ci fosse un domani, stringendoci finché non ci sentimmo soffocare. Non riuscivo a credere che anche Yui, l'unica vera amica che avessi mai avuto, vivesse lí, e nemmeno potevo credere che fosse la fidanzata di uno di loro.

"Non posso crederci! Ne é passato di tempo, eh?"
"Già, non mi sembra vero che la mia migliore amica viva qui, e già da parecchio. Credevo che fossi partita con tuo padre."

Yui abbassò leggermente lo sguardo, imbarazzata.

"In realtà avrei dovuto, ma i suoi superiori gli hanno detto che avrei vissuto qui. E ora sei arrivata pure tu. Ayato, ne sapevi qualcosa?"

Chissà perchè, ma Yui mi sembrava leggermente preoccupata. O forse me lo stavo immaginando? Magari questa strana inquietudine che stavo provando era causata dalla strana aura che questi ragazzi troppo belli per essere umani avevano intorno a loro. Mi sentivo come una gazzella che viene circondata dai leoni: in trappola e senza nessuna via di fuga.
No, di certo non era una coincidenza. Che tutti loro fossero davvero dei vampiri? E se ciò era vero, io ero davvero un sacrificio offerto a loro dalla chiesa su un piatto d'argento? Anche Yui si trovava lì per lo stesso motivo, oppure era solo una coincidenza?
...
No, in questo posto e tra queste persone avevo già capito che non esistevano le coincidenze, che tutto ciò che succedeva qui, in questa casa, faceva parte di un grande disegno, di cui io, purtroppo, non conoscevo nemmeno le linee base, disegnate da un sapiente quanto astuto artista, per ora sconosciuto.
Ayato, mentre io stavo riflettendo su tutto ciò, stava dicendo a Yui che si era dimenticato di avvisarla, ma che sapeva dell'imminente arrivo di una nuova sposa. Aspetta... sposa?! Ma sposa di chi?!

"Si, sapevo che stava per arrivare una nuova sposa, solo credevo che sarebbe arrivata tra un paio di giorni, quindi mi sono scordato di avvisarti prima. Scusa."

Yui, a quelle parole, sembrò preoccuparsi non poco. Ma che diavolo stava succedendo? In quel momento, neanche a farlo apposta, ad aumentare la mia confusione ci si misero tutte quelle donne fantasma, che tornarono alla carica anche più energiche di prima. E non solo: anche il loro odio e la loro rabbia sembravano maggiori, quasi triplicate. Ora era chiaro che ce l'avevano coi fratelli Sakamaki. Poco a poco stavo riunendo i pezzi del puzzle, e le loro grida tormentate finalmente mi diedero la risposta che stavo cercando.

Assassini... vampiri... bruciate all'inferno... bastardi assassini...

Dunque era tutto vero: io ero il sacrificio che la chiesa aveva spontaneamente offerto a quei giovani vampiri, ora ne ero certa.

Obbligo di perfezioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora