La nuova patria: Baldur's Gate (1358 - 29 Tarsakh 1385)

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Anvia era una nana che si era fatta da sé in una città di ladri e tagliagole di ogni tipo. Aveva un carattere ruvido e diretto, ma mai scortese, soprattutto con i clienti. L'Antro di Anvia era una piccola erboristeria nella città inferiore, con una clientela piuttosto stabile. Principalmente si presentavano druidi, chierici e di rado dei maghi non umani, che preferivano avere a che fare con un mercante che non appartenesse alla razza dominante in città. Il maggior guadagno, però, derivava dalla vendita di veleni di vari tipi alle gilde e associazioni criminali. La Gilda dei Ladri e i Ladri dell'Ombra avevano l'esclusiva assoluta su quel tipo di merci e pagavano bene per mantenerla.

Io mi trasferii con Anvia, al piano superiore del negozio.

Continuai a lavorare per i Ladri, ma ricevetti anche molti incarichi da parte della Gilda. Non intendo dire che fossi il rapinatore più richiesto della città: semplicemente in ventisette anni ho lavorato un po' per tutti.

Con l'influenza di Anvia divenni un fedele di Dumathoin, dio della montagna e custode delle anime dei nani morti. Da quando avevo abbandonato il Morndinsamman in gioventù, non mi ero più legato a una divinità particolare. Non mi piaceva l'idea di affidarmi a un'altra entità quando potevo cavarmela da solo, ma in alcuni ambiti siamo troppo piccoli per pensare di non aver bisogno di aiuto. Non sono comunque un fervente cultista, ma affido la mia anima a Dumathoin quando io non sono abbastanza per proteggerla, proprio come affido la mia mente a Selûne per trovare la pace e la mia lama a Shar, quando la mia mano non è abbastanza ferma.

Nel Marphenot del 1360 CV, nacque Lyssnyss, la nostra prima figlia e nell'Eleint del 1364 CV, nacque Baladin, nostro secondogenito e, per ora, ultimo figlio. Non mi dilungherò a descriverti come la vita si ribalti quando hai una prole a cui pensare. Mi limiterò a dire che nel mio mestiere, avere qualcosa da perdere è un punto molto debole, motivo per cui ho passato anni a tenere un basso profilo per evitare di attirare le ire di qualche pazzoide dall'assassinio facile.

Lyssnyss fu una rivelazione. All'inizio pensavamo fosse confusa dovendo crescere come nana in una città umana, ma alcune stranezze ci fecero ricredere. A quattro anni la trovammo che parlava con un ratto nel magazzino, scambiammo la cosa per un gioco, ma l'animale diventò inseparabile da lei e sembrava ubbidire a ogni suo comando. Nel frattempo, Lyssnyss era diventata incontrollabile: si destreggiava tra i vicoli della città da sola senza mai perdersi e non si faceva trovare a meno che non lo volesse. A cinque anni smise quasi totalmente di mangiare e scoprii, pedinandola, che si cibava di scarti che trovava per strada. Passava molto tempo con altri ragazzini del quartiere, giocavano spesso alla lotta, ma lei tornava sempre senza graffi. La preoccupazione fu tale che Anvia e io la portammo da Bandren, un chierico di Dumathoin che spesso passava da Baldur's Gate. Questi ci mise in contatto con Juhlem Shossor, un umano chierico di Silvanus, che si preoccupò di aiutare Lyssnyss a comprendere le sue abilità. Ci fu spiegato che nostra figlia era una promettente incantatrice e che dimostrava, in modo istintivo, molte capacità magiche che un comune individuo avrebbe potuto apprendere solo con anni di studio.

Nel 1377 CV, Lyssnyss abbandonò la nostra casa per unirsi a un circolo druidico nella foresta a sud della città. Mantenemmo un rapporto costante via lettera e con alcune visite occasionali. Quando tornava a Baldur's Gate attirava sempre parecchi sguardi: vestita di pelli animali e accompagnata da un grosso lupo grigio, sembrava in tutto una cliente dell'Antro. All'inizio del 1380 CV, partì per le isole Moonshae con il suo circolo. Da allora ho avuto sue notizie solo tramite qualche rara lettera.

Da quando tutto è andato in malora, non so più nulla di lei.

Baladin, d'altro canto, è cresciuto comportandosi all'opposto della sorella maggiore. Da piccolo era il più obbediente e si permetteva anche di sgridare Lyssnyss alle volte. Sembrava dimostrare interesse nel negozio e Anvia era sicuramente contenta di avere un futuro aiutante ed erede dell'attività. Quando sua sorella iniziò a comportarsi più normalmente, però, Baladin ebbe una crisi: non si sentiva più il migliore ed era geloso delle capacità della futura druida. A quindici anni iniziò a frequentare di nascosto il piccolo tempio di Moradin della città per cercare consolazione nella fede. Poco tempo dopo decise di fuggire di casa per vivere con i religiosi. Un chierico del Morndinsamman, un certo Magtharm, gli aveva riempito la testa di stupidaggini.

Quando andai al tempio per parlare con mio figlio, Magtharm mi sbarrò la strada, insultandomi. Quando scrissi delle lettere a Baladin, fu Magtharm a rispondermi, convocandomi al tempio per poter nuovamente ridicolizzare le mie, a suo dire, scarse doti genitoriali.

Il veleno di vipera del Saldruth mi costò una fortuna e anche la prostituta da corrompere non fu a buon mercato. Un chierico minore come Magtharm non valeva certo tutta quella spesa, ma volevo un lavoro ben fatto. Morì nel suo stesso vomito nel letto di una taverna della città bassa. La giovane che somministrò il veleno si trasferì il giorno seguente a Waterdeep. Non so che fine abbia fatto, neanche ricordo il suo nome.

Nonostante l'assassinio di Magtharm, Baladin restò convinto delle proprie scelte, ma io potei almeno vederlo e parlargli. Anvia iniziò, di nascosto, a pagargli gli studi al tempio. Me ne accorsi sin da subito, ma non feci nulla per impedirglielo: probabilmente lo avrei fatto io, se mia moglie non mi avesse battuto sul tempo.

Nel 1384 CV aiutai un vecchio amico, Dorn Buckman, a trasferirsi nel corpo di guardia di Baldur's Gate. Mi disse che i suoi superiori ad Athkatla sospettavano di lui come di un corrotto e che temeva per la sua testa. La Gilda era sempre disponibile ad accrescere il numero di guardie traviate e in debito nella città e non fu difficile organizzare il trasferimento.

Dalrak ThûlgramWhere stories live. Discover now